27 Apr 2011

10 Consigli pratici per una nuova musulmana

بسم الله الرحمن الرحيم
Nel nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso

1.Cara sorella, che Dio l’Onnipotente ti benedica. Dio ti ha scelta tra tanti ed ha voluto guidarti sulla retta via donandoti la Luce della Fede.
Non aspettarti però di trasformarti da un giorno all’altro in una musulmana perfetta. La Shahada di fede al tuo Signore rappresenta soltanto un punto di partenza verso una dolcissima meta: il Paradiso, ed è l’inizio del tuo cammino verso di Lui. Ma cerca di prendere le cose con calma, passo dopo passo. Prepara una lista di cose da fare (le preghiere quotidiane, invocazioni facili da memorizzare, buoni libri da leggere ecc) ed una lista delle cose da evitare (ferire gli altri, le menzogne, l’arroganza, l’ipocrisia ecc) tratte dagli insegnamenti del Corano e dalla vita del nostro amato Profeta Muhammad (che la pace e le benedizioni siano su di lui). Inizia a lavorarci su, e quando esse saranno diventate parte delle tue buone abitudini, aggiungi altri insegnamenti islamici alla tua quotidianità.
2. Cerca di leggere ogni giorno alcuni versi del Corano, se non conosci l’arabo, allora fallo nella tua lingua. Cerca di comprenderne il vero significato apprendendo l’arabo non appena possibile, perché comprenderlo in pieno fa davvero una grande differenza nel cuore. Potresti ad esempio iscriverti ad un corso locale. Sappi cara sorella che Allah elargisce ricompense senza fine al Suo umile servo che legge il Corano, soprattutto se ha bisogno di sforzarsi per farlo.
“Questo è il Libro su cui non ci sono dubbi, una guida per i timorati” (Sura al-Baqara, La Giovenca 2:2)
3. Quando hai dei dubbi e non capisci qualcosa, sentiti libera di CHIEDERE a sorelle amiche o a qualcuno che goda della tua fiducia e che abbia conoscenza del Dîn (religione).
4. Approfondisci la tua conoscenza dell’Islam. Cerca di partecipare ad un circolo di sorelle che si riunisca regolarmente col fine di migliorare la propria conoscenza in materia religiosa. È bene comunque tenere in mente che l’apparenza esterna non sempre indica il livello di conoscenza o di messa in pratica della religione.
5. Ricorda che gli insegnamenti islamici dovrebbero trasparire dal tuo comportamento. Possedere un buon carattere, oppure sforzarsi con tutto se stessi per smossare i lati bruschi di esso, è qualcosa di molto lodevole ed è davvero pesante sulla bilancia delle buone azioni al cospetto di Allah. Ricorda che i non musulmani meritano il tuo rispetto, e che sei tenuta a mostrare infinita gentilezza e compassione per i tuoi genitori seppure essi non siano musulmani, e che sei tenuta ad obbedirgli in ogni faccenda che non vada contro gli insegnamenti islamici. Occupati di loro soprattutto in vecchiaia, essi ti hanno allevata quando non eri che una bambina e non conoscevi nulla del mondo attorno a te.
6. Sebbene le cose possano sembrarti difficili in questo momento, tieni sempre in mente che ALLAH, il più Misericordioso ed il più Clemente, è sempre con te, e per ogni passo che tu muovi verso di Lui, Egli correrà verso di te. Se hai momenti di sconforto invocaLo con i Suoi bellissimi Nomi ed Attributi, se vuoi recita la sura Al-Fatiha: “Te noi adoriamo e a Te chiediamo aiuto. Guidaci sulla retta via, la via di coloro che hai colmato di grazia, non di coloro che [sono incorsi] nella [Tua] ira, né degli sviati.” (Sura Al-Fatiha, L’Aprente 1:5-7). PregaLo che ti conceda la guida per la retta via e che ti conduca al premio finale.
7. Ci sono molti libri e siti su internet con guide dettagliate, passo dopo passo, su come eseguire le tue cinque PREGHIERE quotidiane. Questo può sembrarti all’inizio un grande impegno ma ricorda che col tempo, una volta che ti sarai abituata, diventerà tutto più semplice, e scoprirai la dolcezza dell’invocare il tuo Signore e di assolvere ai Suoi Comandi. La preghiera ti donerà pace e sollievo. Ricordati che puoi anche chiedere aiuto ad altri musulmani .
8. Non sentirti in dovere di sposarti il giorno dopo stesso la tua shahada. Ma chiedi consiglio a riguardo ad una persona di Sapienza. Il Matrimonio è metà della religione e l’uomo che sceglierai sarà il padre dei tuoi figli con la Volontà di Dio.
9. Apprendi le nozioni più importanti dell’Islam, cioè i pilastri dell’Islam, ed anche elementi di igiene e pulizia. È facile sentirsi sopraccaricati di compiti, dati tutti questi cambiamenti nella tua vita, ma cerca di focalizzare la tua attenzione soltanto sugli aspetti più importanti, almeno all’inizio.
10. Ricordati di PERSEVERARE in tutte le cose che fai; l’Islam coinvolge ogni aspetto della tua vita e ti ci vorrà un pochino di tempo per adeguarti, ma tieni duro ed Allah te ne renderà facile l’apprendimento insha’Allah.

