30 Jul 2011

Come si determina l’inizio del mese di Ramadan?

Soltanto pochi giorni e Ramadan inizierà inshaa’Allah! Ogni anno si verifica sempre lo stesso errore, alcuni websites dichiarano con largo anticipo e con sicurezza la data d’inizio del mese di Ramadan basandosi su calcoli e stime non precise. La gente ne è confusa. Bisognerebbe invece sempre tenere in mente che, stando alle tradizioni della Sunnah del nostro amato Profeta Muhammad (pace e benedizioni su di lui), ogni mese lunare del calendario islamico, compreso quello di Ramadan, ha inizio con l’avvistamento della luna nuova. Dunque sembrerebbe che il mese di Ramadan inizierà Domenica 31 Luglio oppure Lunedi 1 Agosto inshaa’Allah.

Ibn 'Abbas (che Allah ne sia compiaciuto) ha affermato: “Il Messaggero di Allah (pace e benedizioni su di lui) disse: "Non osservate il saum (digiuno) prima dell'avvento di Ramadan. Osservate il saum all'avvistamento della luna nuova di Ramadan e terminatelo all'avvistamento della luna nuova di Shawal. Se il cielo è coperto, completate trenta giorni." (At-Tirmidhi)


Tratto da
Sentenze sul Ramadan,
Islamic Society of the University of Essex
Fonte: www.salafipublications.com

Al-Hilal (Avvistamenteo della Luna Nuova) Shaikh Muhammad al-Jibaly

Quando si avvicina il mese benedetto di Ramadan, ricompaiono i soliti dubbi e dibattiti sulla determinazione del suo inizio e della sua fine. C’è gente che tenta di propagare opinioni varie a tale riguardo. Alcune di queste opinioni fanno affidamento su calcoli astronomici, altre seguono l’avvistamento lunare in alcuni paesi in particolare, e altre credono nelle differenze di zone nel pianeta pur considerando il Nord-America e il continente africano come un’unica zona!
Alcune di queste opinioni sono influenzate da atteggimenti e regolamenti verso certe regioni e paesi. Questo è sicuramente soggetto agli ammonimenti del Messaggero (pace e benedizioni su di lui): “Non è di noi colui che chiama a spirito di partito o tribalismo”. Altre sono basate su prove da cui si traggono conclusioni precipitose e superficiali.

Ibn 'Abbas (che Allah ne sia compiaciuto) ha affermato: “Il Messaggero di Allah (pace e benedizioni su di lui) disse: "Non osservate il saum (digiuno) prima dell'avvento di Ramadan. Osservate il saum all'avvistamento della luna nuova di Ramadan e terminatelo all'avvistamento della luna nuova di Shawal. Se il cielo è coperto, allora completate trenta giorni." (At-Tirmidhi)

Il Profeta (pace e benedizioni su di lui) ebbe molta cura nel determinare l’inizio del mese di Sha’ban affinché si potessero calcolare 29 giorni ed osservare la luna nuova di Ramadan oppure completare 30 giorni prima di iniziare il digiuno. A’isha disse: “Il Messaggero di Allah (pace e benedizioni su di lui) era più minuzioso nel determinare l’inizio del mese di Sha’ban che quello di ogni altro mese. Poi soleva digiunare all’avvistamento [della luna nuova di Ramadan]. Se il cielo era eccessivamente nuvoloso, contava trenta giorni [di Sha’ban] e poi digiunava.” [Ahmad e Abu Dawud]

Questioni importanti relative al digiuno di Ramadan.

I musulmani devono comprendere fino in fondo che tutte le benedizioni di questo nobile mese non verrano accumulate se non se ne comprenda profondamente il regolamento sottostante da Allah Azza wa jall e dal Messaggero (pace e benedizioni su di lui) e che queste regole vengano poi applicate come esse furono messe in pratica dal Messaggero (pace e benedizioni su di lui) e dai Pii Predecessori. Dunque nella nostra spiegazione delle regole cercheremo di limitarci quanto più possibile alle due fonti dell’Islam, il Corano e la Sunnah, così come furono interpretate dalle tre generazioni di musulmani e coloro che le seguirono. E possa Allah aiutarci nel fare giustizia alla Sua Religione.

[La prima regola è] Contare i giorni di Sha’ban

Allah ha creato la luna affinché il genere umano avesse a propria disposizione una metodologia per registrare i mesi e gli anni. Basandoci su questo, il mese islamio non supera mai i trenta giorni. Questo viene anche sancito nella Sunnah del Profeta (pace e benedizione su di lui).

Abu Hurairah narrò che il Messaggero di Allah (pace e benedizione su di lui) disse: “Digiunte quando (la luna nuova) viene avvistata e concludete il digiuno quando è riavvistata. Se è a voi celata (a causa della nuvolosità) allora che si completino i trenta giorni di Sha’ban.” [Bukhari e Muslim]

Abdullah bin Umar disse che il Messaggero di Allah (pace e benedizioni su di lui) disse: “Non digiunate finché avvistate la luna nuova, e non smettete di digiunare finché sia riavvistata. Se essa è a voi celata (a causa della nuvolosità) allora calcolate (contando trenta giorni).” [Bukhari e Muslim]

Adi ibn Hatim disse che il Messaggero (pace e benedizioni su di lui) disse: “Quando il Ramadan arriva, allora digiunate per trenta giorni a meno che non avvistiate la hilal (la luna nuova) prima.” [At-Tirmidhi, Ahmad e Tabarani]

Chiunque digiuni in giorno di dubbio ha disobbedito ad Abdul Qasim (Muhammad (pace e benedizione su di lui). È, dunque, per misura precauzionale che non si raccomanda che i musulmani digiunino opzionalmente gli ultimi due giorni di Sha’ban, a meno che questi non coincidano con giorni in cui essi digiunano di solito.

Abu Hurairah disse che il Messaggero di Allah (pace e benedizioni su di lui) disse: “Non precedete il Ramadan digiunando uno o due giorni prima che inizi, ad eccezione di colui che compie dei digiuni regolarmente e che essi coincidano con questi giorni, allora egli può digiunare.” [Concordi sull’hadith]

E sappiate cari fratelli e sorelle in Islam, che digiunare nei giorni di dubbio è disobbedienza al Messaggero (pace e benedizioni su di lui). Ammar ibn Yassar disse che il Messaggero (pace e benedizioni su di lui ) disse: “Chiunque digiuni in un giorno dubbio (il 30esimo giorno di Sha’ban) ha disobbedito ad Abul-Qasim (pace e benedizioni su di lui).” Abdul Qasim è il Profeta Muhammad (pace e benedizioni su di lui). [Nasa’i, Tirmidhi e Abu Dawud]

Sono necessari dei testimoni per stabilire l’inizio del mese

L’inizio e la fine del mese sono stabiliti anche se soltanto un musulmano testimonia che l’ha avvistata [la luna nuova]. L’avvistamento della luna è stabilito se due musulmani lo testimoniano. Il Messaggero di Allah (pace e benedizioni su di lui) ha detto: “Digiunate se [la luna nuova] è avvistata, e rompete il digiuno quando [la luna nuova del mese successivo] è di nuovo avvistata. Comunque se è troppo nuvoloso allora completate trenta giorni. Se due testimoni (la avvistano) allora digiunate e rompete il digiuno.” [Nasa’i e Darimi]

Comunque, sebbene l’hadith affermi che si ha bisogno di due testimoni, questo non significa che la testimonianza anche di un solo individuo non venga accettata. L’hadith seguente lo chiarisce. Ibn Umar disse: “La gente avvistò la luna, dunque io informai il Profeta (pace e benedizioni su di lui) che l’avevo vista. Egli (pace su di lui) iniziò a digiunare e ordinò agli altri di fare altrettanto.”[Abu Dawud e Darimi]

Ciò che è stato appena discusso può essere sintetizzato nei seguenti punti:
1. L’inizio del mese islamico deve essere determinato (per fini di digiuno, pellegrinaggio e altri avvenimenti islamici) solo avvistando la luna nuova ad occhio nudo, oppure dopo aver completato i trenta giorni di Sha’ban.
2. Le prove astronomiche non dovrebbero essere utilizzate né per verificare l’avvistamento lunare né per rifiutare l’avvistamento avvenuto da parte di musulmani degni di fiducia. Tali calcoli sono inaccurati, non bisogna farci alcun affidamento e sono sempre causa di dispute fra musulmani.
3. Una volta che la luna nuova sia stata avvistata in qualsiasi luogo della terra, gli uomini dovunque essi dimorino, messi al corrente dell’avvistamento in un certo lasso temporale che gli permetta di farlo, devono seguirlo. [tale avvistamento].
4. Un mese inizia quando la luna nuova viene avvistata non importa se questo sia avvenuto precedentemente, dopo oppure al vero avvistamento.
[…]
Chiediamo ai musulmani di risparmiare le proprie forze per ottenere le benedizioni provenienti dal Ramadan invece di sprecare tempo ed energie in discussioni e differenze d’opinioni inutili. Possa Allah (Che sia Glorificato) renderci capaci

26 Jul 2011

Vuole abbracciare l’Islam ma è consigliato di aspettare

Tradotto da islam q&a

Quesito posto allo Sheykh:
Negli ultimi mesi ho compiuto una ricerca sull’Islam e ho anche iniziato a leggere il Corano. Personalmente sento di essere pronto per pronunciare la Shahada (testimonianza di fede) ma alcuni dei miei amici musulmani non condividono la mia scelta. Essi pensano che, trattandosi di un impegno a vita, io stia andando troppo in fretta, d'altro canto pero' sento d’essere pronto. Potreste per favore consigliarmi cosa ho bisogno di fare in modo che io possa prontamente accettare e dichiarare che Allah è l’Unico e solo Dio consapevolmente?

Lode sia ad Allah

Congratulazioni. Non possiamo celare la gioia provata quando abbiamo letto la tua domanda che esprime tale prontezza ad abbracciare l’Islam. Il consiglio di attendere, che hai ricevuto da alcune persone, è piuttosto bizzarro, forse essi hanno timore che tu possa ritornare sui tuoi passi dopo aver abbracciato l’Islam se sei troppo precipitoso. Ma non può la morte sopraggiungere in qualsiasi momento? Se la tua risposta è affermativa, non ti sembra che la miglior cosa da fare sia andare avanti ed entrare in Islam subito, in modo tale che, se la tua ora dovesse sopraggiungere presto, potrai incontrare Allah come un seguace della Sua religione, l’Islam, accanto alla quale Egli non ne accetta altra. La migliore delle buone azioni è quella compiuta senza indugio. Inoltre hai letto dell’Islam, al-hamdu Lillah, e letto il Corano per un periodo di tempo ragionevole, dunque affrettati, non privarti della ricompensa che guadagnerai quanto prima abbraccerai l’Islam.
Chiediamo ad Allah di aiutarti e di renderti le cose facili, di aprirti il cuore alla verità e di aiutarti ad aderirvi. Allah è fonte di forza.
(al-Mawsoo’ah al-Fiqhiyyah, 2/309).

