30 Jun 2009

Macellazione Halal

DIBATTITO SUL METODO DI MACELLAZIONE ‘HALAL’: gli animalisti proteggono il gregge o il macellaio?

Nel Nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso

Gli attacchi contro il metodo di macellazione islamico ‘Halal’ da parte degli animalisti, che raccontano la "favola" di un barbaro e sanguinario rito di macellazione, sono in costante aumento.

Esistono due diversi aspetti di questa controversia: il programma dei vegetariani, che vorrebbero proibire totalmente il consumo dei prodotti animali, e la lobby degli animalisti, che si fa portavoce della richiesta di un metodo di macellazione più umano.

GLI ANIMALI POSSIEDONO DIRITTI?

La tesi avanzata dai vegetariani sostiene che uccidere gli animali per il giovamento dell’uomo sia crudele e che sia una violazione dei loro diritti. Secondo il loro punto di vista, uomini e animali sono sullo stesso piano e non viene riconosciuta all’essere umano nessun tipo di autorità su di essi. Questo ragionamento è totalmente errato in quanto se gli animali avessero diritti paragonabili a quelli dell’uomo, dovrebbero avere, allora, anche equivalenti doveri; in altre parole dovremmo essere in grado di accusarli e punirli nel momento in cui violano i diritti altrui.

E’ assurdo che venga considerato un crimine se un essere umano uccide una pecora, mentre ritenuto "normale" se è un leone a farlo. Il problema deriva dall’idea sbagliata del ruolo dell’uomo all’interno del regno animale: la rinnegazione dello scopo della creazione all’interno di una gerarchia delineata in maniera precisa degrada l’uomo allo stesso livello delle altre creature.

Ma anche in questo caso il ragionamento è illogico: perché allora alle piante non viene concesso lo stesso tipo di protezione contro la violazione della sacralità della loro vita?

IL METODO DI MACELLAZIONE ISLAMICO E’ CRUDELE?

Un discorso diverso riguarda il metodo di macellazione da usare per evitare qualunque tipo di crudeltà.
E’ senz’altro vero che quando il sangue fuoriesce dalla gola di un animale la scena che si presenta ai nostri occhi sembra piuttosto violenta, ma il fatto che al giorno d’oggi la carne venga acquistata nei supermercati, in pulite ed igieniche confezioni, non significa che l’animale non abbia dovuto morire!

I metodi di macellazione non-islamici impogono che l’animale non sia cosciente prima della sua uccisione e questo è di solito ottenuto attraverso lo stordimento o l’elettronarcosi. E’ davvero meno doloroso sparare un colpo di pistola nel cervello di una pecora o mettere un anello al collo di un pollo, che incidere la sua gola? Il semplice assistere alla scena non può darci un’idea oggettiva di ciò che l’animale prova.

I FATTI SCIENTIFICI

Un’equipe dell’Università di Hannover in Germania ha esaminato i due metodi analizzando le registrazioni prodotte dall’elettroencefalogramma (EEG) e dall’elettrocardiogramma (ECG). In tutti gli animali utilizzati per l’esperimento sono stati chirurgicamente impiantati un certo numero di elettrodi in diverse parti del cranio; successivamente a tali animali sono state concesse alcune settimane di tempo per ristabilirsi.

In seguito una parte di essi è stata macellata con il metodo islamico ‘halal’, ovvero una rapida e profonda incisione sul collo da lato a lato, fatta con una lama molto affilata, che taglia la vena giugulare e l’ arteria carotidea insieme alla trachea e all’esofago, ma lascia intatta la spina dorsale.

La restante parte del bestiame prima di essere macellata è stata stordita con il metodo della pistola a proiettile captivo, tipico dei mattatoi dell’Occidente.

Le registrazioni dell’EEG e dell’ECG hanno permesso l’osservazione delle condizioni del cervello e del cuore durante tutto il processo.

IL METODO HALAL

Con il metodo ‘halal’ non è stato registrato nessun cambiamento nel grafico dell’EEG per i primi 3 secondi successivi all’incisione, indicando che l’animale non ha sentito nessun dolore dovuto al taglio. Questo non deve sorprendere: spesso, quando ci tagliamo con un arnese affilato, ce ne rendiamo conto solo dopo un po’ di tempo!

