Voci di donne che spiegano l'Islam in modo semplice al di là dei pregiudizi.
18 Aug 2012
12 Aug 2012
Al-Qada (recuperare i giorni mancati di digiuno)
Non è obbligatorio (wajib) recuperare i giorni mancati di Ramadan immediatamente. L’obbligo è quello di recuperarli come si è in grado di fare come Aisha (che Allah ne sia compiaciuto) ha detto: “Solevo dover recuperare alcuni dei digiuni di Ramadan e non riuscivo a farlo prima del seguente Sha’ban.” (Al-Bukhari e Muslim)
Al Hafidh ibn Hajar disse: “In questo hadith c’è la prova che è possibile ritardare i giorni mancati di digiuno per un tempo indefinito sia che ci sia un buon motivo che non.”
Comunque è risaputo che sia preferibile recuperarli non appena possibile date le molteplici prove che indicano che il fedele si deve affrettare a fare bene e non posticiparlo al future. Allah (Che sia Glorificato) ha detto:
وَسَارِعُوٓاْ إِلَىٰ مَغۡفِرَةٍ۬ مِّن رَّبِّڪُمۡ وَجَنَّةٍ عَرۡضُهَا ٱلسَّمَـٰوَٲتُ وَٱلۡأَرۡضُ أُعِدَّتۡ لِلۡمُتَّقِينَ
“Affrettatevi al perdono del vostro Signore e al Giardino vasto come i cieli e la terra, che è preparato per i Muttaqin (timorati)” (Corano, sura Ali ‘Imran, La Famiglia di Imran, 3:133)
E Allah ha anche detto:
أُوْلَـٰٓٮِٕكَ يُسَـٰرِعُونَ فِى ٱلۡخَيۡرَٲتِ وَهُمۡ لَهَا سَـٰبِقُونَ
“Essi sono coloro che si affrettano al bene e sono i primi ad assolverlo.” (Corano, Sura Muminun, I Credenti, 23:61)
Non è obbligatorio recuperare i giorni mancati nei giorni successivi.
Allah (Che sia Glorificato) ha detto:
فَمَن كَانَ مِنكُم مَّرِيضًا أَوۡ عَلَىٰ سَفَرٍ۬ فَعِدَّةٌ۬ مِّنۡ أَيَّامٍ أُخَرَۚ
“Chi però è malato o è in viaggio, digiuni in seguito altrettanti giorni.” (Corano Sura Al-Baqara, La Giovenca, 2:183)
Ibn Abbas disse: “Non c’è nulla di male se si dividono (i giorni da recuperare).” [Darqutni]
I Sapienti sono concordi nell’affermare che colui che non sia in grado di digiunare, possa sfamare una persona povera per ogni giorno che non ha digiunato, e che nessuno possa digiunare in sua vece se vivente.
Comunque, chiunque muoia avendo un giuramento di digiuno che non sia riuscito ad adempiere, allora il suo wali (tutore, progenie) dovrà farlo in sua vece. Questo è confermato dal Messaggero di Allah (pace e benedizioni su di lui) che disse: “Chiunque muoia e lasci dei giorni di digiuno da recuperare, allora il suo wali deve digiunare in sua vece.” [Bukhari e Muslim]
Tratto da: The rulings of Ramadan
Islamic Centre in Colchester University
Da salafipublications.com
Al Hafidh ibn Hajar disse: “In questo hadith c’è la prova che è possibile ritardare i giorni mancati di digiuno per un tempo indefinito sia che ci sia un buon motivo che non.”
Comunque è risaputo che sia preferibile recuperarli non appena possibile date le molteplici prove che indicano che il fedele si deve affrettare a fare bene e non posticiparlo al future. Allah (Che sia Glorificato) ha detto:
وَسَارِعُوٓاْ إِلَىٰ مَغۡفِرَةٍ۬ مِّن رَّبِّڪُمۡ وَجَنَّةٍ عَرۡضُهَا ٱلسَّمَـٰوَٲتُ وَٱلۡأَرۡضُ أُعِدَّتۡ لِلۡمُتَّقِينَ
“Affrettatevi al perdono del vostro Signore e al Giardino vasto come i cieli e la terra, che è preparato per i Muttaqin (timorati)” (Corano, sura Ali ‘Imran, La Famiglia di Imran, 3:133)
E Allah ha anche detto:
أُوْلَـٰٓٮِٕكَ يُسَـٰرِعُونَ فِى ٱلۡخَيۡرَٲتِ وَهُمۡ لَهَا سَـٰبِقُونَ
“Essi sono coloro che si affrettano al bene e sono i primi ad assolverlo.” (Corano, Sura Muminun, I Credenti, 23:61)
Non è obbligatorio recuperare i giorni mancati nei giorni successivi.
Allah (Che sia Glorificato) ha detto:
فَمَن كَانَ مِنكُم مَّرِيضًا أَوۡ عَلَىٰ سَفَرٍ۬ فَعِدَّةٌ۬ مِّنۡ أَيَّامٍ أُخَرَۚ
“Chi però è malato o è in viaggio, digiuni in seguito altrettanti giorni.” (Corano Sura Al-Baqara, La Giovenca, 2:183)
Ibn Abbas disse: “Non c’è nulla di male se si dividono (i giorni da recuperare).” [Darqutni]
I Sapienti sono concordi nell’affermare che colui che non sia in grado di digiunare, possa sfamare una persona povera per ogni giorno che non ha digiunato, e che nessuno possa digiunare in sua vece se vivente.
Comunque, chiunque muoia avendo un giuramento di digiuno che non sia riuscito ad adempiere, allora il suo wali (tutore, progenie) dovrà farlo in sua vece. Questo è confermato dal Messaggero di Allah (pace e benedizioni su di lui) che disse: “Chiunque muoia e lasci dei giorni di digiuno da recuperare, allora il suo wali deve digiunare in sua vece.” [Bukhari e Muslim]
Tratto da: The rulings of Ramadan
Islamic Centre in Colchester University
Da salafipublications.com
9 Aug 2012
La preghiera Tarawih
Stabilire la preghiera norturna durante le notti di Ramadan
È confermato nella Shari’ah che tale Salaah (preghiera) fu offerta dal Messaggero di Allah (pace e benedizione su di lui) in congregazione.