23 Jul 2011

Breve Spiegazione di Sura Al-Qâri'ah (capitolo 101), La Percotente

Rivelata prima dell’Egira.
Il nome della sura deriva dai verss. 1-3.
In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso.
Allah dice (interpretazione del significato):

1. La Percotente,
2. cos’è mai la Percotente?
3. E chi potrà farti comprendere cos’è la Percotente?
4. Il Giorno in cui gli uomini saranno come falene disperse,
5. e le montagne come fiocchi di lana cardata,
6. colui le cui bilance saranno pesanti
7. avrà una vita felice;
8. colui che invece avrà bilance leggere,
9. avrà per dimora il Baratro.
10. E chi potrà farti comprendere cos’è?
11. È un Fuoco ardente.


Al-Qari`ah è uno dei nomi con cui si allude al Giorno del Giudizio, come Al-Haqqah, At-Tammah, As-Sakhkhah, Al-Ghashiyah e altri nomi.
Allah l’Eccelso intensifica l’interesse e il timore per tale Giorno dicendo (interpretazione del significato):
‘E chi potrà farti comprendere cos’è la Percotente?’ (versetto 3).
Poi lo spiega dicendo (interpr. sign.):
‘Il Giorno in cui gli uomini saranno come falene disperse’(versetto 4); significa che essi si disperderanno, che si divideranno, andranno e verranno, poiché saranno confusi, sconcertati, come impazziti a causa di ciò che gli starà accadendo, dunque Allah (Gloria a Lui l’Altissimo) adopera la metafora delle falene disperse per rendere visivamente cosa accadrà.
Questo è come l’affermazione di Allah (interpretazione del significato):
“Usciranno dalle tombe con gli occhi bassi, come locuste disperse.” (Corano, Sura Al-Qamar, La Luna, 54:7)
Allah ha detto (interpretazione del significato):
“e le montagne come fiocchi di lana cardata” (versetto 5). Ciò significa che esse [le montagne] diventaranno come lana cardata che inizia a logorarsi, consumarsi e sfibrarsi.
Mujahid, Ikrimah, Sa’id bin Jubayr, Al-Hasan, Qatadah, Ata’ Al-Khuasani, Ad-Dahak e As-Suddi hanno tutti detto come lana (‘Ihn). “Di lana”.
Poi Allah (Gloria a Lui l’Altissimo) ci informa della ricompensa che ciascun individuo riceverà per le proprie azioni, sia dell’onore che della disgrazia che se ne trarrà: tutto in base alle azioni. Infatti Egli dice (interpretazione del significato):
“colui le cui bilance saranno pesanti” (versetto 6), che significa colui le cui buone azioni sono più rilevanti e/o numerose delle [sue] cattive azioni.
“avrà una vita felice” (versetto 7); alludendo al Paradiso.
“colui che invece avrà bilance leggere” (versetto 8); che significa colui le cui cattive azioni supereranno in numero e/o intensità le [sue] buone azioni.
Poi Allah dice (interpretazione del significato):
“avrà per dimora il Baratro” (versetto 9), che tradotto letteralmente è ‘sua madre sarà il Baratro’.
È stato detto che significa che egli cadrà e capitombolerà con la testa in avanti nel Fuoco dell’Inferno, e che l’espressione ‘sua madre’ sia stata adoperata per indicare il suo cervello (cioè la madre della sua testa).
Un’affermazione simile è stata riferita da Ibn Abbas, Ikrimah, Abu Salih e Qadatah.
Qatadah disse: ‘Egli cadrà nell’Inferno a capo in giù.’
Abu Saliha fece un’affermazione simile dicendo: ‘Essi cadranno nel Fuoco sulle loro teste.’
Ibn Jarir disse: ‘Al-Hawiyah è chiamato ‘madre’ soltanto perché il dannato non avrà altra dimora.’
Ibn Zayd disse: ‘Al-Hawiyah rappresenta il Fuoco, ed esso sarà sua madre e la dimora a cui egli farà ritorno, e dove dimorerà.”
Poi egli recitò il versetto: “La loro dimora sarà il Fuoco” (Corano, 3:151)
Ibn Abi Hatim disse che è stato narrato da Qatadah che egli disse: ‘È il Fuoco, e esso sarà la loro dimora’
Allah dice nello spiegare il significato di Al-Hawiyah:
“E chi potrà farti comprendere cos’è?” (versetto 10)
L’affermazione di Allah:
“È un Fuoco ardente.” (versetto 11)
Che significa il calore estremo. È il caldo accompagnato da fiamme forti e fuoco.
È narrato da Abu Hurayra che il Profeta (pace e benedizioni su di lui) disse:
‘Il fuoco dei Figli di Adamo che voi tutti appiccate equivale soltanto ad un settantesimo del fuoco dell’Inferno.’ Essi (i Compagni) dissero: ‘O Messaggero di Allah! Non è sufficiente.’ Egli rispose: ‘È lo stesso moltiplicato per 69 volte.’ (Questo è stato registrato ad Al-Bukhari e Muslim. In alcuni casi egli (pace e benedizioni su di lui) aveva affermato: ‘È più potente moltiplicato per 69 volte, ciascuna delle quali equivale allo stesso calore.’
È stato narrato in un hadith che l’Imam Ahmad registrò da Abu Hurayra che il Profeta (pace e benedizioni su di lui) disse: ‘In verità, la persona che riceverà il tormento dell’inferno più lieve sarà un uomo che avrà due sandali che gli faranno bollire il cervello.’
È stato confermato in due Sahih che il Messaggero di Allah (pace e benedizioni su di lui) ha detto:
‘L’Inferno si lamentò presso il suo Signore e gli disse: ‘O Signore! Alcune parti di me divorano altre parti di me.’ Dunque Egli (Allah) gli permise di riprendere fiato in due occasioni: una volta d’inverno, e una volta d’estate.
Per questo motivo il freddo dei più intensi che si prova in inverno è dal suo freddo , e il calore più forte che si prova d’estate è dal suo calore.
In due Sahih si registra che egli (pace e benedizioni su di lui) disse:
Quando il calore diventa intenso, si preghi quando l’aria si rinfresca, perchè il calore intenso è dall’alito dell’Inferno.

Tutte la Lode appartiene ad Allah.

Che Allah mi perdoni per ogni errore di interpretazione.

20 Jul 2011

Proibito il digiuno nella seconda meta' di Shaban

Sha'ban e' l'ottavo mese del Calendario Lunare islamico, il mese successivo sara' quello di Ramadan noto ormai anche in Occidente come il Mese del Digiuno che si estende dall'alba al tramonto. Per digiunare pero' occorre rispettare talune regole e farlo secondo dei precisi criteri che nel corso del mese entrante (Ramadan dovrebbe cadere il 1 Agosto) saranno brevemente spiegati se Dio vuole in una serie di articoli su questo Blog informativo.

Oggi 20 Luglio 2011 del Calendario Solare Gregoriano, corrisponde al 19 Sha'ban 1432 del Calendario Lunario Islamico. Alcuni Musulmani male informati pero' credono sia propiziatorio digiunare giorni specifici di questo mese. Tutto questo e' puramente superstizioso e la superstizione e' qualcosa completamente estranea al Vero Sincero Messaggio dell'Islam. Ecco alcune fonti attendibili a tale riguardo.

1224. Abu Hurairah (che Allah ne sia compiaciuto) ha affermato: “Il Profeta (pace e benedizione su di lui) disse: "Non osservate il saum (digiuno) un giorno o due prima dell'inizio del mese di Ramadan. Comunque, se una persona ha l'abitudine di osservare il saum in un giorno particolare (che potrebbe ricadere in una di queste date), egli può digiunare" (Al Bukhari e Muslim)
Commento: "Comunque, se una persona ha l'abitudine di osservare il saum in un giorno particolare" significa che se ha la routine di osservare saum quei giorni, allora può farlo anche se mancano soltanto due giorni all'inizio del Ramadan. La ragione è che in questo caso la persona digiunerebbe non per preparasi al Ramadan, quanto piuttosto per una sua consolidata abitudine a farlo. [...]
1225. Ibn 'Abbas (che Allah ne sia compiaciuto) ha affermato: Il Messaggero di Allah (pace e benedizioni su di lui) disse: "Non osservate il saum (digiuno) prima dell'avvento di Ramadan. Osservate saum all'avvistamento della luna crescente di Ramadan e terminatelo all'avvistamento della luna crescente di Shawal. Se il cielo è coperto, completate trenta giorni" (At-Tirmidhi)
Commento: "Prima dell'avvento di Ramadan" indicherebbe in questo contesto la seconda metà del mese di Sha'ban. Cioè una persona dovrebbe astenersi dal digiuno volontario dopo il 15esimo giorno di Shaban in modo tale da mantenere tutto il vigore fisico e poter meglio affrontare il digiuno durante il mese di Ramadan che si avvicina. Se la luna nuova non è scrutabile tra le nuvole, allora il saum (digiuno) dovrebbe iniziare dopo aver completato trenta giorni di Sha'ban. Allo stesso modo se la luna del mese di Shawal non è avvistata, allora trenta giorni di digiuno di Ramadan dovranno essere completati prima di celebrare l' Eid-ul-FItr.
1226. Abu Hurairah ( che Allah ne sia compiaciuto) ha affermato: “Il Messaggero di Allah (pace su di lui) disse: "Quando arriva la metà di Sha'ban, non ossertvate il digiuno." (At-Tirmidhi)
1227. 'Ammar bin Yasir (che Allah ne sia compiaciuto) ha dichiarato: Colui che osserva il digiuno in un giorno incerto (dubbio), ha disubbedito ad Abul-Qasim (cioè al Messaggero di Allah, pace su di lui) (Abu Dawud e At-Tirmidhi)
Commento:"Giorno dubbio" indica in questo caso il 30esimo giorno di Sha'ban. In altre parole se la luna non è avvistata il 29esimo giorno di Sha'ban a causa delle nuvole, ed una persona decide deliberatamente di osservare il digiuno, sarà in dubbio se è il 30esimo giorno di Sha'ban oppure il primo giorno di Ramadan. Dunque non c'è nessun bisogno di osservare saum in un giorno dubbio, e bisognerebbe completare i trenta giorni di Sha'ban

Fonte: Riyad-us-Saliheen,volume secondo,The Book of Virtue, Darussalam

Che Allah mi perdoni per ogni imprecisione amin

16 Jul 2011

Conversando sulla Cucina Halal. Cosa significa? Qual è il parere degli esperti? Idee in cucina.