I seguenti 3 secondi hanno registrato una condizione di incoscienza simile ad uno stato di sonno profondo causato dalla perdita di enormi quantità di sangue. Da quel momento in poi l’EEG ha riportato valori pari a zero che indicano un’assenza totale di dolore, nonostante il cuore stesse ancora battendo ed il corpo era in preda a forti convulsioni, un riflesso condizionato della spina dorsale.

E’ questa la fase più sgradevole per chi assiste, che si convince erroneamente che l’animale stia soffrendo mentre il suo cervello in realtà non registra più nessun messaggio sensoriale.

IL METODO OCCIDENTALE

Con il metodo occidentale gli animali erano in apparenza incoscienti dopo lo stordimento e questo metodo di uccisione apparirebbe essere, per l’osservatore, molto più pacifico.

Ciononostante la lettura dell’EEG ha indicato un dolore acuto subito dopo lo stordimento. Mentre nel primo esempio l’animale comincia a sentire dolore a causa della "fame" di ossigeno e sangue del cervello – la morte del cervello, per dirla in parole semplici -, il secondo esempio di macellazione provoca prima l’arresto del cuore, mentre l’animale è ancora capace di provare dolore.

Non si assiste, comunque, alle sgradevoli convulsioni, il che non solo significa che c’è più ritenzione di sangue nella carne, ma anche che questo secondo metodo si presta molto meglio alla domanda di efficienza delle moderne procedure di macellazione di massa. Quando un animale non si muove è molto più semplice ucciderlo sul nastro trasportatore!

L’APPARENZA INGANNA

Ciò che vediamo non è sempre la realtà. Coloro che vogliono proibire il metodo islamico, appellandosi ad una modo più umano di uccidere gli animali necessari al nostro sostentamento, in realtà sono più preoccupati dei sentimenti della gente che di quelli degli animali, per i quali vogliono far credere di essere a favore.

Il metodo dello stordimento rende la macellazione di massa più facile e più accettabile al consumatore, che può ingannare se stesso sul fatto che l’animale non abbia sentito nessun dolore, quando va a comprare il suo pezzo di carne, pulita ed impachettata, al supermercato.

Il metodo ‘Halal’, al contrario, non cerca di negare che il consumo di carne significa che gli animali devono morire, ma è eseguito in maniera tale da provocare il minor dolore possibile.

IL PARERE OLISTICO

L’Islam è un modello di vita bilanciato. Per i mussulmani il privilegio di integrare la propria dieta con proteine animali indica un dovere nei confronti del benessere dell’animale stesso, sia durante l’allevamento che durante la macellazione.

I moderni metodi di allevamento e macellazione occidentali, al contrario, puntano ad un mercato di consumo di massa e trattano l’animale come merce. Così come le batterie di galline sono più adatte alla produzione di quantità di uova su larga scala, anche i metodi di macellazione occidentali sono migliori per l’industria della carne, ma non sono favorevoli né all’animale, né al consumatore.

Il modello islamico garantisce una vita più sana per l’animale ed una carne più salutare per il consumatore.

Sahib Mustaqim Bleher è nato in Germania da una famiglia protestante. Ha fatto carriera in giornalismo e nella pubblicazione di libri. Si è convertito all’Islam nel 1980 ed in seguito si è trasferito in Inghilterra. Al momento ricopre la carica di segretario generale del Partito Islamico Britannico (Islamic Party of Britain).
http://www.huda.it/articoli/articoli_macellazione.htm

La carne di Maiale

a cura di Mostafa A. Refaei

Nel nome di Allah, il Misericordioso, il Clementissimo

Un altro esempio di quelli che si permettono di esprimere opinioni senza la minima consapevolezza riguardo il detto di Allah l'Altissimo: {Di': "In quello che mi è stato rivelato non trovo altri interdetti a proposito del cibo, se non l'animale morto, il sangue effuso e la carne di porco – che è immonda."}, [surat Al-An'âm (Il Bestiame), vers. n. 145]. Dicono che tale interdizione, secondo loro, riguardava il porco di quei tempi, che era abituato a nutrirsi da rifiuti ed escrementi, e ciò non è applicabile al porco dei nostri tempi che viene allevato sotto controllo sanitario![1]

Queste persone deviate desiderano un Corano temporale secondo determinati periodi compiacenti a loro, ma la volontà di Colui che è Benedetto e Glorioso, che l'ha fatto scendere è quella di renderlo Libro di Tutti i Tempi.