Aisha disse: “Il Messaggero di Allah (pace e benedizione su di lui) uscì nell’ultima parte della notte e pregò nella moschea e alcuni uomini pregarono con lui. Il giorno seguente la gente iniziò a parlarne, dunque altre persone giunsero (la notte seguente) per pregare. Di nuovo il mattino seguente la gente ne parlò e la terza notte sopraggiunsero parecchie persone. Il Messaggero (pace e benedizione su di lui) di Allah (Che sia Glorificato) uscì, e tutti pregarono con lui. La quarta notte la moschea non era sufficientemente grande da contenere il numero di persone che si era radunato, malgrado ciò il Messaggero (pace e benedizione su di lui) (non uscì). Egli (pace e benedizione su di lui) uscì, invece, per la preghiera del Fajr. Dopo aver ultimato la preghiera si rivolse alla gente, pronunciò la Shahadah e poi aggiunse: “Sapevo dove eravate ma temevo che sarebbe diventato un atto obbligatorio per voi e poi sareste stati incapaci di osservarlo.” [Bukhari]
Il Messaggero (pace e benedizione su di lui) di Allah (Che sia Glorificato) morì e la faccenda relativa alla preghiera Tarawih rimase questa (che cioè è raccomandata e che si può pregare in congregazione). La paura che essa potesse diventare obbligatoria fu rimossa dopo la sua (pace e benedizione su di lui) morte. Il Califfo rettamenteo guidato Umar Ibn Al-Khattab rilanciò la Sunnah del pregare Tarawih in congregazione.
Abd Ar-Raham disse: “Uscii con Umar (che Allah ne sia compiaciuto) durante una notte di Ramadan e la gente era divisa. Si poteva vedere una persona che pregava da sola mentre un’altra pregava e altre che pregavano con questa. Umar allora disse: “Credo che se riunisco tutti questi fedeli, facendone un’unica congregazione al cui capo vi sia un’unica persona, sarebbe meglio.” Egli poi decise di fare questo: dunque egli li radunò e ne fece Ubay Ibn Ka’b, loro Imam. Allora uscii con lui un’altra notte e i fedeli stavano pregando dietro il loro Imam. Umar disse: “Che bella cosa che è”. [Bukhari]
Il numero di Rak’at della preghiera Tarawih
C’è differenza di opinione fra i Sapienti a riguardo del numero di rak’at che vadano eseguite durante la preghiera notturna di Ramadan. Comunque, il numero corretto è stabilito da quello che il Messaggero (pace e benedizione su di lui) fece, cioè otto rak’at e tre rak’at per la preghiera del Witr.
Aisha disse: “Il Messaggero di Allah (pace e benedizione su di lui) non ha mai superato le undici rak’at in Ramadan o durante altri mesi (per la preghiera notturna).” [Bukhari]
Non c’è prova che suggerisca che il Messaggero (pace e benedizione su di lui) pregasse sia la preghiera Tahajjud e Tarawih in quelle quattro notti (contando sul fatto che le preghiere Tahajjud e Tarawih sono due preghiere diverse). Con i nomi diversi tali Tahajjud, Tarawih, Qiyyaul-Lail , si indicano le otto rak’at e le tre di Witr che il Messaggero (pace e benedizione su di lui) soleva pregare sia in Ramadan che in altri mesi come Aisha ha spiegato.
Jabir Ibn ‘Abdullah era concorde con Aisha, egli disse: “Quando il Profeta pregò con i fedeli durante Ramadan , pregò otto rak’at e poi eseguì la preghiera del Witr.” [Ibn Hibban]
Quando Umar ravvivò l’usanza di eseguire la preghiera Tarawih in congregazione sotto Ubay Ibn Ka’ab, volle che lui pregasse undici rak’at come era usanza del Messaggero (pace e benedizione su di lui). Sa’id Ibn Yazid disse: “Umar Ibn Al-Khatab ordinò ad Ubay Ibn Ka’ab e Tamiman Ad Darie di eseguire undici rak’at con i fedeli. Colui che recitava, soleva recitare centinaia di versi e noi solevano appoggiarci ai nostri bastoni per il lungo indugiare all’inpiedi, e non lasciavamo il posto fino all’inizio del Fajr.” [Al Muwatta di Imam Malik]
Quella di cui sopra è la più autentica delle narrazioni relative al numero di rak’at che Umar aveva regolato. Qualsiasi altra narrazione relativa al numero di rak’at (la maggior parte sono connesse a Umar) per la preghiera notturna è debole. Inoltre esse contraddicono quanto stabilito dal Messaggero di Allah (pace e benedizioni su di lui).
Tratto da: The Rulings of Ramadan
Islamic Centre in Colchester University
da salafipublications.com
È confermato nella Shari’ah che tale Salaah (preghiera) fu offerta dal Messaggero di Allah (pace e benedizione su di lui) in congregazione.
Aisha disse: “Il Messaggero di Allah (pace e benedizione su di lui) uscì nell’ultima parte della notte e pregò nella moschea e alcuni uomini pregarono con lui. Il giorno seguente la gente iniziò a parlarne, dunque altre persone giunsero (la notte seguente) per pregare. Di nuovo il mattino seguente la gente ne parlò e la terza notte sopraggiunsero parecchie persone. Il Messaggero (pace e benedizione su di lui) di Allah (Che sia Glorificato) uscì, e tutti pregarono con lui. La quarta notte la moschea non era sufficientemente grande da contenere il numero di persone che si era radunato, malgrado ciò il Messaggero (pace e benedizione su di lui) (non uscì). Egli (pace e benedizione su di lui) uscì, invece, per la preghiera del Fajr. Dopo aver ultimato la preghiera si rivolse alla gente, pronunciò la Shahadah e poi aggiunse: “Sapevo dove eravate ma temevo che sarebbe diventato un atto obbligatorio per voi e poi sareste stati incapaci di osservarlo.” [Bukhari]
Il Messaggero (pace e benedizione su di lui) di Allah (Che sia Glorificato) morì e la faccenda relativa alla preghiera Tarawih rimase questa (che cioè è raccomandata e che si può pregare in congregazione). La paura che essa potesse diventare obbligatoria fu rimossa dopo la sua (pace e benedizione su di lui) morte. Il Califfo rettamenteo guidato Umar Ibn Al-Khattab rilanciò la Sunnah del pregare Tarawih in congregazione.