Halal è una parola araba usata per descrivere ciò che è lecito o permesso. Parlando di cibo halal, tale termine viene adoperato per descrivere la carne che sia stata sgozzata stando alla metodologia islamica per mostrare riverenza a Dio e minimizzare la sofferenza dell'animale. (Si veda a tale proposito l’articolo macellazione halal http://io-musulmana-italiana.blogspot.com/2009/06/macellazione-halal.html )

La religione islamica insegna a non cibarsi di carne suina e/o prodotti della stessa derivazione, e di non consumare alcuna forma di intossicanti, inclusi vino, birra, alcolici in generale, ragion per cui se veniste invitati a cena da una famiglia musulmana non aspettatevi nessuno di questi cibi/bevande/ingredienti servito a tavola. L’Islam è una religione davvero semplice e facile, le cose proibite sono davvero pochissime se comparate alla bontà di tutte le cose lecite. Inoltre nella religione islamica non esiste alcuna restrizione per i suoi seguaci di diverse etnie né nelle ricetta da favorire, né negli aromi da adoperare, né nelle tecniche di cottura. Sebbene cosa mangiare sia molto chiaro nelle regole dietetiche di ogni musulmano, ogni credente di etnia diversa prepara il cibo a modo proprio stando alle sue origini culturali e al gusto personale, evitando soltanto ingredienti non permessi, quali: carne suina e suoi derivati, alcol, sangue, carne non sgozzata secondo il rito islamico. È facile evitare questi ingredient basici, purtroppo però questi stessi ingredienti si ritrovano spesso camuffati sotto altre sembianze nella lista degli ingredienti dei nostri cibi preferiti, in quanto l’industria alimentare moderna parte da un ingrediente di base, lo modifica processandolo in modo tale che esso si ‘trasformi’ in qualcos’altro. A seconda dell’ingrediente in questione esistono diverse opinioni dei Sapienti in Scienza Islamica, in linea generale però si può affermare che se la fonte originale è haram (non permessa), allora anche processato, il prodotto, resterà haram. Allah sa meglio.
È davvero coinvolgente rendersi conto di quanti musulmani con etnie diverse esistano nel mondo, soprattutto al giorno d’oggi, e quanto sia spettacolare quello che preparano in cucina rigorosamente halal, e ciascuno secondo la propria cultura culinare. Un esempio banale….che sorpresa fu servire delle donne musulmane asiatiche con lasagne alla Bolognese, e tiramisu halal! Per loro direi quasi si trattava di un sogno che si avverava mangiare italiano halal!
Aiuta tantissimo saper leggere le etichette: alcuni musulmani, soprattutto non madrelingua, non sanno che “Porto” nella lista degli ingredienti indichi un vino, oppure che “Mirin” nel sushi indichi un vino di riso…
Ricordo ancora i primi tempi del mio ritorno all’Islam, tutte le discussioni tra sorelle sul come sostituire tale o talaltro ingrediente. Ognuna ebbe delle idee molto originali a riguardo: ad esempio tutte le ricette che contengono carne di maiale, possono essere eseguite sostituendola con carne di agnello magro, oppure pollo e tacchino. Liddove si dovrebbe utilizzare del vino bianco per insaporire, si potrebbe adoperare del brodo ristretto di pollo o vegetale, insomma le idee non mancano ed inoltre si possono sempre consultare manuali di cucina esotica da cui attingere nuove invitanti idee.
Alcuni dietologi musulmani hanno pubblicato delle liste di prodotti indicando quali fossero permessi e quali non, ma è d’altra parte impossibile elencare ogni cosa e ogni cibo esistente, alcuni ingredienti variano persino da paese a paese.

Vorrei proporvi a tale proposito una fatwa da Islam Q&A dello Studioso Al-Munajjid “Il Cibo prodotto in Occidente quale la gelatina”

Domanda: È da un bel po’ di tempo che all’interno del mio gruppo comunitario nutriamo dei dubbi riguardo alcuni ingredienti quali la gelatina, mono e digliceridi, pepsina e caglio. Tutte queste cose sono sempre presenti nei nostri cibi e non sappiamo se sia permesso mangiarne oppure no. Per favore ci dia una risposta dettagliata a tale riguardo.
La lode appartiene ad Allah.
Allah (Che sia glorificato) ha benedetto i Suoi servi creando affinché essi ne godano, ogni forma di provvigione sulla terra, ed Egli ha permesso loro di mangiare da ciò che è halal (permesso) e buono; questo include molte e diverse cose, e non ha limiti. Allah dice (interpretazione del significato):
“O uomini, mangiate ciò che è lecito e puro di quel che è sulla terra, e non seguite le orme di Satana. In verità egli è un vostro nemico dichiarato.” (Corano, Sura al-Baqara, La Giovenca, 2:168)
Allah proibisce un numero ristretto di cibi, come Egli dice (interpretazione del significato):
“Di': “In quello che mi è stato rivelato, non trovo altri interdetti a proposito del cibo, se non l'animale morto, il sangue effuso e la carne di porco - che è immonda - e ciò che, perversamente, è stato sacrificato ad altri che ad Allah”. Quanto a chi vi fosse costretto, senza intenzione o ribellione, ebbene, il tuo Signore è perdonatore, misericordioso.” (Corano, Sura al-An’am, Il Bestiame, 6:145)
Il Profeta (pace e benedizioni su di lui) vietò di mangiare ogni animale carnivoro che avesse zanne, ed ogni uccello che avesse artigli. (Narrato da Muslim, 6/60)
‘Ed egli proibì di cibarsi della carne di asini (domestici).’ Narrato da al-Mukhari in al-Fath, numero 4215)
Per quanto concerne il cibo e gli ingredienti che si trovano in commercio oggigiorno, alcuni di essi sono chiaramente haram (illeciti), come la carne morta (cioè animali morti naturalmente oppure che non siano stati sgozzati col rito islamico) e la carne suina. Alcuni cibi possono contenere ingredienti o derivati da fonti haram (non permesse), dunque dobbiamo scoprirne la derivazione in modo tale da sapere la regola da applicare. La gelatina menzionata nella domanda può avere origine dal collagene che deriva dai maiali e che è dunque haram, perché è come se il maiale sia stato trasformato in sale. Il punto di vista più corretto è che esso sia haram anche se trasformato, in quanto deriva originariamente dal maiale, che è haram.
I grassi che sono usati nel cibo possono derivare da fonti vegetali oppure animali.
Se essi provengono da fonti vegetali sono considerati halal, finché non siano stati mischiati con nulla di impuro (najis) o nulla possa averli contaminati. Se essi derivano da fonti animali, essi possono provenire da animali di cui sia permeso cibarsi o da animali di cui non sia permesso cibarsi, dunque sottostanno alla stessa regola della carne dell’animale.
Se essi derivano da un animale che sia haram mangiare- del tipo dai maiali- allora si osserva se sono adoperati in cibi o per altri fini.
Se non sono adoperati a scopo alimentare, ad esempio molti grassi sono adoperati per confezionare saponi, allora c’è differenza di opinioni tra i Sapienti, ma il punto di vista più corretto è che essi siano haram.
Se essi sono adoperati per prodotti alimentari, ad esempio il grasso suino (lardo) viene adoperato per fare caramelle e altri cibi, questi sono considerati haram.
Riguardo al formaggio: se esso è prodotto dal latte di un animale di cui non è permesso mangiare, stando al parere generale non è permesso cibarsene. Se prodotto dal latte di un animale di cui sia permesso cibarsi, o si sa che è prodotto con caglio derivato da un animale sgozzato stando alla shariah, e che non sia stato mischiato a nessun elemento najasah (impurità), allora può essere mangiato.
Se prodotto con del caglio derivante da carne morta, c’è differenza di opinione tra i Sapienti sulla permissibilità, ma il punto di vista più corretto è che sia haram.
Se prodotto da un caglio derivato da una fonte che sia najis (impuro), come il caglio derivato dai maiali, non dovrebbe essere mangiato.
Si veda Ahkam al-At’imah fi’l-Shari’ah al-Islamiyah di Al-Tariqi, p. 482
In molti casi queste faccende non sono molto chiare ai musulmani (talvolta non si conosce ad esempio la fonte degli ingredienti). In questi casi , è meglio temere Allah ed essere cauti. Evitare degli alimenti su cui nutriamo dei dubbi, potrebbe essere preferibile piuttosto che adoperarli in queste circostanza, come affermato nell’hadith narrato da al-Nu’man Ibn Bashir (che Allah ne sia compiaciuto) che disse: “Ho udito il Messaggero di Allah (pace e benedizioni su di lui) dire, e al-Nu’man indicò le sue orecchie: “Quello che è lecito è chiaro e quello che è illecito è chiaro, e tra i due ci sono faccende incerte, di cui pochi conoscono. Per questo motivo colui che evita faccende sulle quali nutre dei dubbi, si auto scagiona nella sua religione e nel suo onore, ma colui che cade in faccende incerte cade in quello che è illecito, come il pastore che porta al pascolo (il gregge) intorno ad un santuario, si permette tutto tranne che pascolarlo là [cioè gira troppo attorno alla questione invece che veramente evitarla]. In verità ogni re ha un santuario, e in verità il santuario di Allah sono le Sue proibizioni. In verità vi è nel corpo un pezzo di carne che, se sano, allora tutto il corpo è sano e che, se corrotto, allora tutto sarà corrotto. In verità è il cuore.” Narrato da Muslim, 1599)
Da questo passo si impara che il principio basilare riguardante il cibo è che esso è halal, tranne per quelle cose per cui c’è una prova evidente (dalil) che esse siano haram, come la carne morta, il sangue, animali sacrificati ad altri oltre Allah e carne sulla quale non sia stato pronunciato il nome di Allah al momento dell’uccisione. Riguardo i cibi menzionati nella domanda: se è provato che essi contengono ingredienti derivati da fonti haram, è necessario evitarli, se non sono derivati da fonti haram non dovrebbero essere evitati. Se non si è certi della loro derivazione e del loro contenuto, senza essere paranoici o soccombere ai waswas (i bisbigli insinuanti dello Shaytan), è preferibile evitarli come forma precauzionale e per timore di Allah. E Allah sa meglio.
(Tradotto da Cinzia Amatullah, Ogni errore è solo dalla mia ignoranza)

Per correttazza devo però aggiungere che esiste un’altra opinione in merito alla gelatina, secondo la quale avviene un processo di istihada che trasforma completamente il prodotto iniziale, non facendo rimanere nulla del prodotto di partenza che diventerebbe dunque puro. Allah sa di più.

