Bismillah Ar-Rahman Ar-Rahim
“Allah, non c'è dio all'infuori di Lui! A Lui appartengono i nomi
più belli. Ti è giunta la storia di
Mosè? Quando vide un fuoco, disse alla
sua famiglia: “Aspettate! Ho avvistato un fuoco, forse [potrò] portarvene un
tizzone o trovare nei suoi pressi una guida”.
Quando vi giunse, sentì chiamare: “O Mosè, in verità sono il tuo Signore. Levati i
sandali, ché sei nella valle santa di Tuwâ.
Io ti ho scelto. Ascolta ciò che sta per esserti rivelato. In verità, Io sono Allah: non c'è dio
all'infuori di Me. AdoraMi ed esegui l'orazione per ricordarti di Me. In verità, l'Ora è imminente anche se la
tengo celata, affinché ogni anima sia compensata delle opere sue. Non lasciare che ti ostacoli colui che non
crede in essa ed è incline alle sue passioni, ché altrimenti periresti. O Mosè, cosa tieni nella tua mano destra?”. Disse: “È il mio bastone, mi ci appoggio, e
faccio cadere foglie [degli alberi] per i miei montoni e mi serve anche per
altre cose”. Disse [Allah]: “Gettalo,
Mosè”. Lo gettò ed ecco che divenne un
serpente che strisciava veloce. Disse
[Allah]: “Afferralo e non temere: gli daremo la sua forma originaria. Stringi la mano sotto l'ascella: ne uscirà
bianca, senza alcun male. Ecco un altro segno,
per mostrarti altri Nostri segni ben più grandi. Vai da Faraone. In verità si è
ribellato”. Disse: “Aprimi il petto,
Signore, facilita il mio compito, e sciogli il nodo della mia lingua, sì che possano capire il mio dire; concedimi in aiuto uno della mia
famiglia, Aronne, mio fratello. Accresci con lui la mia forza, e associalo
alla mia missione, perché possiamo
renderTi gloria molto, e perché possiamo
ricordarTi molto; e in verità, Tu sempre
ci osserverai”. (Sura Ta-Ha, 20:8-35)
I tiranni che governarono l’Egitto venivano
definiti Faraoni. Ma chi era il Faraone? Era considerato una suprema autorità.
La sua figura era centrale nella vita dell'Egitto: le epoche si misuravano in
base alla successione delle dinastie, gli artisti lavoravano per soddisfare le
richieste dei sovrani, i contadini destinavano loro gran parte del raccolto, il
popolo guardava ai Faraoni come ai garanti principali della propria fede. Al
sovrano ci si avvicinava solo con la proskynesis, cioè nell'atto del
suddito che si prostra sino a baciare la terra. Il Faraone della nostra storia
soleva essere malvagio con i Figli di Israele, facendoli vivere in schiavitù e
forzandoli ai lavori più faticosi senza alcun salario oppure per uno
bassissimo. La gente era obbligata a venerare Faraone come fosse un dio, alcuni
lo facevano per ignoranza, altri per paura.
Gli anni passavano, e i Figli di Israele
crescevano in numero tanto da apparire come una minaccia.
Una delle storie della tradizione afferma che
girava voce di una visione secondo la quale uno dei Figli di Israele lo
avvrebbe un giorno detronizzato. In un altro racconto si afferma che Faraone
stesso ebbe la tale visione. Ibn ‘Abbas narrò: “Faraone ebbe una visione, vide
un fuoco che proveniva da Gerusalemme e bruciava le case degli Egiziani e tutti
i copti, ma che non arrecava alcun danno ai Figli di Israele. Quando si
svegliò, era tramortito. Radunò i suoi preti e i suoi maghi e li interrogò a
riguardo della visione. Essi risposero: “Un ragazzo nascerà da loro e ucciderà
tutto il popolo egizio” Questo il motivo per il quale Faraone ordinò che tutti
i maschi dei Figli di Israele venissero uccisi.” (Da Ibn Kathir, Storie dei
Profeti)
Forse la sua visione era soltanto una delle sue
maggiori paure.
“Davvero Faraone era altero sulla terra; divise in fazioni i suoi
abitanti, per approfittare della debolezza di una parte: sgozzava i loro figli
maschi e lasciava vivere le femmine. In verità era uno dei corruttori.” (Corano, 28:4)
Esperti di economia e statistica dell’epoca si
affrettarono a calcolare il tasso demografico ed esposero le loro teorie a
Faraone: uccidendo i giovani, i restanti sarebbero morti di anzianietà e il
popolo di Israele si sarebbe estinto. Estinguendosi in massa, Faraone avrebbe
perso tutti i suoi schiavi, tutta la manodopera, e le donne che egli sfruttava.
Dunque sarebbe stato meglio regolare questa procedura con un nuovo regolamento:
sarebbero sterminati i maschi in un anno, ma risparmiati l’anno successivo!
Nell’anno in cui i neonati maschi furono
risparmiati, nacque Aronne (aleyhy salem), nell’anno in cui essi furono uccisi,
nacque Mosè (alehyh salem). Allah ispirò sua madre a deporlo in una cesta e a
porlo nel fiume. Si parla del fiume Nilo in Egitto. Il piccolo Mosè fu seguito
dalla sua sorellina che lo vide poi arrivare nel luogo in cui Assiya, la moglie
di Faraone, soleva andare per bagnarsi. Ella lo raccolse e volle adottarlo. Il
bambino rifiutò ogni nutrice. Finché la sua stessa sorellina suggerì una casa e
quando il piccolo Mosè fu allattato dalla vera madre, accettò il latte.
“Rivelammo alla madre di Mosè: “Allattalo e, quando temerai per
lui, gettalo nel fiume e non temere e non essere afflitta: Noi te lo
restituiremo e faremo di lui uno degli Inviati”. (28:7)
Lo raccolse la gente di Faraone, sì che potesse
diventare loro nemico e causa di tristezza. Davvero Faraone e Hâmân e le loro
armate erano colpevoli. Disse la moglie
di Faraone: “[Questo bambino sarà] la gioia dei miei occhi e dei tuoi! Non lo
uccidete! Forse ci sarà utile, o lo adotteremo come un figlio”. Non avevano
alcun sospetto. Il cuore della madre di
Mosè fu come fosse vuoto. Poco mancò che non svelasse ogni cosa, se non
avessimo rafforzato il suo cuore, sì che rimanesse credente. Disse alla di lui
sorella: “Seguilo”, e quella lo osservò di nascosto. Non avevano alcun
sospetto. E Noi gli interdicemmo ogni nutrice. Allora [la sorella] disse:
“Posso indicarvi la gente di una casa, che potrà occuparsene per conto vostro e
che gli sarà benevola?”. Lo restituimmo a sua madre affinché si consolassero i
suoi occhi, non fosse più afflitta e si convincesse che la promessa di Allah è
verità. Ma la maggior parte di loro non sanno nulla. Quando raggiunse l'età
adulta e il pieno del suo sviluppo, gli demmo discernimento e scienza. Così
ricompensiamo coloro che operano il bene. (Corano, 28:8-14)
Mosè crebbe a corte e fu allevato come un
Egiziano, indossando abiti di un certo livello e conducendo un certo tipo di
vita. Ma ad un certo punto le cose cambiarono.
Mosè (aleyy salem) uccide un uomo.
Allah aveva garantito a Mosè (aleyhy salem)
buona salute, forza, sapienza e saggezza. I poveri e gli oppressi gli
chiedevano protezione e giustizia. Un giorno vide due uomini combattere. Uno
era un appartenente al popolo dei Figli di Israele, e veniva percosso da un
Egiziano. Nello scorgere Mosè (aleyhy salem) arrivare l’Israeliano gli implorò
aiuto. Mosè (aleyhy salem) venne coinvolto in una disputa e in preda alla
rabbia, infierì un duro colpo all’Egiziano, che morì sul colpo. Nel realizzare
che aveva ucciso un essere umano, il cuore di Mosè (aleyhy salem) si riempì di
paura e sgomento e immediatamente implorò la misericordia di Allah ta’ala.
Non aveva avuto l’intenzione di uccidere
quell’uomo. Implorò Allah ta’ala di perdonarlo e un senso di serenità, pace e
armonia lo pervase. Da quel momento in poi Mosè (aleyy salem) iniziò a mostrare
maggiore tolleranza e comprensione per la gente.
Il giorno dopo trovò lo stesso individuo
israeliano coinvolto in un altro litigio. Mosè (aleyhy salem) si recò da lui
dicendogli che era un uomo troppo litigioso in quanto proprio il giorno prima
si era azzuffato con un altro individuo. L’uomo gli chiese urlando se voleva
allora ucciderlo come aveva fatto il giorno prima con l’Egiziano. Le autorità
udirono quest’affermazione, Mosè (aleyhy salem) sarebbe stato catturato e poi
ucciso a sua volta, gli fu consigliato di fuggire, cosa che fece. (Corano 28: 15-21)
Mosè abbandona l’Egitto
Mosè (aleyhy salem) abbandonò l’Egitto in fretta
e furia senza neanche andare a Palazzo per cambiarsi d’abito. Non aveva una
bestia da cavalcare, neppure era con una caravana. Viaggiò in direzione di
Mydian, il posto abitato più vicino tra la Siria e l’Egitto. Il suo unico
compagno nel torrido deserto fu Allah, e la sua unica provvista fu la pietà.
Non trovò neanche una radice per placare la fame. La sabbia estremamente calda,
bruciò le suole dei sandali.
Mosè (aleyhy salem) aiuta le donne pastori
Mosè (aleyy salem) viaggiò per 8 notti,
nascondendosi durante il giorno per timore che le guardie di Faraone lo
stessero cercando. Dopo aver attraversato il deserto principale, raggiunse una
fonte d’acqua fuori Mydian dove i pastori erano soliti abbeverare le proprie
bestie.
