30 Apr 2009

Il PURO MONOTEISMO predicato dal Profeta (pace e benedizioni di Allah ta'ala su di lui) ed i primi martiri dell'Islam

Il Monoteismo predicato da Mohammed (pace e benedizioni di Allah su di lui) agli albori dell’Islam….un po’ di storia!

Il popolo meccano era un popolo di idolatri. Il messaggio islamico di Puro Monoteismo predicato dal Profeta Mohammed (su di lui la pace e le benedizioni di Allah ta’ala) non era compatibile con l'ideologia meccana.

I leaders coreisciti godevano di provilegi e di un potere ben saldo e non volevano affatto che si diffondesse quest'ideologia del monoteismo e della fratellanza...tutto ciò era troppo diverso dalla mentalità oligarchica vigente!

Lo stesso era avvenuto ai tempi di Gesù (su di lui la pace) vi ricordate? Il suo comunismo, e la sua bontà, le sue idee ritenute troppo rivoluzionarie erano temute dai potenti, che come al solito temono l’uguaglianza e pensano che troppo potere in mano al popolo sfoci in mancanza di potere nelle loro di mani! Per questo fu tramato contro di lui.

Il Messaggero Mohammed (su di lui la pace e le benedizioni di Allah ta’ala) predicava il Puro Monoteismo, in arabo Tawhid, e l'impotenza di tutti gli altri dei e idoli che erano venerati a Mecca e che erano fonte di notevoli guadagni per i capi Coreisciti. Se avessero davvero distrutto tutti gli idoli e le statue a Mecca, che era luogo di pellegrinaggio molto famoso, avrebbero perso il primato di Mecca come centro commerciale e allo stesso tempo di “capitale religiosa”.

Anche socialmente e moralmente l'Islam ampliava gli orizzonti.

La donna acquisì molti più diritti di quanti ne avesse mai avuti in qualsiasi altra società. Adesso ella godeva di diritti e doveri, aveva il "diritto alla vita" cosa che ci sembra scontata adesso ma che invece nella società del tempo non lo era affatto, visto che spesso le neonate femmine erano seppellite vive! Non poteva essere offerta in sposa a meno che non fosse lei stessa a scegliere o ad accettare un pretendente che si faceva avanti; acquisì il diritto di disporre dei proprio denaro, del mahr (del dono nuziale), del denaro guadagnato col suo lavoro e di ricevere una sua parte di eredità.
Anche lo schiavo acquisì dei diritti, soprattutto il diritto al rispetto, ad essere ben nutrito ed abbigliato. Si bandiva la fornicazione come maggiore tra i peccati.
 
I notabili mandarono una delegazione allo zio del Profeta (pace e benedizioni di Allah su di lui) affinché intercedesse per loro promettendogli onori e ricchezze, ma il Messaggero di Allah (pace e benedizioni di Allah su di lui) rifiutò.

Cominciarono allora i primi martirii.

Si citino alcuni casi per fornire un'idea...come quello di Bilal, uno schiavo nero convertito all'Islam, venne torturato dal suo padrone. Disteso sulla sabbia rovente con un macigno sul petto gli veniva chiesto di negare la sua credenza in un unico Dio e di dichiarare invece di adorare gli idoli. Eppure resistette finché fu riscattato da un fedele.

E Sumaya bint Khabbab, la prima martire dell'Islam. Ella non uscì viva dal martirio, fu ferocemente massacrata da uno dei peggiori nemici dell'Islam.

Nonostante tutto, nonostante i martirii, le persecuzioni, i boicotaggi, il gruppetto di fedeli cresceva di giorno in giorno.

I primi "ritornati" all'Islam hanno davvero sofferto molto, purtroppo tutto questo non ci viene raccontato nei libri di scuola dove al contrario l'Islam appare come una religione cruenta e sanguinaria.

Per questo motivo piuttosto che leggere libri di orientalisti, è bene rivolgersi a delle fonti ufficiali, prime in fila il Corano e la Sunnah.


