27 Nov 2010

Nessuna Costrizione nella Religione

بسم الله الرحمن الرحيم

Allah dice:

لاَ إِكْرَاهَ فِى الدِّينِ قَد تَّبَيَّنَ الرُّشْدُ مِنَ الْغَيِّ

"Non vi è alcuna costrizione nella religione. In verità, il giusto sentiero è diventato chiaro dal sentiero sbagliato."

Allah ha detto:

لاَ إِكْرَاهَ فِى الدِّينِ

"Non vi è alcuna costrizione nella religione."

significa "Non forzate qualcuno a diventare Musulmano, poichè l'Islam è chiaro ed evidente e le sue prove e testimonianze sono chiare ed evidenti. Quindi non vi è alcun bisogno di forzare qualcuno ad abbracciare l'Islam. Piuttosto chiunque Allah dirige all'Islam, apre il suo cuore per esso e illumina la sua mente, abbraccerà l'Islam con certezza. A chiunque Allah acceca il suo cuore e sigilla il suo udito e la sua vista, allora egli non trarrà beneficio dall'essere forzato ad abbracciare l'Islam."

E' stato riportato che gli Ansar furono il motivo dietro la rivelazione di questo Aya, sebbene la sua indicazione sia generale nel significato. Ibn Jarir ha registrato che Ibn 'Abbas ha detto (che prima dell'Islam), "Quando una donna (degli Ansar) non partoriva bambini che vivevano, giurava che se avesse partorito un bambino che rimaneva in vita, lo avrebbe allevato come un Ebreo. Quando i Banu an-Nadir (la tribù Ebrea) fu evacuata (da Al-Madina), alcuni dei figli degli Ansar furono allevati tra di loro e gli Ansar dissero: "Non abbandoneremo i nostri bambini."

Allah ha rivelato:

لاَ إِكْرَاهَ فِى الدِّينِ قَد تَّبَيَّنَ الرُّشْدُ مِنَ الْغَيِّ

"Non vi è alcuna costrizione nella religione. In verità il giusto sentiero è diventato chiaro dal sentiero sbagliato."

Anche Abu Dawud e An-Nasa'i hanno registrato questo Hadith. Come per il Hadith che Imam Ahmad ha registrato, in cui Anas ha detto che il Messaggero di Allah disse ad un uomo:

«أَسْلِم»

"Abbraccia l'Islam."

قَالَ: إِنِّي أَجِدُنِي كَارِهًا قَالَ:

L'uomo disse: "Lo detesto."

«وَإِنْ كُنْتَ كَارِهًا»

"Anche se lo detesti."

Prima cosa, questo è un Hadith autentico, con soli tre narratori tra Imam Ahmad e il Profeta. Comunque questo non è pertinente all'argomento sotto la discussione, poichè il Profeta non forzò quell'uomo a diventare Musulmano. Il Profeta invitò semplicemente quest'uomo a diventare Musulmano, ed egli replicò di non sentirsi entusiasta nel diventare Musulmano. Il Profeta disse all'uomo che anche se pensava di detestare il fatto di abbracciare l'Islam, lo avrebbe dovuto comunque abbracciare, "poichè Allah ti concederà la sincerità e la vera intenzione."

[dal Tafsir di Ibn Kathir - Sūrat Al-Baqara, parte del aya 256]

traduzione italiana: The Salafi Manhaj

23 Nov 2010

Sorridi! (seconda parte)