Ed esiste un’altra opinione in merito al caglio. La scuola Hanafi afferma che, essendo il caglio un enzima vivo che non muore con l’animale, se l’animale è uno di quelli permessi (anche se non sgozzato col rito islamico) allora è disprezzabile cibarsi di formaggio prodotto con questo caglio, ma non illecito, a patto che il caglio non sia derivato da suino. Gli esperti del settore sono categorici sul fatto che il caglio, adoperato per fare il formaggio, non sia mai derivato dai suini.
Inoltre come è stato narrato da Abdullah ibn Umar (che Allah sia compiaciuto di lui e di suo padre) che al Profeta (pace e benedizioni su di lui) fu offerto del formaggio nella Battaglia di Tabuk. Egli chiese un coltello, poi recitò “Bismillah” e tagliò il formaggio.” (Abu Dawud)
Il formaggio fatto col caglio animale che non sia di origine suina è halal. I Fuqaha spiegano, comunque, che sarebbe meglio evitarlo qualora ragionevolmente possibile quando la fonte è sconosciuta in quanto c’è differenza di opinione tra le scuole Sunnite di fiqh a riguardo della sua permissibilità e del dubbio che ne deriva. E Allah l’Eccelso sa meglio. (http://www.gmwa.org.uk/foodguide2/index.php?page=viewquestion&id=20)

E per finire vorrei lasciarvi con una bella ricettina halal halal tutta per voi!

Ali di pollo speziate halal
Ingredienti:
1 chilo di ali di pollo halal, 2 cucchiai di succo li limone, 1 tazza di farina, pepe nero, 2 cucchiaini di sale, 1 cucchaino e ½ di peperoncino piccante macinato, 1 cucchiaino e ½ di cumino in polvere, ¾ di cucchiaino di timo secco, 1 tazza grande di soda oppure una 7up (seven up), olio extravergine d’oliva per friggere e ciuffetti di prezzemolo per guarnire.
Tagliate via le punte finali delle ali. Fate le ali a metà nel punto di giuntura, separando i pezzi più carnosi a forma di coscetta. Marinate quest’ultimi con il succo di limone, sale, pepe, e metteteli in frigo per 1 ora almeno. Fate la pastella con la farina, sale, peperoncino, cumino, il timo e fare la fontana al centro. Aggiungere la soda e l’olio e sbattere finché la pastella sia priva di grumi. Lasciate riposare la pastella a temperatura ambiente per 1 ora. Prima di adoperare la pastella, sbattetala per bene ulteriormente con una forchetta. In un tegame abbastanza fondo, riscaldate l’olio, e friggete i pezzi (non più di 5 alla volta) precedentemente immersi nella pastella, per 3 minuti circa, finché dorati. Trasferite i pezzi di pollo su carta assorbente per asciugare l’olio in eccesso. Cospargerte di sale e guarnite con i ciuffetti di prezzemolo.
Bon appetite!

11 Jul 2011

Un Cristiano chiede le ragioni della proibizione della carne di maiale

Un Cristiano chiede le ragioni della proibizione della carne di maiale.
Da Islam q&a

Domanda: Perché l’Islam vieta la carne di maiale se esso fa parte delle creazioni di Allah?

La Lode appartiene ad Allah.

In primo luogo:
Il nostro Signore ha vietato di cibarsi di carne suina in termini chiari e definitivi. Allah dice (interpretazione del significato):
Di': “In quello che mi è stato rivelato, non trovo altri interdetti a proposito del cibo, se non l'animale morto, il sangue effuso e la carne di porco - che è immonda - e ciò che, perversamente, è stato sacrificato ad altri che ad Allah”. Quanto a chi vi fosse costretto, senza intenzione o ribellione, ebbene, il tuo Signore è perdonatore, misericordioso.” (Corano Sura al-An’am, Il Bestiame, 6:145)
Allah mostrando la Sua grazia e gentilezza nei nostri riguardi, ci ha permesso di mangiare tutto il cibo sano, ed Egli non ci ha vietato null’altro che le cose immonde e impure. Allah dice (inter.sign.):
“Egli gli permette come lecite at-Tayibat (cioè le cose lecite, tutto ciò che è buono sia cose che azioni, credenze, persone e cibo) e gli proibisce come illecite al-Khaba’ith (cioè tutto ciò che è male, illecito sia cose che azioni, credenze, persone e cibo).” (Corano Sura al-A’raf, 7:157)
Non nutriamo alcun dubbio sul fatto che il maiale sia un animale sporco e ripugnante, e che mangiarne sia nocivo all’uomo. Il maiale vive letteralmente in un letamaio , in un immondo sudiciume, già questo di per sé basterebbe a scoraggiare coloro che hanno un po’ di buon senso persino dal toccarlo, figuriamoci di cibarsene che sicuramente è indice di stravaganza.

In secondo luogo:
Riguardo i danni alla salute promossi dal consumo di carne suina, la scienza moderna ha accertato che:
la carne suina è la carne con maggiore presenza di colesterolo, un aumento del quale nel flusso sanguigno può bloccare le arterie;
i grassi acidi nella carne suina sono di formazione insolita, se comparati a grassi acidi in altri tipi di cibo, essi sono infatti assorbiti maggiormente dal corpo , aumentando il colesterolo cattivo nel sangue.
Ed inoltre:
la carne ed il grasso di porco contribuiscono alla diffusione dei cancri al colon, al retto, alla prostata e al sangue;
la carne ed il grasso di porco contribuiscono all’obesità e malattie relazionate ad essa che sono difficili da trattare.
Il consumo di carne suina conduce alla scabbia, allergie e ulcere allo stomaco. Cibarsene potrebbe causare inoltre: infezioni polmonari in conseguenza della taenia solium [più comunemente noto come “verme solitario”], la presenza di un altro tipo ancora di parassita noto come Angiostrongylus vasorum, ed infezioni microbiche ai polmoni.
Il pericolo più serio derivante dal consumo di carne suina è la taenia solium che può crescere fino ad una lunghezza di 2-3 metri. La crescita delle uova di questi vermi nel corpo umano può arrecare infermità mentale e isterismo, qualora esse raggiungano l’area del cervello. Se raggiungono invece, l’area del cuore possono condurre a pressione sanguigna alta e attacchi di cuore. Un altro tipo di verme che si trova nella carne di maiale è la Trichinella che non può essere annientato durante la cottura, la crescita del quale può condurre alla paralisi e a eruzioni cutanee.
I Medici confermano che la malattia della taenia solium sia una delle malattie più serie derivanti dal consumo di carne suina. La taenia si può sviluppare nell’intestino tenue, e dopo alcuni mesi può trasformarsi in un grosso verme il cui corpo è composto da migliaia di segmenti, con una lunghezza variabile tra i 4 e i 10 metri, essa vive solo nell’intestino della persona affetta e parte appare quando si defeca. Quando il maiale inghiotte e assorbe le sue uova, quest’ultime entrano nel tessuto e nei muscoli sotto forma di sacche di larve contenenti del fluido e la testa del taenia. Quando una persona mangia carne di maiale infetta, la larva si trasforma in un verme completo nel suo intestino. Tali forme di vermi causano debolezza e una mancanza di vitamina B12, che conduce ad un tipo specifico di anemia, che a sua volta arreca problemi nervosi. In alcuni casi le larve possono raggiungere il cervello, causando convulsioni, aumentare la pressione all’interno del cervello, epilessia e persino paralisi.
Mangiare la carne suina non appropriatamente cotta, può anche arrecare la Trichinella. Una volta che tale parassita si sia annidato nell’intestino tenue, nel giro di tre-cinque giorni, appaiono numerose larve che entrano nell’intestino e entrano nel sangue, attraverso il quale raggiungono la maggior parte dei tessuti del corpo. Le larve si spostano ai muscoli e formano ivi delle cisti, a seguito delle quali la persona affetta soffre di dolori muscolari. La malattia si sviluppa in infezione della membrana cerebrale e del cervello, e anche in infezioni al muscolo cardiaco, ai polmoni, ai reni e ai nervi. In alcuni casi, anche se rari, può risultare fatale. È ben noto che ci sono alcune malattie che sono uniche negli umani e non sono comuni a nessun altro animale eccetto i maiali, come i reumatismi e i dolori articolari. Allah infatti ha detto al verità quando ha affermato (interpretazione del significato):
“In verità, vi sono state vietate le Maytah (le bestie morte), il sangue, la carne di porco e quello su cui sia stato invocato altro nome, che quello di Allah. E chi vi sarà costretto, senza desiderio o intenzione, non farà peccato. Allah è perdonatore, misericordioso.” (Corano Sura a-Baqarah, La Giovenca, 2:173)
Questi sono soltanto alcuni degli effetti dannosi derivanti dal consumo di carne suina. Forse dopo averli analizzati non avrai più dubbi sul perché essa sia stata proibita. Speriamo questo possa essere il tuo primo passo per essere guidato verso la vera religione. Dunque fermati, fai una ricerca, osserva e pensa, oggettivamente e giustamente, cercando soltanto di scoprire la verità e di seguirla. Chiedo ad Allah di guidarti a ciò che è meglio per te in questo mondo e nell’al di là.
Ma anche se non conoscessimo gli effetti dannosi derivanti dal consumo di carne suina, questo non cambierebbe minimamente la nostra certezza che essa sia haram né indebolirebbe la nostra scelta di astenercene. Sai che quando Adamo (che la pace sia con lui) fu cacciato dal Paradiso, fu perché egli mangiò dall’albero del quale Allah gli aveva proibito di cibarsi. Noi non sappiamo nulla a riguardo di tale albero, e Adamo non aveva bisogno di chiedere la ragione per la quale esso era stato proibito. Piuttosto fu sufficiente per lui, come è sufficiente per noi e per ogni fedele, sapere che Allah l’aveva reso illecito.
Osserva alcuni degli effetti dannosi del mangiare la carne suina; studia le ricerche della Quarta Ricerca Annuale della Medicina Islamica, edizione del Kuwait, p.731 e sgg. (Fourth Annual Conference of Islamic Medicine, Kuwait edition); e al-Wiqayah al-Sihiyah in Daw’al-Kitab wa’l-Sunnah di Lu’lu’ah bint Salih, p.635 e sgg.