Rielaborato da “11 tips for your first weeks as a new muslimah” da www.solaceuk.org

22 Apr 2011

33 modi per sviluppare il khushû’ durante la preghiera

Riassunto dal libro dello Sheikh Muhammed Salih Al-Munajjid:
“33 Ways of developing Khushoo’ in Salaah”
Il testo completo originale in inglese è disponibile online: http://d1.islamhouse.com/data/en/ih_books/single/en_33_Ways_of_developing_Khushoo_in_Salaah.pdf


Il khushû’ dimora nel cuore, ed i suoi effetti si manifestano fisicamente. Le varie facoltà seguono il cuore: se il cuore è corrotto dalla negligenza o dai bisbigli insinuanti dello Shaytan, anche la capacità del corpo stesso di venerare [Allah] sarà corrotta.
Le cose che ci aiutano a sviluppare il khushû’ durante la preghiera si possono dividere in due categorie:
1) Cose che ci aiutano ad avere e a rafforzare il khushû’
2) Cose da evitare/respingere poiché riducono ed indeboliscono il khushû’
Fa parte delle prime il forte desiderio di mettere in pratica ciò che è obbligatorio: [ciò implica che] una persona si sforzi di focalizzare tutta la propria attenzione su ciò che sta dicendo e facendo, ponderando sul significato della recitazione del Corano, dello dhikr, e dei du’â, e tenendo bene in mente che si sta rivolgendo direttamente ad Allah come se Lo vedesse, perché quando si è in preghiera, si sta parlando al proprio Signore.
Fanno parte delle cose da evitare, invece, le debolezze e le distrazioni: ciò implica eliminare tutte le negligenze che ci fanno pensare a qualcos’altro invece che alla preghiera stessa, e respingere tutti i pensieri che possano tenere la vostra mente lontana dal vero fine dell’orazione.

Modi per sviluppare il khushû’:
• Preparsi alla preghiera nel modo corretto
 Ripetere le parole dell’adhan dopo il mu’azzin
 Fare il wudhu’ in modo corretto, dire “Bismillah” prima di inziare l’abluzione, fare dei dhikr e recitare il du’â che segue il wudhu’
 Usare il siwak
 Indossare gli abiti migliori ed i più puliti
 Dovremmo sempre prepararci coprendo la nostra ‘awrah in modo adeguato e corretto, purificando i luoghi in cui pregheremo, preparandoci presto ed aspettando la preghiera, e rendere compatte le nostre fila, senza alcuna fenditura, in quanto gli shaytanin penetrano negli intervalli presenti nelle fila.
• Muoversi con ritmo misurato durante la preghiera
• Ricordare la morte durante l’orazione
 Pensare alle ayat e gli adhakar che si recitano durante la preghiera ed interagire con gli stessi.
• Fare una pausa alla fine di ogni ayat (sunnah)
Recitare con un tono ritmico e lento (tartil), ed abbellire la propria voce durante la recitazione.
• Essere cosciente del fatto che Allah risponde alle preghiere
• Pregare con una barriera (sutrah) posizionata di fronte e vicina al fedele che si appresta all’orazione.
• Poggiare la mano destra sulla mano sinistra sul petto
• Fissare il punto in cui ci si prosternerà
• Muovere il dito indice
• Variare le sure, le ayat, gli adhakar ed i dua’a recitati nella preghiera
• Eseguire il sujud al-tilawah qaundo si recita un verso in cui ciò è richiesto
• Cercare rifugio in Allah dallo Shaytan
• Pensare a come i salaf solevano pregare
• Essere al corrente dei vantaggi del khushû’ nella preghiera
• Sforzarsi di offrire du’a’ al tempo appropriato durante la preghiera, specialmente nel sujud.
• Adhkar da recitare dopo la preghiera
• Eliminare tutte le distrazioni e le cose che influenzano negativamente il khushû’:
• Rimuovere qualsiasi cosa che possa distrarre il fedele che si accinge alla preghiera
• Non pregare con abiti troppo decorati, con scritte, colori vivaci o immagini che possano distrarre il fedele
• Non pregare quando il cibo è pronto e si ha fame
• Non pregare quando si ha bisogno di recarsi alla toilette
• Non pregare quando si è assonnati
• Non pregare dietro qualcuno che sta chiacchierando (o dormendo)
• Non distrarsi rimuovendo la polvere [o altro] dal terreno dinanzi a sé mentre si prega.
• Non disturbare altri con la propria recitazione
• Non voltarsi durante la preghiera
• Non alzare lo sguardo al cielo durante la preghiera
• Non portare le mani ai fianchi durante la preghiera
• Non lasciare penzolare i propri abiti (sadl) durante la preghiera
• Non assomigliare agli animali