Ci sono animi che possono trasformare tutto in miseria, e ci sono quelli che riescono a ricavare felicita’ anche dalle circostanze piu’ difficili. C’e’ ad esempio il caso della donna i cui occhi vedono tutto negativo. Oggi vede tutto nero perche’ un oggetto di fine porcellana cinese si e’ infranto o perche’ il cuoco ha messo troppo sale nella minestra. Per questi motivi e’ furiosa e maledice, e nessuno in casa puo’ sfuggire la sua ira. Poi c’e’ il caso dell’uomo che reca infelicita’ a se stesso, scaricando le sue emozioni negative sugli altri. Ogni parola che ode, la interpreta nel modo peggiore. E’ colpito seriamente dalle cose piu’ insignificanti che gli accadono, o che gli sono accadute come frutto delle proprie azioni, attratto nella miseria da profitti persi, da guadagni attesi che non si sono realizzati. Dalla sua prospettiva l’intero mondo appare nero, e di riflesso egli rende nero anche quello delle persone che gli sono attorno. [...]
La maggior parte della gente non presta attenzione alla bellezza della vita, ma e’ interessata soltanto ad oro ed argento. Ci sono persone che pur passando accanto ad un giardino meraviglioso, un bel letto di rose, un fiume che scorre, o un gruppetto di uccellini che cinguettano, restano passive a queste scene. Cio’ che e’ in grado di commuoverle e’ soltanto l’entrata ed uscita del denaro dalle loro tasche.[...] Il nostro corpo e’ equipaggiato di due occhi per osservare la bellezza, eppure li abbiamo istruiti a badare a niente altro che al denaro.
Niente causa all’animo o al volto di accigliarsi piu’ spesso e con maggior intensita’ che l’abbattimento. Se volete essere una persona sorridente, dichiarate guerra all’abbattimento e allo scoraggiamento. La porta delle possibilita’ e’ sempre aperta a voi e agli altri, e cosi’ la porta del successo. Dunque addotrinate la vostra mente di speranze di prosperita’ future. Se credete d’essere irrilevanti e che siete stati creati soltanto per cose di minore importanza, allora il vostro successo nella vita non andra’ oltre uno scopo iniziale. E se voi credete che siete stati chiamati alla vita per raggiungere mete straordinarie, sentirete in voi stessi una determinazione che puo’ abbattere ogni sorta di barriera. Ecco, per semplificare, l’esempio di un corridore che prende parte ad una corsa di 100 metri. Egli si sentira’ stanco al completamento della corsa. Laddove invece, chiunque partecipi ad una corsa di 400 metri, non sentira’ alcuna stanchezza al superamento dei primi 100 o 200 metri. Dunque l’animo dona risolutezza e forza di volonta’ in proporzione al fine che ci riproponiamo[...]
Benedetto e’ colui il quale ha un insegnante che lo aiuta a sviluppare le sue doti naturali e amplia i suoi orizzonti. Il migliore insegnante e’ colui che instilla gentilezza e generosita’ nei suoi allievi, ed insegna che il piu’ nobile degli scopi, per cui valga la pena lottare, in accordo al proprio talento, deve comunque promuovere a sua volta bonta’ e carita’ negli altri. L’animo dovrebbe essere come il sole, radiante luce e speranza. Il cuore dovrebbe essere riempito di tenerezza, virtu’, benevolenza, e un amore sincero che diffondi bonta’ a coloro che sono vicini. L’animo sorridente vede le difficolta’, ed ama sormontarle. Quando ci sono problemi, sorride, crogiolandosi nell’opportunita’ di risolverli e superarli.
[...]
Quanto abbiamo bisogno di una faccia amica e sorridente, di persone alla mano e informali, e di un animo gentile e generoso!

Il Profeta (pace e benedizioni su di lui) ha detto:
“In verita’ Allah mi ha rivelato che dovete essere umili, cosi’ che nessuno trasgredisca nei confronti dell’altro, e cosi’ che nessuno di voi sia arrogante e orgoglioso con l’altro”


Pausa di riflessione
Ieri eravate tristi, ma la vostra situazione non e’ cambiata in meglio. Vostro figlio e’ stato bocciato a scuola, e vi siete buttati giu’, ma la vostra depressione e’ ruscita a mutare il corso degli eventi? Vostro padre e’ morto, e voi vi siete sentiti scoraggiati, ma cio’ lo ha riportato alla vita? Avete fallito negli affari, e vi siete amareggiati. Cio’ ha per caso potuto tramutare le vostre perdite in profitti?
Non siate tristi: Abbattersi davanti alle calamita’ non fa che aggiungere calamita’ su calamita’. Se entrate in depressione per la vostra poverta’, aggraverete soltanto l’amarezza in voi....[....]
Non siate tristi: Avete ancora due occhi, due orecchie, labbra, due mani, e due gambe, una lingua, un cuore, pace, sicurezza, salute.