--------------------------------------------------------------------------------

[1] Da "Versetti Divini – il miracolo coranico": pagg. 227-229: "L’interdizione di consumare carne suina — Avendo alluso al porco, non sarà possibile evitare di parlarne. Pressappoco tutti sono al corrente che i musulmani non ne consumano la carne poiché il Corano (2:173; 5:3; 6:145; 16:115) proibisce all’uomo di nutrirsene. Spesso questa interdizione è stata oggetto di scherno in bocca a dei non-musulmani. Ora, però, tale disciplina alimentare risulta, anche scientificamente, molto fondata: è quindi giunto il momento che siano i musulmani a prendersi ragione nei confronti di coloro che ancora se ne nutrono.

Ma vediamo perché. La nostra limitatissima scienza umana solo da poco tempo è riuscita a scoprire gli innumerevoli danni che la carne suina può recare al corpo umano. Oltre al fatto che il porco non è solamente un animale erbivoro ma anche carnivoro, esso racchiude una terza peculiarità alimentare assai ributtante: è, effettivamente, come ha osservato anche lo iatrochimico Paracelso, un mangiatore di escrementi! Difatti, in molte località del mondo in cui mancano le reti fognarie tale animale venne e viene tuttora utilizzato, appunto, come pulitore.

Risulta quindi essere — sempre per chi riflette — questione di buon gusto e di elevata civiltà non ingerire le carni di una bestia così ripugnante e stomachevole: occorre dire tutt’altro che “Buon appetito!” quando si consumano pasti a base di carne di porco!

Il porco, per di più, ha le reni mal funzionanti. Vale a dire a differenza di noi esseri umani o degli animali in genere, il suo sistema di filtraggio è per costituzione fisica, in un certo qual senso, malato; o, per dirla con più esattezza, è poco operativo: noi riusciamo a depurare il nostro corpo di circa il 94 % dell’acido urico mediante i nostri reni e attraverso l’urina; così anche tutti gli animali comuni. Il porco, invece, non riesce a espellerne tranne il 4-5 % circa. E il rimanente? Gli rimane naturalmente nel fisico; non bisogna, insomma, stupirsi del suo veloce ingrassarsi: è gran parte di quello che doveva finire nelle sue urine! L’acido urico (come le altre sostanze contenute nell’urina), si sa bene, è un pericoloso veleno, veicolo di non poche malattie.

Facendo, poi, ausilio del campo parassitologico e di quello microbiologico è dimostrato, da un’altra angolatura ancora, come la carne di porco contenga un alto tasso di agenti patogeni che comportano un non indifferente rischio di malattie.

Tale animale ha in comune con l’uomo tre insidiosi ospiti: il balantidium coli, la taenia solium, e la trichina. Cosa sarebbero? Lo diremo subito:

1. Il balantidium coli, è un parassita che vive nell’intestino crasso. La sua incidenza è del 21 % nel maiale e dell’1 % nell’uomo. Dal maiale al uomo passa attraverso la catena alimentare. La presenza di questo protozoo provoca una dissenteria accompagnata da forti dolori al ventre, e può essere perfino letale.

2. La taenia solium (= il “verme solitario”) è un altro parassita che alberga nel suino, dal quale passa all’uomo. L’incidenza di infestazione dell’uomo da parte del porco varia da zona a zona. Alcuni milioni di uomini, comunque, sono infestati da questo verme stando a un rapporto molto attendibile rilasciato da un autorevole parassitologo. Ed è risaputo quanto difficile sia curare chi ne è infestato. L’eliminazione di tale verme è difatti molto difficile.

3. La trichina è un altro verme che, a sua volta, si annida nelle fibre muscolari del maiale. Se la carne infestata viene ingerita, la trichina si installa nell’intestino tenue dell’uomo, là dove avviene la riproduzione; ed è attraverso la circolazione sanguigna che le larve — 1500 per ogni femmina — invadono tutto l’organismo (muscoli, scheletro, cervello, midollo osseo, retina e polmoni). La sua presenza nel fisico provoca sintomi che sono molto affini a quelli specifici prodotti da una cinquantina di malattie; la diagnosi è perciò assai difficile. La trichinosi, che è il nome della malattia provocata da tale verme, scoppia in forma epidemica.

