24 Jan 2013

Quali sono i diritti della donna in Islam e come essi sono cambiati dall’Età d’Oro dell’Islam (dalla seconda metà dell’VIII secolo fino al XII secolo), se sono mutati?


Risposta al quesito

La lode spetta solo ad Allah

L’Islam onora fortemente la donna.

Onora la donna come madre che deve essere rispetta, obbedita e trattata con estrema gentilezza. Compiacere la propria madre è considerato facente parte del compiacere Allah, Che sia Glorificato. L’Islam ci informa che il Paradiso giace sotto i piedi delle madri, ciò significa che il modo più immediato per raggiungere il Paradiso è proprio attraverso la propria madre. L’Islam proibisce la disubbidienza alla madre o il farla innervosire, anche soltanto dicendole una parola di irriverenza leggera. I diritti materni sono maggiori di quelli paterni, e il dovere di prendersene cura accresce a mano a mano che ella si invecchia e si indebolisce. Tutto ciò è menzionato in svariati versetti del Corano e nelle narrazioni profetiche.

Ad esempio, Allah, che Sia Glorificato, dice (interpretazione del significato): “Abbiamo ordinato all'uomo la bontà verso i genitori: sua madre lo ha portato con fatica e con fatica lo ha partorito. Gravidanza e svezzamento durano trenta mesi.” (Corano, Sura Al-Ahqaaf, 46:15)

“Il tuo Signore ha decretato di non adorare altri che Lui e di trattare bene i vostri genitori. Se uno di loro, o entrambi, dovessero invecchiare presso di te, non dir loro “uff!” e non li rimproverare; ma parla loro con rispetto, e inclina verso di loro, con bontà, l'ala della tenerezza; e di': “O Signore, sii misericordioso nei loro confronti, come essi lo sono stati nei miei, allevandomi quando ero piccolo”. (Corano, Sura Al-Isra’, 17:23-24)

Ibn Maajah (2781) narrò che Mu’aawiyah ibn Jaahimiah al-Sulami (che Allah ne sia compiaciuto) disse: “O Messaggero di Allah, voglio partecipare al jihad (battaglia) con te, ricercando in tal modo il Volto di Allah e l’Aldilà.” Egli disse: “Povero te! Tua madre è ancora viva?” Risposi di sì. Egli disse: “Torna indietro e onorala.” Poi mi avvicinai ponendomigli proprio di fronte e gli dissi: “O Messaggero di Allah, voglio prender parte al jihad con te, ricercando in tal modo il Volto di Allah e l’Aldilà.” Egli disse: ”Povero te! Tua madre è ancora viva?” Dissi di sì. Egli rispose: “Torna indietro e onorala (letteralmente stai ai suoi piedi) perché è lì il Paradiso.” Classificato come Sahih da al-Albaani in Saheeh Sunan Ibn Maajah. Fu anche narrato da Al-Nasaa’i con le parole: “Stai con lei in quanto il Paradiso è sotto i suoi piedi.”

Al-Bukhari (5971) e Muslim (2548) narrarono che Abu Hurayrah (che Allah ne sia compiaciuto) disse: “Un uomo venne dal Messaggeo di Allah (pace e benedizioni su di lui) e disse: “O Messaggero di Allah, chi è più meritevole della mia buona compagnia?” Egli disse: “Tua madre.” Egli chiese: “Poi chi?” Egli rispose: “Tua madre.” Egli richiese: “Poi chi?” Egli rispose: “Tua madre” Egli disse: “Poi chi?” Egli disse: “Poi tuo padre.”

Ci limitiamo a queste narrazioni, ma ce ne sarebbero ancora altre.

Uno dei diritti che l’Islam dona alla madre è il diritto al sostentamento da parte del proprio figlio il quale, è tenuto a spendere per lei se ella ne ha bisogno, per quello che può e che può permettersi. Per questo motivo per secoli non si è mai sentito che una madre nella ummah musulmana venisse lasciata in una casa per anziani, o che un figlio la cacciasse fuori di casa, o che i suoi figli si rifiutassero di spendere per lei, o che ella avesse bisogno di lavorare per poter sfamare se i suoi figli erano ancora presenti.

