14 Oct 2010

La gente del fossato e la storia di 'Ubayd

Cari amici questa e' una storia che adoro...si parla di un ragazzo 'Ubayd che vince una competizione per diventare l'assistente del mago di corte di un re malvagio, ma lungo il suo percorso incontra un monaco monoteista che venera un solo Dio, ascolta le sue bellissime parole, lo osserva in preghiera e ne rimane affascinato. Tornera' spesso dal monaco e vivra' una doppia vita: la vita di corte piena di agi, ricchezze, potere, imparando il mestiere del mago adoperando orridi ingredienti satanici, e la vita spirituale. Non sa scegliere tra le due. Finche' opta per la vita pura e semplice della preghiera. Ma da allora il re malvagio lo perseguitera' per ucciderlo, non riuscendoci per svariate volte, finche' alla fine lo uccide.Poi fa scavare un fossato, nel quale brucia un ardente fuoco e vi butta tutte le persone che avranno nel frattempo creduto al ragazzo e diventati monoteisti.
Esiste un Dvd chiamato The boy and the king su questa storia in vendita su
http://www.simplyislam.com/products/vitems.asp?pnumber=2&sl=&i=V&m=Children
oppure il cartone si puo' scaricare gratis a questo link dove la storia e' intitolata "The boy and the king"
http://special.worldofislam.info/index.php?page=children