Ma adesso siamo noi a porgerti una domanda:
Nel Vecchio Testamento che è parte del Libro a te sacro, non viene proibita la carne di maiale?
“3 Non mangiar cosa alcuna abbominevole. 4 Queste son le bestie, delle quali voi potrete mangiare: il bue, la pecora, la capra, 5 il cervo, il cavriuolo, la gran capra, la rupicapra, il daino, il bufalo, e la camozza. 6 In somma, voi potrete mangiar d’ogni bestia che ha il piè forcuto, e l’unghia spartita in due, e che rumina. 7 Ma fra quelle che ruminano, o hanno il piè forcuto, e l’unghia spartita, non mangiate del cammello, nè della lepre, nè del coniglio; conciossiachè ruminino, ma non abbiano l’unghia spartita; sienvi immondi; 8 nè del porco; conciossiachè egli abbia l’unghia spartita, ma non rumini; siavi immondo. Non mangiate della carne di questi animali, e non toccate i lor corpi morti.” Deuteronomio 14:3-8 (traduzione in italiano da biblestudytools.com)
Si veda anche:
“1Il Signore disse a Mosè e ad Aronne: 2"Riferite agli Israeliti: Questi sono gli animali che potrete mangiare fra tutte le bestie che sono sulla terra. 3Potrete mangiare d'ogni quadrupede che ha l'unghia bipartita, divisa da una fessura, e che rumina. 4Ma fra i ruminanti e gli animali che hanno l'unghia divisa, non mangerete i seguenti: il cammello, perché rumina, ma non ha l'unghia divisa, lo considererete immondo; 5l'ìrace, perché rumina, ma non ha l'unghia divisa, lo considererete immondo; 6la lepre, perché rumina, ma non ha l'unghia divisa, la considererete immonda; 7il porco, perché ha l'unghia bipartita da una fessura, ma non rumina, lo considererete immondo. 8Non mangerete la loro carne e non toccherete i loro cadaveri; li considererete immondi.” ( Levitico 11: 1-8, traduzione italiana da qbit.it)
Non abbiamo bisogno di citare le prove che la carne di maiale sia stata proibita anche agli Ebrei. Se nutri dei dubbi a tale proposito, potrai chiedere loro di fornirti delle delucidazioni a tale riguardo e fornirti delle chiare indicazioni. Ma cosa riteniamo più opportuno è di focalizzare la tua attenzione su ciò che viene menzionato nel tuo Libro, questa volta si vada a spulciare nel Nuovo Testamente dove si dice che le regole della Torah sono ancora applicabili e che non possono essere cambiate. Non si dice, infatti, nella Bibbia che il Messiah (pace su di lui) disse:
“17 Non pensate ch’io sia venuto per abolire la legge od i profeti; io son venuto non per abolire ma per compire: 18 poiché io vi dico in verità che finché non siano passati il cielo e la terra, neppure un iota o un apice della legge passerà, che tutto non sia adempiuto.” (da Matteo 5:17-18, traduzione italiana da biblestudytools.com)
Con questo testo non avremmo bisogno di cercare altre regole riguardo la carne suina nel Nuovo Testamento, ma preferiamo aggiungere un’altra citazione che mostri definitivamente che il maiale è impuro:
“11 Or quivi presso al monte era una gran greggia di porci che pasceva. 12 E tutti que’ demoni lo pregavano, dicendo: Mandaci in que’ porci, acciocchè entriamo in essi. 13 E Gesù prontamente lo permise loro; laonde quegli spiriti immondi, usciti, entraron ne’ porci; e quella greggia si gettò per lo precipizio nel mare or erano intorno a duemila, ed affogaron nel mare.” (Marco 5:11-13, traduzione italiana a cura di biblestudytools.com)
Forse potresti obiettare che questo sia stato abrogato, e che Pietro disse questo e quest’altro e che anche Pietro aggiunse quello e quell’altro…? Questo significa cambiare, cioè trasformare le parole di Dio e abrogare la Torah e le parole del Messiah (pace su di lui) che venne per confermare a voi tutti che [la Torah] sarebbe rimasta [valida] fino alla fine dei tempi. Può tutto questo essere abrogato soltanto dalle parole di Paolo o Pietro? Ma ammettiamo per un attimo che ciò sia possibile e che la proibizione fu davvero abrogata, ma allora perché stai questionando quest’interdizione nell’Islam, se tale divieto fu fatto prima di tutti a voi?

In terzo luogo:
Hai chiesto perché il cibarsene è proibito, se Allah Stesso ha creato i maiali? Non pensiamo tu abbia posto seriamente questo quesito, altrimenti potremmo chiederti a nostra volta: perché Allah ha creato questo e quest’altro di altre cose che sono comunque dannose oppure ripugnanti? Addirittura potremmo chiederti: perché Allah ha creato il demonio?
Non è forse prerogativa del Creatore di ordinare al Suo servo come Egli desidera, e di regnare su di essi, come Egli vuole. Nessuno può revocare il Suo regolamento o cambiare le Sue parole.
Non è dovere dell’essere creato, il servo, dire al suo Signore, in qualunque momento Egli gli comandi di compiere qualcosa: “Udiamo e ubbediamo”?
Potresti goderne il gusto e volertene cibare, e coloro intorno a te goderne pure, ma non pensi che il Paradiso meriti qualche rinuncia ai desideri da parte vostra?

Si consulti anche l’ARTICOLO LACARNE DI MAIALE DI MUSTAFA A. REFAEI
http://io-musulmana-italiana.blogspot.com/2009/06/la-carne-di-maiale.html

tradotto da Cinzia Amatullah
che Dio mi perdoni per ogni imprecisione amin

9 Jul 2011

Breve Spiegazione di Surat al-Fatiha

(parzialmente tradotto e in parte sintetizzato dal Tafsir di Ibn Kathir)
Traduzione del Corano da www.corano.it

In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso
La lode [appartiene] ad Allah, Signore dei mondi
il Compassionevole, il Misericordioso,
Re del Giorno del Giudizio.
Te noi adoriamo e a Te chiediamo aiuto.
Guidaci sulla retta via,
la via di coloro che hai colmato di grazia, non di coloro che [sono incorsi] nella [Tua] ira, né degli sviati.

Concisa introduzione e separazione in parti:
Recitandone la prima parte cioè i primi cinque versi (vv. 1-5), il fedele testimonia la sua fede nell'Unità di Allah (tawhid). Qualificando il Creatore con i Suoi attributi più belli, riconosce la Sua assoluta autorità su questo mondo e nell’al di là, Lo identifica come l'Unico e Solo degno di essere venerato. Nella seconda parte, cioè i versi 6 e 7, il fedele chiede col cuore ad Allah l’Altissimo di guidarlo sulla retta via e di allontanarlo dalla Sua disapprovazione, dalla Sua ira e da ogni forma di smarrimento.

Nomi con cui tale sura è nota:
È chiamata al-Fatiha, l’Aprente in quanto apre il Corano e tutte le preghiere iniziano con la sua recitazione.
È anche definita Ummul Qur’an, La Madre del Corano, e Ummul Kitab, La Madre del Libro, stando all’opinione della maggioranza degli studiosi. Questo è stato menzionato da Anas, comunque al-Hasan e Ibn Sirin non preferirono tale descrizione. Il suo nome Ummul Qur’an deriva dal fatto che essa rappresenti il primo capitolo scritto nel testo coranico e che ogni rak’ah della preghiera inizi con la sua recitazione [Sahih Bukhari , dalla traduzione inglese 6/1 capitolo 1].
Ibn Jarir at-Tabari disse che fu definita in tal modo perché il significato dell’intero Corano è riassunto in essa. Gli arabi solevano nominare le cose in un modo conciso che sintetizzasse qualcosa o che includesse la parte più saliente di esse come Umm, cioè Madre. Per ragioni simili viene anche definita al Qur’an Al-Adhim, il Grande Corano.
È anche definita Sab’ul Mathani, i sette versi ripetuti, perché i suoi versi appunto, sono frequentemente recitati e difatti recitati in ogni rak’ah della preghiera.
È anche definita al-Hamd, la Lodevole perché contiene menzione di Hamd proprio come al-Baqarah è nominata in tal modo perché contiene menzione della giovenca. Alcuni studiosi spiegano che al-Hamd costituisce il cuore della Sura al–Fatiha [As-Sindi, ‘Sharh-as-Sindi ‘ala ibn Majah’, numero 3790]
È anche nominata as-Salah, la Preghiera, perché il Profeta (pace e benedizioni su di lui) riportò dal suo Signore:
“Ho diviso la Fatiha in due parti proporzionate tra Me e il Mio servo, la prima parte Mi appartiene, la seconda è la sua e gli concederò quello che Mi chiede". Quando il fedele recita: "La lode [appartiene] ad Allah, Signore dei mondi", Allah dice: "il Mio servo Mi ha lodato.” (parte iniziale di un hadith qudsî, tali ahadith fanno parte delle rivelazioni che Allah (gloria a Lui l'Altissimo) ha dato al Messaggero (pace e benedizioni su di lui) senza ordinargli di includerle nel Corano. Questo hadith è riferito dagli Imam Muslim, Tirmîdhî, Abû Dâwud, Ibn Mâja, An Nasâ'î e Mâlik).
È anche nominata ash-Shifa’, la Cura.
È anche nominata ar-Ruqya, la Cura Spirituale. Il Messaggero di Allah (pace e benedizione su di lui) ha detto all'uomo che ha recitato la sura al-Fatiha come ruqya al capo della tribù: “e come facevi a sapere che essa è una ruqya?”. Egli disse “O Messaggero di Āllāh [me l'ha fatto intendere] qualcosa che ho sentito nel petto”.
Sufyaan bin Uyaynah la nominò al-Waaqiyah, la Protettrice.
Yahyaa bin Abu Katheer la nominò al-Kaafiyah, la Sufficiente.

Rivelazione:
La sua rivelazione avvenne a La Mecca.

Composizione:
Consiste di 7 versi.