Non appena raggiunse questa sorta di oasi, Mosè
(aleyhy salem) si riparò sotto un albero per riposare. Pativa la fame e la
stanchezza. I suoi sandali erano completamente rovinati e strappati per il
troppo camminare sulla sabbia bollente e sulle rocce. Alla fonte scorse due
donne pastori che sembravano in bisogno di aiuto per abbeverare le proprie
bestie. Vi erano altri pastori presso la fonte e le donne non volevano
avvicinarsi, avrebbero infatti aspettato che tutti i pastori terminavano di
abbeverare le bestie per non spingere degli uomini. Elle erano obbligate a
questo duro lavoro in quanto il proprio padre era troppo vecchio. Mosè (aleyhy
salem) le aiutò senza alcun fine recondito. (Corano 28:22-24)
Mosè (aleyhy salem) trova casa tra i pastori
Le giovani donne ritornarono a casa prima del
solito, raccontarono tutto al proprio padre e questi volle ringraziare
personalmente Mosè (aleyhy salem) il quale fu anche invitato a restare.
Mosè (aleyhy salem) diventa pastore
Le giovani donne suggerirono al padre che Mosè
(aleyhy salem) poteva essere assunto come pastore. Il vecchio era pronto a
dargli una delle figlie in sposa se avesse lavorato per lui per 8 anni. Mosè
(aleyhy salem) accettò di buon grado la proposta e lavorò come pastore per una
decina d’anni circa. (Corano, 28:25-28)
I dieci anni di preparazione
Il tempo passava ma questi 10 anni della sua
vita non furono spesi invano. Essi furono anni di meditazione e preparazione e
furono per questo molto importanti. Mosè (aleyhy salem) era molto attratto
dalle stelle, dalla notte, seguiva il sorgere e il tramontare del sole ogni
giorno. Rifletteva sulle piante, del modo in cui germogliano, del come l’acqua
ravviva la terra. La religione di Mosè (aleyy salem) era la stessa di Giacobbe,
il nipote di Abramo (su di loro la pace), cioè il monoteismo islamico. Viveva
spesso in reclusione, lontano dalla gente, nel mezzo del deserto, in posti in
cui si pascola il gregge, meditando. Il silenzio caratterizzò la propria
reclusione.
Mosè (aleyy salem) decide di ritornare in Egitto
Un giorno Mosè (aleyy salem) prese la decisione
di ritornare in Egitto. Ne informò la moglie e partirono insieme. Ovviamente
era una scelta pericolosa ma Allah ispirò questa decisione.
Mosè (aleyy salem) inizia la propria Profezia
Mosè (aleyy salem) lasciò Mydian con la propria
famiglia e viaggiò attraverso il deserto fino a raggiungere il Monte Sinai. Lì
realizzò di essersi perso. Cercò aiuto in Allah e ritrovò la strada. Al cadere
della notte raggiunsero Monte Tur. Vide da lontano un falò, pensò vi fossero
dei pellegrini e si accinse ad andargli incontro per chiedergli un tizzone
ardente per poter iniziare un falò. Ma quando si avvicinò, notò che vi era un
alberello che non bruciava nonostante il fuoco, e Allah ta’ala gli parlò rivelandogli
Chi fosse. Gli chiese di togliere i sandali perché era nella terra sacra di
Tuwa e che lo aveva scelto. Gli chiese poi di lanciare a terra il bastone, ed
esso si trasformò immediatamente in un serpente. Mosè (aleyhy salem) si voltò
per fuggire via, ma Allah gli disse di non temere, di prenderlo in quanto
sarebbe ritornato alla forma precedente e così fu. Inoltre gli ordinò di
infilare la mano nell’abito all’altezza dell’ascella. Quando la ritirò essa era
diventata brillante. Allah gli ordinò di andare da Faraone e di mostrargli
questi due Segni della Potenza di Allah.
Mosè (aleyy salem) aveva paura di ritornare ma
Allah pose pace nel suo cuore e lo rassicurò.
“Allah, non c’è dio all’infuori di Lui! A Lui appartengono i nomi
più belli. Ti è giunta la storia di
Mosè? Quando vide un fuoco, disse alla
sua famiglia: “Aspettate! Ho avvistato un fuoco, forse [potrò] portarvene un
tizzone o trovare nei suoi pressi una guida”.
Quando vi giunse, sentì chiamare: “O Mosè, in verità sono il tuo Signore. Levati i
sandali, ché sei nella valle santa di Tuwâ.
Io ti ho scelto. Ascolta ciò che sta per esserti rivelato. In verità, Io sono Allah: non c’è dio
all’infuori di Me. AdoraMi ed esegui l’orazione per ricordarti di Me. In verità, l’Ora è imminente anche se la
tengo celata, affinché ogni anima sia compensata delle opere sue. Non lasciare che ti ostacoli colui che non
crede in essa ed è incline alle sue passioni, ché altrimenti periresti. O Mosè, cosa tieni nella tua mano
destra?”. Disse: “È il mio bastone, mi
ci appoggio, e faccio cadere foglie [degli alberi] per i miei montoni le mie
pecore e mi serve anche per altre cose”.
Disse [Allah]: “Gettalo, Mosè”.
Lo gettò ed ecco che divenne un serpente che strisciava veloce. Disse [Allah]: “Afferralo e non temere: gli
daremo la sua forma originaria. Stringi
la mano sotto l’ascella: ne uscirà bianca, senza alcun male. Ecco un altro
segno, per mostrarti altri Nostri segni
ben più grandi. Vai da Faraone. In
verità si è ribellato”. (Corano 20:9-24).
Mosè (aleyy salem) e Aronne (aleyy salem) hanno
dei rispettivi compiti
Mosè (aleyy salem) aveva davvero terrore di
ritornare in Egitto, dunque chiese ad Allah se suo fratello Aronne poteva
affiancarlo nell’impresa. Fatto che piacque ad Allah Il Quale acconsentì.
Inoltre Mosè (aleyhy salem) aveva un problema linguistico-espressivo che Allah
guarì dietro suo richiesta. Il compito di Mosè (aleyy salem) era quello di
persuadere Faraone dell’esistenza di un Unico Dio e di convincerlo a rilasciare
il popolo di Israele. Il compito di Aronne (aleyhy salem) era di sostenere suo
fratello, assisterlo e rendere gloria ad Allah di più.
Disse: “Aprimi il petto, Signore,
facilita il mio compito, e
sciogli il nodo della mia lingua, sì che
possano capire il mio dire; concedimi in
aiuto uno della mia famiglia, Aronne,
mio fratello. Accresci con lui la mia
forza, e associalo alla mia missione, perché possiamo renderTi gloria molto, e perché possiamo ricordarTi molto; e in verità, Tu sempre ci osserverai”. (Corano, Sura
Ta-Ha, 20:25-34)
“Va' con tuo fratello con i segni Miei e non trascurate di
ricordarMi. Andate da Faraone: in verità
si è ribellato! Parlategli con dolcezza.
Forse ricorderà o temerà [Allah]”.
Dissero: “O Signor nostro, temiamo che si scagli contro di noi o che
accresca la ribellione”. Rispose: “Non
temete. Io sono con voi: [tutto] odo e vedo. Andate pure da lui e ditegli: In
verità, siamo due messaggeri del tuo Signore. Lascia partire con noi i Figli di
Israele e non tormentarli più. Siamo venuti da te con un segno da parte del tuo
Signore. Pace, su chi segue la retta via.
In verità ci è stato rivelato, che il castigo sarà per chi nega e volge
le spalle!"”. (Corano, Sura Ta-Ha, 20: 42-48)
Mosè (aleyy salem) e Aronne (aleyy salem)
parlano a Faraone
Andarono insieme da Faraone e gli trasmisero il
messaggio. Mosè (aleyy salem) gli parlò di Allah, della Sua Misericordia e del
Suo Paradiso, degli obblighi di un fedele e dell’Adorazione che deve essere
rivolta solo a Lui.
Faraone ascoltò con disdegno; pensò che Mosè
(aleyy salem) fosse sicuramente folle per permettersi di parlargli in quel modo
e soprattutto mettendo in dubbio la sua autorità. Mosè (aleyy salem) gli chiese
poi di donare la libertà ai Bani Israil. Faraone rispose che non erano altro
che schiavi: i suoi schiavi. Mosè (aleyy salem)
gli ricordò che erano servi di Allah.
Faraone gli chiese sarcasticamente se egli fosse
Mosè. E gli ricordò del passato, di come era stato soccorso e allevato a corte,
di quando egli aveva ucciso un uomo...la sua intenzione era di intimorirlo.
Faraone lo accusò persino di miscredenza per avere assassinato un uomo, volvea
sgomentarlo e sminuirlo. Ma Mosè ignorò le sue provocazioni e il suo sarcasmo,
gli spiegò che non era affatto un miscredente quando aveva ucciso quell’uomo
nel passato, ma certamente non era sulla strada giusta, che era fuggito
dall’Egitto per paura di essere punito con la pena di morte anche se l’omocidio
era avvenuto per incidente e che poi Allah lo aveva guidato.
Faraone minacciò di sbatterlo in prigione
qualora avesse venerato altri oltre lui. Mosè (aleyy salem) gli chiese se una
prova poteva convincerlo e Faraone
rispose di voler constatare di cosa parlava.
“Andate da Faraone e ditegli: " Noi siamo gli inviati del
Signore dei mondi, affinché tu lasci
partire con noi i Figli di Israele ".
Rispose: “Non ti abbiamo forse allevato presso di noi quando eri
bambino, non sei forse rimasto con noi molti anni della tua vita? Poi hai commesso l'atto di cui ti macchiasti
e fosti un ingrato”. Disse: “Ho fatto
ciò quando ancora ero uno degli smarriti.
Sono fuggito da voi perché ho avuto paura di voi. [Ora] il mio Signore
mi ha dato il discernimento e ha fatto di me uno dei [Suoi] Messaggeri. Mi vuoi forse rinfacciare questo favore,
mentre schiavizzi i Figli di Israele?”.