Jazakillah kheir 'Aisha per il tuo incommensurabile aiuto

17 Apr 2011

Olivo ed olio d’oliva


L’oliva deriva da un albero benedetto che Allah ha menzionato sette volte nel Corano.
Allah dice:
{وَالتِّينِ وَالزَّيْتُونِ}

“Sul figo e sull’olivo” (Corano 95:1)

Lo Sheikh Abdulrahman as-Sadi (che Allah ne abbia misericordia) spiegò questo verso dicendo che Allah ha giurato su questi due alberi a causa dello straordinario beneficio che si ricava da essi e parimenti dai loro frutti.

Allah dice:
{اللَّهُ نُورُ السَّمَاوَاتِ وَالْأَرْضِ مَثَلُ نُورِهِ كَمِشْكَاةٍ فِيهَا مِصْبَاحٌ الْمِصْبَاحُ فِي زُجَاجَةٍ الزُّجَاجَةُ كَأَنَّهَا كَوْكَبٌ دُرِّيٌّ يُوقَدُ مِنْ شَجَرَةٍ مُبَارَكَةٍ زَيْتُونَةٍ لَا شَرْقِيَّةٍ وَلَا غَرْبِيَّةٍ يَكَادُ زَيْتُهَا يُضِيءُ وَلَوْ لَمْ تَمْسَسْهُ نَارٌ نُورٌ عَلَى نُورٍ يَهْدِي اللَّهُ لِنُورِهِ مَنْ يَشَاءُ وَيَضْرِبُ اللَّهُ الْأَمْثَالَ لِلنَّاسِ وَاللَّهُ بِكُلِّ شَيْءٍ عَلِيمٌ

“Allah è la luce dei cieli e della terra. La Sua luce è come quella di una nicchia in cui si trova una lampada, la lampada è in un cristallo, il cristallo è come un astro brillante; il suo combustibile viene da un albero benedetto, un olivo né orientale, né occidentale, il cui olio sembra illuminare, senza neppure essere toccato dal fuoco. Luce su luce. Allah guida verso la Sua luce chi vuole Lui e propone agli uomini metafore. Allah è onnisciente.” (Corano 24:35)

L’Imam Ash-Shawkani (che Allah ne abbia misericordia) ha menzionato nella sua raccolta di spiegazioni del Corano Fathul Qadir, che l’olio d’oliva deriva da un albero benedetto, come Allah menziona, e parimenti anche da terra benedetta. Egli ha inoltre raccontato che gli Arabi solevano usare l’olio d’oliva per curare i propri capelli.
Allah dice:

{هُوَ الَّذِي أَنْزَلَ مِنَ السَّمَاءِ مَاءً لَكُمْ مِنْهُ شَرَابٌ وَمِنْهُ شَجَرٌ فِيهِ تُسِيمُونَ
يُنْبِتُ لَكُمْ بِهِ الزَّرْعَ وَالزَّيْتُونَ وَالنَّخِيلَ وَالْأَعْنَابَ وَمِنْ كُلِّ الثَّمَرَاتِ إِنَّ فِي ذَلِكَ لَآَيَةً لِقَوْمٍ يَتَفَكَّرُونَ}

Egli è Colui Che ha fatto scendere l'acqua dal cielo, bevanda per voi ed erba pei pascoli. Per mezzo suo ha fatto germinare i cereali e l'olivo, le palme e le vigne e ogni altro frutto. In verità in ciò vi è un segno per gente che sa riflettere.” (Corano 16:10-11)

Tradotto da healthmeanswealth.co.uk

12 Apr 2011

È Allah che cura

بسم الله الرحمن الرحيم
Nel nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso

I Musulmani sono tenuti a seguire un credo corretto in Allah. Egli è Colui che ci guarisce quando ci ammaliamo. Ad ogni modo anche il cercare la medicina ed eventualmente il farne uso, fa parte della Sunnah (i modi ed i detti del profeta Muhammah, pace e benedizioni su di lui). Dunque non si deve cadere in due errori molto comuni.
Il primo è quello di scegliere di non seguire un trattamento pur sapendo che ciò potrebbe aiutarci a guarire per Volontà di Allah. Il secondo è credere che soltanto un trattamento o una medicina possano guarirci.
In quest’ultimo caso cadremmo in uno dei peccati maggiori perché è Allah Colui che Guarisce, se Egli vorrà ci guarirà e se Egli non vorrà, ciò non accadrà. Dovremmo essere convinti che soltanto Allah è il Guaritore altrimenti cadremmo nello shirk (associare qualcuno ad Allah).
Per cui cerchiamo e seguiamo un trattamento e riponiamo la nostra fiducia in Allah chiedendoGli di curarci e credendo che solo Lui è il Guaritore.