L’Islam onora anche le donne come mogli. L’Islam incoraggia a trattare la propria moglie nei modi migliori e più cortesi, e afferma che la moglie possiede dei diritti sul marito, così come egli possiede dei diritti su di lei, forse qualcuno in più, ma soltanto per l’immane responsabilità di sostenere lei e di prendersi cura delle faccende di famiglia. L’Islam afferma che il migliore tra gli uomini musulmani è colui che tratta la propria moglie nei migliori dei modi. Inoltre all’uomo non è permesso prendere il denaro di sua moglie senza il suo consenso. Allah dice (interpretazione del significato):

“O voi che credete, non vi è lecito ereditare delle mogli contro la loro volontà. […] Comportatevi verso di loro convenientemente. Se provate avversione nei loro confronti, può darsi che abbiate avversione per qualcosa in cui Allah ha riposto un grande bene.” (Corano, Sura An-Nisa, 4:19) “[…] Esse hanno diritti equivalenti ai loro doveri, in base alle buone consuetudini, ma gli uomini hanno maggior responsabilità. Allah è potente, è saggio.” (Corano, Sura Al-Baqara, 2:228)

E il Profeta, pace e benedizioni su di lui, disse: “Vi esorto a trattare bene le donne.” Narrato da Al-Bukhari, 331: Muslim, 1468.

E il Profeta, pace e benedizioni su di lui, ha anche affermato: “Il migliore tra di voi è il migliore con sua moglie, e io sono il migliore con le mie mogli.” Narrato da Al-Tirmidhi, 3895; Ibn Maajah, 1977; classificato come sahih da Al-Albani in Sahih Al-Tirmidhi.

E l’Islam onora le donne come figlie, e incoraggia a prendersene cura per bene e ad istruirle. L’Islam afferma che tirar su delle figlie arrecherà grande ricompensa. Ad esempio, il Profeta, pace e benedizioni su di lui, disse: “Chiunque allevi due figlie femmine fino al raggiungimento della maturità, io e lui saremo così nel Giorno della Resurrezione.” E tenne le sue dita insieme. Narrato da Muslim, 2631/

Ibn Maajah (3669) narrò che ‘Uqbah ibn ‘Aamir (che Allah ne sia compiaciuto) disse: “Ho udito il Messaggero di Allah, pace e benedizioni su di lui, dire: “Chiunque abbia tre figlie e sia paziente con loro, le nutra, gli doni da bere e le vesta con le proprie ricchezze, avrà uno scudo dal Fuoco nel Giorno della Resurrezione.” Classificato come sahih da Al-Albani in Sahih Ibn Maajah.

L’Islam onora le donne come sorelle e zie. L’Islam ingiunge di mantenere i legami di parentela e proibisce in svariate narrazioni di farli degenerare. Il Profeta, pace e benedizioni su di lui, disse: “O Gente! Diffondete (il saluto del) salam, offrite cibo (ai bisognosi), mantenete i legami di parentela, e pregate la notte quando gli altri dormono, ed entrerete in Paradiso in pace.” Narrato da Ibn Maajah, 3251; classificato come sahih da al-Albaani in Saheeh Ibn Maajah.

Al-Bukhari (5988) ha narrato che il Profeta, pace e benedizioni su di lui, ha detto: “Allah, Che sia Glorificato, disse ai legami di parentela: ‘Sosterrò chiunque vi mantenga, e spazzerò via chiunque vi interrompa.’”

Tutte queste caratteristiche possono coesistere in un’unica donna: ella può essere moglie, figlia, madre, sorella, zia, e dunque essere onorata in tutti questi modi.

In conclusione: L’Islam ha innalzato lo status delle donne, rendendole uguali agli uomini nella maggioranza delle decisioni. Dunque a ella, come all’uomo, è ordinato di credere in Allah e di adorarLo. Le donne sono uguali agli uomini in termini di ricompensa nell’Aldilà. Le donne hanno il diritto di espressione, di consigliare sinceramente, di godersi il bene e rifuggiare il male, e di chiamare la gente ad Allah. Le donne hanno il diritto di possedere la propria proprietà, di acquistare e vendere, di ereditare, di donare in carità e di offrire doni. Non è permesso che nessuno prenda dalle sue ricchezze senza il suo consenso. Le donne hanno il diritto ad una vita decente, senza dover subire aggressione o torto alcuno. Le donne hanno il diritto all’istruzione; infatti è obbligatorio insegnargli tutto quello che è necessario sapere a riguardo della propria religione.

Chiunque compari i diritti delle donne in Islam alla situazione durante la Jaahiliyyah (l’era pre-islamica dell’ignoranza) o in altre civiltà, capirà che si sta soltanto affermando la verità. Infatti siamo certi che alla donna vengano dati i più grandi onori in Islam. Non vi sarebbe bisogno neanche di menzionare lo status delle donne nella società greca, persiana o ebraica, e anche in quella cristiana. In esse si aveva un atteggiamento ostile verso le donne. I teologi si radurarono presso il Concilio di Macon per discutere sull’esistenza o meno dell’anima della donna. Dedussero che, molto probabilmente, ella non possedeva un’anima che potesse essere salvata, facendo un’eccezione solo nel caso di Maria, pace sia su di lei.