La gente del fossato
Corano surah Buruj


L’Hadith
È riportato da Suhayb (che Allah sia soddisfatto di lui) che il Messaggero di Allah (pace e benedizioni di Allah su di lui) disse:
Tra colo
ro che furono prima di voi, cera un re, che aveva al suo servizio un mago; questi, quando divenne vecchio, propose al re: “Io ormai sono diventato vecchio; mandami un ragazzo, cui insegni la magia”. Ed egli gli mandò un ragazzo da istruire.
Questi si stava recando dal mago, quando passò per la stessa strada un monaco: gli si sedette accanto per ascoltare il suo discorso, che gli piacque.
E prese l‟abitudine, quando andava dal mago, d‟incontrarsi col monaco e di sedergli accanto; quando arrivava dal mago, questi lo bastonava per il suo ritardo. Se ne lamentò col monaco, che gli suggerì: “Quando hai paura del mago digli: „I miei mi hanno trattenuto‟; e quando hai paura dei tuoi, di‟ loro: „Il mago mi ha trattenuto‟.”.
E mentre egli si trovava in questa situazione, ecco che un giorno si imbatté in una bestia
enorme, che bloccava la gente, e si disse: “Oggi saprò se è superiore il mago, o se lo è il monaco”. Prese una pietra, e disse: “O Allah! Se l‟opera del monaco Ti è più cara di quella del mago, uccidi questa bestia, sì che la gente possa passare”. Tirò alla bestia, e la uccise. E la gente passò. Egli si recò dal monaco e lo informò dell‟accaduto, ed egli gli disse: “Figlio mio, oggi tu sei stato superiore a me, poiché hai raggiunto questo grado, e sarai messo alla prova; e quando sarai messo alla prova, non indicare me”.
Il ragazzo guariva il cieco nato e il lebbroso, e curava la gente di ogni malanno. Un cortigiano del re, che era cieco, ne ebbe sentore, e si recò da lui con molti doni, dicendo:
“Tutto quello che c‟è qui, l‟ho messo insieme per te, se tu mi guarirai”. Rispose: “Io non guarisco nessuno; Allah l‟Altissimo soltanto guarisce, e se tu credi in Allah l‟Altissimo, pregherò Allah, ed Egli ti guarirà”. E quegli credette in Allah l‟Altissimo, e Allah l‟Altissimo lo guarì.
E si recò dal re, e si sedette al suo cospetto com‟era solito fare; il re gli chiese: “Chi ti ha reso la vista?”. Egli rispose: “Il mio Signore e Padrone”. Chiese: “Hai forse un altro Signore oltre a me?”. Egli ribatté: “Signore mio e Signore tuo è Allah”. Il re allora lo
gettò in prigione e non cessò di torturarlo finché indicò il ragazzo.
Si mandò a chiamare il ragazzo, e il re gli disse: “Figliolo, m‟è giunta notizia della tua
magia, e del fatto che guarisci il cieco e il lebbroso, e di quello che vai facendo”. Il ragazzo rispose: “Io non guarisco nessuno; Allah l‟Altissimo soltanto guarisce”. Il re lo gettò quindi in prigione, e non cessò di torturarlo finché non indicò il monaco.
Si mandò per il monaco, cui fu ingiunto: “Rinnega la tua fede”. Rifiutò.
Si ordinò di portare una sega che gli fu fissata nel bel mezzo del capo. Gli segarono poi la testa finché ne caddero le due parti. Si mandò allora a chiamare il cortigiano, e gli venne ingiunto:
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“Rinnega la tua fede!”. Rifiutò
. Si ordinò di portare una sega che gli fu fissata nel bel mezzo del capo. Gli segarono poi la testa finché ne caddero le due parti.
Poi fu fatto venire il ragazzo, cui fu ingiunto: “Rinnega la tua fede”. Rifiutò. Il re lo
consegnò ad una brigata del suo seguito, cui ordinò: “Andate con lui al tal monte, e saliteci insieme sulla vetta. Una volta giuntivi, domandategli di rinnegare la sua fede; in caso contrario, gettatelo dall‟alto della montagna”. Lo presero dunque e scalarono la montagna. Il ragazzo pregò: “O Allah! Salvami da loro nel modo che vuoi”: e la montagna tremò sotto di loro, ed essi caddero giù. Egli se ne tornò dal re, che gli chiese: “Che fine hanno fatto i tuoi compagni?”. Egli rispose: “Allah l‟Altissimo mi ha salvato da loro”.
Allora il
re lo consegnò ad un‟altra brigata del suo seguito, cui ordinò: “Andatevene con lui, e portatelo su un grande vascello, e andateci in alto mare; poi chiedetegli di rinnegare la sua fede, altrimenti gettatelo in mare”. Se ne andarono con lui, che pregò: “O Allah! Salvami da loro nel modo che vuoi”.
E la nave si capovolse con loro dentro, ed essi affogarono; e il ragazzo se ne tornò dal re,
che gli chiese: “Che fine hanno fatto i tuoi compagni?”. Rispose: “Allah mi ha salvato da loro”; e aggiunse, rivolto al re: “Non riuscirai a uccidermi, finché non avrai fatto quello che ti avrò ordinato”; “Ordinato cosa?” chiese il re. Il ragazzo disse: “Riunirai il popolo su un solo luogo elevato, e mi crocifiggerai ad un tronco di palma; quindi, prendi una freccia dalla mia faretra, piazza la freccia al centro dell‟arco, e di‟: „Nel nome di Allah, Signore e Padrone di questo ragazzo‟; quindi, scocca: se farai così, mi ucciderai”.
Il re radunò il popolo su un solo luogo elevato, crocifisse il ragazzo ad un tronco di palm
a, prese una freccia dalla sua faretra, la piazzò al centro dell‟arco, e pronunziò la formula: “Nel nome di Allah, Signore e Padrone del ragazzo”, quindi scoccò, e la freccia s‟infisse nella tempia del ragazzo. Il ragazzo portò la mano alla tempia e morì.
Il popolo disse allora: “Crediamo nel Signore e Padrone del ragazzo”; andarono dal re, e gli dissero: “Hai visto che è successo ciò che avevi paventato? Per Allah,
ciò che temevi è accaduto, e il popolo ormai crede”.
Allora ordinò che si scavassero dei fossati agli imbocchi delle strade; furono scavati e vi
si accesero dei fuochi, ed il re decretò: “Chi non rinnegherà la sua fede, gettatevelo dentro [oppure: Gli si dica: "Buttati!"]. E così fecero, finché venne una donna che aveva con sé il suo bambino, ed esitava a gettarsi nel fuoco, e il bambino le disse: “Madre mia, sii forte, giacché tu sei secondo il Vero”
(riportato da Ahmad, Muslim, An-
Nisâ‟î)5
5
Citato da Muslim nel Libro della Pietà e di ciò che addolcisce i Cuori (130), e questa è la sua versione. È citato anche da Ahmad (6/17), At-Tirmidhi nel Libro dell’Esegesi #340, e an-Nisâ’î, sempre nel Libro dell’Esegesi, come è riportato in Tuhfat Al-Ashraf (4/199).

Jazakillah kheir alla sorella Aicha per la traduzione e per l'Ispirazione ricevuta dal suo blog!

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