Il Messaggero di Allah (pace e benedizioni su di lui) direbbe:

"وَاشْفِ أَنْتَ الشّافِي لا شِفَاءَ إلا شِفَاؤُك".

“E guariscici perché Tu sei Colui che Cura, non vi è altra cura che la Tua Cura”
[Sahih Al-Bukahri e Sahih Muslim]

‘Abdurrahman as-Sa’di (che Allah ne abbia misericordia) ci mostra che non dovremmo fare affidamento sulle medicine come se fossero l’unica cosa che possa guarirci. Quanto piuttosto è Allah che cura ed in modi che non possiamo neanche immaginare. Ne rappresenta un esempio la storia del padre del profeta Yusuf (Giuseppe, pace su di lui) al quale quest’ultimo porse un fazzoletto (cencio). Quando egli annusò il profumo di suo figlio, riacquistò la vista e fu curato. Il profumo di Yusuf fu la cura alla cecità del padre. Allah guarì il padre di Yusuf (pace su di lui) adoperando un mezzo insolito ma Allah è il più Saggio.
Qualcosa di simile accade nella storia del profeta Ayub (Giobbe, pace su di lui). Nessun medico fu in grado di guarire la sua malattia. Allah gli ordinò di colpire il duro suolo col piede così che acqua pura ne sgorgasse. Allah poi gli ordinò di berne e di bagnarsi. In tal modo Allah rimosse ogni male sia interno al corpo che esterno ed Ayub (pace su di lui) guarì miracolosamente. Perciò Allah cura i Suoi Fedeli con dei mezzi palesi come le medicine o in modi che l’intelletto umano non può comprendere.

Allah ha detto:

{ وإن يمسسك الله بضر فلا كاشف له إلا هو }

“E se Allah ti tocca con un'afflizione, solo Lui potrà sollevartene.” (Corano Sura Al-An’am 6:17)

(Riassunto da p.24 di Bahjatu Qulub al-Abraar dello Sheikh ‘Abdulrahman as-Sa’di)

Testo originale tratto dal sito: http://healthmeanswealth.co.uk
Titolo originale: “Allah is the Curer”

7 Apr 2011

Il profeta della Pace

Storie per i piccoli musulmani
tradotto da Il Corano per piccoli cuori
leggermente riadattato


Ti racconterò la storia del profeta della Pace (pace su di lui) che perse il suo papà e la sua mamma quando era ancora piccino.
Tutti sapevano quanto fosse onesto difatti lo soprannominarono el-Ameen (degno di fiducia). Si prendeva cura della sua gente e mai fu cattivo con alcuno.
Pregava fra le montagne, tutto da solo se ne stava nella caverna di Hira finché una volta durante il mese di Ramadhan arrivò da lui l’angelo Gabriele (pace su di lui).

ٱقۡرَأۡ بِٱسۡمِ رَبِّكَ ٱلَّذِى خَلَقَ (١) خَلَقَ ٱلۡإِنسَـٰنَ مِنۡ عَلَقٍ (٢) ٱقۡرَأۡ وَرَبُّكَ ٱلۡأَكۡرَمُ (٣) ٱلَّذِى عَلَّمَ بِٱلۡقَلَمِ (٤) عَلَّمَ ٱلۡإِنسَـٰنَ مَا لَمۡ يَعۡلَمۡ (٥)

“Leggi! In nome del tuo Signore che ha creato, ha creato l'uomo da un'aderenza. Leggi, ché il tuo Signore è il Generosissimo, Colui Che ha insegnato mediante il calamo, che ha insegnato all'uomo quello che non sapeva.” (Corano 96:1-5)