I francesi tennero anch’essi una conferenza nel 586 per discutere sull’esistenza dell’anima della donna, e se di natura animale o umana. Raggiunsero la conclusione che se aveva l’anima, essa sarebbe stata di natura umana. Ma che le donne erano state create al mero scopo di servire gli uomini. Durante il tempo di Enrico VIII, il Parlamento Inglese emanò un decreto che proibiva alle donne di leggere il Nuovo Testamento perché ritenute impure. Fino al 1805 la legge inglese permetteva ad un uomo di vendere la propria moglie, e di esigere un pagamento di 6 centesimi di sterlina.

In età moderna le donne sono state sbattute fuori da casa sin dall’età di 18 anni in modo che potessero inziare a lavorare per guadagnarsi il pane. Se una donna desiderava rimanere in casa, doveva ripagare l’affitto ai genitori così come pagare per cibo e biancheria. Si veda ‘Awdat al-Hijaab, 2/47-56.

Come può tutto questo essere comparato all’Islam che onora le donne, impone che vangano mantenute e in più esige che vengano trattate nel migliore dei modi?

In secondo luogo:

Riguardo ai cambiamenti attraverso le varie epoche, i principi basici sono sempre gli stessi, ma l’applicazione di tali principi è talvolta mutata. Non c’è dubbio che durante l’Età d’Oro dell’islam, i Musulmani solevano applicare la shari’ah (la legge islamica) e i precetti di questa legge del loro Signore in modo più conforme, includendo l’onorare la propria madre, il trattamento gentile verso la propria moglie, figlia, sorella e donne in generale. A mano a mano che l’impegno religioso è diventato minore, tali diritti sono stati sempre più negletti, ma fino al Giorno del Giudizio continuerà ad esserci un gruppo che aderisce ai precetti della propria religione e che applica la shari’ah del proprio Signore. Queste sono le persone che onorano le donne maggiormente e che gli garantiscono i propri diritti.

Nonostante la debolezza dell’impegno religioso tra i Musulmani contemporanei, le donne possono ancora godere di un alto status, sia come figlie, mogli o sorelle, mentre riconosciamo che esistono delle manchevolezze, del male agire e della negligenza a riguardo dei diritti delle donne, ma ognuno ne dovrà rispondere individualmente.
Islam q&a

21 Jan 2013

Il lavoro femminile


Quesito:
Mia moglie sta studiando come infermiera all’Università, vorrei sapere se è permesso che lei visiti pazienti (maschi e femmine), che li lavi siccome fa parte dei progetti della lezione.
-visitare uomini come infermiera in situazioni di non emergenza in un ospedale non musulmano

-lavorare in una casa di cura per persone mentalmente instabili dove altri operatori del settore sono uomini e anche alcuni pazienti
 
Risposta:
La Lode appartiene ad Allah

Se una donna deve lavorare per necessità, le è permesso di lavorare fuori casa, come indicato dal fatto che le due figlie di Shu’ayb solevano abbeverare le pecore, e la storia di Asma’ bin Abi Bakr che lavorava fuori casa. Se una donna è vedova con prole, e non ha chi la sostenga e neppure riceve un sussidio da Bayt al-Maal (tesoreria), le è permesso guadagnarsi da vivere. Sebbene si dica che sia permesso ad una donna lavorare fuori casa se necessario, ella non dovrebbe fare soltanto il lavoro di cui ha bisogno per soddisfare i propri bisogni. Se una donna possiede delle doti professionali che non tutte posseggono, e che sono necessarie ad altre donne e alla società nel suo insieme, allora le è permesso praticare la sua professione fuori casa, fintantoché ella aderisca/rispetti le condizioni prescritte dalla Shari’ah e chieda il permesso del proprio tutore legale (shar’i). La prova che sia  permesso che una donna lavori fuori casa in un campo in cui c’è bisogno, fintantoché ella aderisca alle regole prescritte dalla Shar’ah, vanno ricercate nel fatto che al tempo del Profeta (salla Allahu laeei wa sallem), ostretiche solevano accompagnare/aiutare le donne in travaglio e donne molto abili solevano praticare la circoncisione, e lui (salla Allahu aleeiii wa sallem) non le ha mai giudicate per farlo.

È noto che Rufaydah al-Ansaariyyah soleva trattare i feriti nella sua tenda, che era stata allestita di proposito nella moschea. Ella era molto dotata nel trattare gli ammalati, e il suo lavoro era fatto con la sapienza e l’espresso consenso del Profeta (pace  e benedizioni su di lui). Sa’d ibn Mu’aadh fu trasferito nella sua tenta per essere curato. Questo indica che è permesso che una donna pratichi questa professione fuori casa, e per analogia si può dedurre, che è permesso che una dottoressa apra una clinica fuori casa affinché curi donne e bambini. Facendo questo, ella sta adempiendo al suo dovere fard kifaayah (*Nota del traduttore della versione inglese: un dovere che cade sull’intera comunità, se alcune persone adempiono a tale dovere, esso non sarà più obbligatorio per gli altri, altrimenti tutti ne dovranno rendere conto). Tale tipologia di clinica facilita la donna che cerca una dottoressa, per cui non sarà necessario mostrare la propria ‘awrah ad un dottore maschio quando si ha bisogno di un trattamento.