Come ebbe inizio la rivelazione del Corano


Il profeta Mohammed (su di lui la pace e le benedizioni di Allah) conduceva una vita modesta e dedita alla preghiera. Infatti amava recarsi in solitudine nel deserto per pregare, in particolare amava una grotta sul monte Hira. Vi rimaneva a lungo. Durante una notte dell'anno 610 qaundo Maometto (su di lui la pace) aveva 40 anni, vide comparire davanti a lui una creatura fatta di luce. Fu allora che inizio' la rivelazione del Corano: "Leggi!" l'angelo Gabriele gli diceva e lui rispose che non sapeva leggere, ma questi insistette ancora: "Leggi!". Poi l'angelo Gabriele (su di lui la pace) comincio' a recitare: "Leggi! In nome del tuo Signore che ha creato, ha creato l'uomo da un'aderenza. Leggi, che' il tuo Signore e' il Generosissimo, che ha insegnato mediante il calamo, che ha insegnato all'uomo quello che non sapeva". (Sura 96, versetti 1-5)Il Messagero di Dio scolpi' nel proprio cuore queste parole, eppure fuggi' via in preda al panico, sconvolto ed impaurito. Una voce risuono' "O Maometto tu sei il Messaggero di DIo e io sono Gabriele" egli alzo' gli occhi e vide la forma angelica riempire tutto l'orizzonte dovunque guardasse.Arrivo' a casa tutto sudato e chiese a sua moglie di coprirlo e le racconto' tutto. Khadija cerco' di calmarlo e poi lo porto' da un suo cugino Waraqah ibn Noufel, un vecchio cieco che conosceva le Scritture, il quale non ebbe dubbi, capi' subito che cio' che Maometto ( su di lui la pace) aveva visto era l'angelo Gabriele, e che era un profeta come Mose'. Da quel giorno la rivelazione continuo' per ben 23 anni. La prima a convertirsi fu Khadija, la moglie, e poi pian piano altri. In poco tempo si formo' un piccolo gruppo di fedeli. Per i primi 3 anni il Profeta Maometto (su di lui la pace) predico' in segreto per paura di essere minacciati ( come avvenne infatti in seguito). Solevano radunarsi nelle case dei pochi fedeli ed egli recitava loro i versetti rivelatigli dall'angelo Gabriele. poi ebbe l'ordine di estendere la predicazione.

Emigrazione in Abissinia (anno 615)


Siamo nell’anno 615 ecco cosa succedeva.....
Per i nuovi Musulmani che non potevano godere di una protezione tribale efficace la situazione alla Mecca diventava sempre più pericolosa. Essi subivano infatti il boicotaggio e venivano perseguitati. Il Profeta Muhammed (la pace e le benedizioni di Allah su di lui) consigliò ad alcuni di loro di emigrare in Abissinia (siamo nell'anno 615 ) dove regnava un sovrano cristiano famoso per essere onesto, pacifico e tollerante che accettò di proteggerli, gli offrì ospitalità e gli concesse libertà di culto.
Ma i Coreisciti decisero di inviare una missione diplomatica per convincere il sovrano d'Abissinia, Negus, a dare loro in ostaggio i fuggiaschi.
Amr fu ricevuto a corte e descrisse i Musulmani come gente che aveva tradito le proprie famiglie e che aveva negato il culto dei padri e chiese che fossero estradati. Ma Negus decise di ascoltare comunque cosa avessero da dire i Musulmani in propria discolpa e Jafar parlò a nome di tutti spiegandogli che prima dell’avvento dell’Islam, essi avevano vissuto nell'ignoranza, idolatrando gli idoli e le statue, che avevano vissuto persino nella fornicazione finché Dio gli aveva inviato un Messaggero stimato da tutti per la propria rettitudine, il quale gli aveva insegnato a venerare un unico Dio, a pregare e a donare l'elemosima. Negus gli chiese un passo della loro Scrittura e Jafar recitò la Sura di Maria. La recitazione suscitò scalpore a corte e quando poi fu tradotto nella loro lingua, molti si commossero. Negus non li consegnò al nemico ed invitò gli inviati dei Coreisciti ad andare via. Ancora Amr tentò di provocarlo dicendogli che i Musulmani insultavano Gesù (su di lui la pace) e il sovrano gli chiese spiegazione. Jafar gli rispose che di Gesù (su di lui la pace) conoscono soltanto quello che gli ha insegnato il loro profeta, e cioè che è un servo di Dio, Suo Messaggero, la Sua parola e che è nato dalla vergine benedetta Maria. Negus ne fu turbato e condivise l'idea decidendo di proteggerli.
"Ricorda Maria nel Libro, quando si allontanò dalla sua famiglia, in un luogo ad oriente. Tese una cortina tra sé e gli altri. Le inviammo il Nostro Spirito (l'angelo Gabriele pace su di lui), che assunse le sembianze di un uomo perfetto. Disse {Maria}: 'Mi rifugio contro di te presso il Compassionevole, se sei (di Lui) timorato!'. Rispose: 'Non sono altro che un messaggero del tuo Signore, per darti un figlio puro'. Disse: 'Come potrei avere un figlio, che' mai un uomo mi ha toccata e non sono certo una libertina?' Rispose: 'È così. Il tuo Signore ha detto: 'Ciò è facile per Me. Faremo di lui un segno per le genti e una misericordia da parte Nostra. È cosa stabilita." [Corano sura 19, versetti 16-21].