Disse Faraone: “E chi è questo Signore dei mondi?”. Rispose: “Il Signore dei cieli e della terra
e di ciò che vi è tra essi. Se solo poteste esserne convinti!”. Disse [Faraone] a quelli che lo attorniavano:
“Non avete sentito?”. Disse [Mosè]: “È
il vostro Signore, il Signore dei vostri antenati più lontani!”. Disse [Faraone]: “Davvero il messaggero che
vi è stato inviato è un folle”. Disse
[Mosè]: “[È] il Signore dell'Oriente e dell'Occidente, e di ciò che vi è
frammezzo, se solo lo capiste”. Disse:
“Se prenderai un dio dall'infuori di me, certamente farò di te un
prigioniero”. Rispose [Mosè]: “Anche se
ti portassi una prova evidente?”. Disse:
“Portala dunque, se sei fra i veritieri”. (Corano, Sura Ash-Shu’ara, I Poeti, 26:16-31)
Si osservi il tipo di dialogo che intercorre tra
Faraone e Mosè (aleyhy salem). Quest’ultimo è sempre molto educato, pacato, gli
si rivolge nel migliore dei modi senza però abbassarsi, senza cedere a
compromessi, l’altro assume un tono di minaccia e di sarcasmo.
Allah stesso aveva detto: “Parlategli con
dolcezza” (sura 20 in una delle ayah tra 42esima e la
48esima)
“Gettò il suo bastone, ed ecco che [divenne] palesemente un
serpente. Trasse la sua mano, ed essa
[apparve] bianca a coloro che guardavano.” (Corano, Sura Ash-Shu’ara, I Poeti, 26:32-33)
Lo stupore di Faraone al vedere il bastone
trasformarsi in serpente e la mano bianca e brillante si tramutò in terrore e
paura!
Mosè (aleyhy salem) sconfigge i maghi di corte
Temendo che il suo potere fosse in pericolo, si
rivolse ai suoi consiglieri, i quali gli dissero di trattenere Mosè e Aronne
(su di loro la pace) così i maghi si sarebbero potuti preparare con qualche
trucco di illusionismo. Faraone incaricò la sua gente di cercare i maghi e gli
illusionisti più esperti in tutto l’impero, offrendo loro un’enorme ricompensa
inclusa una carica come cortigiano di corte, per coloro che avessero sconfitto
Mosè. Nel giorno prestabilito per la competizione, arrivarono gente da varie
parti dell’Impero egizio. Mosè (aleyhy salem) parlò ai maghi prima dell’inizio
della competizione spingendoli a non tradire Allah con i loro trucchi e
ammonendoli, ma essi erano troppo avidi e presi dalle promesse di ricompense e
di fama che avrebbero ricevuto. I maghi operarono per primi. Essi gettarono
oggetti per terra dando vita a serpenti che si contorcevano. La gente guardava
con stupore e Faraone era fiero. Poi fu il turno di Mosè (aleyhy salem), egli
gettò il bastone ed esso si trasformò in un enorme serpente che ad uno ad uno
ingoiò tutti gli altri serpenti. I maghi dissero: “Crediamo nel Dio di
Mosè ed i Aronne (alehyum salem).”
Faraone li accusò di essersi accordati con Mosè
(aleyy salem) e li minacciò di tagliargli mani e piedi e di cruciffigerli su
alberi di palma se non avessero confessato l’ordito complotto. Ma essi
rifiutarono di tradire Mosè (aleyy salem) e proclamorono di credere in un Unico
Dio: Allah, Il Dio.
“Si riunirono i maghi per l'incontro, nel giorno stabilito. E si disse al popolo: “Vi riunirete in
massa, così da poter seguire i maghi, se
saranno vincitori!”. Poi, quando i maghi
furono convenuti dissero a Faraone: “Davvero avremo una ricompensa se saremo
vincitori?”. Rispose: “Sì, e in tal caso
sarete tra i favoriti”. Mosè disse loro:
“Gettate quello che avete da gettare”.
Gettarono le loro corde e i loro bastoni e dissero: “Per la maestà di
Faraone, saremo noi i vincitori!”. Gettò
Mosè il suo bastone ed esso inghiottì i loro artifici. Allora i maghi si gettarono in
prosternazione, dicendo: “Crediamo nel
Signore dei mondi, il Signore di Mosè e
di Aronne”. (Corano, Sura
Ash-Shu’ara, I Poeti, 26:38-48)
Descrizione di Allah dei credenti e i non
credenti
Allora ti opporremo una magia simile. Fissa per te e per noi un
incontro in un luogo appropriato, noi non mancheremo e tu neppure”. Rispose: “L'incontro sarà nel giorno della
festa. Che la gente sia riunita al mattino”.
Si ritirò Faraone, preparò i suoi artifici e poi si presentò. Disse Mosè: “Guai a voi, non inventate
menzogne contro Allah: vi annienterebbe per punizione. Chi inventa menzogne è
certamente perduto”. Discussero in
proposito [i maghi], in segreti conciliaboli.
Dissero: “Quei due sono sicuramente due maghi che vogliono cacciarvi
dalla vostra terra con la magia e cancellare la vostra esemplare
dottrina”. “Riunite i vostri incantesimi
e venite in fila. Chi avrà oggi il sopravvento sarà il vincitore.” Dissero: “Getti tu, Mosè, o gettiamo noi per
primi?”. Disse: “Gettate pure!”. Ed ecco
che gli parve che le loro corde e i loro bastoni si mettessero a correre, per
effetto di magia. Mosè ne fu intimorito
nell'intimo. Gli dicemmo: “Non aver
paura. Avrai il sopravvento. Getta
quello che c'è nella tua mano destra: divorerà quello che han fatto, perché
quello che han fatto è artificio di mago; e il mago, ovunque vada, non avrà
riuscita”. I maghi caddero in
prosternazione e dissero: “Crediamo nel Signore di Aronne e di Mosè”. Disse [Faraone]: “Crederete in lui, prima che
io ve lo permetta? È certo lui il vostro maestro che vi ha insegnato la magia.
Vi farò tagliare mani e piedi alternati e vi farò crocifiggere a tronchi di
palma e capirete chi di noi è più duro e pertinace nel castigo”. Dissero: “Non ti potremmo mai preferire a
quello che ci è stato provato e a Colui Che ci ha creati. Attua pure quello che
hai deciso. Le tue decisioni non riguardano che questa vita!
In verità noi crediamo nel nostro Signore, ché ci perdoni i nostri
peccati e la magia che ci hai imposto. Allah è migliore e duraturo”. Chi si presenterà empio al suo Signore,
certamente avrà l'Inferno dove non morirà, né vivrà. Chi [invece] si presenterà a Lui credente, e
avrà compiuto opere buone... ecco coloro che avranno l'onore più grande, i Giardini di Eden dove scorrono i ruscelli e
in cui rimarranno in perpetuo. Questo è il compenso per chi si purifica.
(Corano, Sura Ta-Ha, 20:58-76)
I maghi diedero una bella lezione di onestà a
Faraone. Essi rappresentavano l’elite nella società, erano cioè coloro nelle
cui mani vi era il sapere, la cultura, la saggezza e si prosternarono di fronte
alla giustizia e alla verità. Essi non ebbero alcuna remora nel dire a Faraone
di infliggergli quello che aveva già deciso.
La reazione di Faraone
All’inizio era stupefatto, poi sconvolto e
inorridito (aveva paura di perdere il proprio potere). Quando ritorna a palazzo
e Mosè e Aronne (alehyum salem) non sono più in sua presenza, diventa
violentemente furioso. Mosè aveva dichiarato apertamente che non c’era altro
Dio all’infuori di Allah, invece Faraone aveva sempre affermato di essere un
dio, ed aveva basato il suo Impero e il suo potere su quest’affermazione. Era
allora egli un bugiardo? Cosa ne pensava la gente? Mandò quelli che noi oggi
chiamaremmo i servizi segreti a
verificare quale fosse l’opinione pubblica. I suoi ‘poliziotti’ gli riferirono
che svariati uomini erano stati addestrati per diffondere la falsa notizia che
Mosè aveva vinto la competizione soltanto perché aveva ordito un complotto contro
Faraone insieme ai maghi. Questi ultimi erano stati assassinati in modo orrendo
ed i loro corpi erano pubblicamente esposti come monito per la gente.
Gli uomini di Faraone compirono atti orribili
contro i Figli di Israele così quest’ultimi implorarono Mosè (alehyh salem) di
invocare una punizione di Dio su di lui. La sola cosa che egli potette fare fu
di incitarli ad essere pazienti. Gli parlò dell’esempio dei maghi e della loro
fede che aveva tollerato tutte quelle torture senza lamentarsi solo per amore
di Allah. Cercò di spiegare loro che i soldati di Faraone si comportavano sulla
terra come se ne fossero i proprietari. Ma il terrorismo attuato da Faraone
contribuì a creare un senso di impotenza, di paura e di sconfitta nei cuori dei
Figli di Israele, i quali non facevano altro che lamentarsi presso Mosè (alehyh
salem)
Dissero: “Siamo stati perseguitati prima che tu venissi e dopo che venisti a
noi”. Rispose: “Può darsi che presto il vostro Signore distrugga il nemico e vi
costituisca vicari sul paese, per poi guardare quello che farete”. (Corano, Sura
Al-A’raf 7:129)
Qarun, le sue azioni e la sua distruzione
Mosè (alehyh salem) dovette affrontare una
situazione molto difficile. Da un lato la rabbia e i complotti di Faraone,
dall’altro l’ammutinamento della sua gente e in più la malvagità di Qarun.
Qarûn faceva parte della famiglia di Mosè (come
lui era levita). Era uomo di grande avvenenza e forza, conosceva la Torâh, ed
era molto ricco. Tutte queste caratteristiche lo avevano reso orgoglioso.