Ma questo permesso viene dato a condizione che tale lavoro non influenzi negativamente i suoi doveri verso la propria casa, marito e figli, e che ella abbia il permesso di suo marito, perché questi doveri sono i suoi doveri individuali (fard’ayn), che hanno precedenza sulle sue responsabilità verso la comunità (fard kifaayah). Quando c’è conflitto, i suoi doveri individuali devono avere la precedenza. (Al-Mufassal da Abd al-Karim, 4/272)

Un altro hadith che descrive il lavoro della donna musulmana all’inizio dell’Islam fu narrato da Hafsah, e riguardava una donna che soleva trattare i feriti. Al-Bukhari, che Allah ne abbia misericordia, riportò nel suo Sahih che Hafsah raccontò: “Una donna venne e rimase al forte di Bani Khalaf, e ci raccontò di sua sorella. Il marito di sua sorella soleva partecipare a spedizioni militari con il Profeta (pace e benedizioni su di lui). Egli aveva partecipato a 12 campagne militari, e lei (sua moglie) l’aveva accompagnato in sei. Ella disse:” Solevano trattare I feriti e prenderci cura degli ammalati…” (Riportato da Al-Bukhari, numero 313)

Ma se il lavoro di una donna come infermiera o dottoressa è regolato dalle regole islamiche. Al Hafiz ibn Hajar, che Allah ne abbia compassione, commentando tale hadith, menzionò alcune di queste condizioni: “Quello che si evince da questo hadith è che una donna ha il permesso di offrire cure mediche ad un uomo non-mahram (una persona che non sia nella parentela stretta), finché si tratti di portargli delle medicine, o altre forme di trattamento indiretto (senza alcun contatto fisico ), [altre forme di trattamento non sono ammesse] eccetto in casi di necessità e qualora non ci sia paura di tentazione (in una situazione di emergenza o in un disastro).”

Se una donna lavora indossando un hijab completo, senza toccare alcun paziente di sesso maschile, o rimanga sola con lui, fintantoché non abbia timore che possa essere causa di tentazione o essere lei stessa tentata, se non sta negligendo nessuno dei suoi doveri essenziali come prendersi cura del marito e dei suoi figli, e se ha il permesso dal proprio custode, le è allora permesso lavorare. Normalmente pazienti maschi dovrebbero essere visitati da dottori e  infermieri, e pazienti donna da dottoressa e infermiere. I sessi non dovrebbero mischiarsi neppure in caso di trattamento medico, eccetto quando veramente indispensabile fintantoché non ci sia paura di tentazione. E Allah sa meglio.

(Islam q&a FATAWA NUMERO 286)
 

È permesso che una donna lavori fuori casa, ma ci sono delle condizioni:

-che ella abbia bisogno di lavorare per guadagnare del denaro

-che il lavoro sia adatto alla sua natura, come la professione medica, infermieristica, insegnamento, cucito e così via

-che svolga il suo lavoro in un posto solo per donne, e che non vi sia nessuna frequentazione con uomini

-che indossi un hijab conforme alle regole della Sharia

-che non viaggi senza un mahram

-che ella non sia negligente verso suo marito, la propria casa e i propri figli. (da islam q&a )

Shaykh Muhammad ibn Salih al-‘Uthaymin ha affermato:

“Ella dovrebbe lavorare in un campo esclusivamente femminile, come nell’insegnamento impartito a ragazze, o nell’amministrazione o nel supporto tecnico, o che lavori in casa propria cucendo abiti da donna. Non le è permesso lavorare in campi maschili in quanto dovrebbe frequentare degli uomni, il che creerebbe grande fitnah (fonte di tentazione e problemi in generale) dunque deve essere evitato. (Tratto da Fataawa al-Mar’ah al-Muslimah (2/981))

17 Jan 2013

Utrujj, il cedro




Nella narrazione autentica che segue, si narra che il Profeta (salla Allahu aleii wa sallem) ha detto: “Il credente che recita il Corano è paragonabile all’Utrujj: il suo gusto è delizioso e il suo profumo è gradevole.”

Il cedro ha molti benefici. Vi sono 4 elementi in esso: la buccia, il cuore o polpa, la parte fibrosa e il seme. Ciascuno di questi 4 elementi possiede una naturale inclinazione: la buccia, ad esempio, è calda e secca, mentre la polpa è calda e umida; la parte fibrosa del cedro è fredda e secca, mentre il suo seme caldo e secco.