Negus pianse alla recitazione di queste parole e persino i suoi vescovi e disse "Ciò è sicuramente venuto dalla stessa fonte da cui è venuto Gesù (su di lui la pace).”

29 Apr 2009

La Kaaba



Per capire cosa la Kaa’ba rappresenta per un Musulmano, bisognerebbe fare un passo indietro nel tempo e ricordare l’incredibile ed avvincente storia del profeta Abramo (su di lui la pace).

Un giorno Abramo (su di lui la pace) noto anche come il khalil cioè l'amato (ovviamente da Dio) sotto divina ispirazione portò con sé la moglie Hajar e il figlio Ismaele (su di lui la pace) in una valle desolata dove non vi era alcun forma di vita. Aveva ricevuto l'ordine da Dio di fare ciò, per cui li lasciò là soli con l'unica compagnia di un otre colmo di acqua e alcuni datteri. Come ci si aspetta, l'otre si svuotò velocemente e il bambino iniziò a piangere. Una mamma può capire la disperazione di Hajar la quale pur non perdendo fede nel fatto che se era lì doveva esserci un motivo valido e che Dio non l'avrebbe abbandonata, cominciò a correre avanti ed indietro per diverse volte tra una roccia e un colle finché dell'acqua cominciò ad affiorare in superficie. Hajar fece come un bacino per trattenerla: questa fonte è nota come la fonte di ZamZam. 

Il profeta Mohammed (su di lui la pace e le benedizioni di Allah) ha affermato: "L'acqua migliore sulla faccia della terra è quella di ZamZam. In essa vi è cibo per i poveri e cura per gli ammalati". {Sahih al-Jaami’, 3302}

Ben presto grazie alla presenza di questa fonte miracolosa, la valle si popolò e dopo un po' Abramo (su di lui la pace) fece ritorno.
Ebbe poi l'ispirazione divina di costruire il primo luogo di adorazione di Dio.

Sia Abramo che suo figlio Ismaele anch'egli profeta (su di loro la pace) lavorarono duramente per portare a termine la costruzione della Kaa’ba e predicarono alla gente l'Unicità di Dio (il Monoteismo islamico o Tawhid) e il buon comportamento.

 ''Stabilimmo per Abramo il sito della Casa (dicendogli] :'Non associare a Me alcunché, mantieni pura la Mia Casa per coloro che vi girano attorno, per coloro che si tengono ritti [in preghiera], per coloro che si inchinano e si prosternano."(Corano, sura 22, versetto 26).

I Musulmani venerano la Kaaba e la Pietra Nera? Mai affermazione fu più scorretta visto che l'Islam è la religione del Puro Monoteismo in cui si venera soltanto Dio, nessuna altra persona od oggetto può essere aggiunto al culto.

La Kaaba è un punto di riferimento verso il quale i Musulmani si rivolgono durante la preghiera e un luogo da visitare durante il pelligrinaggio, obbligatorio soltanto per coloro che possono affrontarlo sia economicamente che fisicamente, noto come Hajj.

Non solo ha una sua importanza storica visto che parliamo del profeta Abramo e suo figlio Ismaele (su di essi la pace) che la costruirono, ma ha una sua valenza simbolica. Puoi provare a chiudere per un attimo gli occhi e immaginare che a stabiliti orari, milioni di Musulmani da ogni parte del mondo fanno la preghiera e per ben 5 volte al giorno dirigendosi tutti verso la stessa direzione? Non vi sentireste voi più "sicuri" sapendo di non essere soli?

Questo è il miracolo della fratellanza che si sente in Islam. Per quanto riguarda la Pietra Nera si è omesso che, durante la costruzione della Kaa’ba, una pietra scese dal cielo, era una pietra proveniente dal Paradiso che i peccati degli esseri umani avevano fatto scurire. La Pietra Nera rappresenta un simbolo, un promemoria per noi di buon comportamento ma non è oggetto di adorazione né rappresenta un amuleto.