Indossava soltanto gli abiti più costosi. Aveva molti schiavi. L’enorme
ricchezza lo aveva reso arrogante. Qarun trattava la gente con disdegno e
disistima, convinto che la loro povertà fosse dipesa solo dalla loro mancanza
di intelligenza. Credeva di possedere tali enormi ricchezze come frutto della
propria intelligenza e dalla propria abilità negli affari. Mosè (alehyh salem)
gli ricordò di pagare l’elemosina dalla propria ricchezza (zakat) una parte
della quale era dovuta ai poveri. Qarun fu davvero infastidito da questo
consiglio e gli rispose che la ricchezza che possedeva era un segno della
benevolenza di Allah Che approvava il suo stile di vita e accresceva la sua
ricchezza giorno dopo giorno. Mosè (alehyh salem) lo ammonì sui risvolti della
faccenda e sulle eventuali consequenze. Quando Qarun calcolò l’ammontare
dell’elemosima, fu scioccato dalla somma che avrebbe dovuto devolvere in
beneficenza. Non solo non la pagò, ma diffuse in giro la voce che Mosè (alehyh
salem) si fosse inventato la storia della zakat. Allah ammonì Mosè (alehyh
salem) del complotto ordito da Qarun, Mosè (alehyh salem), a sua volta pregò Allah di punirlo. La terra
si aprì e lo inghiottì insieme alla sua casa, alle sue proprietà e alle sue
ricchezze, come se non fosse mai esistito.
“Invero Qarûn faceva parte del popolo di Mosè, ma poi si rivoltò
contro di loro. Gli avevamo concesso tesori le cui sole chiavi sarebbero state
pesanti per un manipolo di uomini robusti. Gli disse la sua gente: “Non essere
tronfio! In verità Allah non ama i superbi.
Cerca, con i beni che Allah ti ha concesso, la Dimora Ultima. Non
trascurare i tuoi doveri in questo mondo, sii benefico come Allah lo è stato
con te e non corrompere la terra. Allah non ama i corruttori”. Rispose: “Ho ottenuto tutto ciò grazie alla
scienza che possiedo”. Ignorava, forse, che già in precedenza Allah aveva fatto
perire generazioni ben più solide di lui e ben più numerose? I malfattori non
saranno interrogati a proposito delle loro colpe. Poi uscì, [mostrandosi] al suo popolo in
tutta la sua pompa. Coloro che bramavano questa vita, dissero: “Disgraziati
noi, se avessimo quello che è stato dato a Qarûn! Gli è stata certo data
immensa fortuna!”. Coloro che invece
avevano avuto la scienza dissero: “Guai a voi! La ricompensa di Allah è la
migliore, per chi crede e compie il bene”. Ma essa viene data solo a quelli che
perseverano. Facemmo sì che la terra lo
inghiottisse, lui e la sua casa. E non vi fu schiera che lo aiutasse contro
Allah, non poté soccorrere se stesso. E
coloro che la vigilia si auguravano di essere al posto suo, dissero: “Ah! È ben
evidente che Allah concede con larghezza o lesina a chi vuole tra i Suoi servi.
Se Allah non ci avesse favorito, certamente ci avrebbe fatto sprofondare. Ah! È
ben evidente che i miscredenti non prospereranno”. (Corano, Sura
Al-Qasas, 28:76-82)
Le Piaghe d’Egitto
Mosè (alehyh salem) richiese a Faraone di
lasciare libero il Popolo di Israele. In tutta risposta Faraone diede ordine di
organizzare un convegno radunando gente tra i suoi sudditi e dal Popolo di Mosè
(alehyh salem) soltanto per ribadire loro chi fosse il loro signore e chi
provvedeva ai loro bisogni. Egli mise in risalto che Mosè (alehyh salem) era
soltanto un uomo povero che non avrebbe potuto garantire loro alcuna ricchezza.
Questo popolo mancava di saggezza, il loro giudizio era limitato al mondo
materiale. Nella loro ignoranza credettero che Faraone fosse l’unico a poter
provvedere ai propri bisogni.
Egitto: siccità e inondazione
L’Egitto soffrì una profonda siccità. Il Nilo
non straripò, irrorando i campi come era solito fare, e rilasciando l’humus che
rende la terra fertile. Di conseguenza la terra divenne troppo arida e non si
produssero raccolti. Sopraggiunse una
carestia. Siccome Faraone continuò a mostrarsi arrogante, Allah inviò
un’inondazione che devastò la terra.
I raccolti devastati dalle locuste
Come sempre, ogni volta che si sentivano gravati
dalle difficoltà, gli egiziani si rivolgevano a Mosè (alehyh salem) promettendogli
di credergli e di seguirlo.
Quando il castigo li toccava, dicevano: “O Mosè, invoca per
noi il tuo Signore, in forza del patto che ha fatto con te. Se allontanerai il
castigo da noi, crederemo certamente in te e lasceremo partire con te i Figli di
Israele”. (Corano, Sura Al-A’raf, 7:134)
Allah revocò la punizione dell’inondazione e la
terra diventò nuovamente coltivabile. Ma quando Mosè (alehyh salem) gli ricordò
la loro promessa, essi non risposero.
Allah inviò sciami di locuste che divoravano
tutti i raccolti. La gente di nuovo si recò da Mosè (alehyh salem) chiedendogli
di invocare Allah affinché rimuovesse quest’afflizione. Ma di nuovo vennero
meno alla promessa.
L’Egitto viene infestato da parassiti
Allah inviò un’altra punizione: parassiti che
portarono con sé malattie. Come al solito promisero, Allah ta’ala rimosse la
punizione, ma poi tornarono sui propri passi.
L’Egitto infestato da rane
La terra si riempì di rane. Esse saltavano
dovunque, persino sul cibo, inondavano le case e infastidivano molto. Gli
Egiziani andarono di nuovo da Mosè (alehyh salem) promettendogli di rilasciare
il popolo di Israele. Egli pregò il suo Signore, Allah allontanò la punizione,
ma nuovamente ruppero la promessa.
Le acque del Nilo si tramutarono in sangue
Poi Allah inviò l’ultimo dei segni. Le acque del
Nilo si tramutarono in sangue. Quando Mosè (alehyh salem) e il suo popolo
bevevano l’acqua, essa era acqua pura. Ma se ne bevevano gli Egiziani, essa si
tramutava in sangue. Si affrettarono a Mosè (alehyh salem) come al solito, ma
poi rinnegavano quello detto.
Colpimmo la gente di Faraone con anni di miseria e scarsità di
frutti, affinché riflettessero. Quando
veniva loro un bene dicevano: “Questo ci spetta”; mentre se li colpiva un male,
vedevano in Mosè e in quelli che erano con lui, uccelli di malaugurio. Non
dipendeva da Allah la loro sorte? Ma la maggior parte di loro non sapeva. Dissero: “Qualunque segno addurrai per
stregarci, noi non crederemo in te”. Mandammo
contro di loro l'inondazione e le cavallette, le pulci, le rane e il sangue,
segni ben chiari. Ma furono orgogliosi e rimasero un popolo di perversi. Quando il castigo li toccava, dicevano: “O
Mosè, invoca per noi il tuo Signore, in forza del patto che ha fatto con te. Se
allontanerai il castigo da noi, crederemo certamente in te e lasceremo partire
con te i Figli di Israele”. Allontanammo
da loro il tormento, ma quando giunse il termine che dovevano rispettare, ecco
che mancarono al loro impegno. (Corano, Sura Al-A’raf, 7:130-135 )
Faraone e il suo esercito periscono
Sembrava davvero che Faraone non avesse mai
creduto al messaggio di Mosè (alehyh salem), né lasciato il popolo libero,
dunque Mosè (alehyh salem) pregò:
“O Signor nostro, invero hai dato a Faraone e ai suoi notabili
onori e beni della vita terrena, affinché o Signor nostro, si distolgano dal
Tuo sentiero. O Signor nostro, cancella i loro beni e indurisci i loro cuori,
ché non credano, fino a che non avranno visto il castigo doloroso”. Allah disse: “La vostra richiesta è esaudita.
State saldi entrambi e non seguite il sentiero di coloro che non sanno nulla”. (Corano, Sura
Yunus, 10:88-89)
Allah inspirò Mosè (alehyh salem) a condurre via
dall’Egitto il popolo ma solo pochi credettero nel suo messaggio, altri eravano
devastati dalla paura della vendetta di Faraone per cui non lo seguirono.
Faraone fu un uomo molto arrogante, un tiranno malefico e uno dei Musrifin
(politeisti, peccatori, trasgressori, uno di coloro che rigetta la verità,
decide di seguire il male e commette ogni forma di peccato maggiore).
Quando Faraone si rese conto che erano scappati
li inseguì con il proprio esercito.
Intanto il popolo era arrivato al Mar Rosso che
sembrava davvero una barriera insormontabile. Alla disperazione del popolo,
Mosè (alehyh salem) rispose che aspettava l’ispirazione da Allah. Mosè (alehyh
salem) gettò il bastone e il mare di scisse in due, le creste delle onde
stavano come montagne ai due lati. Mosè (alehyh salem) condussse il suo popolo
attraverso il mare scisso/spaccato. Videro l’esercito di Faraone avvicinarsi,
in procinto di intraprenderela strada nel mare scisso come loro avevano fatto. Comunque
Allah aveva già preordinato tutto.
Faraone e il suo esercito avevano visto il
miracolo, ma il suo orgogolio lo spinse
ancora a rifiutare la verità. L’esercito si inoltrò nelle onde aperte e
poi Allah richiuse il mare su di essi facendoli annegare.
E rivelammo a Mosè: “Fa' partire i Miei servi nottetempo.
Certamente sarete inseguiti”. Faraone
mandò messi in tutte le città: [perché dicessero:] “Invero, sono un gruppo
esiguo, e ci hanno irritato, mentre noi siamo ben vigili”. Facemmo sì che
abbandonassero giardini e fonti, tesori e graziose dimore. Così fu, e [tutto]
demmo in eredità ai Figli di Israele. Al levarsi del sole li inseguirono. Quando
le due schiere si avvistarono, i compagni di Mosè dissero: “Saremo
raggiunti!”. Disse [Mosè]: “Giammai, il
mio Signore è con me e mi guiderà”.
Rivelammo a Mosè: “Colpisci il mare con il tuo bastone”. Subito si aprì
e ogni parte [dell'acqua] fu come una montagna enorme. Facemmo avvicinare gli
altri, e salvammo Mosè e tutti coloro che erano con lui, mentre annegammo gli altri. In verità, in ciò vi è un segno! Ma la
maggior parte di loro non crede. In
verità, il tuo Signore è l'Eccelso, il Misericordioso. (Corano, Sura
Ash-Shu’ara, I Poeti, 20:52-68)
In preda la terrore e al panico, capendo che la
fine era ormai giunta, Faraone fece la sua dichiarazione di fede:”Credo che non
esiste altro Dio meritevole di essere venerato se non Allah in Cui il popolo di
Israele crede, e mi sottometto a Lui.” Ma Allah non accettò la sua confessione,
perché queste erano le parole di un tiranno, che fece la sua dichiarazione di
fede quando l’anima si era già staccata dal corpo e le acque si chiusero su di
lui, annegandolo.