Le virtù di sura al-Fatiha:
Muslim riferì da Abu Hurayra (che Allah ne sia compiaciuto) che il Messaggero di Allah (pace e benedizioni su di lui) disse: "Allah, Benedetto e Altissimo ha detto: "Ho diviso la Fatiha in due parti proporzionate tra Me e il Mio servo, la prima parte Mi appartiene, la seconda è la sua e gli concederò quello che Mi chiede". Recitate la Fatiha - proseguì il Messaggero di Allah (pace e benedizioni su di lui). Quando il fedele recita: "La lode [appartiene] ad Allah, Signore dei mondi", Allah dice: "Il Mio servo Mi ha lodato !"; quando il servo dice :"Il Compassionevole, il Misericordioso", Allah dice: " Il Mio servo Mi esalta". Quando il servo dice: "Re del Giorno del Giudizio", Allah dice: "Il Mio servo Mi rende gloria". Quando recita: "Te noi adoriamo e a Te chiediamo aiuto", Allah dice: "Questo versetto è tra Me e il Mio servo, gli concederò quello che chiede" . Quando Lo si prega: "Guidaci sulla retta via, la via di coloro che hai colmato dei Tuoi doni , non di quelli che sono incorsi nella Tua ira, né degli sviati ", Allah dice: "Queste parole appartengono al Mio servo e gli concederò quello che chiede". (Hadith qudsî, tali ahadith fanno parte delle rivelazioni che Allah (gloria a Lui l'Altissimo) ha dato al Messaggero (pace e benedizioni su di lui) senza ordinargli di includerle nel Corano. Questo hadith è riferito dagli Imam Muslim, Tirmîdhî, Abû Dâwud, Ibn Mâja, An Nasâ'î e Mâlik).

Validità della preghiera:
La maggior parte degli studiosi, tra i quali Malik, Ash-Shafi’i e Ahmad, ritiene che sia obbligatorio recitare la sura al–Fatiha nella preghiera e che la preghiera non sia valida senza di essa. La loro opinione si basa su numerose prove, tra cui i detti del Profeta (pace e benedizioni su di lui),
“Non c’è preghiera per colui il quale non recita l’Aprente del Libro” [Sahih Bulahri, dalla traduzione inglese 1/404 numero 723], Sahih Muslim [traduzione inglese 1/214 numero 771].

La regola dell’Isti’adhah (Cercare rifugio) prima dell’inizio della sua recitazione:
L’Isti’adhah consiste nel recitare: “A’udhu billahi min ash-Shaytanir-rajim”: “Cerco protezione ad Allah contro Satana il maledetto”.
Allah dice: “Mostrate perdono, godetevi quello che è buono e allontanatevi da ciò che è insensato. E se vi dovesse venire un cattiva intenzione a causa dei bisbigli di Shaytan allora cercate rifugio in Allah. Davvero Egli È Colui Che Tutto Ode e Tutto Conosce.” [Al-A’raf, 7:199-200]
La maggior parte degli studiosi concorda nel ritenere che la isti’adhah sia raccomandata ma non obbligatoria. Comunque si hanno narrazioni da ‘Ata bin Abi Rabah che sia obbligatorio recitarla durante la preghiera ed anche al di fuori della preghiera qualora si desideri recitare versi dal Libro di Allah.

Sura al-Fatiha verso per verso

“In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso” (versetto 1)
Questa formula si definisce Basmala, e si trova all'inzio di tutte le sure del Corano eccetto la sura 9. È un'invocazione ad Allah (gloria a Lui l'Altissimo) affinché accetti l'azione che segue. Tabari cita una tradizione riferita da Ibn 'Abbâs (che Allah sia soddisfatto di lui), secondo la quale le prime parole che Jibril (Gabriele, pace su di lui) rivolse a Muhammad (pace e benedizioni su di lui), furono: "Dì: mi rifugio in Allah, l'Audiente, il Sapiente, contro Satana il lapidato. Dì: bismi'Llahi 'ar-Rahmani, 'ar-Rahim". La Basmala è composta di due parti, la menzione del Nome divino "bi-smi' llahi" ( in nome di Allah) seguita da due delle qualità o attributi con i quali Allah Stesso (gloria a Lui l'Altissimo) ha voluto che Lo identificassero i Suoi servi : "ar-Rahman, ar-Rahim" (il Compassionevole, il Misericordioso). Pronunciando la prima parte della Basmala il musulmano dice: “Inizio la lettura nominando Allah". Prosegue con i due aggettivi "Rahman" e "Rahim", che derivano dallo stesso verbo che significa fare misericordia. Ci sono molti pareri a proposito della differenza tra questi due Nomi. Come accade sempre di fronte alla Grandezza dell'Altissimo (gloria a Lui) la scienza e la conoscenza umana non sono mai esaurienti e sufficientemente minuziose. Dovendo comunque proporre una traduzione, si accetta l'opinione di coloro i quali ritengono che "ar-Rahman" indichi la caratteristica divina di aver compassione per il creato, dunque "il Compassionevole” , e si rende "ar-Rahîm" come "il Misericordioso". (da Corano.it)

“La lode [appartiene] ad Allah, Signore dei mondi” (versetto 2)
Il significato di hamd è lode e “atto a magnificare, esaltare, decantare”. Ha anche il significato di rida, o compiacimento, ed è l’opposto di dhamm, o biasimo e riprovazione. Il suo significato è più generico e inclusivo di quello di shukr, o ringraziare, perché lo racchiude, ma ha in più ulteriori sfumature e il significato di lode. Allo stesso tempo shukr è solo espresso come risposta ad un favore liddove hamd viene espresso sia come risposta ad un favore che nello stesso tempo ad una azione spontanea di dhikr. A tale rispetto ibn Abbas (che Allah ne sia soddisfatto) disse: “Al-Hamdulillah è l’affermazione di ogni [servo] riconoscente.”
"La lode [appartiene] ad Allah". Il Messaggero di Allah (pace e benedizioni su di lui) disse: "Non c'è niente che Allah ami più che la lode a Lui, per questo si è lodato da Se stesso dicendo "al-hamdu li-Llah". La formula di cui si serve Allah (gloria a Lui l'Altissimo) significa "tutte le lodi appartengono ad Allah", Egli è l'Unico degno di essere lodato.
La parola ar-Rabb può applicarsi soltanto ad Allah. È uno dei Nomi di Allah e significa Colui che Ar-Rabb è Colui Che alleva con amore e sostiene i Suoi servi attraverso la regolarizzazione delle faccende e garantendogli ogni tipo di favori e benedizioni. Più specificatamente, Egli è Colui Che alleva con amore e sostiene i suoi amici sinceri correggendone e purificandone i cuori, le anime e i comportamenti. Questo è il motivo per il quale le loro suppliche sono spesso fatte con questo Nobile Nome, perché essi bramano questo modo di essere allevati e sostenuti con amore. [As-Sa’di , ‘Taysir al-Karim ar-Rahman’,p.16]
Alamin ha svariati significati, è il plurale di alam (che rappresenta anch’esso un plurale, non ha alcuna forma singolare). Al-Fara’ e Abu Ubaydah dissero:
Al-Alam è un termine che si riferisce ad ogni cosa che possegga intelletto e cioè a quattro categorie di esseri: il genere umano, i Jinn, gli Angeli, e i demoni. Il termine alam non può designare il regno animale perché questo plurale si riferisce in modo specifico a coloro che posseggono un intelletto.

“il Compassionevole (ar-Rahman), il Misericordioso (ar-Rahim)” (versetto 3)
Come è già stato accennato sopra, queste sono due descrizioni di Allah l’Eccelso e due dei Suoi Bellissimi Nomi derivati da ar-Rahma (misericordia) in modo da esprimere significati intensi e molto profondi.
Ar-Rahman è più intenso di ar-Rahim in quanto ar-Rahman è Colui Che possiede una grazia ed una misericordia che si estendono a tutte le creature in questo mondo e ai credenti nell’al di là. Ar-Rahim d’altro canto è Colui Che provvede grazia che si estende soltanto ai credenti nel Giorno del Giudizio, così spiegano la maggioranza dei sapienti. Dalla discussione di ibn Jarir [at-Tabari] si può dedurre che c’è consenso su tale argomento e il commento di alcuni dei Salaf fa trapelare che a questa interpretazione sia stato dato un certo peso come afferma ibn Kathir.

“Re del Giorno del Giudizio” (versetto 4)
I recitanti hanno due modi diversi di recitare la prima parola di questo verso.
Nel primo caso si recita Malik, o Re. Stando a tale recitazione, la parola indica “re” e viene interpretata spiegando che in quel Giorno, la sovranità apparterrà ad Allah Solo e a nessun altro essere, anche se quest’ultimo soleva essere re sulla terra. Allah dice:
“del Giorno in cui compariranno e nulla di loro sarà celato ad Allah. A chi apparterrà la sovranità in quel Giorno? Ad Allah, l'Unico, il Dominatore.” (Corano, Sura Al-Ghafir, Il Perdonatore, 40:16)
Esiste una seconda possibilità, quella cioè di recitarla come Maalik, cioè il Padrone, che viene interpretato spiegando che in quel Giorno ogni cosa apparterrà ad Allah e nessun altro. Nessuno, infatti, potrà esprimere un’opinione oppure imporre una regola come soleva fare in questo mondo.
Allah dice:
“Il Giorno in cui lo Spirito e gli angeli si ergeranno in schiere, nessuno oserà parlare, eccetto colui cui il Compassionevole l'avrà permesso e che dirà cose vere.” (Corano, Sura an-Naba, L’annuncio, 78:38)
Entrambi i modi di pronunciare e recitare tale parola arrecano dei significati logici e validi.
La parola ‘yawm’ si riferisce ad un periodo di tempo. Nell’uso commune essa si riferisce al tempo tra l’inizio dell’alba e il tramonto. Può anche riferirsi ad una particolare porzione di tempo o ora in un giorno.
La parola ‘din’ qui significa ‘del computo, della resa dei conti’ o ‘ della ricompensa’.
Il Giorno in cui le creature saranno giudicate: il Giorno della Resurrezione. Egli li ricompenserà per le loro azioni, se esse furono buone ci sarà del bene, se essere furono cattive, ci saranno penose conseguenze, eccetto per quello che Egli Solo perdona, perché l’unico ordine [in quel Giorno] sarà il Suo ordine.