Allah sa meglio.


La storia di Amina

Avevo 10 anni se ricordo bene, quando mi stavo preparando per la comunione.
Il giorno prima dell'evento avrei dovuto confessare i miei peccati al prete che poi mi disse che sarebbe andato da Dio e gli avrebbe raccontato dei miei peccati...a dieci anni?

Era pomeriggio, mi confessai e poi tornai a casa e chiesi a mia madre perché dovevo andare dal prete a dire le mie cose: "Mamma ma Dio non mi sente? Perché devo andare dal prete?" Mia madre non seppe che dirmi, il giorno dopo feci la comunione.
Il momento arrivò di fare la cresima, mi rifiutai! Un giorno chiesi a mia madre: "Mamma la preghiera di Maria dice: "Ave o Maria madre di Dio" Mamma! ma Dio ha forse una mamma? ma non è Colui che creò il mondo per primo?" Mia madre non seppe che dirmi lei non praticava molto ma si radunava spesso durante la settimana con dei testimoni di Jeova ed io non mi rifiutai mai, anzi fui sempre interessata a quello che avevano da dire.
Continuai a fare la mia vita 'spericolata' per modo di dire, sempre con la testa sulle spalle ma facendo molti errori, quegli errori che si fanno quando non si teme Dio abbastanza.
Due anni dopo la morte di mio padre al quale ero attaccatissima decisi di lasciare l'Italia e decisi di andare a vivere a Londra.
Cominciai a lavorare e conobbi mio marito, lavoravamo insieme in un caffé, lui era Sandwichmaker (faceva sandwich) ed io facevo i caffè, ricordo ancora quanto discutevamo sull'Islam per quel poco che sapevo, non facevo altro che dirgli quanto gli uomini musulmani mettessero sotto i piedi le donne e gli ordinavano di coprirsi dalla testa ai piedi, tra una discussione e l'altra ero curiosa sull'Islam e facevo domande.
Un giorno gli dissi che stavo per andare in Italia in vacanza e lui mi chiese di comprargli un Corano in italiano, gli chiesi cosa ci dovesse fare dato che lui non parla l'italiano. Mi rispose che voleva imparare l'Italiano.
Andai in Italia e tornai a Londra con un Corano in italiano dove misi un foglietto, procuratomi dalla mia amica del cuore dove c'erano riferimenti sul velo.
Tornai all'attacco esclamando: "Era vero del velo! lo vedi?!" Lui non disse niente, non vedendo il suo interessamento nel leggere il Corano gli chiesi come mai mi avesse fatto spendere i soldi se poi non era interessato a leggerlo, lui non disse niente, come al solito.
Ci sposammo nonostante gli attacchi da parte mia notai la bonta` di quest'uomo e la sua intenzione di costruire una famiglia, proprio quello che desideravo.
Un giorno mentre ero da sola decisi di aprire il Corano per bene e leggerlo dall'inizio, mi piacque molto.

Il tempo passava ed io feci piùdomande. Un bel giorno andai nella moschea e mi fu donato un Corano in Inglese, poi comprai altro materiale per informarmi meglio ed imparare di più sull'Islam. Fra le cose che avevo comprato per informarmi sull'Islam, vi era una videocassetta che conteneva un dibattito tra un'esponente Musulmano e l'evangelista Jimmy Swagger. Appena finii di guardare la videocassetta capii che aveva ragione da vendere, e così non aspettai molto, qualche giorno e giurai davanti ad Allah che Lui e` il solo Creatore di questo universo. Portavo il velo in quel momento, decisi poi di tenerlo in testa solo nei weekend per aquisire esperienza. Più in là ho iniziato a portare il velo tutti giorni e non me lo sono più tolto fino ad oggi.