Coi primi cinque versetti della sura Al-Alaq inizia la rivelazione del Corano. Correva l'anno 612, durante Ramadan, nono mese del calendario lunare, Muhammad ibn Abdallah ibn Abdalmuttalib, della tribù dei Quraysh della Mecca (pace e benedizioni su di lui) ebbe la rivelazione del tawhid.
Mentre era in meditazione gli apparve all'improvviso una figura umana che gli disse: “Leggi!”. Muhammad (pace su di lui) rispose: “Non so leggere”, allora questi lo strinse fortemente ed insistette: “Leggi!”. Dopo che cio' si ripeté ancora una volta la creatura recitò i primi cinque versetti di questa sura affinché, come disse poi l'Inviato di Allah (pace su di lui), “le parole fossero scolpite nel mio cuore”.
Sconvolto ed impaurito Muhammad fuggì dalla grotta correndo giù dalla montagna, ma una voce risuonò nele tenebre notturne: “O Muhammad tu sei il Messaggero di Allah e io sono Gabriele”. Egli alzò gli occhi e vide la forma angelica riempire tutto l'orizzonte.
Allah (gloria a Lui l'Altissimo) aveva scelto il Suo Messaggero e da quel giorno, nell'arco di ventitré anni, fece scendere su di lui la rivelazione coranica; Muhammad la comunicò ai suoi discepoli, la dettò ai suoi segretari e oggi, dopo quattordici secoli, per Volontà dell'Altissimo, oltre un miliardo di musulmani sono beneficiari di questa Misericordia.

Tremante raggiunse casa e raccontò l’accaduto a Khadija, sua moglie, che lo rassicurò dolcemente e lo coprì. Il suo corpo era tremante e sudato.

Il Profeta (pace su di lui) iniziò a diffondere la parola di Allah (swt) tra la gente a Mecca, ma purtroppo i Meccani non credevano, al contrario torturavano i musulmani per forzarli a rinnegare la propria fede.
Il Profeta (pace su di lui) emigrò a Medina (allora chiamata Yathrib) insieme a Abu Bakr As-Siddiq e gli ansari di Yathrib ne furono contenti.
Allah continuò a rivelargli il Corano finché raggiunse i 63 anni, ci sono 114 surah nel Nobile Corano.
La Kalimah afferma: “Non c’è altro Dio oltre Allah (swt) e Muhammad (pace su di lui) è il suo Profeta e Servo devoto”.
Se ami Allah non commettere mai Kufr, aggrappati ben saldo alla tua fede e sii sempre buono.
Metti in pratica la Sunnah e leggi il Corano. Questa era la storia del Profeta della Pace (pace su di lui).

5 Apr 2011

Bilal Ibn Rabah (radhiAllahu 'anhu)

Il primo mueddhin (chiamante alla preghiera) in Islam

Uno degli insegnamenti fondamentali della religione islamica è l'unità del genere umano e l'uguaglianza della gente al cospetto di Dio. Nel capitolo 49 del Corano si legge ciò che può essere tradotto come:

"O uomini, vi abbiamo creato da un maschio e una femmina e abbiamo fatto di voi popoli e tribù, affinché vi conosceste a vicenda. Presso Allah, il più nobile di voi è colui che più Lo teme."

E questo non è mai stato un consenso formale nel rispetto dell'uguaglianza tra la gente. Fin dall'inizio, la comunità dell'Islam ha compreso uomini e donne di diversi gruppi tribali, razziali e sociali. Ci sono stati i capi con gli schiavi, e ci sono stati gli Arabi Quraishi insieme agli Abissini, Persiani ed altri. Ma agli occhi dell'Islam e dei suoi seguaci, erano tutti fratelli Musulmani, con nessuna differenza o distinzione tra di essi. Non c'è da stupirsi allora se uno degli eroi più noti dell'Islam aveva l'abitudine di descrivere se stesso come "l'Abissino, che era uno schiavo" senza alcun senso di imbarazzo, perché sapeva che per i suoi fratelli Musulmani questo fosse uno stato irrilevante. L'eroe di cui stiamo parlando è Bilal Ibn Rabah, il mueddhin del Profeta.