“Te noi adoriamo e a Te chiediamo aiuto.” (versetto cinque)
La prima parte del versetto: “Te noi adoriamo”, è l’attualizzazione del significato de ‘La ilaha illa Allah’ (non c’è nessuno degno di adorazione oltre Allah), in quanto il suo significato comprende una negazione ed un’affermazione.
L’aspetto che nega, “la ilaha”, significa la rimozione di ogni singolo oggetto di adorazione a parte Allah nell’atto di venerazione. L’aspetto che afferma, è contenuto nelle parole “illa Allah”, che significa dichiarare che Egli è il Signore dei Cieli e della Terra Solo per tutte le faccende di venerazione come è stato legislato dalla Shari’ah.
L’interezza della religione islamica ruota intorno a questi due concetti: i musulmani non venerano altri, se non Allah, e non ripongono la propria fiducia in altri o in nessuna cosa, se non Allah. Non c’è nessuna altra strada per la vittoria ed il successo se non nel tenersi saldamente a questi due pilastri.
Per questo motivo una dei Salaf disse: “Il segreto del Corano giace nella sura al-Fatiha e il suo segreto è il verso, “Te soltanto noi adoriamo e a Te chiediamo aiuto.””
“Te soltanto noi adoriamo” viene menzionato prima di “e a Te noi chiediamo aiuto” perché la venerazione è il fine prefisso e l’Aiuto di Allah è la strada, il percorso per raggiungere tale fine, dunque la cosa più importante è menzionata prima. Un’ ulteriore spiegazione fornita per spiegare l’ordine delle due frasi, è la regola secondo cui il generale va menzionato prima dello specifico, e per mostrare che l’attenzione dovrebbe essere data prima a il Suo, che Egli sia Eccelso, Diritto sopra il diritto del Suo servo.

“Guidaci sulla retta via” (versetto 6)
Dopo aver lodato Allah, il servo continua col chiederGli favori dalla Sua generosità e benedizioni. Questo è il modo più virtuoso e corretto di chiedere Allah, cioè lodandoLo prima, e chiedendoGli poi delle cose.
Abu Dawud riferì da Fudalah bin Ubaid che il Messaggero di Allah (pace e benedizioni su di lui) udì un uomo supplicare in preghiera. Egli non glorificò Allah e neppure invocò le benedizioni sul Profeta (pace e benedizioni su di lui). Il Messaggero di Allah (pace e benedizioni su di lui) disse: “È stato troppo precipitoso”. Poi lo chiamò e disse a lui e a coloro i quali erano lì intorno: “Quando un individuo supplica, dovrebbe iniziare glorificando il suo Signore e lodandoLo, dovrebbe invocare la pace e le benedizioni sul Profeta (pace e benedizioni su di lui), e dopo supplicare Allah per ogni cosa che desidera.” [Abu Dawud]
Quando il servo combina nelle sue suppliche una serie di elementi, quali la sincerità del cuore, la sua devozione, il consacrarsi unicamente ad Allah, e poi lo supplica per ottenere un favore, e lo fa, inoltre, in uno dei sei momenti adeguati, allora è più probabile che la sua supplica venga risposta. I sei momenti sono: durante l’ultimo terzo della notte; al tempo dell’adhan; tra l’adhan e l’iqamah; alla fine delle preghiere prescritte; dal tempo in cui l’Imam sale sul pulpito fino al tempo in cui la preghiera si è conclusa nel giorno di Jumu’ah; l’ultima ora dopo la preghiera dell’Asr.
La parola ‘hidayah’, linguisticamente significa direzione e guida, essa è adoperata in due sensi nel Corano.
Essa viene adoperata col significato di guida e direzione, non tenendo conto del fatto che l’individuo a cui sia stato chiarito [il messaggio] scelga o meno il sentiero della guida.
A tale rispetto vi è il dire di Allah:
“Guidammo i Thamûd, ma preferirono l'accecamento, alla guida. La folgore del castigo umiliante li colpì per quel che si erano meritati” (Corano, Sura al-Fussilat, Esposti chiaramente, 41:17)
Significa ‘Noi abbiamo resa Chiara ad essi la Vera Strada attraverso le parole del Nostro profeta Salih (pace su di lui)’, nonostante ciò, essi non scelsero questa strada come provato dal Suo dire: ‘ma preferirono l’accecamento, alla guida’.
Il secondo aspetto della guida è che Allah, elargendo la Sua grazia sul Suo servo, ha fatto sì che le sua azioni ed il suo cuore si conformino alla Strada della Verità.
La Strada Giusta o Retta Via è il sentiero, come dire il percoso personale, che ciascun individuo che compie il suo viaggio verso Allah attraversa, e non è altro che obbedienza ad Allah e al Suo Messaggero (pace e benedizioni su di lui).
I Salaf avevano descritto la Strada Giusta in varii modi ma la loro descrizione ruotava sempre intorno a questi fatti basici:
il Libro di Allah come affermato da Ali bin Abi Taleib e da altri;
l’Islam come affemato da ibn Abbas, ibn Mas’ud, ad-Dahak e altri;
la religione di Allah oltre la quale Egli non accetta altra, affermato da al-Hanafiyyah;
il Profeta (pace e benedizioni su di lui) e i due Khalifa che lo seguirono come affermato da Abu al-Aliyah e HAsan al-Basri;
la verità come affermato da Mujahid.
Difatti non vi altro che l’obbedienza ad Allah e al Suo Messaggero (pace e benedizioni su di lui).
I Salaf hanno descritto la Strada Giusta o Retta Via in varii modi ma tutte le opinioni sono corrette. Dunque chiunque segua l’Islam, ha seguito il Profeta (pace e benedizioni su di lui) e i due Khalifa che lo successero, cioè Abu Bakr e Omar. Chiunque li abbia seguiti, ha seguito la Verità, e chiunque abbia seguito la Verità, allora ha seguito il Corano, e chiunque abbia seguito il Corano, ha obbedito ad Allah.
Si potrebbe chiedere: allora perché il fedele che è già stato guidato, chiede di essere guidato?
Shaykh al-Islaam ibn Taymiyyah dice:
Il caso menzionato è simile a quello che alcuni chiedono a riguardo del Suo dire: “Guidaci sulla Strada Giusta” (Al-Fatiha 1:6) dicendo: “Se Allah ha già guidato il fedele, che beneficio c’è nel cercare la guida? […] Il significato è cercare la guida nell’agire in accordo con tutto quello che Allah ha ordinato, e lasciare quello che Egli ha reso illecito in ogni faccenda. Questo perché anche se un individuo ha in linea generale, creduto che Muhammad è il Messaggero di Allah e che il Corano è la verità, ha comunque bisogno di sapienza riguardo tutto quello che possa beneficiarlo oppure danneggiarlo. Egli ha bisogno di sapere nei dettagli tutto quello che gli è stato comandato di fare oppure che gli sia stato proibito in tutte quelle aree del sapere in cui non ha alcuna conoscenza. Non solo ciò ma anche ciò di cui ha conoscenza ma che non riesce a mettere in pratica!
Presumento che un individuo sia a conoscenza già di tutti i comandi e le proibizioni contenute nel Corano e nella Sunnah, quest’ultimi (il Corano e la Sunnah) contengono leggi generali ed universali, e dunque non è possibile sapere in dettaglio per una situazione specifica, perciò alla persona è stato comandato di chiedere la guida alla Strada Giusta o Retta Via.
La Guida alla Strada Giusta include: competenza su ciò con cui venne il Messaggero (pace e benedizioni su di lui) in dettaglio, competenza degli ordini generali e interesse ad agire in accordo alla propria conoscenza perché l’avere conoscenza non significa sempre ottenere la guida se non si agisce basandosi su quella conoscenza.

“la via di coloro che hai colmato di grazia, non di coloro che [sono incorsi] nella [Tua] ira, né degli sviati.” (versetto 7)
Dopo che il fedele ha richiesto di essere guidato alla Strada Giusta, Allah poi prosegue chiarendo ulteriormente quale sia la Strada Giusta, e questo è spiegato dettagliatamente nella Sura an-Nisa (interpretazione del significato):
“No, per il tuo Signore, non saranno credenti finché non ti avranno eletto giudice delle loro discordie e finché non avranno accettato senza recriminare quello che avrai deciso, sottomettendosi completamente. Se avessimo ordinato loro: “Uccidetevi”; oppure: “Abbandonate le vostre case”, solo un piccolo gruppo di loro l'avrebbe fatto. Sarebbe meglio che facessero quello a cui vengono esortati e ciò li rafforzerebbe; [inoltre] daremo loro una ricompensa immensa e li guideremo sulla retta Via. Coloro che obbediscono ad Allah e al Suo messaggero saranno tra coloro che Allah ha colmato della Sua grazia: Profeti, uomini di verità, martiri, gente del bene; che ottima compagnia!”
(Corano, Sura An-Nisa, Le Donne, 4:65-69)
Vi sono coloro che hanno conosciuto la verità ma se ne sono allontanati come gli ebrei e coloro che si comportano alla stessa loro maniera. Dice Allah (interpretazione del significato):
“Fra loro ci sono quelli che fanno finta di ascoltarti, ma, quando sono usciti dalla tua casa, dicono a coloro cui è stata data la scienza: “Che cosa ha detto poc'anzi?”. Essi sono coloro cui Allah ha suggellato i cuori e che si abbandonano alle loro passioni. Quanto invece a coloro che si sono aperti alla guida, Egli accresce la loro guida e ispira loro il timore [di Allah]. “ (Corano sura Muhammad, 47:16-17)
Gli ebrei o coloro che agiscono parimenti, non sono guidati sulla Strada Giusta perché hanno preferito di seguire i propri desideri; dunque pur possedendo la conoscenza, gli ebrei scelgono di non metterla in pratica. Ciò non toglie che se l'uomo è sviato per causa dell'ignoranza, può sempre sperare di elevarsi con la conoscenza, invece se la deviazione deriva dalla libera scelta di preferire i propri desideri, è sicuramente più difficile sperare che si scelga di seguire la Strada Giusta. Per questo vi è l'ammonizione di un forte castigo nei confronti di chi non agisce con la propria conoscenza.
‘al dhallin’:gli sviati, sono coloro che hanno abbandonato la verità per ignoranza e deviazione, come i cristiani. Essi agiscono, ma con ignoranza. Uno dei Salaf affermò: “Chi si svia tra i servi di questa ummah, somiglierà ai cristiani”. Ed infatti vi sono delle sette Sufi che adorano Allah con ignoranza e sviamento.
Secondo un commento di Ibn 'Abbas (che Allah sia soddisfatto di lui) "coloro che hai colmato dei Tuoi doni" sono i Sinceri (siddiqûn), quelli che hanno avuto il martirio testimoniando la fede (shuhadâ.), i Devoti (salîhûn).

Dire Amin dopo aver completato la recitazione di al-Fatiha
È raccomandato dire ‘Amin’ al termine di sura al-Fatiha, dopo un’opportuna breve pausa dopo aver completato la parola “dallin”, per separare quello che fa parte del Corano e quello che non ne fa parte.
Il significato di ‘Amin’ stando all’opinione della maggioranza dei sapienti è: ‘O Allah rispondi alla nostra supplica’. Maqatil disse che dona forza alla supplica ed è motive di benedizioni.