“Allora quale delle Benedizioni del vostro Signore voi entrambi (jinn e il genere umano) negherete?” (Corano 55:13)

Non siate tristi: Avete la vera Religione per cui vivere, una casa in cui vivere, pane da mangiare e d acqua da bere, abiti da indossare, una moglie che vi conforta; allora perche’ la tristezza?

Liberamente tradotto da Cinzia Amatullah da Don’t be sad
Dr.’Aid al-Qarni

18 Nov 2010

Sorridi! (parte prima)

Ridere moderatamente puo’fungere da cura e terapia contro la depressione e la tristezza. Ha una forte influenza nel mantenere gaio il nostro animo e il cuore pulito. Abu Darda’ (che Allah ne sia compiaciuto) disse: “Cerco di ridere abitualmente per donare riposo e conforto al mio cuore. E, la piu’ nobile delle persone, Muhammed (che la pace sia con lui), rideva a volte in modo che i suoi molari fossero visibili”

Ridere e’ un modo molto efficace per raggiungere conforto e tranquillita’ d’animo, ma tenete ben in mente che, come in altre cose, non si deve fare senza moderazione. Il Profeta (su di lui la pace) disse: ”Non ridete in modo eccessivo, perche’ in verita’, il riso eccessivo uccide il cuore”

Dunque cio’ che e’ richiesto e’ la moderazione.

“E se sorridi ad un fratello, e’ un’opera di carita’”

“Cosi’ egli, Solomone (pace su di lui), sorrise, divertito dal sul parlare” (Corano, 27:19)

Non bisognerebbe comunque mai ridere con l’intenzione di deridere e schernire:

“Ma quando si reco’ da essi con le Nostre Ayat (prove, versi, lezioni, segni, rivelazioni ecc.) vedete! Essi lo schernirono” (Corano 43:47)

Tra i piaceri del Paradiso vi sara’ il riso:

“Ma questo Giorno (il Giorno della Resurrezione) coloro che hanno creduto rideranno dei miscredenti”(Corano 83:34)

Nella cultura araba una persona nota per il suo sapere sorridere, era tenuta in grande considerazione. Cio’ era infatti visto come segno di una personalita’ generosa e tratto distintivo di una persona con nobile disposizione e mente limpida.

La verita’ e’ che i principi dell’Islam si basano sulla moderazione e sulla buona misura, sia quando si tratta di credenza, culto, buone maniere che condotta. L’ Islam non accetta di buon grado l’ atteggiarsi ed esprimersi con volto rigido, accigliato e neanche condona costanti giocose frivolezze; piuttosto cosa promuove e’ la serieta’ quando occorre, e un livello ragionevole di leggerezza quando e’ dovuto.

Avere un portamento deprimente e un’espressione accigliata sono segni indicatori di un carattere inferiore, una natura agitate e turbata.

“si e’ accigliato e rabbuiato”(Corano 74:22)

Il Profeta (pace e benedizioni su di lui) disse: ”Non sottovalutate nessuna buona azione (non importa quanto piccola essa sia), anche se si trattesse soltanto di andare incontra ad un vostro fratello con un ‘espressione amichevole in volto”

Ahmed Ameen disse nel suo libro Fayd al-Khatir:

“La gente che e’ solita sorridere molto, non solo rende la propria vita piu’ allegra, ma rappresenta la categoria di individui piu’ produttivi in campo lavorativo, inoltre essi dimostrano di sapere essere all’ altezza delle proprie responsabilita’. Sono piu’ preparati ad affrontare le difficolta’ e a trovare degli espedienti per superarle. Sono lavoratori prolifici che beneficiano se stessi e gli altri”

Se mi fosse data la possibilita’ di scegliere tra avere un certo status nella societa’ e tanti soldi, e tra avere un “io” felice, radiante, sorridente, opterei per quest’ultima scelta. Perche’ che cos’e’ una grande ricchezza se genera misera? Che cosa e’ un’alta posizione sociale se la accompagna la tristezza? E cosa c’e’ di buono nella piu’ bella delle mogli se poi ella trasforma la casa in un inferno? Molto meglio di lei, mille volte minimo, e’ una moglie che non e’ certo bellissima, ma nonostante cio’ sa rendere la casa una sorta di paradiso.