La storia di Faraone ebbe fine in modo tragico,
le onde spazzarono via il suo corpo. Gli Egiziani lo videro e realizzarono che
il loro dio, che avevano sempre venerato e a cui si rivolgevano per aiuto, non
era affatto immortale..era null’altro che un corpo senza vita e inutile.
E facemmo attraversare il mare ai Figli di Israele. Faraone e le
sue armate li inseguirono per accanimento e ostilità. Poi, quando fu sul punto
di annegare, [Faraone] disse: “Credo che non c'è altro dio, all'infuori di Colui
in cui credono i Figli di Israele e sono tra coloro che si sottomettono”. [Disse Allah]: “Ora ti penti, quando prima
hai disobbedito ed eri uno dei corruttori?
Oggi salveremo il tuo corpo, affinché tu sia un segno per quelli che
verranno dopo di te. Ma in verità, la maggioranza degli uomini sono incuranti
dei segni Nostri. (Corano, Sura Yunus, 10:90-92)
A riguardo di Faraone:
Allah ta’ala non accettò l’orgoglio ostinato di
Faraone, egli infatti credeva di essere un dio e voleva essere odorato come
tale.
Ma Faraone pronunciò la shahadah, perché Allah
ta’ala non la accettò? Perché Allah ta’ala ci dona tutta una vita per riflettere
e ripensare ai nostri peccati, quando Faraone pronunciò quelle parole la sua
anima si stava già staccando dal corpo, era cioè troppo tardi.
Il corpo di Faraone è conservato, perché? Esso
rappresenta un ammonimento, un avvertimento per tutte le generazioni future.
Il popolo di Mosè (alehyh salem) desidera un
idolo
Nonostante la sua morte, Faraone lasciò
un’influenza negativa nel popolo di Israele...tanti anni di oppressione, umiltà
e annichilimento erano duri da dimenticare. Il popolo era insicuro e debole
nella propria fede. Questi anni lo avevano marchiato e lo avevano reso
assuefatto all’umiliazione e al soggiogamento, era ormai avvezzo a
sottomettersi ad altri oltre Allah. Faraone aveva represso gli animi dei Figli
di Israele e rovinato la loro natura tanto che iniziarono a torturare Mosè
(alehyh salem) con la loro ignoranza e la loro ostinazione. Passarono accanto
ad un popolo che adorava idoli, ed invece di mostrare la propria indignazione
lodando Allah per la Sua guida, chiesero a Mosè (alehyh salem) un idolo da
venerare proprio come quelle persone facevano. Erano gelosi che altri avessero
idoli e loro no perché desideravano lo stesso.
Facemmo traversare il mare ai Figli di Israele. Incontrarono un popolo che cercava rifugio
presso i propri idoli. Dissero: “O Mosè, dacci un dio simile ai loro dèi”.
Disse: “In verità siete un popolo di ignoranti”. Sì, il culto a cui si dedicano
sarà distrutto e sarà reso vano il loro operare. Disse: “Dovrei cercare per voi
un altro dio, all'infuori di Allah, Colui Che vi ha preferito alle altre
creature?”. E quando vi salvammo dalla
famiglia di Faraone che vi infliggeva il peggiore dei tormenti: uccideva i
vostri figli e risparmiava le vostre femmine; era questa una dura prova, da
parte del vostro Signore! (Corano, Sura Al-A’raf,
7:138-141)
Il popolo di Israele fu favorito da Allah in
ogni modo con la Sua grazia e la Sua generosità. Fu salvato dall’oppressione e
testimoniò l’annegamento di Faraone. Quando necessitarono acqua nella terra
arida, Allah ordinò Mosè (alehyh salem) di battere una roccia dalla quale
sgorgarono 12 diverse fonti per le 12 diversi tribù in modo tale da non dover
neppure razionare l’acqua. Allah mantenne il cielo nuvoloso affinché non
fossero oppressi dal caldo eccessivo. Per alleviare la loro fame, la manna
venne dal cielo e quaglie. Invece di apprezzare i doni di Allah, essi dissero
che ne erano disgustati, desiderano cipolle, aglio, fagioli e lenticchie che
erano cibi tradizionali egizi. Chiesero a Mosè (alehyh salem) di pregare Allah
che la terra gli donasse di questi frutti. Mosè (alehyh salem) li ammonì a
riguardo della loro disubbidienza e ingratitudine.
E quando Mosè chiese acqua per il suo popolo, dicemmo: “Colpisci la
roccia con il tuo bastone”. E, improvvisamente, sgorgarono dodici fonti, e ogni
tribù seppe dove doveva bere! “Mangiate e bevete il sostentamento di Allah e
non spargete la corruzione sulla terra.”
E quando diceste: “O Mosè, non possiamo più tollerare un unico
alimento. Prega per noi il tuo Signore che, dalla terra, faccia crescere per
noi legumi, cetrioli, aglio, lenticchie e cipolle!”. Egli disse: “Volete
scambiare il meglio con il peggio? Tornate in Egitto, colà troverete certamente
quello che chiedete!”. E furono colpiti dall'abiezione e dalla miseria e
subirono la collera di Allah, perché dissimulavano i segni di Allah e
uccidevano i profeti ingiustamente. Questo perché disobbedivano e trasgredivano. (Coran, Sura Al-Baqarah,
La Giovenca, 2:60-61)
La codardia e la viltà del popolo di Mosè
Allah aveva dato ordine a Mosè (alehyh salem) di
condurre il popolo alla terra promessa (Palestina) terra promessa ad Abramo
(alehyh salem) in cui i pii e coloro che temono Allah avrebbero prosperato. Ma
il popolo di Israele era un popolo ingrato. Nonostante tutti i favori di Allah,
non erano mai riconoscenti e non riuscivano a stare lontani dal male. Quando
Mosè (alehyh salem) gli ordinò di conquistare la città dei cananiti dove
risiedevano gli Ittiti (loro nemici che li avevano perseguitati), essi furono
codardi e crearono mille scuse temendo di combattere. Piuttosto chiesero a Mosè
(alehyh salem) di sfidare i nemici insieme al suo Signore.
E quando Mosè disse al suo popolo: “O popol mio! Ricordate la
grazia di Allah su di voi, quando ha scelto tra voi i Profeti! E fece di voi
dei re e vi diede quello che non aveva mai dato a nessun popolo al mondo.
O popol mio, entrate nella terra santa che Allah vi ha destinata e
non volgete le spalle: vi ritrovereste perdenti”. Dissero: “O Mosè, essa è abitata da un popolo
di tiranni. Noi non vi entreremo finché essi non siano usciti. Se escono,
allora entreremo”. Due dei loro,
timorati e colmati da Allah di grazia, dissero: “Entrate dalla porta; quando
sarete dentro, trionferete.
Confidate in Allah se siete credenti”. Dissero: “O Mosè, noi non entreremo finché
saranno colà. Va' tu con il Signore tuo e combattete insieme. Noi resteremo qui
in attesa”. (Corano, Sura Al-Ma’ida, La tavola imbandita, 5:20-24)
Allah li punì condannandoli a vagare nel deserto
senza dimora per 40 anni.
Disse [Allah]: “Ebbene, questo paese sarà loro vietato per
quarant'anni ed essi erreranno sulla terra. Non ti affliggere per un popolo di
iniqui”. (Corano, Sura Al-Ma’ida, La tavola imbandita, 5:26)
Mosè digiuna per 40 giorni
Il popolo non aveva destinazione alcuna,
iniziarono a vagare... vagare... vagare senza meta. Ogni giorno iniziava e
terminava nello stesso modo. Entrarono nel Sinai. Mosè ritornò nello stesso
posto in cui aveva parlato ad Allah la prima volta. Chiese ad Allah guida nel
giudicare il proprio popolo. Allah gli ordinò di purificarsi digiunando per 30
giorni dopo i quali si sarebbe dovuto recare sul Monte Sinai dove gli sarebbe
stata consegnata una Legge con cui governare il suo popolo.
E fissammo per Mosè un termine di trenta notti, che completammo con
altre dieci, affinché fosse raggiunto il termine di quaranta notti stabilito
dal suo Signore. E Mosè disse a suo fratello Aronne: “Sostituiscimi alla guida
del mio popolo, agisci bene e non seguire il sentiero dei corruttori”. (7:142)
Mosè
chiese ad Allah di mostrarsi:
E quando Mosè venne al Nostro luogo di convegno, e il suo Signore
gli ebbe parlato, disse: “O Signor mio, mostraTi a me, affinché io Ti guardi”.
Rispose: “No, tu non Mi vedrai, ma guarda il Monte; se rimane al suo posto, tu
Mi vedrai”. Non appena il suo Signore si manifestò sul Monte esso divenne
polvere e Mosè cadde folgorato. Quando ritornò in sé, disse: “Gloria a Te! Io
mi pento e sono il primo dei credenti”.(7:143)
Allah gli dona le Tavole con dei comandamenti da
consegnare al suo popolo e con i quali governare.