Bilal nacque da una schiava africana che apparteneva alla tribù dei Bani Jumah. Era conosciuto per il suo duro lavoro e per la fedeltà al suo padrone, Umayyah ibn Khalaf, un leader della sua tribù. La presenza di Bilal all'interno del nucleo familiare di Umayyah gli diede l'opportunità di ascoltare le osservazioni fatte dai leader dei Quraish riguardo il Profeta Muhammad (pace su di lui), i commenti, che erano un misto di invidia e odio, così come la confessione di integrità e di onesta' di Muhammad. Si convinse finalmente di quello che aveva sentito degli insegnamenti del Profeta Muhammad e dichiaro' la sua adesione alla fede islamica, il primo schiavo a convertirsi nella storia islamica. Questo passo in sé non fu facile, soprattutto se pensiamo al fatto che anche i membri della comunità onorevole Mekkana furono sottoposti al ridicolo e alle molestie non appena la loro conversione all'Islam fu nota ai loro compatrioti. Cosi' solo Dio sa quanto, gli schiavi, in quella società pre-islamica di segregazione razziale, hanno dovuto sopportare, dato che erano trattati come un qualsiasi pezzo di proprietà, con il quale il proprietario aveva il diritto di fare cio' che piu' gli piaceva. Questa fu la partita di Bilal che, purtroppo, era di proprietà di uno degli antagonisti principali dell'Islam e del suo Profeta Muhammad (pace su di lui). Umayyah ibn Khalaf utilizzo' tutti i tipi di tortura su Bilal per fargli cambiare idea. Ordinò ai suoi uomini di prendere Bilal nudo e di gettarlo sulle sabbie infernali del deserto nelle ore più calde della giornata. Per assicurarsi che quella sabbia rovente facesse effetto, posavano anche una pietra pesante sul petto di Bilal cercando, durante tutto quel tempo, di farlo tornare al politeismo. La risposta del nostro grande eroe era molto semplice - ma efficace, "Ahad, Ahad (Uno, Uno)", che significa, "c'è Solo Un Dio Unico." Non diceva nient'altro, ma per lui questo era sufficiente a dargli tutto il sostegno spirituale necessario per sopportare gli effetti della tortura alla quale era esposto. Umayyah e i suoi uomini si stancarono di torturare Bilal. Molti gli chiesero solo di dire qualcosa di carino riguardo i loro idoli per poi lasciarlo andare. Ma per Bilal la tortura nella sua forma peggiore era meglio di quelle poche parole.

Quando Umayyah divento' disperato per il ritorno di Bilal all' incredulità, accetto' l'offerta di Abu Bakr e lo vendette a lui (Abu Bakr), dicendo che era pronto a vendergli Bilal anche per un'oncia d'oro e Abu Bakr rispose: "avrei pagato anche un centinaio di once per lui ". Naturalmente, con quell'affare Bilal fu libero. Perché era abitudine di Abu Bakr Al-Siddiq (radhiAllahu 'anhu) comprare schiavi Musulmani per liberarli.

Dopo la migrazione del Profeta (pace su di lui) a Medina, e quando l'istituzione dell'Adhan (chiamata alla preghiera) fu fondata, Bilal fu il primo ad essere invitato dal Profeta a recitarlo. Più tardi, alla data dell'entrata vittoriosa del Profeta Muhammad (pace su di lui) a Mecca, e dopo la distruzione degli idoli dentro e intorno alla Ka'aba, fu ancora una volta chiesto a Bilal di effettuare la chiamata alla preghiera. Non stupisce quindi come questo ex-schiavo Bilal sia diventato uno dei migliori tra i noti eroi della storia islamica. Perché era 'Muezzin-ur-Rasool' - Il chiamante alla preghiera del Messaggero di Dio.

da TurnToIslam
tradotto da Um Muhammad Al-Mahdi

2 Apr 2011

Il Profeta Yunus (su di lui la pace)

Intorno all’800 avanti Cristo una popolazione potente viveva in un’antica città che si pensa si trovasse alla riva sinistra del fiume Tigri, 230 miglia a nord-ovest di Baghdad. Allah (subbhanau wa taala) inviò loro il profeta Yunus ( o Giona, su di lui la pace) affinché li guidasse sulla retta via.

وَإِنَّ يُونُسَ لَمِنَ ٱلۡمُرۡسَلِينَ (١٣٩) إِذۡ أَبَقَ إِلَى ٱلۡفُلۡكِ ٱلۡمَشۡحُونِ (١٤٠) فَسَاهَمَ فَكَانَ مِنَ ٱلۡمُدۡحَضِينَ (١٤١) فَٱلۡتَقَمَهُ ٱلۡحُوتُ وَهُوَ مُلِيمٌ۬ (١٤٢) فَلَوۡلَآ أَنَّهُ ۥ كَانَ مِنَ ٱلۡمُسَبِّحِينَ (١٤٣) لَلَبِثَ فِى بَطۡنِهِۦۤ إِلَىٰ يَوۡمِ يُبۡعَثُونَ (١٤٤) ۞ فَنَبَذۡنَـٰهُ بِٱلۡعَرَآءِ وَهُوَ سَقِيمٌ۬ (١٤٥) وَأَنۢبَتۡنَا عَلَيۡهِ شَجَرَةً۬ مِّن يَقۡطِينٍ۬ (١٤٦) وَأَرۡسَلۡنَـٰهُ إِلَىٰ مِاْئَةِ أَلۡفٍ أَوۡ يَزِيدُونَ (١٤٧) فَـَٔامَنُواْ فَمَتَّعۡنَـٰهُمۡ إِلَىٰ حِينٍ۬ (١٤٨)