La buccia arreca molti benefici. Ad esempio, se riposta fra gli indumenti previene che ammuffiscano. Il profumo della buccia rinfresca l’aria malsana e inquinata. La buccia dell’Utrujj migliora il gusto di alcuni cibi e disperde i cattivi odori. Inoltre se la buccia viene mescolata con del cibo, aiuta la digestione. L’autore di Qanun disse: ‘La parte fibrosa della buccia dell’Utrujj arreca beneficio in casi di morso di serpente, se la buccia è adoperata come fasciatura. Le ceneri della buccia possono essere adoperate con unguento efficace contro la lebbra.’

La polpa del cedro allevia il calore dello stomaco, aiuta coloro che soffrono di bile e attenua i vapori caldi. Inoltre, Al-Ghafiqi ha detto: “Cibarsi di polpa (di cedro) allevia le emorroidi.”

L’estratto della parte fibrosa contenuta nel cedro provoca constipazione, riduce la bile, placa la pulsazione calda , controlla il vomito bilioso, e se adoperato come bevanda o come Kohl, allevia l’itterizia. L’estratto della parte fibrosa è anche ottimo come stimolante dell’appetito, costipa, e aiuta in casi di diarrea biliosa. L’estratto della parte fibrosa del cedro mitiga il desiderio della donna e allieva e perfino combatte macchie della pelle se usato come lubrificante. Cura l’herpes. La parte fibrosa si adopera come rimedio per l’inchiostro, ne è prova il fatto che se depositato su abiti macchiati d’inchiostro, ne rimuove effettivamente la macchia. La parte fibrosa contenuta nell’Utrujj allevia e ha un effetto raffreddante, rinfresca il calore del fegato, rafforza lo stomaco, elimina la bile e la depressione che l’accompagna e perfino disseta.

I semi di Utrujj hanno un effetto decomponente e seccante. Ibn Masawaih disse a proposito dell’Utrujj: “Quando la pelle del seme è rimossa, cotta e presa come bevanda con acqua calda, aiuta contro i veleni mortali, a patto che se ne bevano due misure, ciascuna di 25 grammi circa. I semi polverizzati aiutano se messi su una puntura (di insetto). I semi sono  costipanti e aggiungono un buon aroma al gusto. Molti dei suoi benefici sono presenti nella polpa.”

È stato anche detto che: “I semi aiutano contro le punture di scorpione quando se ne predano due misure con acqua calda, e anche quando polverizzati e posizionati sull’area affetta.” È stato anche affermato che: “I suoi semi aiutano contro tutti i tipi di veleno e tutti i tipi di punture velenose.”

È stato anche riportato che uno dei governanti persiani era adirato con i propri dottori e ordinò che venissero rinchiusi in prigione. Gli offrì di scegliere un unico tipo di alimento ed essi scelsero l’Utrujj. Gli fu chiesto: “Perché avete scelto questo tipo di alimento in particolare?” Essi risposero: “Perché si trasforma in breve tempo in una sorta di profumo, la sua vista è piacevole, la sua buccia profumata, la sua polpa è un frutto, i suoi semi un antitodo e contiene grasso.”

In verità tale sostanza benefica merita di essere comparata alla migliore delle creazioni, intendendo il credente che recita il Qur’an. Si deve inoltre menzionare che alcuni dei Salaf amavano cucinare l’Utrujj perché la sua vista è piacevole e arreca conforto.

Tradotto da "Medicine of the Prophet" dell'Imam Ibn Qayyim Al-Jauziyah

 

14 Jan 2013

Il wali e i criteri per la scelta di una sposa


La lode appartiene ad Allah

In Islam allorquando ci si senta pronti per il matrimonio, l’uomo dovrebbe cercare una donna praticante e devota, come il Profeta, su di lui le benedizioni e la pace, ha consigliato quando ha affermato: “Scegliete colei che sia religiosa, possiate voi prosperare.” Ma non c’è ragione per cui l’uomo non debba cercare anche altro nella sua futura sposa, come la bellezza, la ricchezza, il lignaggio; la bellezza ad esempio, lo aiuterà a mantenere lo sguardo basso. Dunque tutto ciò deve essere tenuto in considerazione durante la scelta. È stato narrato da Abu Hureira (che Allah ne sia compiaciuto) che il Profeta (pace e benedizioni su di lui) ha detto: “Le donne vanno sposate per quattro ragioni: la loro ricchezza, il loro lignaggio, la loro bellezza e la devozione religiosa. Scegliete colei che sia devota religiosamente, possiate voi prosperare.” Narrato da al-Bukhari, 4802; Muslim, 1466

Affinché un matrimonio islamico sia valido è necessaria la presenza del wali o custode/tutore della donna. Se non esiste il tutore allora il contratto matrimoniale sarà stipulato con un giudice musulmano se possibile, altrimenti con un sostituto di fiducia.