Di come Khadija ed il Profeta Muhammed si incontrarono

Viveva in quel tempo alla Mecca una ricca vedova di nome Khadija che apparteneva ad uno dei nobili clan coreisciti. Khadija, la quale era  già stata sposata due volte, alla morte del secondo marito, impiegò le sue considerevoli risorse economiche nel commercio carovaniero.
Dalla forte personalità e dall’acuto ingengo, Khadija gestiva i suoi affari in prima persona . Aveva anche rifiutato numerose proposte matrimoniali che le erano giunte. Non potendo viaggiare di persona assumeva mandatari fidati ai quali affidava merci e denaro.
La fama della rettitudine morale e delle doti personali di Mohammed (su di lui la pace e le benedizioni di Allah) erano giunte all'orecchio della vedova che lo fece chiamare e gli propose di lavorare per lei, avrebbe cioè portato delle merci in Siria. Mohammed (su di lui la pace e le benedizioni di Allah) accettò l'incarico e la spedizione si concluse con grande profitto. Mohammed (su di lui la pace e le benedizioni di Allah) vendette al migliore prezzo quanto aveva portato con sé e con il ricavato acquistò vantaggiosamente altre merci che potevano essere vendute al doppio sul mercato della Mecca. Khadija, che già non aveva dubbi dell’intelligenza di ma fama di Mohammed (su di lui la pace e le benedizioni di Allah), gli propose di sposarla. Pur sorpreso egli accettò e il matrimonio fu ben presto combinato.

Il loro fu un matrimonio felice nonostanze la grande differenza di età, 25 anni Mohammed (su di lui la pace e le benedizioni di Allah) e 40 anni Khadija. Fu una moglie sincera ed affettuosa e gli diede 6 figli: Qasim (che mori' all'eta' di 2 anni), poi 4 femmine: Zaynab, Ruqayya, Umm Kulthum, Fatima infine un altro maschietto che morì anche lui in tenerissima età.

L'Islam è una religione solo per gli Arabi (???)

Il modo più veloce per dimostrare che questo è completamente falso è il fatto che solo circa il 15%/20% dei Musulmani nel mondo sia arabo.
Ci sono più Musulmani Indiani che Musulmani Arabi e più Musulmani Indonesiani che Musulmani Indiani!
Credere che l'Islam sia una religione solo per gli Arabi è un mito che è stato diffuso dai nemici dell'Islam all'inizio della sua storia.
Questo presupposto è sbagliato, si basa eventualmente sul fatto che la maggior parte dei Musulmani della prima generazione fosse araba, il Corano in arabo e il Profeta Muhammad (sallAllahu alayhi wa’sallam) fosse arabo. Tuttavia, sia gli insegnamenti dell'Islam e la storia della sua diffusione indicano che i primi Musulmani dovettero compiere un grande sforzo per diffondere il loro messaggio di verità a tutte le nazioni, razze e popoli. Inoltre, è opportuno chiarire che non tutti gli Arabi sono Musulmani e non tutti i Musulmani sono Arabi.
Un Arabo può essere Musulmano, cristiano, ebreo, ateo - o di qualsiasi altra religione o ideologia. Inoltre, molti paesi che alcune persone ritengono siano "Arabi" non sono "Arabi" per niente - come la Turchia e l'Iran (Persia). Le persone che vivono in questi paesi, parlano una lingua diversa da quella araba, ovvero la loro madrelingua e sono di etnia diversa da quella araba. E' importante rendersi conto che, fin dall'inizio della missione del Profeta Muhammad (sallAllahu alayhi wa’sallam), i suoi Compagni provenivano da un ampio spettro di persone – Bilal era uno schiavo africano; Suhaib, romano bizantino; Ibn Sailam, rabbino ebreo e Salman, persiano. Dal momento che la verità religiosa è eterna ed immutabile, e l'umanità è una fraternità universale, l'Islam ci insegna che le rivelazioni di Dio Onnipotente agli uomini sono sempre state coerenti, chiare ed universali. La verità dell'Islam è destinata a tutte le persone indipendentemente dalla razza, nazionalità o lingua. Dando uno sguardo al mondo Musulmano, dalla Nigeria alla Bosnia e dalla Malaysia all’ Afghanistan è sufficiente a dimostrare che l'Islam è un messaggio universale per tutta l'umanità --- per non parlare del fatto che un numero significativo di europei e americani di tutte le razze ed etnie sia ritornato all’Islam.


Fonte: turntoislam.com

23 Apr 2009

Il velo perché e per come.....


“...e di non mostrare, dei loro ornamenti, se non quello che appare; di lasciar scendere il loro khumur fin sul petto...”


Perché si indossa il velo? Chi lo ha stabilito?
Il velo islamico non è un’imposizione dell’uomo, quanto piuttosto esso è stato reso obbligatorio da Allah subbhnahu wa ta’ala nel Corano.
“...e di non mostrare, dei loro ornamenti, se non quello che appare; di lasciar scendere il loro khumur fin sul petto...”