Abd Ar-Raham disse: “Uscii con Umar (che Allah ne sia compiaciuto) durante una notte di Ramadan e la gente era divisa. Si poteva vedere una persona che pregava da sola mentre un’altra pregava e altre che pregavano con questa. Umar allora disse: “Credo che se riunisco tutti questi fedeli, facendone un’unica congregazione al cui capo vi sia un’unica persona, sarebbe meglio.” Egli poi decise di fare questo: dunque egli li radunò e ne fece Ubay Ibn Ka’b, loro Imam. Allora uscii con lui un’altra notte e i fedeli stavano pregando dietro il loro Imam. Umar disse: “Che bella cosa che è”. [Bukhari]
Il numero di Rak’at della preghiera Tarawih
C’è differenza di opinione fra i Sapienti a riguardo del numero di rak’at che vadano eseguite durante la preghiera notturna di Ramadan. Comunque, il numero corretto è stabilito da quello che il Messaggero (pace e benedizione su di lui) fece, cioè otto rak’at e tre rak’at per la preghiera del Witr.
Aisha disse: “Il Messaggero di Allah (pace e benedizione su di lui) non ha mai superato le undici rak’at in Ramadan o durante altri mesi (per la preghiera notturna).” [Bukhari]
Non c’è prova che suggerisca che il Messaggero (pace e benedizione su di lui) pregasse sia la preghiera Tahajjud e Tarawih in quelle quattro notti (contando sul fatto che le preghiere Tahajjud e Tarawih sono due preghiere diverse). Con i nomi diversi tali Tahajjud, Tarawih, Qiyyaul-Lail , si indicano le otto rak’at e le tre di Witr che il Messaggero (pace e benedizione su di lui) soleva pregare sia in Ramadan che in altri mesi come Aisha ha spiegato.
Jabir Ibn ‘Abdullah era concorde con Aisha, egli disse: “Quando il Profeta pregò con i fedeli durante Ramadan , pregò otto rak’at e poi eseguì la preghiera del Witr.” [Ibn Hibban]
Quando Umar ravvivò l’usanza di eseguire la preghiera Tarawih in congregazione sotto Ubay Ibn Ka’ab, volle che lui pregasse undici rak’at come era usanza del Messaggero (pace e benedizione su di lui). Sa’id Ibn Yazid disse: “Umar Ibn Al-Khatab ordinò ad Ubay Ibn Ka’ab e Tamiman Ad Darie di eseguire undici rak’at con i fedeli. Colui che recitava, soleva recitare centinaia di versi e noi solevano appoggiarci ai nostri bastoni per il lungo indugiare all’inpiedi, e non lasciavamo il posto fino all’inizio del Fajr.” [Al Muwatta di Imam Malik]
Quella di cui sopra è la più autentica delle narrazioni relative al numero di rak’at che Umar aveva regolato. Qualsiasi altra narrazione relativa al numero di rak’at (la maggior parte sono connesse a Umar) per la preghiera notturna è debole. Inoltre esse contraddicono quanto stabilito dal Messaggero di Allah (pace e benedizioni su di lui).
Tratto da: The Rulings of Ramadan
Islamic Centre in Colchester University
da salafipublications.com
6 Aug 2012
Digiuno: Considerazioni mediche per i fedeli parte seconda
PERCHÉ IL DIGIUNO ISLAMICO È DIVERSO DA ALTRE FORME DI DIGIUNO
(Shahid Athar, Dott. In Medicina)
Il digiuno prescritto ai musulmani è diverso dalle così dette “diete” in quanto ha le caratteristiche benefiche di entrambi i regimi dietetici. I suoi benefici medici unici sono dovuti ai seguenti fattori:
1. Comparato ad altre diete, il digiuno di Ramadan non causa alcuna malnutrizione o inadeguato apporto calorico in quanto non vi è alcuna restrizione sul tipo o sulla quantità di cibo da consumare prima di iniziare il digiuno o all’interruzione del digiuno al tramonto. Questo fu confermato da M.M. Hussaini nel 1974, quando egli condusse un’analisi nutrizionale su studenti musulmani all’Università del Nord Dakota, l’Università Statale a Fargo durante il Ramadan. Egli concluse che l’assunzione calorica degli studenti musulmani durante il digiuno rappresentava i 2/3 della razione giornaliera degli alimenti da assumere.
2. Il digiuno di Ramadan è intrapreso volontariamente. Non è un’imposizione prescritta da un medico. Nella parte del cervello dell’ipotalamo vi è un centro detto “lipostato” che controlla la massa corporea. Quando si raggiunge una considerevole e rapida perdita di peso, dovuta a dieta rigidissima, tale centro non la riconosce come normale e, perciò, riprogramma se stesso così da causare una ripresa del peso rapidamente non appena tale dieta venga interrotta. Dunque l’unico modo efficace per perdere peso è di farlo lentamente, in modo controllato, e gradualmente eliminando il cibo in eccesso. Ramadan rappresenta il mese dell’autoregolamentazione e dell’auto-formazione in termini di apporto di cibo di conseguenza causando, si spera, un cambio duraturo nella lettura del lipostato.