Scrivemmo per lui, sulle Tavole, un'esortazione su tutte le cose e
la spiegazione precisa di ogni cosa. “Prendile con fermezza e comanda al tuo
popolo di adeguarvisi al meglio. Presto vi mostrerò la dimora degli empi. (7:145)
I primissimi studiosi affermarono che i
comandamenti che Allah diede a Mosè sono nel Corano:
Di': “Venite, vi reciterò quello che il vostro Signore vi ha
proibito e cioè: non associateGli alcunché, siate buoni con i genitori, non
uccidete i vostri bambini in caso di carestia: il cibo lo provvederemo a voi e
a loro. Non avvicinatevi alle cose
turpi, siano esse palesi o nascoste. E, a parte il buon diritto, non uccidete
nessuno di coloro che Allah ha reso sacri. Ecco quello che vi comanda, affinché
comprendiate. Non avvicinatevi, se non
per il meglio, ai beni dell'orfano, finché non abbia raggiunto la maggior età,
e riempite la misura e date il peso con giustizia. Non imponiamo a nessuno
oltre le sue possibilità. Quando parlate siate giusti, anche se è coinvolto un
parente. Obbedite al patto con Allah. Ecco cosa vi ordina. Forse ve ne
ricorderete. In verità, questa è la Mia
retta via: seguitela e non seguite i sentieri che vi allontanerebbero dalla Sua
Via . Ecco cosa vi comanda, affinché siate timorati”. (Corano 6:151-153)
Allah dona la Torah a Mosè (aleyhy salem), una
delle Sacre Scritture
E poi demmo la Scrittura a Mosè, corollario [della Nostra Grazia],
spiegazione chiara di tutte le cose, guida e misericordia, affinché credessero
nell'incontro con il loro Signore.
Questo è un Libro Benedetto che Noi abbiamo fatto scendere, seguitelo
allora e siate timorati [di Allah], sicché possiate essere oggetto di
misericordia, affinché non diciate: “È
stata fatta scendere la Scrittura solo su due popoli nostri predecessori e noi
ne ignoravamo gli insegnamenti”. O
diciate: “Se la Scrittura fosse stata fatta scendere su di noi, saremmo stati
meglio guidati di loro”. Ecco che dal vostro Signore vi sono giunte prove,
guida e misericordia. Dopo di ciò, chi sarà peggior ingiusto di quello che
smentisce i segni di Allah e se ne allontana? Presto compenseremo quelli che si
allontanano dai Nostri segni con un duro castigo per essersi allontanati. (Corano 6:154-157)
La storia del vitello d’oro
Mosè (aleyhy salem) si era allontanato per 40
giorni dal suo popolo per ordine di Allah. Ma quando fu via, essi decisero di
plasmarsi un idolo. Per idea di As-Samiri fu raccolto tutto l’oro che
possedevano, fu sciolto e ne fu plasmato un vitello d’oro. As-Samiri disse che
questo rappresentava il loro dio a cui rivolgere la propria venerazione, che
questo era lo stesso dio di Mosè (aleyhy salem) anche se egli l’aveva
dimenticato. Aronne, il fratello di Mosè (aleyhum salem), cercò di farli
ragionare parlandogli di Allah, di quanto Egli fosse Misericordioso, ma essi
vollero nuovamente rivolgersi al paganesimo. Quando Mosè (aleyhy salem)
ritornò, li trovò danzando e ballando attorno al loro idolo, e si infuriò.
Allah gli aveva comunque già rivelato sul Monte
Sinai che, grazie all’influenza negativa di As-Samiri, il popolo si era sviato.
“Cos'è che ti ha spinto a sopravanzare il tuo popolo, o Mosè?” Rispose: “Essi sono sui miei passi. Mi sono
affrettato verso di Te, o Signore, per compiacerTi”. Disse: “In tua assenza
abbiamo tentato la tua gente e il Sâmirî li ha traviati”. Ritornò Mosè al suo popolo pieno di collera e
dispiacere, disse: “O popol mio, non vi ha fatto il vostro Signore una bella
promessa? [L'attesa] del patto era troppo lunga per voi? Avete voluto che fosse
su di voi la collera del vostro Signore e così avete mancato alla promessa che
mi avevate fatto?”. (20:83-86)
Mosè (aleyhy salem) si infuriò anche con Aronne
(alehyh salem) ma si rese poi conto che questi aveva fatto tutto il possibile e
cacciò via. As-Samiri ordinandogli di bruciare il loro idolo e di spargerne i
resti nel mare. (per riferimenti coranici si veda 20: 83-98)
La punizione degli idolatri
A differenza di tutte le altre volte, questo
peccato non passò impunito. La punizione fu severa: la morte. I colpevoli
avrebbero dovuto pentirsi per le atrocità che avevano operato e poi dovevano
essere uccisi dal gruppo di innocenti. A proposito di quest'ordine riferiamo
l'esegesi di Ibn Abbas che disse: “In seguito ad un ordine ricevuto dal suo
Signore, Mosè ordinò al suo popolo: Uccidetevi!". Allora quelli che si
erano abbandonati all'adorazione del Vitello si misero da parte, si sedettero e
gli altri brandirono i coltelli. Scese su di loro una notte profondissima e
cominciarono ad uccidersi l'un l'altro finché l'oscurità non si dissipò. Ci
furono settantamila vittime. Tutti quelli che furono uccisi e tutti quelli che
sopravvissero furono perdonati”
E quando Mosè disse al suo popolo: “O popol mio, invero vi siete
fatti un grande torto prendendovi il Vitello. Pentitevi al vostro Creatore e
datevi la morte: questa è la cosa migliore, di fronte al vostro Creatore”. Poi
Allah accolse il vostro [pentimento]. In verità Egli accoglie sempre [il
pentimento], è il Misericordioso (2:54)
Il popolo chiede di vedere Allah
Mosè (aleyhy salem) ritornò sul Monte Sinai con
70 degli anziani, egli parlò con Allah e Allah parlò direttamente a Mosè
(aleyhy salem). Questo fu l’ultimo miracolo al quale assistettero ma non fu
sufficiente. Essi chiesero di vedere Allah. Questa fu una grande delusione. Era
un popolo troppo legato alla materialità e al mondo dei sensi. Essi furono
puniti istantaneamente con un sisma che stupefece i loro corpi lasciandoli
morti. Mosè (aleyhy salem) pregò per essi, prego Allah ta’ala di perdonarli e
Allah li risuscitò.
Mosè scelse settanta uomini del suo popolo, per
il Nostro luogo di convegno. Dopo che li colse il cataclisma, disse: “O Signore, se Tu
avessi voluto, già li avresti distrutti in precedenza e me con loro. Ci
distruggerai per ciò che hanno commesso gli stolti della nostra gente? Questa
non è se non una prova da parte Tua, con la quale svii chi vuoi e guidi chi
vuoi. Tu sei il nostro Patrono, perdonaci e usaci misericordia. Tu sei il
migliore dei perdonatori. Annoveraci un
bene in questa vita terrena e un bene nell'Altra vita. Ecco che, pentiti, ritorniamo
a Te”. E [Allah] disse: “Farò sì che il Mio castigo colpisca chi voglio, ma la
Mia misericordia abbraccia ogni cosa: la riserverò a coloro che [Mi] temono e
pagano la decima, a coloro che credono nei Nostri segni, a coloro che seguono
il Messaggero, il Profeta illetterato che trovano chiaramente menzionato nella
Torâh e nell'Ingil, colui che ordina le buone consuetudini e proibisce ciò che
è riprovevole, che dichiara lecite le cose buone e vieta quelle cattive, che li
libera del loro fardello e dei legami che li opprimono. Coloro che crederanno
in lui, lo onoreranno, lo assisteranno e seguiranno la luce che è scesa con
lui, invero prospereranno”. (7:155-157)
ALCUNE STORIE RELATIVE ALLA STORIA DI MOSÈ (SU DI LUI LA PACE)
La storia dell’uomo pio e di suo figlio
Si racconta che nel popolo di Israele vi era un
uomo particolarmente pio, povero ma molto onesto. Egli non era affatto egoista
e compiva tutto per amore di Allah. Sul letto di morte si rivolse ad Allah
lasciando nella Sua cura sua moglie, suo figlio e l’unica cosa che possedeva,
cioè una giovenca. Questi chiese alla moglie di portare la giovenca nella
foresta perché non si fidava degli ingordi del popolo. Successivamente morì.
Quando il figlio fu grande abbastanza, la madre gli raccontò che suo padre gli
aveva lasciato in eredità una giovenca e che adesso era sicuramente cresciuta.
Il ragazzo fece come suo padre soleva fare, chiese l’aiuto di Allah, si prostrò
e Gli chiese che gliela facesse ritrovare. Non appena alzò il capo vide una
mucca che andava verso di lui, gli mise una corda al collo e la portò a casa.
La mucca non lasciava avvicinare nessuno se non il giovane. Questi era pio e
devoto come suo padre. Faceva il taglialegna e divideva il proprio guadagno
sempre in tre, una parte per se stesso, una parte per la madre e un’altra per
il povero.
Nello stesso tempo morì un uomo molto ricco
lasciando un grande eredità al suo unico figlio. Quest’ultimo venne assassinato
e i parenti volevano sapere da chi e andarono da Mosè (aleyhy salem) per
chiedergli consiglio su come potessero fare a scovare gli omicidi. Questi gli
disse di sgozzare una vacca, rimuoverne la lingua e posizionarla sul cadevere,
così avrebbero saputo chi erano gli assassini. Invece di affreattarsi a
eseguire le istruzioni di Mosè (aleyhy salem), tali persone ponevamo mille
quesiti su che tipo di mucca dovesse essere, che colore e altro. L’unica che
rispondeva a tale descrizione fu la mucca del giovane pio. Essi la acquistarono
al prezzo della sua pelle riempita d’oro!
E quando Mosè disse al suo popolo: “Allah vi ordina di sacrificare
una giovenca!”. Risposero: “Ti prendi gioco di noi?”. “Mi rifugio in Allah
dall'essere tra gli ignoranti.” Dissero:
“Chiedi per noi al tuo Signore che ci indichi come deve essere”. Rispose:
“Allah dice che deve essere una giovenca né vecchia, né vergine, ma di età
media. Fate quello che vi si comanda!”.