“In verità Giona era uno degli inviati. Fuggì sulla nave stipata. Quando tirarono a sorte, fu colui che doveva essere gettato [in mare]. Lo inghiottì un pesce, mentre si rammaricava. Se non fosse stato uno di coloro che glorificano Allah, sarebbe rimasto nel suo ventre fino al Giorno della Resurrezione. Lo gettammo sofferente sulla nuda riva e facemmo crescere su di lui una pianta di zucca. Lo inviammo a centomila [uomini], o ancor di più. Credettero e concedemmo loro temporaneo godimento.” (Corano 37:139-148)

Yunus (pace su di lui) fece come Allah (swt) gli aveva ordinato e si recò presso tale popolo. Comunicò loro il Suo Messaggio (il Messaggio di Allah) e li ammonì a cambiare strada ed a mettere da parte la propria malvagità. Yunus (pace su di lui) predicò presso di loro per lungo tempo, ma essi non ponevano alcuna attenzione alle sue parole. Quando Yunus (pace su di lui) capì che queste persone avrebbero continuato a comportarsi in modo tanto malvagio, li ammonì ancora su quanto orrende fossero le loro azioni e che li avrebbero condotti verso un’immensa sofferenza. Arrabbiato e disperato, Yunus (pace su di lui) li abbondonò.

وَذَا ٱلنُّونِ إِذ ذَّهَبَ مُغَـٰضِبً۬ا فَظَنَّ أَن لَّن نَّقۡدِرَ عَلَيۡهِ فَنَادَىٰ فِى ٱلظُّلُمَـٰتِ أَن لَّآ إِلَـٰهَ إِلَّآ أَنتَ سُبۡحَـٰنَكَ إِنِّى ڪُنتُ مِنَ ٱلظَّـٰلِمِينَ (٨٧)

“E l'Uomo del Pesce, quando se ne andò irritato. Pensava che non potessimo niente contro di lui.” (Corano 21:87)

Yunus (pace su di lui) uscì fuori dalla città e camminò dritto sino al porto, lí vi erano delle navi approdate aspettando di poter salpare. Yunus (pace su di lui) ne trovò una che sarebbe partita di lí a poco. Si imbarcò.
Non appena l’imbarcazione raggiunse il mare aperto, il cielo diventò spaventosamente grigio, e ci fu una terribile tempesta. Il vento fortissimo iniziò a fare imbarcare acqua nella nave increspando delle spaventose e giganti onde.
Quando la tempesta peggiorò ulteriormente, le onde divennero alte come delle mura con torri e si abbatterono sulla nave. I marinai lavorarono con tutta la propria forza per condurre la nave.
Gettarono in mare tutto ciò che poterono per alleggerirne il peso e rendere la barca più facile da controllare. L’albero maestro della nave così possente, non sembrava altro che un fiammifero di legno nelle grinfie della tempesta. Si accorsero presto che si sarebbe spezzato e che sarebbero annegati tutti.
Pensando allora che la loro malasorte era dovuta forse al fatto che ospitassero sulla nave qualche schiavo scappato via dal suo padrone, tirarono a sorte per trovare il fuggitivo e gettarlo in mare. Il nome di Yunus (pace su di lui) fu sorteggiato. Fu costrettto a gettarsi in mare.
Stava lottando per sopravvivere fra le onde, cercando di prendere una boccata d’aria di tanto in tanto, quando un grosso pesce apparve dalle profondità degli abissi e lo ingoiò vivo (Il pesce che ingoiò il profeta Yunus era un tipo di balena che visita ogni tanto il mar mediteranneo, essa ha una profonda gola capace di ingoiare un corpo umano intero).
All’improvviso Yunus (pace su di lui) si ritrovò nel buio, tutto bagnato e nella gola di un grosso pesce! Non era annegato. Era ancora vivo! Solo adesso Yunus (pace su di lui) capì che aveva abbandonato la popolazione di Nineveh d’impulso, senza prima portare a termine il compito assegnatogli da Allah (swt). Di norma, infatti, quando una popolazione rifiutava il messaggio di Allah (swt), il profeta che aveva portato loro la parola, aveva l’ordine di Allah (swt) di abbandonare questa gente, ma soltanto dopo che aveva fatto il possibile per condurla alla retta via. Poi Allah (swt) puniva la comunità che continuava a peccare, come segno della Sua rabbia. Ma Yunus (pace su di lui) non aveva aspettato l’ordine di Allah (swt) di poter lasciare quel posto. Se ne era semplicemente andato via, lasciando la gente di Nineveh sola al proprio destino.
Quando Yunus (pace su di lui) comprese il proprio errore, urlò dalle profondità dell’oscurità: “Non c’è altro Dio che Allah (swt). Gloria sia a Te! Sono stato ingiusto!”. Allah (swt) udì la sua preghiera. Nel Corano viene detto che se non avesse detto che gli dispiaceva e glorificato Allah (swt) nelle sue preghiere, sarebbe rimasto nella pancia della balena fino al giorno del giudizio.