3. Con il digiuno prescritto, i musulmani non sono soggetti unicamente a diete che selezionano il cibo (cioè solo proteine, solo frutta ecc.). Viene consumata una colazione di buonora, prima dell’alba, e poi al tramonto il digiuno viene interrotto con qualcosa di dolce, come ad esempio datteri, frutta, succhi di frutta, per compensare un’eventuale ipoglicemia, seguito da una vera e propria cena.
4. Dopo cena vengono prescritte delle preghiere aggiuntive che aiutano a metabolizzare il cibo. Adoperando un conta-calorie, ho calcolato l’ammontare di calorie bruciate durante la notte di preghiera speciale eseguita durante il Ramadan (tarawih). Questa forma di preghiera, così come le cinque preghiere quotidiane prescritte, mette in opera tutti i muscoli e le giunture, e può essere considerata come una forma leggera di esercizio in termini di calorie bruciate.
5. Il digiuno di Ramadan rappresenta un esercizio di autodisciplina. Per coloro che sono dei fumatori accaniti o che sbocconcellano cibo costantemente, o bevono caffè ogni ora, esso rappresenta un ottimo rimedio per porre un freno a queste abitudini.
6. Inoltre vanno osservati gli effetti psicologici del digiuno di Ramadan , così come essi sono descritti dalle persone che compiono tale digiuno. Essi descrivono un sentimento di pace interiore e tranquillità. Il Profeta (pace e benedizioni su di lui) consigliò coloro che digiunano: “Se qualcuno vi calunnia o vi aggredisce, ditegli ‘Sto digiunando’. Dunque l’ostilità personale durante il mese è minima, difatti il tasso di criminalità nei paesi musulmani decresce durante questo mese.
Secondo la mia esperienza già dai primi giorni di Ramadan, inizio a sentirmi meglio, anche prima di perdere una sola libbra. Lavoro di più e prego di più. La mia resistenza fisica e prontezza mentale migliorano. Dato che ho il laboratorio in ufficio, esamino di solito i miei valori, del tipo glucosio nel sangue, colesterolo, e trigliceridi prima dell’inizio del Ramadan e alla sua fine. Noto un miglioramento netto alla fine. Siccome non sono in sovrappeso, ringraziando Dio, il calo ponderale è minimo. Quelle poche libbre che perdo, le rimetto subito dopo. Digiunare in Ramadan sarebbe una grande benedizione per le persone in sovrappeso con o senza diabete leggero (del tipo 1). Il digiuno apporta beneficio anche a coloro che fumano o che spizzicano di continuo, i quali, in questo mese, possono sbarazzarsi di queste abitudini.
IL DIGIUNO PER PAZIENTI: LINEE GUIDA SUGGERITE
Come menzionato precedentemente, i malati sono esonerati dal digiuno. Ma alcuni, per qualsiasi ragione, decidono di osservarlo lo stesso. Suggerisco ai medici che hanno in cura pazienti musulmani, le seguenti linee guida.
Pazienti diabetici. I diabetici che mantengono la malattia sotto controllo soltanto con la dieta, possono digiunare e si spera, che con un calo ponderale, il loro diabete possa anche essere curato o, come minimo, migliorato. I diabetici che assumono agenti ipoglicemici per via orale, come Orinase, insieme alla dieta, dovrebbero porre estrema cautela qualora decidessero di digiunare. Dovrebbero ridurre la dose di un terzo e assumere la medicina non di mattina, ma alla sera al tempo della rottura del digiuno. Qualora notino sintomi di abbassamento del livello di zucchero nel sangue durante la giornata, dovrebbero interrompere immediatamente il digiuno. I diabetici che utilizzano l’insulina non dovrebbero digiunare. Se lo fanno, a proprio rischio, dovrebbero farlo sotto supervisione attenta oltre che apportare drastici cambiamenti alla dose di insulina. Ad esempio, dovrebbero eliminare del tutto l’insulina che utilizzano regolarmente, e assumere soltanto NPH in dosi separate alla fine del digiuno o prima della colazione che precede l’inizio del digiuno.
Se i diabetici decidono di digiunare devono seguire comunque una dieta per diabetici durante il pasto prima dell’alba, durante il pasto di fine digiuno e la cena. Gli spuntini dolci, comuni in Ramadan, non sono appropriati alla loro malattia. Dovrebbero controllare il livello di zucchero nel sangue prima di colazione e dopo aver terminato il proprio digiuno.
Pazienti ipertensivi o cardiopatici. Coloro che soffrono di pressione arteriosa alta in forma lieve o moderata e sono allo stesso tempo in sovrappeso, dovrebbero essere incoraggiati a digiunare, dato che il digiuno può aiutare a mantenere la pressione arteriosa bassa. Dovrebbero consultare il proprio medico curante per apportare modifiche al trattamento. Ad esempio, per evitare la disidratazione, la dose di diuretico dovrebbe essere ridotta, e agenti ad azione prolungata quali Inderal LA o Tenormina potranno essere assunti una volta al giorno prima del pasto che precede l’alba. Coloro che soffrono di ipertensione acuta e malattie cardiache non dovrebbero digiunare affatto.
Cefalea emicranica. Anche nelle cefalee da tensione, la disidratazione o un livello basso di zucchero nel sangue aggraverà i sintomi, ma nell’emicrania, durante il digiuno, si verifica un aumento nel sangue degli acidi grassi liberi che incideranno sulla severità o peggioramento dell’emicrania attraverso il rilascio di catecolamina. Pazienti con emicrania vengono consigliati di non digiunare.