Dissero: “Chiedi per noi al tuo Signore che ci indichi di che colore
deve essere”. Rispose: “Allah dice che dev'essere una giovenca gialla, di un
colore vivo che rallegri la vista”. Dissero: “Chiedi al tuo Signore che dia
maggiori particolari, perché veramente per noi le giovenche si assomigliano
tutte. Così, se Allah vuole, saremo ben guidati”. Rispose: “Egli dice che deve essere una
giovenca che non sia stata soggiogata al lavoro dei campi o all'irrigazione,
sana e senza difetti”. Dissero: “Ecco, ora ce l'hai descritta esattamente”. La
sacrificarono, ma mancò poco che non lo facessero! Avevate ucciso un uomo e vi
accusavate a vicenda... Ma Allah palesa quello che celate. Allora dicemmo: “Colpite il cadavere con una
parte della giovenca”. Così Allah resuscita i morti e vi mostra i Suoi segni
affinché possiate comprendere. Dopo di ciò i vostri cuori si sono induriti
ancora una volta, ed essi sono come pietre o ancora più duri. Vi sono, infatti,
pietre da cui scaturiscono i ruscelli, che si spaccano perché l'acqua
fuoriesca, e altre che franano per il timore di Allah. E Allah non è incurante
di quello che fate. (Corano, 2:67-74)
La storia di Mosè (aleyhy salem) e Al-Khidr (tradotto
dalle storie per fanciulli de Il Corano per i piccolo cuori)
Un giorno Mosè (aleyhy salem) fece un eloquente
sermone, chiunque l’ascoltò ne fu commosso. Qualcuno allora gli chiese se
esistesse un altro uomo tanto saggio e colto. A questo quesito Mosè (aleyhy
salem) rispose di no e che Allah aveva dato lui il potere dei miracoli e lo
aveva onorato con la Torah. Ad ogni modo Allah rivelò a Mosè (aleyhy salem) che
nessun uomo poteva mai sapere tutto quello che c’è da sapere, e che nessun
messaggero sarebbe stato custode di tutta la conoscenza. E che ci sarebbe
sempre stato uno che sa più dell’altro. Mosè (aleyhy salem) chiese ad Allah chi
fosse quest’uomo e che desiderava incontrarlo. Allah allora gli ordinò di
portare del pesce vivo in un recipiente con dell’acqua e che quando il pesce
sarebbe scomparso egli avrebbe incontrato quell’uomo. Mosè (aleyhy salem)
intraprese il suo viaggio accompagnato da un giovane ragazzo che portava il
recipiente col pesce. Raggiunsero un luogo in cui due fiumi si incontrano e
decisero di riposare. Mentre Mosè (aleyhy salem) dormiva, il ragazzo vide il
pesce saltar fuori dal recipiente e saltare nel fiume e nuotar via. Dimenticò
di raccontare l’accaduto al profeta che quando fu sveglio , volle ripartire e
continuare il proprio viaggio. Qunado il ragazzo ricordò di menzionare la fuga
del pesce. Mosè (aleyhy salem) ritornò al luogo in cui il pesce era scomparso e
lì incontrò Al-Khidr, la guida. Mosè (aleyhy salem) gli chiese se poteva
seguirlo in quanto voleva apprendere la sua saggezza.
Durante il suo lungo viaggio verso la terra promessa,
il profeta Mosè (pace su di lui) apprese molte lezioni. Una di queste gli venne
da Al-Khidr. Al-Khidr fu un personaggio a cui Allah (Subbhanhu wa ta’ala)
offerse in dono una sapienza particolare ed il potere di cambiare alcune cose
nel mondo.
Il profeta Mosè (pace su di lui) intraprese un
viaggio lungo e stancante per mare, facendo un giuramento e cioè che non si
sarebbe fermato finché non trovava il punto dove i due mari si incontrano.
Mosè (pace su di lui) intraprese il viaggio con
il suo giovane discepolo Yusha bin Nun. Ad un certo punto i pesci che avevano
portato con sé per sfamarsi, si rianimarono, sgusciarono fuori dal cesto e
nuotarono verso il mare. Questo fu il punto in cui incontrarono Al-Khidr, Mosè
(pace su di lui) gli chiese: “Posso seguirti per apprendere la tua sapienza?”.
Al-Khidr gli rispose: “Impossibile! Non saresti in grado di tollerare tutto ciò
che c’è dietro la mia sapienza”.
Mosè (pace su di lui) rispose: “Mi troverai
paziente in sha’Allah: non ti arrecherò alcun fastidio”. Al-Khidr fu allora
d’accordo ma avvertì Mosè (pace su di lui) di non domandargli nulla finché non
fosse stato lui stesso a spiergargli.
I due uomini si imbarcono, Al-Khidr fece
deliberatamente un foro alla piccola imbarcazione sulla quale si trovavano.
Mosè (pace su di lui) esclamò: “Ehi! Vuoi far annegare i passeggeri?”. Al-Khidr
gli rispose: “Te lo avevo detto che non ti saresti potuto trattenere dal porre
domande”.
Mosè (pace su di lui) gli disse: “Perdonami, per
favore non ti arrabbiare.”
Viaggiarono a lungo finché incontrarono un
giovane ragazzo che Al-Khidr non esitò ad uccidere. Mosè (pace su di lui)
esclamò: “Che malvagità uccidere un animo innocente!”
Al-Khidr gli disse di nuovo: “Ti avevo avvertito
che non avresti avuto pazienza.” Mosè (pace su di lui) rispose: “Se ti domando
di nuovo, abbandonami perché allora vuol dire che lo merito”.
Giunsero in una città e chiesero del cibo, ma
glielo rifiutarono. Vedendo un muro che stava per cadere, Al-Khidr lo riparò,
ma Mosè (pace su di lui) obiettò dicendo che quelle persone non avevano voluto
neppure ospitarli ed egli invece gli rendeva servigi senza neppure essere
pagato.
Al-Khidr allora gli disse: “È giunto il momento
della nostra separazione. Ma prima voglio spiegarti il perché delle mie azioni
che a te sono sembrate così orribili. Ho danneggiato quella barca perché
apparteneva a dei pescatori molto poveri, e lí vicino abita un re che
saccheggia ogni imbarcazione [la barca dei poveri pescatori fu l’unica che non
fu confiscata dal re tiranno proprio perché danneggiata, e così di lí a poco
essi diventarono ricchi perché i loro affari migliorarono molto]. Per quanto
riguarda il giovane che ho ucciso, avrebbe arrecato dolore e soffereza ai
propri genitori a causa della sua malavagità e miscredenza. Prego che il mio
Signore gli doni un figlio dolce e buono. Il muro, invece, apparteneva a due
orfani, figli di un uomo onesto di quella città. Nascosto sotto il muro c’è un
tesoro sepolto. Allah (Subbhanahu wa ta’ala) ha decretato che essi stessi lo
scoprano quando saranno più maturi. Quello che ho fatto non è stato per mia
volontà. Ciò ha reso evidente che non potrai sopportare quello che vedi.”
Tutto questo dimostra l’Altissima Saggezza
Divina. Le cose possono essere molto diverse da quello che ci appaiono, dati i
limiti della conoscenza umana. La conoscenza limitata dell’uomo e la sua
sfiducia gli causa dolore, ma il vero credente non si dispera mai, neanche
dinanzi alle calamità perché sa bene che la giusta mano di Allah (Subbhanahu wa
ta’ala) dirige l’umanità verso il bene. Questa è la morale della storia di
Al-Khidr.
La morte di Mosè (aleyhy salem)
Mosè (aleyhy salem) aveva sofferto molto a causa
del popolo. Abdullah Ibn Umar ha raccontato: “Una volta il Profeta Muhammah
(pace e benedizioni di Allah su di lui) distribuì qualcosa (tra i compagni). Un
uomo disse:” Questa distribuzione non è stata fatta con giustizia cercando il
consenso di Allah.” Andai dal Profeta (pace e benedizioni di Allah su di lui) e
glielo raccontai. Divvenne furioso tanto da scorgere i segni della rabbia nel
suo volto. Poi disse: ”Possa Allah donare la Sua Misericordia su Mosè perché fu
ferito molto più di questo; eppure egli lo tollerò con pazienza.” (Sahih
Al-Bukhari)
Il popolo di Israele trattò in malo modo il profeta
Mosè (aleyhy salem). La sua sofferenza non si limitò alla ribellione, alla
stupidità, pettegolezzi, ignoranza e idolatria; andò oltre questo fino
all’inflissione di danno fisico.
Abu Hureirah ha narrato che il Messaggero di
Allah (pace e benedizioni di Allah su di lui) disse:”Il profeta Mosè (aleyhy
salem) era una persona molto timida e soleva coprire il suo intero corpo per la
sua eccessiva timidezza. Uno del popolo di Israele lo ferì dicendo: “Si copre
in quel modo soltanto per coprire qualhce difetto della pelle, la lebbra o
l’ernia scrotale, oppure altro tipo di difetto.” Allah voleva che questi
pettegolezzi fossero smontati dunque un giorno, mentre Mosè (aleyhy salem) era
in intimità, prese i suoi abiti e li adagiò su una pietra e iniziò a prendere
un bagno. Quando ebbe finito, si mosse verso i propri abiti in modo da
afferrarli, ma la pietra prese i suoi abiti e scappò. Mosè (aleyhy salem) prese
il bastone e rincorse la pietra dicendo: “OPietra!Dammi i miei abiti!” finché
raggiunse un gruppo dei Figli di Israele che lo videro nudo e lo trovarono
nella migliore delle forme di cosa Allah aveva creato, e Allah lo liberò dalle
false accuse. La pietra si fermò, Mosè (aleyhy salem) si abbigliò e iniziò a
colpire la pietra con il proprio bastone. Su Allah la pietra ha ancora tracce
dei colpi, tre, quattro o cinque segno. Questo è quello a cui Allah
l’Onnipotente si riferisce quando afferma (interpretazione del significato):
O credenti! Non siate come coloro che molestarono Mosè: già Allah
lo scagionò da quello che avevano detto. Egli è in grande onore presso Allah. (Corano, Sura
Al-Ahzab, I coalizzati, 33:69) (Sahih Al-Bukhari)
La morte di Mosè (aleyhy salem)
Aronne (aleyhy salem) morì poco prima di suo
fratello.