Il velo rappresenta un coronamento della  ricerca interiore personale e rappresenta un completamento. È una dimostrazione che ci si sta sottomettendo al Creatore.  

Con il velo la donna musulmana si sente accettata per quello che è, non per quello che appare.
Il velo ti dona benessere e ti fa sentire bene,
ti ricorda del tuo Creatore del Suo ordine,
ti tiene sempre pronta per la preghiera,
ti rammenta di fare il possibile per migliorarti,
ti ricorda di essere umile e modesta,
ti protegge da sguardi indiscreti,
ma ti fa anche essere più concreta,
ti aiuta a guardare al sodo di ogni faccenda piuttosto che all’apparenza.
Il velo è una scuola di vita,
il velo ti aiuta ad amare le tue sorelle fillah al di là dell’apparenza fisica e del lignaggio perché si è tuti uguali di fronte ad Allah,
ti allena  all’umiltà,
a non competere per sembrare fisicamente più attraente di qualcun’altra,
il tuo velo ti fa contare solo sul tuo cervello e sulla tua personalità

Essere musulmane significa essere sottomesse alla volontà del nostro Signore. Noi siano serve del Creatore se stiamo ai Suoi dettami. E sappiamo che Allah ha dichiarato obbligatorio l’ndosssare il velo.










Il Mio cammino verso L’Islam

Questa e’ la storia di una normalissima ragazza napoletana che incontra l’Islam.
Dapprima mi era sembrata una religione “strana” grazie soprattutto al lavaggio del cervello propinatomi dai massa media in cui credevo tantissimo avendo sempre avuto un profondo amore per il giornalismo. Ma ero un’idealista, un’ ingenua, soltanto la vita e l’esperienza mi hanno aiutato ad aprire gli occhi. Successivamente mi resi conto che tante delle nozioni contenute nel Corano e negli insegnamenti della Sunnah erano molto logici e che infondo ci avevo da sempre creduto soltanto era difficile ammetterlo e buttarsi alle spalle tutto il passato, la storia di tutta una famiglia....Mi sentivo in colpa per tutto questo, in colpa di dare un dolore immenso ed un incredibile dispiacere alla mia famiglia, in particolare alla mia mamma. Ma dopo tutto la vita era la mia e avevo voglia di intraprendere una mia ricerca interiore e dunque mi addossai le mie responsabilita’ e mi incamminai in questo cammino. Non e’ stato un cammino tortuoso ringraziando Dio, anzi ho incontrato tante sorelle italiane ritornate all’Islam, ognuna aveva una storia diversa e magnifica, condividevamo le stesse paure iniziali e le stesse gioie seguenti.
Dovrei pero’ fare un passo indietro nel passato per farvi capire che concetto avevo di Dio. Ero sempre stata una ragazza osservante sebbene non nel senso piu’ ortodosso della parola, ma a modo mio pregavo e pregavo costantemente e cercavo un dialogo con Dio. Frequentavo la Chiesa, piuttosto constantemente anche se spesso di nascosto, ero timida su questo aspetto e non volevo che si sapesse che amassi Dio e che mi rivolgessi a Lui. I miei rapporti formali con la Chiesa si interruppero quando, dopo aver seguito per un anno circa un corso di cresima, decisi di non cresimarmi affatto. Prima di tutto non c’erano mai risposte alle mie domande, e quelle che c’erano non mi sembrano tanto convincenti. Inoltre avevo sempre dentro di me il dubbio sulla figura di Gesu’ (su di lui la pace), anche se avevo appreso a memoria la risposta sul dogma della Trinita’ (che Dio mi perdoni!), cio’ non era altro che il frutto di anni di lavaggio di cervello ma non era sentita. In cuor mio avrei voluto gridare al mondo intero che Gesu’ non poteva essere figlio di Dio, che per me era una persona, una persona speciale che operava per mano di Dio, le cose che piu’ mi avevano colpita della sua storia erano: la sua interiorizzazione della preghiera, l’isolamento nel deserto, il poco attaccamento alla materialita’, la carita’, l’aiutare i bisognosi, i digiuni per fortificare la fede, ma era difficile ammetterlo davanti a tutti.
Dunque in anni in cui questo mio dibattito interiore si era un pochino assopito tanto ero presa dalla vita materiale, Dio mi fece incontrare l’Islam. Iniziai a leggere il Corano sebbene non riuscissi bene a capirlo, infatti andrebbe letto con un ottimo Tafsir (cioe’ spiegazione/commenti di Ibn Kathir), ma tanti altri libri sul monoteismo furono davvero illuminanti, studiai le storie dei profeti, che fino ad allora conoscevao soltanto di nome e mi resi conto della bellezza e profondita’ del carattere dell’ultimo dei profeti, quello negato dalla Chiesa che e’ il profeta Muhammed (pace su di lui) che venne con lo stesso messaggio di tutti gli altri e cioe’ di adorare un solo Dio. Mi resi conto di quanto crudelmente egli veniva dipinto nei libri di testo scolastici e di come la realta’ fosse diversa. Inoltre fu di grande aiuto nella mia ricerca interiore anche guardare delle videocassette che spiegavano e comparavano il Messaggio di Gesu’ (su di lui la pace) e quello di Muhammed (pace su di lui), per la prima volta scoprii che i Musulmani credono in tutte le Scritture rivelate! E che nel Corano si conferma che Gesu’ (su di lui la pace) e’ un profeta mandato da Dio, e che era davvero nato per miracolo dalla Vergine Maria, inoltre che i Vangeli erano stati rivelati da Dio ma purtroppo falsificati nel corso dei secoli, di come in essi non ci sia alcuna traccia dei dogmi, delle cerimonie che hanno invece caratterizzato la Chiesa nel corso della storia con i suoi plurilivelli di vescovi, arcivescovi e papa. Tutto mi sembrava logico, chiaro, cosi’ lineare! E’ stato come se qualcuno mi avesse strappato una benda che avevo avuto per anni davanti agli occhi e come se fossi uscita dal buio e trovato la luce: la luce della fede!
Il mio potrei definirlo un bisogno incessante ed infinito di ” Dio”, una voglia infinita di preghiera, di chiarezza, di certezze che ho ritrovato soltanto nell’Islam.
Il mio cammino e’ stato lento e graduale, una delle poche cose che ho fatto con “calma” visto che nella mia vita ho sempre bruciato le tappe e sono sempre stata molto istintiva. Ho letto tanti testi che mi hanno aiutato a trovare le risposte che avevo sempre cercato e ho conosciuto delle persone stupende lungo il mio cammino tra cui il mio attuale marito, che mi hanno raccontato il loro percorso interiore. Ho fatto la mia Shahada che niente altro e’ che dire di credere in un unico Dio e ho inizato a pregare, grazie a carissime amiche napoletane Khautar e Fatima che me lo hanno insegnato e prego Dio che le benedica amin.
Nella preghiera ho ritrovato tutto quello che cercavo. Un appagamento indescrivibile e sentirmi vicina a Dio.
Cinzia Amatullah (Napoli)