Donne incinte (gravidanze normali). Non è una situazione semplice. La gravidanza non è una malattia, dunque non ha la stessa esenzione. Non c’è menzione di tale esenzione nel Corano. Comunque, il Profeta (pace e benedizioni su di lui) affermò che le donne incinte e allattanti non devono digiunare. Ciò è in linea col fatto che Dio non vuole che nessuno essere umano soffra, neppure un piccolo feto. Non c’è modo di stabilire un eventuale danno al feto fino alla sua venuta alla luce, e potrebbe essere troppo tardi. Nella mia modesta opinione, durante il primo e il terzo semestre (tre mesi) le donne non dovrebbero digiunare. Se comunque il Ramadan cade durante il secondo trimestre (dal quarto al sesto mese) di gravidanza, una donna può scegliere di digiunare a patto che 1) stia bene in salute, e che 2) ciò sia fatto col permesso della propria ostetrica e sotto controllo. Il danno eventuale al feto non deriverebbe dalla malnutrizione a patto che l’Iftar e il Sahur siano appropriati, ma dalla disidratazione e dall’astinenza prolungata (10-14 ore) dall’acqua. Dunque è raccomandato che qualora i pazienti musulmani decidano di digiunare, lo facciano sotto controllo medico.
(Shahid Athar, Dott. In Medicina)
Il digiuno prescritto ai musulmani è diverso dalle così dette “diete” in quanto ha le caratteristiche benefiche di entrambi i regimi dietetici. I suoi benefici medici unici sono dovuti ai seguenti fattori:
1. Comparato ad altre diete, il digiuno di Ramadan non causa alcuna malnutrizione o inadeguato apporto calorico in quanto non vi è alcuna restrizione sul tipo o sulla quantità di cibo da consumare prima di iniziare il digiuno o all’interruzione del digiuno al tramonto. Questo fu confermato da M.M. Hussaini nel 1974, quando egli condusse un’analisi nutrizionale su studenti musulmani all’Università del Nord Dakota, l’Università Statale a Fargo durante il Ramadan. Egli concluse che l’assunzione calorica degli studenti musulmani durante il digiuno rappresentava i 2/3 della razione giornaliera degli alimenti da assumere.
2. Il digiuno di Ramadan è intrapreso volontariamente. Non è un’imposizione prescritta da un medico. Nella parte del cervello dell’ipotalamo vi è un centro detto “lipostato” che controlla la massa corporea. Quando si raggiunge una considerevole e rapida perdita di peso, dovuta a dieta rigidissima, tale centro non la riconosce come normale e, perciò, riprogramma se stesso così da causare una ripresa del peso rapidamente non appena tale dieta venga interrotta. Dunque l’unico modo efficace per perdere peso è di farlo lentamente, in modo controllato, e gradualmente eliminando il cibo in eccesso. Ramadan rappresenta il mese dell’autoregolamentazione e dell’auto-formazione in termini di apporto di cibo di conseguenza causando, si spera, un cambio duraturo nella lettura del lipostato.
3. Con il digiuno prescritto, i musulmani non sono soggetti unicamente a diete che selezionano il cibo (cioè solo proteine, solo frutta ecc.). Viene consumata una colazione di buonora, prima dell’alba, e poi al tramonto il digiuno viene interrotto con qualcosa di dolce, come ad esempio datteri, frutta, succhi di frutta, per compensare un’eventuale ipoglicemia, seguito da una vera e propria cena.
4. Dopo cena vengono prescritte delle preghiere aggiuntive che aiutano a metabolizzare il cibo. Adoperando un conta-calorie, ho calcolato l’ammontare di calorie bruciate durante la notte di preghiera speciale eseguita durante il Ramadan (tarawih). Questa forma di preghiera, così come le cinque preghiere quotidiane prescritte, mette in opera tutti i muscoli e le giunture, e può essere considerata come una forma leggera di esercizio in termini di calorie bruciate.
5. Il digiuno di Ramadan rappresenta un esercizio di autodisciplina. Per coloro che sono dei fumatori accaniti o che sbocconcellano cibo costantemente, o bevono caffè ogni ora, esso rappresenta un ottimo rimedio per porre un freno a queste abitudini.
6. Inoltre vanno osservati gli effetti psicologici del digiuno di Ramadan , così come essi sono descritti dalle persone che compiono tale digiuno. Essi descrivono un sentimento di pace interiore e tranquillità. Il Profeta (pace e benedizioni su di lui) consigliò coloro che digiunano: “Se qualcuno vi calunnia o vi aggredisce, ditegli ‘Sto digiunando’. Dunque l’ostilità personale durante il mese è minima, difatti il tasso di criminalità nei paesi musulmani decresce durante questo mese.
Secondo la mia esperienza già dai primi giorni di Ramadan, inizio a sentirmi meglio, anche prima di perdere una sola libbra. Lavoro di più e prego di più. La mia resistenza fisica e prontezza mentale migliorano. Dato che ho il laboratorio in ufficio, esamino di solito i miei valori, del tipo glucosio nel sangue, colesterolo, e trigliceridi prima dell’inizio del Ramadan e alla sua fine. Noto un miglioramento netto alla fine. Siccome non sono in sovrappeso, ringraziando Dio, il calo ponderale è minimo. Quelle poche libbre che perdo, le rimetto subito dopo. Digiunare in Ramadan sarebbe una grande benedizione per le persone in sovrappeso con o senza diabete leggero (del tipo 1). Il digiuno apporta beneficio anche a coloro che fumano o che spizzicano di continuo, i quali, in questo mese, possono sbarazzarsi di queste abitudini.
IL DIGIUNO PER PAZIENTI: LINEE GUIDA SUGGERITE
Come menzionato precedentemente, i malati sono esonerati dal digiuno. Ma alcuni, per qualsiasi ragione, decidono di osservarlo lo stesso. Suggerisco ai medici che hanno in cura pazienti musulmani, le seguenti linee guida.