“Il wali è il padre, se questi non è musulmano oppure non disponibile, si prenderà come wali uno dei parenti maschi, dal parente più stretto. Se non vi sono parenti maschi in famiglia o se per una qualche ragione valida, essi non siano qualificati come  tutori, o se essi rifiutano per una buona ragione, allora si cerca un individuo esterno alla famiglia.” Tradotto da Fatawa al-Lainah ad-Daa’imah, 18/162

Il wali difende e protegge la donna, verifica che la persona che si presenta a chiedere la mano di quest’ultima, possegga i requisiti che ella chiede, che sia di fiducia, affidabile. Inoltre il wali comunica al futuro sposo quale sia il mahr, cioè il dono nuziale o dote, che la donna richiede.

Il mahr è scelto dalla donna. È un suo diritto intangibile che rimarrà suo anche se il marito decidesse di divorziare da lei in futuro. È pratica diffusa presso alcune popolazioni ignoranti in materia religiosa, di tenere per sé il dono nuziale, questo è assolutamente proibito in Islam. Il mahr è della sposa e di nessun altro. Ella può scegliere quello che vuole, a patto che si tratti di un dono ragionevole. Potrebbe trattarsi di un dono simbolico, un libro, il Corano, un piccolo oggetto, oppure di un dono di un certo valore come una somma di denaro, della quale ella soltanto disporrà stando alla Sharia, cioè alla Legge Islamica.

L’Imam della moschea locale, può fare da wali se non esiste parente maschio valido. L’Imam si occuperà in tal caso di verificare le buone intenzioni dello sposo. Dovrà fare da tramite tra i due promessi, che potranno parlare ed incontrarsi soltanto in sua presenza. Ognuno di essi potrà rivolgere domande all’altro. In modo particolare se la sposa richiede l’imam potrà condurre una sorta di discreta investigazione sulla vita del futuro sposo per sapere se è praticante.

Non vi è alcun dubbio che l’Islam inciti ad un trattamento molto gentile della moglie. Ciò è continuamente confermato con prove dal Qur’an e dalla Sunnah (detti e modi del Profeta Muhammad, su di lui la pace). Ad esempio Allah, Che sia Glorificato, dice (interpretazione del significato):

O voi che credete, non vi è lecito ereditare delle mogli contro la loro volontà. Non trattatele con durezza nell'intento di riprendervi parte di quello che avevate donato, a meno che abbiano commesso una palese infamità. Comportatevi verso di loro convenientemente. Se provate avversione nei loro confronti, può darsi che abbiate avversione per qualcosa in cui Allah ha riposto un grande bene.”  (interpretazione del significato del Sublime Corano, Sura IV, Sura An-Nisa, Le donne, v. 19)

[ Nel costume arabo preislamico la vedova faceva parte dell'eredità del defunto. L'erede ne disponeva a suo piacimento, sposandola se la voleva, maritandola ad un terzo lucrando la dote, o tenendola presso di sé in condizione di semischiavitù. Il Corano ristabilisce la piena dignità della donna e proibisce questa pratica]   

E il Profeta (pace  e benedizioni su di lui) ha detto: “Il migliore tra di voi è il migliore con la propria famiglia e io sono il migliore con la mia famiglia.” Narrato da At-Tirmidhi, 3895; Ibn Majah, 1977. Classificato come sahih (veritiero) da al-Albani in Sahih ai-Tirmidhi.

Il trattamento cortese include svariati punti tra cui i seguenti:

1.   Comunicare con la propria moglie, consultarla, discutere con ella e ascoltare la sua opinione e/o consigli, anche se non è Musulmana.

2.   Darle i suoi diritti nella sfera intima, non abbandonarla finché ella non abbia il proprio desiderio appagato.

L’Imam Ibn Qadamah (che Allah en abbia misericordia) ha affermato: “È mustahab (altamente consigliato) vivere dei preliminari con la propria moglie prima del rapporto intimo e accrescere in lei il desiderio, in modo tale che gli sposi provino lo stesso piacere nel rapporto sessuale.”