Altro ospite del suino è la erysipelothrix rhusiopathia. Essa è il fattore patogeno della erisipela acuta o cronica. Quella acuta è, principalmente, costituita da febbre alta accompagnata da una notevole diminuzione di attività e da inappetenza. Quella cronica, invece, produce delle scaglie a forma di diamante che incidono sulle valvole cardiache, e possono causare l’alterazione del funzionamento del cuore provocando anche la morte improvvisa. La erysipelothrix rhusiopathia è presente nel corpo di circa il 30 % dei porci sani e può sopravvivere per lungo tempo anche nelle sue carni essiccate.

Tra gli altri danni inflitti dal porco ricordiamo le seguenti malattie: l’emottisi endemica, la brucellosi, l’itterizia, l’occlusione intestinale, la pancreatite acuta, l’anemia e così via. In realtà, non esiste altro animale tra quelli inclusi nelle tradizioni alimentari fuori della norma (cani, gatti, lumache, rane, ecc.) portatore di un così alto potenziale di effetti nefasti per la salute dell’uomo quanto il porco.

Si osservi come nessuna delle formulazioni coraniche qui riferite si riveli in opposizione con i dati delle conoscenze moderne, né con tutto ciò che può logicamente derivarne".

InshaAllah: una parola meravigliosa

di Cinzia Aicha Rodolfi

InshAllah è forse la parola islamica più diffusa nel mondo musulmano; probabilmente anche quella maggiormente nominata e conosciuta dal mondo non islamico; parola fondamentale nella vita del Credente che racchiude significati meravigliosi , nonché cuore della filosofia ed essenza dell' Islam che è prima di tutto ed indiscutibilmente la sottomissione totale dell'uomo a Dio.

Se Iddio lo vorrà!

E' la frase che predispone innanzitutto al credo in Dio Unico e Onnipotente , dal momento che citandola ci si sottopone al Suo intervento e la Sua Volontà diventa il vero motivo di successo o insuccesso di qualsiasi nostra azione.

Il peggior nemico dell’uomo è il suo Ego, perciò lo sforzo diventa più sopportabile quando lo guida la coscienza della certezza che tutto è nelle mani di Dio. Questa certezza libera l’uomo dalla sofferenza inutile, dal proprio carattere insufficiente, dalla disperazione, permettendogli di risollevarsi. La rettitudine esteriore nei confronti delle creature, e la spogliazione interiore nei confronti del Vero sono prassi e modi per vivere dignitosamente ed eticamente, ma altresì serenamente .

[Corano II,5“…Quelli che seguono la guida del loro Signore; quelli sono coloro che prospereranno. ..”

[Corano 2.21 O uomini, adorate il vostro Signore Che ha creato voi e quelli che vi hanno preceduto, cosicché possiate essere timorati.

[Corano III ,159 E quando hai acquisito ferma risolutezza affidati fiducioso a Dio] e cioè quando hai chiesto consiglio sul da farsi e hai preso la decisione, affidati a Dio nel realizzarla, [perché Dio ama coloro che a Lui si affidano]

La volontà non deve essere guidata da altra cosa se non l’anelito per Allah che è la Via Retta da seguire,

Colui che pronuncia la parola “Se Iddio lo vorrà” è necessariamente un Credente che si sottomette al Volere di Dio, ma questa esclamazione è davvero una filosofia di pensiero prima di tutto che si esplica poi in una attitudine di comportamento nella vita quotidiana e scandisce qualsiasi azione in un meraviglioso atteggiamento di rassegnazione consapevole e serena.

Il Credente che non riesce dopo averci provato con serietà ed impegno, sa che non è colpa sua, (quell’ affare, quella meta non fa parte del suo destino) se invece ottiene successo sa che non deve vantarsene … il Credente deve semplicemente porsi la meta che è la Verità , quindi porre in essa tutta la sua aspirazione. Il suo timore e la sua speranza si equilibrano perfettamente .

Quell' affidarsi di cui si parla tanto è proprio un atto di totale sottomissione e Fiducia nei confronti del nostro Signore Creatore a cui affidiamo le nostre azioni, preghiere, morale e affetto.

Certamente in un mondo dominato oramai purtroppo dall'individualismo che genera troppa sicurezza negli uomini, i quali credono di avere in pugno i loro destini e lottano avidamente con il loro ego per raggiungere risultati materiali, posizioni di potere e ricchezze... l'affidarsi al Creatore perciò sembra assurdo e fuori tempo, ma questi sfortunati non sanno che affidarsi al nostro Signore è un atteggiamento mentale meraviglioso che aiuta a vivere con più serenità ed accettare gli eventi negativi e dolorosi perché consapevoli che il disegno Divino ha sempre un senso ed un significato e soprattutto aiuta a non fermarsi ad analizzare ciò che è meramente contingente , ma avere quella visione più ampia e profonda.