Pazienti diabetici. I diabetici che mantengono la malattia sotto controllo soltanto con la dieta, possono digiunare e si spera, che con un calo ponderale, il loro diabete possa anche essere curato o, come minimo, migliorato. I diabetici che assumono agenti ipoglicemici per via orale, come Orinase, insieme alla dieta, dovrebbero porre estrema cautela qualora decidessero di digiunare. Dovrebbero ridurre la dose di un terzo e assumere la medicina non di mattina, ma alla sera al tempo della rottura del digiuno. Qualora notino sintomi di abbassamento del livello di zucchero nel sangue durante la giornata, dovrebbero interrompere immediatamente il digiuno. I diabetici che utilizzano l’insulina non dovrebbero digiunare. Se lo fanno, a proprio rischio, dovrebbero farlo sotto supervisione attenta oltre che apportare drastici cambiamenti alla dose di insulina. Ad esempio, dovrebbero eliminare del tutto l’insulina che utilizzano regolarmente, e assumere soltanto NPH in dosi separate alla fine del digiuno o prima della colazione che precede l’inizio del digiuno.
Se i diabetici decidono di digiunare devono seguire comunque una dieta per diabetici durante il pasto prima dell’alba, durante il pasto di fine digiuno e la cena. Gli spuntini dolci, comuni in Ramadan, non sono appropriati alla loro malattia. Dovrebbero controllare il livello di zucchero nel sangue prima di colazione e dopo aver terminato il proprio digiuno.
Pazienti ipertensivi o cardiopatici. Coloro che soffrono di pressione arteriosa alta in forma lieve o moderata e sono allo stesso tempo in sovrappeso, dovrebbero essere incoraggiati a digiunare, dato che il digiuno può aiutare a mantenere la pressione arteriosa bassa. Dovrebbero consultare il proprio medico curante per apportare modifiche al trattamento. Ad esempio, per evitare la disidratazione, la dose di diuretico dovrebbe essere ridotta, e agenti ad azione prolungata quali Inderal LA o Tenormina potranno essere assunti una volta al giorno prima del pasto che precede l’alba. Coloro che soffrono di ipertensione acuta e malattie cardiache non dovrebbero digiunare affatto.
Cefalea emicranica. Anche nelle cefalee da tensione, la disidratazione o un livello basso di zucchero nel sangue aggraverà i sintomi, ma nell’emicrania, durante il digiuno, si verifica un aumento nel sangue degli acidi grassi liberi che incideranno sulla severità o peggioramento dell’emicrania attraverso il rilascio di catecolamina. Pazienti con emicrania vengono consigliati di non digiunare.
Donne incinte (gravidanze normali). Non è una situazione semplice. La gravidanza non è una malattia, dunque non ha la stessa esenzione. Non c’è menzione di tale esenzione nel Corano. Comunque, il Profeta (pace e benedizioni su di lui) affermò che le donne incinte e allattanti non devono digiunare. Ciò è in linea col fatto che Dio non vuole che nessuno essere umano soffra, neppure un piccolo feto. Non c’è modo di stabilire un eventuale danno al feto fino alla sua venuta alla luce, e potrebbe essere troppo tardi. Nella mia modesta opinione, durante il primo e il terzo semestre (tre mesi) le donne non dovrebbero digiunare. Se comunque il Ramadan cade durante il secondo trimestre (dal quarto al sesto mese) di gravidanza, una donna può scegliere di digiunare a patto che 1) stia bene in salute, e che 2) ciò sia fatto col permesso della propria ostetrica e sotto controllo. Il danno eventuale al feto non deriverebbe dalla malnutrizione a patto che l’Iftar e il Sahur siano appropriati, ma dalla disidratazione e dall’astinenza prolungata (10-14 ore) dall’acqua. Dunque è raccomandato che qualora i pazienti musulmani decidano di digiunare, lo facciano sotto controllo medico.
Etichette:
digiuno,
Medicina dal Corano e dalla Sunnah,
Ramadan
3 Aug 2012
Digiuno: Considerazioni mediche per i fedeli parte prima
Aspetti contemporanei
(Shahid Athar, Dott. In Medicina)
Aspetti medici del digiuno islamico
Vi sono oltre un miliardo di Musulmani nel mondo, di cui circa 8 milioni in Nord America, la maggiore parte dei quali osserva il digiuno totale (astinenza da cibo e acqua) tra l’alba e il tramonto durante il mese di Ramadan. Essi non lo eseguono al fine di perdere peso o per alcun beneficio medico, ma per adempiere ad un ordine nel Corano che afferma:
يَـٰٓأَيُّهَا ٱلَّذِينَ ءَامَنُواْ كُتِبَ عَلَيۡڪُمُ ٱلصِّيَامُ كَمَا كُتِبَ عَلَى ٱلَّذِينَ مِن قَبۡلِڪُمۡ لَعَلَّكُمۡ تَتَّقُونَ
“O voi che credete, vi è prescritto il digiuno come era stato prescritto a coloro che vi hanno preceduto (cioè Ebrei e Cristiani). Forse diverrete timorati.” (Corano, sura al-Baqara, La Giovenca, 2:183)
Stando alla Legge Islamica, i bambini minori di 12 anni, gli ammalati, i viaggiatori e le donne menstruate o allattanti sono esonerati dal digiunare. Oltre all’astinenza da cibo e acqua per l’intero giorno, essi sono richiesti di astenersi da relazioni sessuali, dal fumare e da cattiva condotta durante il digiuno. In aggiunta essi sono incoraggiati a compiere più buone azioni possibili durante queste mese: la preghiera, gli atti di beneficenza, o la lettura del Corano.
Il corpo ha bisogno di assumere cibo per procurarsi energia per uso immediato. Ciò avviene bruciando carboidrati, cioè, zuccheri. Un eccesso di assunzione di carboidrati non bruciati, viene immagazzinato come tessuto adiposo nei muscoli e come glicogeno nel fegato per un eventuale utilizzo futuro. L’insulina, un ormone prodotto dal pancreas, abbassa il livello di zucchero nel sangue e lo devia verso altre forme di immagazzinamento di energia, cioè, glicogeno. Per poter essere efficace l’insulina deve essere legata a siti di legame, detti recettori. Le persone obese mancano di recettori e perciò non riescono ad utilizzare la propria insulina. Questo potrebbe condurre ad un’intolleranza al glucosio.