3.   Un altro aspetto da considerare è che l’uomo non può sminuire sua moglie, anche se non musulmana, e definirla kafir (miscredente) perché contrario all’ordine di Allah, l’Eccelso, che dice (interpretazione del significato): “Chiama al sentiero del tuo Signore con la saggezza e la buona parola e discuti con loro nella maniera migliore. In verità il tuo Signore conosce meglio [di ogni altro] chi si allontana dal Suo sentiero e conosce meglio [di ogni altro] coloro che sono ben guidati.” (Corano, Sura an-Nahl 16:125)

“Non c'è costrizione nella religione*. La retta via ben si distingue dall'errore. Chi dunque rifiuta l'idolo e crede in Allah, si aggrappa all'impugnatura più salda senza rischio di cedimenti. Allah è audiente, sapiente.” (Corano, Sura al-Baqara, 2:256)


*[“Non c'è costrizione nella religione”: nessuno può essere costretto a seguire una religione e d'altra parte nessuno può essere impedito dal praticarla. Questo il significato generale del versetto. Secondo alcuni esegeti il versetto scese per tutelare la libertà religiosa della gente della Scrittura (nazareni ed israeliti). Vedi in proposito anche la sura CIX]


Inoltre è possibile che intercorrano problemi matrimoniali. Qualunque disputa insorga tra i coniugi e gli stessi non siano capaci di risolverla, si dovrà  chiedere l’intervento di persone di fiducia che possano aiutare e condurre ad una riconciliazione fra gli stessi, esaminare le cause del problema e cercare di risolverlo.


Fonte islamq&a, con inserzioni coraniche da www.corano.it

13 Jan 2013

La Haula wala Quwwata il-la bil-lah’

La Haula wala Quwwata il-la bil-lah’: Un tesoro del Paradiso da utilizzare per chiedere benedizione ad Allah

Narrato da Abu Musa:
“Mentre eravamo con l’Apostolo di Allah in battaglia, non salivano mai su un colle né ne raggiungevamo la cima o scendevamo giù in una valle senza (recitare) il Takbir. L’Apostolo di Allah venne da noi e disse: ‘Volete che vi dica una frase che è un Tesoro del Paradiso?’ Gli risposi:  ‘Si, o Messaggero di Allah!’ Egli disse: ‘È  ‘La Haula wala Quwwata il-la bil-lah’: non esiste altra forza né potere se non con Allah!’” (Al-Bukhari , volume 8, libro 77, numero 607, e Muslim)

Alcuni ahadith fabbricati o deboli hanno conferito un uso sbagliato a tale frase come ad esempio l’hadith di Anas ibn Malik (Radi Allahu anhu) in cui si afferma che  il Messaggero di Allah (SallaAllahu Alayhi Wa Sallem) disse: “Chi vede qualche cosa che lo stupisce, dica: ‘Mashallah La Qawata Illa Billah’. Pronunciando questa frase la persona non verrà attaccata dal malocchio.” Raccolto da Ibn Sunni (207)

Attenzione Al-Haythami ha classificato questo hadith come estremamente debole. (Majmu’ 5/109)

Credere in questo sarebbe come apportare un’innovazione nella religione in quanto si tratta di qualcosa che non è supportato da prove coraniche o dalla Sunnah.

A tale proposito lo Shaykh Mahir Al-Qahtani (Che Allah lo preservi) ha detto: “Al-Manawee ha commesso un errore nell'interpretazione del hadith in cui il Profeta (sallahu alayhi wa salim) disse: “Chiedi ad Allah di benedirti”. Al-Manawee interpretò questo col dire: “Mashallah La hawla wa la quwata ilah billah”. Inoltre Al-Manawee pensava che dicendo queste parole respingeva il malocchio, ma non c'è nessuna prova che nel chiedere benedizione ad Allah, si respinga il malocchio. Al contrario questo significa solo chiedere ad Allah una benedizione, e questo è anche indicato nella Sunnah." [Pagina 48 Raf'ul Ghayin]

Il Profeta (sallaAllahu alayhi wa sallam) disse che ogni volta che si vede qualcosa in un fratello che stupisce, chiediamo ad Allah di benedirlo. E questo è a cura di Ibn Majah e classificato come Sahih da Shaykh Albani.





5 Jan 2013

Misk (sostanza profumata nota come Musk)


Muslim ha raccontato che Abu Sa’id Al-Khudri ha detto che il Profeta (salla Allahu aleii wa sallem) disse:

“Il miglior profumo è il Misk.” 

In Sahihain è narrato che ‘Aisha (radiallahu ‘ana) ha detto: “Solevo ungere il Profeta (salla Allahu aleii wa sallem) con misk profumato prima di assumere l’Ihram, nel Giorno del Sacrificio e prima di eseguire Tawaf intorno alla (Sacra) Casa.”

Il Misk è il re dei profumi, possiede il miglior aroma. Altri tipi di profumi sono di solito comparati al Misk, ma il Misk non è mai comparato ad essi. Inoltre se non bastasse, i colli e la sabbia del Paradiso sono composti di Misk.