22 Apr 2009

Napoli - Londra: solo andata!

Ebbene si, sono arrivata a Londra 6 anni fa e dopo solo 1 mese la mia vita è cambiata!

Sono Italiana, napoletana e "scappata" a Londra per cercare lavoro, come spesso accade ai giovani del sud-Italia. Ma non sapevo che la mia "fuga" fosse gia' stata programmata da Lui, Allah (Dio)!

Ho incontrato persone, (anche italiane), musulmane, che "ammiravo" molto. Gentilissime, calme, con una felicita' interiore che quasi invidiavo. Ho cominciato quindi a fare domande, pensavo "chi se ne frega, è per capire, tanto io rimango delle mie idee". E piu' domandavo e piu' mi incuriosivo.
Alla fine ho dato la mia shahada (testimonianza di fede) e da quel momento mi sono sentita "ri-nata". E quindi? Che fare? La mia shahada l'avevo data, ero musulmana e poi?.

La prima cosa che ho voluto fare è stata "pregare". L'ultima volta che ero stata in una chiesa era perchè una mia amica, a Napoli, mi aveva portato quasi "per forza" e ricordo che durante la messa non mi facevo nessun segno della croce o ripetevo le parole delle preghiere.... la signora seduta accanto a me mi guardava sbalordita! Insomma, la preghiera mi ha aiutato ad avvicinarmi ancora di piu' ad Allah, ad avere fede solo in Lui, a chiedere e ringraziare solo Lui. Dopo qualche mese ho messo l'hijab. Nessuno lo sapeva, nessuno me lo aveva nemmeno consigliato, è stata una mia crescita interiore.

Nel mio cuore ho messo prima la shahada e una volta ben salda l'ho avvolto (il mio cuore) con l'hijaab!