Quando si digiuna (oppure si riduce drasticamente l’apporto di carboidrati), il livello di glucosio e quello di insulina si abbassano. Ciò provoca un calo di glicogeno dal fegato e un calo del grasso dal tessuto adiposo affinché si provveda ai bisogni energetici. Sulle basi della fisiologia umana descritta sopra, sono state elaborate diete rigidissime, tali da rasentare la fame (diete chetogeniche), per un efficace controllo del peso. Tali diete forniscono un ammontare calcolato di proteine in dosi divise con acqua in abbondanza, multivitamine ecc. Esse fanno perdere peso e abbassano effettivamente il livello di zucchero nel sangue, ma a causa di eventuali effetti collaterali, dovrebbero essere eseguite sotto controllo medico. Il digiuno totale riduce o elimina la fame e causa una rapida perdita di peso. Nel 1975, Allan Cott nel suo libro ‘Digiunare come stile di vita’ osservava: “Digiunare arreca un sano riposo fisiologico al tratto digestivo e al sistema nervoso centrale e normalizza il metabolismo.” Si deve comunque tenere in considerazione che esistono svariati effetti collaterali avversi al digiuno totale. Questi includono l’ipocalemia e l’aritmia cardiaca associata a diete ipocaloriche rigidissime usate in programmi senza alcuna supervisione medica.
STUDI SUL DIGIUNO ISLAMICO
Il Dott. Soliman dell’ Univeristy Hospital, ad Amman, in Giordania, ha riferito che fu effettuato uno studio durante il mese di Ramadan 1404 AH (Giugno-Luglio, 1984 AD) in cui venivano esaminati alcuni volontari musulmani sani, di cui 42 maschi e 26 femmine rispettivamente di età compresa tra i 15-64 anni e 16-28 anni. I partecipanti furono pesati e si analizzarono i loro livelli nel sangue di cortisolo, testosterone, Na, K, urea, glucosio, colesterolo totale, lipoproteina ad alta densità HDL, lipoproteina a bassa densità LDL, trigliceridi e osmolalità del siero. Tali dati furono misurati all’inizio e alla fine di Ramadan. Si constatarono significative perdite di peso sia nei maschi con una media di 73.8 +/-6.2 kg a 72.0+/-7.1 kg (P minore di 0.01) che nelle donne dai 55.2+/-4.8 a 54.6+/-4.2 kg (P minore di 0.05). Il livello di glucosio nel sangue aumentò nei maschi da 77.7+/-23.6 mg/dl a 90.2+/31.2 mg/dl (P minore di 0.05) e nelle donne dai 76.0+/-7.6mg/dl a 84.5+/-11.1 mg/dl (P minore di 0.002). Tutti gli altri parametri non mostrarono cambiamenti rilevanti.
Dott. F. Azizi ed i suoi soci dall’Università di Scienze Mediche, a Tehran, in Iran, ha riportato ciò che segue. I livelli di glucosio (siero), bilirubina, calcio, fosforo, proteina, albumina, FSH, LH, testosterone, prolattina, TSH, T4, T3 e T3 assorbimento, così come la prolattina e TSH risposte al TRH furono misurate in un gruppo di nove uomini sani prima dell’inizio di Ramadan e nel decimo, ventesimo e ventinovesimo giorno del mese. In media il peso corporeo ebbe un calo da 65.4+/-9.1 a 61.6+/-9.0 al ventinovesimo giorno. Il glucosio (siero) diminuì da 82+/-4 mg/dl al decimo giorno, e aumentò da lì in avanti (76+/-3 e 84+/-5 rispettivamente al ventesimo e ventinovesimo giorno di digiuno). La bilirubina (siero) aumentò da 0.56+/-0.17 a 1.43+ (dato incorretto nell’originale)/-0.52 mg/dl al decimo giorno, e diminuì da lì in poi (1.1+/-0.4 al ventesimo e al ventinovesimo giorno).
Tutte le alterazioni ritornarono ai valori di partenza entro quattro settimane dopo la fine del digiuno. Non vi furono cambiamenti rilevanti nei livelli di siero di calcio, proteina P., albumina, e nessuno degli ormoni analizzati. Anche le risposte della prolattina e del TSH al TPH rimasero invariate. Egli concluse dunque che 1) l’astinenza intermittente da cibo e liquidi per 17 ore al giorno per 29 giorni non alterava gli ormoni riproduttivi maschili, l’asse ipotalamo-ipofisi-tiroide e il metabolismo periferico degli ormoni tiroidei; e che 2) i medici che hanno in cura pazienti musulmani dovrebbero essere al corrente dei cambi del glucosio e della bilirubina durante il Ramadan.
Dunque, prendendo in considerazione questi due studi, si conclude che il digiuno prescritto non causa alcun effetto collaterale e che al contrario, può avere alcuni effetti benefici sul peso e sul metabolismo lipidico.
(Shahid Athar, Dott. In Medicina)
Aspetti medici del digiuno islamico
Vi sono oltre un miliardo di Musulmani nel mondo, di cui circa 8 milioni in Nord America, la maggiore parte dei quali osserva il digiuno totale (astinenza da cibo e acqua) tra l’alba e il tramonto durante il mese di Ramadan. Essi non lo eseguono al fine di perdere peso o per alcun beneficio medico, ma per adempiere ad un ordine nel Corano che afferma:
يَـٰٓأَيُّهَا ٱلَّذِينَ ءَامَنُواْ كُتِبَ عَلَيۡڪُمُ ٱلصِّيَامُ كَمَا كُتِبَ عَلَى ٱلَّذِينَ مِن قَبۡلِڪُمۡ لَعَلَّكُمۡ تَتَّقُونَ
“O voi che credete, vi è prescritto il digiuno come era stato prescritto a coloro che vi hanno preceduto (cioè Ebrei e Cristiani). Forse diverrete timorati.” (Corano, sura al-Baqara, La Giovenca, 2:183)
Stando alla Legge Islamica, i bambini minori di 12 anni, gli ammalati, i viaggiatori e le donne menstruate o allattanti sono esonerati dal digiunare. Oltre all’astinenza da cibo e acqua per l’intero giorno, essi sono richiesti di astenersi da relazioni sessuali, dal fumare e da cattiva condotta durante il digiuno. In aggiunta essi sono incoraggiati a compiere più buone azioni possibili durante queste mese: la preghiera, gli atti di beneficenza, o la lettura del Corano.