Taluni hanno affermato che questo fatalismo diventa un'accettazione passiva che predisporrebbe ad un comportamento remissivo e pigro. Questo giudizio forse comprensibile nelle menti dei più razionali ed empirici che sono lontani da qualsiasi forma di spiritualità, potrebbe anche essere il risultato della scarsa conoscenza dell'Islam anche per molti musulmani che traggono convenienza dal loro fraintendimento e si rimettono all'inerzia più assoluta perciò sbagliano clamorosamente.

Solo studiando profondamente il Verbo di Dio che ci ha parlato attraverso
tutti i vari Profeti Benedetti, possiamo comprendere invece quanta fatica e quanto impegno e sacrificio il nostro Signore ci richiede ogni giorno dall'alba a dopo il tramonto ... dal momento che abbiamo obblighi di adorarLo nelle preghiere, di provvedere a lavorare e ottemperare ai nostri impegni nel rispetto delle regole della comunità, della famiglia, dei parenti, degli amici, dei nostri vicini, di tutte le creature di Dio.

[Corano ??? Se Dio vi soccorre nessuno vi potrà sconfiggere; ma se Dio vi abbandona, chi vi potrà soccorrere, dopo di Lui?]

Il fatalismo del musulmano non potrà mai essere una condotta rinunciataria e svogliata, non è il mezzo che giustifica il fine, non è l’aspettare la manna dal cielo, ma nasce dalla forte e meravigliosa consapevolezza dell’essere protetto dal Signore Onnipotente per cui dopo aver agito in modo etico e fatto tutto il possibile ed il proprio dovere ... sa di non aver più alcuna responsabilità dicendosi che a quel punto l'insuccesso non dipende più da lui bensì dal destino.

L’affidarsi islamico elimina ogni stanchezza e ogni fatica, perché Iddio si comporta con ognuno di noi secondo ciò che questi merita necessariamente. Così nel momento dell' ‘affidarsi’ vi sono coloro che Iddio arricchisce coi Suoi doni, coloro che protegge con il Suo incontro, e infine coloro che rende soddisfatti in ogni stato sino a che non si contentano della Sua permanenza, e sostano assieme a Lui, nonostante i mutamenti impliciti nei Suoi decreti.



La lode spetta ad Allah Signore dei Mondi.

Cinzia Aicha Rodolfi

10 Jun 2009

Ayat al-Cursi


Allah! Non c'e' altro dio che Lui, il Vivente, l'Assoluto. Non Lo prendono mai sopore ne' sonno. A Lui appartiene tutto quello che e' nei cieli e sulla terra. Chi puo' intercedere presso di Lui senza il Suo permesso? Egli conosce quello che e' davanti a loro e quello che e' dietro di loro e, della Sua scienza, essi apprendono solo cio' che Egli vuole.
Il Suo trono e' piu' vasto dei cieli e della terra, e custodirli non Gli costa sforzo alcuno. Egli e' l' Altissimo, l'Immenso
.(ayat Al cursi, vesetto 255 di surah al Baqara)

Non c'e' costrizione nella religione. La retta via ben si distingue dall'errore. Chi dunque rifiuta l'idolo e crede in Allah, si aggrappa all'impugnatura piu' salda senza rischio di cedimenti. Allah e' audiente, sapiente.
\\\\( versetto 256 di surah al Baqara)

Translitterazione di ayat Al cursi:
Allahu la ilaha illa Huwa, Al-Haiyul-Qaiyum
La ta'khudhuhu sinatun wa la nawm,
lahu ma fis-samawati wa ma fil-'ard
Man dhal-ladhi yashfa'u 'indahu illa bi-idhnihi
Ya'lamu ma beina aidihim wa ma khalfahum,
wa la yuhituna bi shai'im-min 'ilmihi illa bima sha'a
Wasi'a kursiyuhus-samawati wal ard,
wa la ya'uduhu hifdhuhuma Wa Huwal 'Aliyul-Adhim


Vai qui se vuoi ascoltarla ed impararla frase per frase!
http://www.mounthira.com/learning/ayat/alkursi/ayatulkursi/