Misk è una sostanza calda e asciutta di secondo grado, e porta conforto e gioia al cuore. Esso rafforza gli organi interni quando ingerito o odorato. Il Misk arreca forza e sollievo agli organi esterni se ne vengono unti. Il Misk è benefico per le persone anziane e per coloro che soffrono di eccessiva umidità cutanea, particolarmente in inverno; aiuta anche contro gli svenimenti, i tremori e la debolezza generale nel corpo siccome siccome eccita il calore istintivo. Il Misk chiarifica la parte bianca dell’occhio e ne asciuga l’uminidità in eccesso, e dissipa persino il gonfiore in varii organi. Il Misk funziona anche come antitodo contro alcuni tipi di veleno, e aiuta contro il morso di serpente. Potrebbe avere anche altri benefici.

Tradotto da: Healing with the Medicine of the Prophet

Iman Ibn Qayyim Al-Jauziyah

Traduzione inglese a cura di Jalal Abual Rub

1 Jan 2013

Antimonio - Ithmid Kohl (Eye Liner)

Abdullah Ibn Umar (che Allah ne sia compiaciuto) narrò che il Messaggero (pace e benedizione su di lui) disse: “Dovreste usare il kohl in quanto migliora la vista e fa crescere le ciglia.” [Hasan, Sahih ibn Majah 3495].

Jabir (che Allah ne sia compiaciuto) disse: “Ho udito il Messaggero (pace e benedizione su di lui) dire: ‘Dovreste usare il kohl perché migliora la vista e fa crescere le ciglia.’ ” [Hasan, Sahih Ibn Majah 3496].

Abdullah Ibn Abbas (che Allah ne sia compiaciuto) narrò che il Messaggero (pace e benedizione su di lui) disse: “Il migliore dei vostri kohl è ithmid, in quanto migliora la vista e fa crescere le ciglia.” [Hasan Sahih ibn Majah 3497].

 Ibn Qayyim disse: “L'ithmid è il miglior tipo di kohl usato per gli occhi, particolarmente adatto alle persone anziane la cui vista si è indebolita.” [p.251 dalla traduzione inglese della Medicina del Profeta dell’Imam Ibn Qayyim].

Ibn Qayyim disse: “L'ithmid è il kohl nero... il kohl tende ad essere freddo ed asciutto ed è benefico per gli occhi in quanto li rinvigorisce e rafforza il nervo ottico. L'ithmid dissolve la carne in eccesso attorno alle ulcere e chiude le ferite pulendone l’area circostante.” [p.251 dalla traduzione inglese della Medicina del Profeta dell’Imam Ibn Qayyim].

Ibn Qayyim disse: “L'ithmid allieva persino il mal di testa se mischiato con miele puro annacquato. Quando l'ithmid viene macinato e mischiato con grasso morbido e poi usato come bendaggio sulle ustioni, previene la comparsa di vesciche ed aiuta a curare la pelle danneggiata da ustioni provocate dal fuoco.” [p.251 dalla traduzione inglese della Medicina del Profeta dell’Imam Ibn Qayyim].

È malinteso comune tra i musulmani che il kohl ithmid della Sunnah sia rosso. Comunque ciò non è corretto. Ibn Qayyim disse: “L'ithmid è il kohl nero...” Ugualmente, lo sheikh Obaid Al-Jabari di Medina, Saudi Arabia e lo sheikh Musa Al-Nasr di Giordania hanno affermato che il kohl ithmid che fa parte della Sunnah è nero ed Allah sa meglio. La varietà migliore è quella proveniente da Asfaghan, Iran.

Titolo del testo originale: “Antimony (Kohl Ithmid – Eye Liner)”

Fonte: www.healthmeanswealth.co.uk

Traduzione italiana a cura di AIMS-UK

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Approfondimento:

Ithmid (Antimonio)

L’Ithmid è la pietra nera del Kohl. Il miglior tipo della quale si trova in Asfahan (Iran), ma è anche reperibile in aree occidentali. Il migliore tipo è quello che si frammenta velocemente e che ha particelle splendenti. L’interno dell’Ithmid è lucido e non contiene impurità.

Il Kohl tende ad essere freddo e asciutto ed è benefico all’occhio in quanto lo rafforza e ne irrobustisce il nervo. L’Ithmid dissolve la carne in eccesso attorno alle ulcere e chiude la ferita mentre ne pulisce l’area circostante. L’Ithmid allieva i mal di testa se mescolato con miele puro e leggero (non spesso). Quando l’Ithmid è polverizzato  e mescolato con grasso tenero e poi utilizzato come bendatura sopra bruciature, previene la formazione di vesciche, e aiuta anche nella cura del danno alla pelle che occorre nei casi di ustioni da fuoco.

L’Ithimid è il miglior tipo di Kohl utilizzato per gli occhi, specialmente per persone anziane la cui vista si è indebolita. In questo caso, è meglio che venga mescolato con del Misk (profumo noto come musk).

Tradotto da: Healing with the Medicine of the Prophet

Iman Ibn Qayyim Al-Jauziyah

Traduzione inglese a cura di Jalal Abual Rub

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