Il corpo ha bisogno di assumere cibo per procurarsi energia per uso immediato. Ciò avviene bruciando carboidrati, cioè, zuccheri. Un eccesso di assunzione di carboidrati non bruciati, viene immagazzinato come tessuto adiposo nei muscoli e come glicogeno nel fegato per un eventuale utilizzo futuro. L’insulina, un ormone prodotto dal pancreas, abbassa il livello di zucchero nel sangue e lo devia verso altre forme di immagazzinamento di energia, cioè, glicogeno. Per poter essere efficace l’insulina deve essere legata a siti di legame, detti recettori. Le persone obese mancano di recettori e perciò non riescono ad utilizzare la propria insulina. Questo potrebbe condurre ad un’intolleranza al glucosio.
Quando si digiuna (oppure si riduce drasticamente l’apporto di carboidrati), il livello di glucosio e quello di insulina si abbassano. Ciò provoca un calo di glicogeno dal fegato e un calo del grasso dal tessuto adiposo affinché si provveda ai bisogni energetici. Sulle basi della fisiologia umana descritta sopra, sono state elaborate diete rigidissime, tali da rasentare la fame (diete chetogeniche), per un efficace controllo del peso. Tali diete forniscono un ammontare calcolato di proteine in dosi divise con acqua in abbondanza, multivitamine ecc. Esse fanno perdere peso e abbassano effettivamente il livello di zucchero nel sangue, ma a causa di eventuali effetti collaterali, dovrebbero essere eseguite sotto controllo medico. Il digiuno totale riduce o elimina la fame e causa una rapida perdita di peso. Nel 1975, Allan Cott nel suo libro ‘Digiunare come stile di vita’ osservava: “Digiunare arreca un sano riposo fisiologico al tratto digestivo e al sistema nervoso centrale e normalizza il metabolismo.” Si deve comunque tenere in considerazione che esistono svariati effetti collaterali avversi al digiuno totale. Questi includono l’ipocalemia e l’aritmia cardiaca associata a diete ipocaloriche rigidissime usate in programmi senza alcuna supervisione medica.
STUDI SUL DIGIUNO ISLAMICO
Il Dott. Soliman dell’ Univeristy Hospital, ad Amman, in Giordania, ha riferito che fu effettuato uno studio durante il mese di Ramadan 1404 AH (Giugno-Luglio, 1984 AD) in cui venivano esaminati alcuni volontari musulmani sani, di cui 42 maschi e 26 femmine rispettivamente di età compresa tra i 15-64 anni e 16-28 anni. I partecipanti furono pesati e si analizzarono i loro livelli nel sangue di cortisolo, testosterone, Na, K, urea, glucosio, colesterolo totale, lipoproteina ad alta densità HDL, lipoproteina a bassa densità LDL, trigliceridi e osmolalità del siero. Tali dati furono misurati all’inizio e alla fine di Ramadan. Si constatarono significative perdite di peso sia nei maschi con una media di 73.8 +/-6.2 kg a 72.0+/-7.1 kg (P minore di 0.01) che nelle donne dai 55.2+/-4.8 a 54.6+/-4.2 kg (P minore di 0.05). Il livello di glucosio nel sangue aumentò nei maschi da 77.7+/-23.6 mg/dl a 90.2+/31.2 mg/dl (P minore di 0.05) e nelle donne dai 76.0+/-7.6mg/dl a 84.5+/-11.1 mg/dl (P minore di 0.002). Tutti gli altri parametri non mostrarono cambiamenti rilevanti.
Dott. F. Azizi ed i suoi soci dall’Università di Scienze Mediche, a Tehran, in Iran, ha riportato ciò che segue. I livelli di glucosio (siero), bilirubina, calcio, fosforo, proteina, albumina, FSH, LH, testosterone, prolattina, TSH, T4, T3 e T3 assorbimento, così come la prolattina e TSH risposte al TRH furono misurate in un gruppo di nove uomini sani prima dell’inizio di Ramadan e nel decimo, ventesimo e ventinovesimo giorno del mese. In media il peso corporeo ebbe un calo da 65.4+/-9.1 a 61.6+/-9.0 al ventinovesimo giorno. Il glucosio (siero) diminuì da 82+/-4 mg/dl al decimo giorno, e aumentò da lì in avanti (76+/-3 e 84+/-5 rispettivamente al ventesimo e ventinovesimo giorno di digiuno). La bilirubina (siero) aumentò da 0.56+/-0.17 a 1.43+ (dato incorretto nell’originale)/-0.52 mg/dl al decimo giorno, e diminuì da lì in poi (1.1+/-0.4 al ventesimo e al ventinovesimo giorno).
Tutte le alterazioni ritornarono ai valori di partenza entro quattro settimane dopo la fine del digiuno. Non vi furono cambiamenti rilevanti nei livelli di siero di calcio, proteina P., albumina, e nessuno degli ormoni analizzati. Anche le risposte della prolattina e del TSH al TPH rimasero invariate. Egli concluse dunque che 1) l’astinenza intermittente da cibo e liquidi per 17 ore al giorno per 29 giorni non alterava gli ormoni riproduttivi maschili, l’asse ipotalamo-ipofisi-tiroide e il metabolismo periferico degli ormoni tiroidei; e che 2) i medici che hanno in cura pazienti musulmani dovrebbero essere al corrente dei cambi del glucosio e della bilirubina durante il Ramadan.
Dunque, prendendo in considerazione questi due studi, si conclude che il digiuno prescritto non causa alcun effetto collaterale e che al contrario, può avere alcuni effetti benefici sul peso e sul metabolismo lipidico.
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