Sura Al-Fatiha è una cura per le malattie del cuore e del corpo:
La malattia del cuore si verifica per: corruzione della conoscenza o corruzione dell’intento.
Queste due cause conducono a due malattie fatali: sviamento e rabbia. Lo sviamento è il risultato finale della corruzione della , e la rabbia è il risultato finale della corruzione dell’intento. Queste due malattie sono i principali morbi del cuore. Quando si richiede la guida per la Retta Via, si chiede ciò che curerà la malattia dello sviamento.
Se attualizzato, reso reale, tale versetto: ‘Te noi adoriamo e a Te chiediamo aiuto” (versetto 5) diventa la cura contro la corruzione dell’intento. Questo perché l’intento è legato agli obiettivi e ai mezzi per raggiungerli. Perciò la cura è scissa in sei parti:
1. Venerare Allah Solo.
2. Fare quello che Egli ha ordinato e legislato.
3. Non farsi sviare dai propri desideri.
4. Non dare credito a semplici opinioni e luoghi comuni della gente.
5. Chiedere ad Allah il Suo aiuto per concretizzare ed attuare quanto sopra.
6. Non fare affidamento su se stessi.
Inoltre il cuore è assediato da due malattie pericolose e distruttive, e tale verso costituisce una terapia contro di esse. Ibn Taymiyyah ha detto:
“Te noi adoriamo” reprime l’ostentazione, e “a Techiediamo aiuto” reprime l’arroganza.
Per quanto riguarda il suo curare le malattie fisiche, questo può essere chiarito dall’hadith di Abu Sa’id, riferito in Sahih al-Bukhari, stando al quale dopo che egli aveva recitato la sura al-Fatiha per curare una persona che era stata punta da uno scorpione, il Messaggero di Allah (pace e benedizioni su di lui) gli chiese: “E come hai fatto a sapere che era una ruqya?”

Sura al-Fatihah comprende il Significato dell’intero Corano
Come si accennava all’inizio di questo articolo, la sura al-Fatiha è stata denominata la Madre del Corano, il perché risiede nel fatto che essa sintetizza succintamente l’interezza del Corano. Siamo in una posizione adesso per poter analizzare ulteriormente questa affermazione inshaa’Allah.
La Sura include affermazioni di Tawhid nelle sue varie categorie:
1.Tawhid ar-Rububiyah: l’Unicità di Allah nella Sua Signoria, contenuto in “Signore dei mondi”.
2. Tawhid al-Uluhiyah: l'Unicità del diritto esclusivo di culto ad Allah, in quanto ogni atto di adorazione deve essere compiuto sinceramente soltanto per Lui, quando Allah dice: “ Te noi adoriamo e a Te chiediamo aiuto.”
3. Tawhid al-Asma was Sifat: l’Unicità di Allah nei Suoi Nomi ed Attributi che sono perfetti ed unici Solo per Lui: “La lode [appartiene]ad Allah”

Essa ci insegna a lodare e glorificare Allah menzionando i Suoi Bellissimi e Perfetti Nomi ed Attributi.
Ci istruisce riguardo alla Sua Misericordia e la Sua Giustizia.
Ci informa sul Giorno del Giudizio e la ricompensa delle nostre azioni.
Ci insegna che la ricompensa sarà stabilita con giustizia perfetta.
Incoraggia a compiere buone azioni e dissuade dal commettere peccati.
Insegna ai servi di Allah a chiedere Soltanto a Lui, ad umiliarsi e venerare Lui Soltanto e di riporre la propria fiducia e affidamento in Allah Solo.
Ci insegna a chiedere ad Allah continuamente di guidarci sulla Retta Via.
Ci istruisce sui popoli del passato e ci ammonisce dal cadere negli stessi errori e negli stessi atti di trasgressione e sviamento in cui sono incorsi.
Ci insegna ad aspirare alla compagnia di coloro i quali siano franchi e leali, dei martiri e dei retti.

che Allah mi perdoni per ogni errore di interpretazione amin e che ci porti tutti sulla Retta Via amin

5 Jul 2011

Il Lavoro della donna

tratto da:
La dignità della donna nell'Iislam
مكانة المرآة في الإسلام
ايطالي

di Dr. Abdul Rahman Al-Sheiha
Traduzione all'italiano di Prof. Mohammed HASSANI

Allah l’Altissimo ha creato l'uomo da un maschio e da una femmina e ha stabilito tra i due un rapporto di mutuo amore, di affetto e di rispetto tale da farli cooperare nell'intento di popolare la terra. Allah l'Altissimo ha dotato il maschio di forza e di capacità di resistenza che gli permettono di trovare i mezzi di sostentamento necessari, ha ugualmente dotato la femmina del necessario affinché possa assumersi l’onere della gravidanza, del parto, dell’ allattamento e dell’ educazione dei figli con affetto e tenerezza. Da questa distribuzione delle parti, il compito naturale fondamentale dell'uomo consiste nel lavorare fuori casa, mentre quello della donna consiste nello stare a casa ad accudire ai bisogni della famiglia.
L'Islam non vieta alla donna di lavorare, al contrario, le permette di darsi ad esempio al commercio anche senza il consenso del tutore o del marito. Detto lavoro viene però circoscritto entro limiti precisi e fondato su principi che richiedono di essere scrupolosamente osservati. In seguito si indicheranno alcune delle condizioni che reggono il lavoro femminile:
1-È necessario che non ci sia incompatibilità tra il lavoro femminile e la funzione della donna a casa, in particolare il lavoro non deve scaricare la donna dalle sue responsabilità nei confronti del marito e nei confronti dei figli, né toglierle l'incarico di reggere le vicende di casa. Come la donna ha dei diritti presso il marito, il marito ed i figli ugualmente hanno dei diritti presso la moglie e la madre. Il Profeta disse: "La donna deve reggere la casa di suo marito ed è responsabile del suo gregge..." ( Bukhari n° 853)
2- La donna deve lavorare in compagnia di altre donne, lontano dalla promiscuità e la presenza maschile per non rischiare di diventare preda di lupi che possano abusare di lei e calpestare la sua dignità e il suo onore. Il Profeta disse: "Nessuno si isoli con una donna, ché Satana sarà sempre il loro terzo." (Ibn Habbane n° 7254)
La scrittrice inglese Lady Cook scrive nel giornale Eco: "Gli uomini sono abituati alla promiscuità; per questo la donna ambisce quello che è contrario alla sua natura. Più grande sarà la promiscuità più numerosi saranno i figli illegittimi ed è un gran malanno."
Said Kutb scrive da parte sua: "L'uomo come la donna, ha diritto ad una vita di tranquillità presso il coniuge ed a non trovarsi esposto alla seduzione che al meglio distoglierà i suoi sentimenti dalla moglie e al peggio lo condurrà allo sbandamento e al peccato, il ché metterà in pericolo il legame sacro, cancellerà la fiducia reciproca ed annienterà la quiete. Tali pericoli sono frequentissimi nelle società dove prevale la promiscuità e nelle quali la donna pavoneggia esibendo il suo fascino accompagnata dai demoni della tentazione e della seduzione. La realtà è in contrasto con quello che ci ripetono qua e là i pappagalli e gli smarriti secondo i quali la promiscuità addolcisce i costumi, libera le energie represse, insegna ad ambo i sessi le regole della conversazione e della buona condotta e procura esperienza –anche a costo del peccato - e libertà di scelta del coniuge, garantendo per l'uno e l'altro uno stretto e durabile rapporto.
Affermo con decisione che questa tesi è smentita dalla realtà; la realtà è fatta di deviazioni permanenti, di continue fluttuazioni e costanti tentennamenti nei sentimenti, di focolari domestici distrutti dal divorzio e da altre calamità, di infedeltà coniugali reciproche in costante crescita in queste società. Quanto alla fiaba dell'addolcimento dei costumi e della sana liberazione delle energie con gli incontri e le conversazioni, che si interroghino le allieve incinte dei licei americani in cui la percentuale raggiunge a volte il 48% !
Le rarissime coppie felici che hanno sperimentato la promiscuità assoluta e la libertà di scelta del coniuge, non devono far dimenticare le altissime percentuali di famiglie distrutte dal divorzio in America; queste percentuali sono in costante aumento man mano che aumentano la promiscuità e la libertà di scelta."
3- La terza condizione è che il lavoro sia lecito e adatto alla natura della donna, cioè che sia un lavoro che corrisponda alle attitudini e capacità femminili e non contribuisca ad avvilirla o disprezzarla: come i lavori nei campi industriali, delle armi o nel campo della pulizia delle strade urbane.
A questo punto, non possiamo eludere di porre la domanda che segue: ma perché la donna lavora?
Se la donna lavora nell'intento di sopravvivere e prendersi a carico, l'Islam glielo evita perché le garantisce la presa a carico per tutta la vita. L'Islam prescrive infatti al padre di prendere a carico la figlia fino al suo matrimonio, dopo di che viene presa a carico dai suoi figli. Se le muore il marito spetta di nuovo al padre riprenderla a carico, se il padre non è più in vita, sono i suoi figli che assumono la sua presa a carico, ma se i figli sono minorenni, sono i suoi fratelli che si occupano di lei. Dalla nascita alla morte la donna viene presa a carico nello scopo di permetterle di svolgere correttamente l'esclusiva e difficile funzione di curare il suo domicilio e di educare i suoi figli.
Il pensatore Samuel Smils che fu uno dei promotori della rinascita inglese moderna dice: "Il sistema che prescrive alla donna di lavorare nelle fabbriche, qualunque sia la ricchezza che ne risulterà per il paese, ha come conseguenza la distruzione del focolare domestico, perché attacca la sua struttura, distrugge i pilastri della famiglia, lacera i legami sociali. Privando l'uomo della moglie, e i figli dai loro genitori tale sistema porta solo al degrado dei costumi femminili, perché il lavoro vero della donna consiste nell'assumere la sua funzione a casa, la cura del focolare domestico, la gestione del bilancio familiare, l'educazione dei figli. Le fabbriche le hanno sottratto tutti questi compiti, cosicché le case sono diventate ombre di se stesse, i figli crescono senza educazione abbandonati a se stessi, l'amore coniugale si è spento, la donna non è più la sposa gentile compagna dell'uomo ed è diventata la collega di lavoro ed è ormai esposta alle influenze che spesso cancellano l'umiltà intellettuale e morale, base e terreno di coltivazione della virtù."