وَذَا ٱلنُّونِ إِذ ذَّهَبَ مُغَـٰضِبً۬ا فَظَنَّ أَن لَّن نَّقۡدِرَ عَلَيۡهِ فَنَادَىٰ فِى ٱلظُّلُمَـٰتِ أَن لَّآ إِلَـٰهَ إِلَّآ أَنتَ سُبۡحَـٰنَكَ إِنِّى ڪُنتُ مِنَ ٱلظَّـٰلِمِينَ (٨٧) فَٱسۡتَجَبۡنَا لَهُ ۥ وَنَجَّيۡنَـٰهُ مِنَ ٱلۡغَمِّ‌ۚ وَكَذَٲلِكَ نُـۨجِى ٱلۡمُؤۡمِنِينَ (٨٨)

“E l'Uomo del Pesce, quando se ne andò irritato. Pensava che non potessimo niente contro di lui.” Poi implorò così nelle tenebre: “Non c'è altro dio all'infuori di Te! Gloria a Te! Io sono stato un ingiusto!”[Con queste parole Giona fa “tawba” (si pente, ritorna) al Suo Signore. In queste parole c'è shahada (testimonianza di fede nell'Unicità di Allah), tasbih (glorificazione di Allah) e istighfar (richiesta di perdono)]. Gli rispondemmo e lo salvammo dalla disperazione. Così salviamo coloro che credono."
(Corano 21:87-88)

Al comando di Allah (swt), il pesce nuotò vicino alla terra e portò Yunus (pace su di lui) sano e salvo fino sulla spiaggia, dove si ritrovò sotto un albero chiamato Yaqtin. L’albero gli offrì la sua ombra per proteggerlo dal calore del sole e si ricoverò dalla dura prova. Ne mangiò anche i dissetanti frutti per soddisfare la propria sete.
Yunus (pace su di lui) ritornò alla popolazione e di nuovo predicò loro la parola di Allah (swt). Tutti quanti, più di 100 mila, risposero alla sua chiamata.

لَمَّآ ءَامَنُواْ كَشَفۡنَا عَنۡہُمۡ عَذَابَ ٱلۡخِزۡىِ فِى ٱلۡحَيَوٰةِ ٱلدُّنۡيَا وَمَتَّعۡنَـٰهُمۡ إِلَىٰ حِينٍ۬ (٩٨)

“Quando ebbero creduto, allontanammo da loro il castigo ignominioso in questa vita e li lasciammo godere per qualche tempo.” (Corano 10:98)

Ci sono due importanti cose da capire nella storia di Yunus (pace su di lui). Prima di tutto è un grande dovere di ogni Musulmano quello di diffondere la parola di Allah (swt). Se ignoriamo questo dovere e ci disperiamo come Yunus (pace su di lui) saremo colpevoli di non avere adempiuto al nostro compito.
In secondo luogo la forza d’animo e la fede mostrata da Yunus (pace su di lui) nonostante stesse per morire annegato, è di grande esempio per tutti noi che non dovremmo mai disperarci di non avere l’aiuto di Allah (swt). Se siamo sulla retta via e chiediamo perdono ad Allah (swt) per i nostri errori, Allah (swt) ci aiuterà miracolosamente proprio come avete visto in questa storia.

فَٱصۡبِرۡ لِحُكۡمِ رَبِّكَ وَلَا تَكُن كَصَاحِبِ ٱلۡحُوتِ إِذۡ نَادَىٰ وَهُوَ مَكۡظُومٌ۬ (٤٨) لَّوۡلَآ أَن تَدَٲرَكَهُ ۥ نِعۡمَةٌ۬ مِّن رَّبِّهِۦ لَنُبِذَ بِٱلۡعَرَآءِ وَهُوَ مَذۡمُومٌ۬ (٤٩) فَٱجۡتَبَـٰهُ رَبُّهُ ۥ فَجَعَلَهُ ۥ مِنَ ٱلصَّـٰلِحِينَ (٥٠)

“Sopporta dunque con pazienza il Decreto del tuo Signore e non essere come l'uomo della balena [Yunus o Giona che si rivolse ad Allah dallo stomaco della balena], che invocò al colmo dell'angoscia. Se una grazia del tuo Signore non lo avesse toccato, sarebbe stato gettato sulla riva deserta, reietto. Poi il suo Signore lo scelse e ne fece uno dei giusti.” (Corano 68:48-50)