Abu Hureirah ha narrato: “L’angelo della morte
fu inviato a Mosè (aleyhy salem). Quando
venne da Mosè (aleyhy salem), egli lo schiaffeggiò su un occhio. L’angelo
ritornò dal suo Signore e disse:” Mi hai mandato a uno schiavo che non vuole
morire.” Allah rispose:”Ritorna da lui e digli di deporre la propria mano sul
dorso di un toro e per ogni pelo che ve ne sarà al di sotto, gli sarà garantito
un anno di vita.” Mosè (aleyhy salem) chiese: “O Signore! Cosa accadrà dopo di
ciò?” Allah ripose:”La morte!” Mosè rispose: “Facciamola venire adesso!” Mosè
chiese ad Allah di farlo morire accanto alla Terra Santa in modo tale da essere
alla distanza di una pietra da esso.” Abu Hureirah aggiunse “Il Messaggero di
Allah (pace e benedizioni su di lui) disse: “Se fossi là, vi mostrerei la sua
tomba sotto la duna di sabbia rossa al lato della strada.” (Sahih Al-Bukhari). Mosè
(aleyhy salem), un Profeta di Allah al quale Allah parlò direttamente, incontrò
la morte con animo soddisfatto e cui pieno di fede che anelava alla rettitudine
e si affrettò ad incontrare Colui Che è portatore di notizie di pace.
ALCUNE LEZIONI DA TRARRE DALLA STORIA DI MOSÈ (ALEYHY SALEM)
1. QADR
dalla storia di Mosè (aleyhy salem) si evince il concetto della
predistinazione. Mosè (aleyhy salem) fu predestinato a quella vita,
nonostante infatti visse alla corte di Faraone, non fu come lui. Dal Corano:
(Corano, 20:38-39) Apprendiamo che fu destinato ad essere deprivato della mamma
e che sua madre fu destinata al dolore della perdita di un figlio. Ma poi fu
destinato alla ricongiunzione con la mamma in quanto rifiutò tutte le nutrici
finché la sua sorellina suggerì una casa in cui si sarebbe trovato bene. Dunque
Allah ta’ala lo rimandò da sua madre così che ella potesse tenerlo tra le sue
braccia ed allattarlo. (Corano, 28:10-13)
Era destinato ad essere salvato e condotto a
vivere una nuova vita quando trovò le donne che tentavano di abbeverare le loro
bestie. L’aiuto offerto alle donne senza chiedere una ricompensa, la sua onestà
e i suoi du’aa ad Allah, fecero sì che fosse ricompensato con la nascita di una
nuova famiglia.
LA GIUSTIZIA
Mosè (aleyy salem), fuggì via dall’Egitto dopo
aver incidentalmente ucciso un uomo.
Mosè (aleyy salem) non si schierò a favore dell’egiziano, soltanto
perché appartenevano allo stesso gruppo, poiché questi era nell’errore. Una
lezione che la gente ancora oggi deve imparare. Non puoi prendere le parti di
coloro che sono nell’errore soltanto perché appartenete allo stesso gruppo,
alla stessa classe sociale oppure alla stessa razza! Bisogna stare dalla parte
del giusto e della verità.
“Avvenne che, entrando in città in un momento di disattenzione dei
suoi abitanti, trovò due uomini che si battevano, uno era dei suoi e l'altro
uno degli avversari. Quello che era dei suoi gli chiese aiuto contro l'altro
dell'avversa fazione: Mosè lo colpì con un pugno e lo uccise. Disse [Mosè]:
“Questa è certamente opera di Satana! È davvero un nemico, uno che svia gli
uomini”. (Corano 28:15)
Mosè (aleyy salem) uccise un uomo ma se ne pentì
e chiese perdono ad Allah L’Altissimo:
“Disse: “Signore, ho fatto torto a me stesso, perdonami!”. Gli
perdonò, Egli è il Perdonatore, il Misericordioso.
“Disse: “Mio Signore, grazie ai favori che mi hai elargito, non
sarò mai un alleato degli iniqui”. (Corano 28:16-17)
2.
CHIAMARE ALLA SENTIERO DI ALLAH
Faraone non era certamente un uomo facile, al
contrario era crudele e malvagio e trattava la gente in pessimo modo, inoltre
era molto pieno di sé, arrogante e possedeva molto potere. Eppure come fu
chiamato ad Allah? Gli fu fatta guerra? Gli fu parlato in modo arrogante?
Allah ta’ala ordinò:
“Andate da Faraone: in verità si è ribellato! Parlategli con dolcezza. Forse ricorderà o
temerà [Allah]”. (Corano 20:43-44)
3.
GRATITUDINE
Bisogna ricordare che tutto quello che abbiamo è
da Allah ta’ala e bisogna ricordare che saremo sottoposti a prove un giorno in
sha Allah. I figli di Israele furono davvero ingrati. Nonostante tutti i
miracoli e nonostante la libertà finalmente ottenuta, avevano una fede molto
debole. Quando Mosè (aleyhy salem) stava
ritornando alla montagna, egli (aleyhy salem) gli disse di ricordare Allah e di
cercare aiuto solo a Lui. Essi dissero:
“Disse Mosè al suo popolo: “Chiedete aiuto ad Allah e sopportate con
pazienza: la terra è di Allah, ed Egli ne fa erede colui che sceglie tra i Suoi
servi. L'esito felice sarà per coloro che [Lo] temono”.
Dissero: “Siamo stati perseguitati prima che tu venissi e dopo che
venisti a noi”. Rispose: “Può darsi che presto il vostro Signore distrugga il
nemico e vi costituisca vicari sul paese, per poi guardare quello che farete”. (Corano 7:128-129)
La mancanza di rispetto dei figli di Israele
verso Mosè (aleyhy salem) indica la loro
debolezza spirituale. Dio gli aveva inviato un profeta per salvarli dalla
crudeltà di Faraone, e questi gli chiedeva soltanto di essere fermi nella fede.
Ma a causa della debolezza della propria fede e la profonda mancanza di
saggezza, non furono capaci di sopportare. Al contrario, con molta ingratitudine,
iniziarono a lamentarsi e brontolare. Non importa, invece, quale calamità possa
cadere su un credente, egli non deve perdere la propria fede in Allah ta’ala, e
deve ancora persistentemente mostrare gratitudine profonda verso il proprio
Creatore.
Hadith Qudsi, numero 36. Eccolo di seguito:
Hadith 36
Da Anas, Allâh sia soddisfatto di lui, dal
Profeta, la Grazia e la Pace divine siano su di lui, che disse:
«I credenti si riuniranno il Giorno della
Resurrezione e diranno: “Se chiedessimo di intercedere presso il nostro
Signore?” Così si recheranno da Adamo, e diranno: “Tu sei il padre degli
uomini, Allâh ti ha creato con la Sua mano ed ha fatto prosternare a te i Suoi
angeli, e ti ha insegnato i nomi di ogni cosa, quindi intercedi per noi presso
il tuo Signore affinché ci liberi da questa nostra situazione”; ed (egli) dirà:
“Non sono adatto a voi”, e menzionerà il suo peccato, e si vergognerà -
“Recatevi da Noè; infatti è il primo in-viato che Allâh ha mandato agli
abitanti della Terra”; e si recheranno da lui, ed (egli) dirà: “Non sono adatto
a voi”- e menzionerà di aver chiesto al suo Signore qualcosa di cui non aveva
discernimento[1], e si vergognerà e dirà: “Recatevi dall’Amico del
Misericordioso”[2]. E si recheranno da lui, ed (egli) dirà: “Non sono adatto a
voi”, recatevi da Mosè, un servo a cui Allâh ha parlato ed a cui ha dato la
Torah”. E si recheranno da lui, ed (egli) dirà: “Non sono adatto a voi”, e menzionerà
di aver ucciso una persona[3] non in cambio di una (altra) persona e si
vergognerà con il proprio Signore, e dirà: “Recatevi da Gesù, servo di Allâh e
Suo inviato, e Verbo di Allâh e Suo Spirito”. E si recheranno da lui, ed (egli)
dirà: “Non sono adatto a voi, recatevi da Muhammad, la Grazia e la Pace divine
siano su di lui, un servo a cui Allâh ha perdonato i suoi peccati passati e
futuri”; e arriveranno da me ed io andrò a chiedere il permesso al mio Signore,
e mi sarà concesso. E quando vedrò il mio Signore, cadrò prosternato, ed Allâh
mi lascerà così finché vorrà, poi sarà detto: “Alza la tua testa e domanda, ti
sarà dato, e dì, sarà(i) udito, ed intercedi, sarà intercesso”. Ed alzerò la
mia testa, e Gli renderò grazie con una lode che Egli mi insegnerà, poi
intercederò ed Egli mi fisserà un limite (di uomini), e li farò entrare nel
Paradiso. Poi ritornerò da Lui, e quando vedrò il mio Signore cadrò prosternato
allo stesso modo, poi intercederò ed Egli mi fisserà un limite, e li farò
entrare nel Paradiso. Poi tornerò la terza volta, poi tornerò la quarta volta,
e dirò: “Non è rimasto nell’Inferno se non chi il Corano vi ha confinato, ed a
cui toccherà rimanervi per l’eternità”».
Lo ha trasmesso Bukhârî (e così Muslim, Tirmidhî
e Ibn Mâjah). In un’altra versione del Bukhârî compare questa aggiunta:
«Il Profeta, la Grazia e la Pace divine siano su
di lui, ha detto: “Uscirà dall’Inferno chi ha detto: “Lâ ilâha illâ ‘Llâh”[4],
e nel cui cuore vi era del bene del peso di un chicco d’orzo; poi uscirà
dall’Inferno chi ha detto: “Lâ ilâha illâ ‘Llâh”, e nel cui cuore vi era del
bene del peso di un chicco di frumento; poi uscirà dall’Inferno chi ha detto:
“Lâ ilâha illâ ‘Llâh”, e nel cui cuore vi era del bene del peso di una
pagliuzza”».
[1] E’ un riferimento a Cor., XI:45-6, dove Noè
chiede all’Altissimo di salvare suo figlio dal Diluvio; gli viene detto che
quegli non è persona retta e che Noè non dovrebbe aspettarsi che venga salvato
solo perché è suo figlio.
[2] Ovvero Abramo (Ibrâhîm).
[3] Cor., XXVIII:15-16.
[4] “Non vi è divinità se non Allâh”.
Nota: La fonte della storia è il Corano e Ibn Kathir, Stories of the Prophets. Ogni errore è solo dalla mia ignoranza.