Riflettete su questa imagine figurata: la rosa ci sta sorridendo ed anche la foresta. Gli oceani, i fiumi, il cielo, le stelle e gli uccelli stanno tutti sorridendo. Allo stesso modo lo e’ l’essere umano, il quale e’ di natura un essere portato al sorriso, se non fosse per queste cose che contrastano la sua disposizione naturale, tali quali avidita’ ed egoismo, mali che contribuiscono al suo corrucciarsi. Come tale egli rappresenta un’anomalia, in disaccordo con l’armonia naturale di cio’ che lo circonda. Percio’ la persona il cui cuore e’ macchiato, non riesce a vedere le cose come sono veramente. Ogni persona vede il mondo attraverso se stesso, attraverso le sue azioni, pensieri, e ragioni. Dunque se le nostre azioni sono nobili, se i nostri pensieri sono puri, e se le nostre ragioni sono onorevoli, dunque gli occhiali attraverso i quali vediamo il mondo saranno puliti, e il mondo verra’ osservato da noi com’e’ realmente: una bellissima creazione. Se gli occhiali si sporcano, e le lenti si macchiano, allora ogni cosa verra’ vista come nera e morbosa.

Liberamente tradotto da Cinzia Amatullah da Don’t be sad

Dr.’Aid al-Qarni

14 Nov 2010

Preparandosi ... 16 Novembre 2010: ‘Eid Adhha


La parola Eid e’ una parola araba per indicare una festivita’. In Islam, ci sono due Eid, di fatto sono: la festa per la fine del Ramadhan e la rottura del digiuno che si chiama ‘Eid al-Fitr, e la festa del Sacrificio ‘Eid al-Adhha . La prima ‘Eid e’ celebrata alla fine del Ramadhan per ringraziare Allah, essa ha luogo il primo giorno del mese di Shawwal, il decimo mese del calendario lunare. La seconda ’Eid, e’ la festa del Sacrificio e viene celebrata per ricordare il profeta Abramo (su di lui la pace) che venne messo alla prova e al quale fu chiesto di sacrificare il figlio Ismaele. L’Eid cade il decimo giorno del mese di Dhul-Hijjah, il dodicesimo mese del calendario lunare.
Il centro della celebrazione dell’Eid Addha e’ la cittadina di Mina, a poche miglia da La Mecca. Questo e’ il luogo in cui vi sono i tre pilastri che rappresentnao il demonio (Iblis) e che sono presi a sassate dai Musulmani durante l’Hajj (il sacro pellegrinaggio).
Il Profeta Abramo (su di lui la pace) supero’ un difficile test.
Ecco dal Corano:
O mio Signore, dammi un [figlio] devoto.
Gli demmo la lieta novella di un figlio magnanimo
Poi, quando raggiunse l’eta’ di accompagnarlo, egli disse:”Figlio mio, ho visto in sogno che ti offrivo in sacrificio. Dimmi cosa ne pensi”. Rispose: ”Padre mio, fai quel che ti e’ stato ordinato: se Allah vuole, saro’ rassegnato”
Quando poi entrambi si sottomisero, e lo ebbe disteso con la fronte a terra
Noi lo chiamammo: “O Abramo
Hai realizzato il sogno. Cosi’ Noi ricompensiamo quelli che fanno il bene.
Questa e’ davvero una prova evidente”.
E lo riscattammo con un sacrificio generoso
Perpetuammo il ricordo di lui nei posteri.
Pace su Abramo!
(Corano, Surah As-Saffat 37: 100-109)
Abramo (su di lui la pace) dimostro’ di fidarsi incondizionatamente di Allah. Alcune cose, apparentemente inspiegabili ci accadono e ci sentiamo subito smarriti, non siamo in grado di affidarci completamente al nostro Signore e Creatore. A volte dimentichiamo che l’Unico che ci anche creato, e’ davvero l’Unico ad avere le risposte ai nostri problemi, e’ l’Unico che puo’ davvero aiutarci. Dovremmo affidarci ad Allah completamente. Abramo (su di lui la pace) lo fece. La sua fede era talmente salda da comprendere che dietro ogni cosa si cela sempre l’immensa saggezza di Allah. Sicuro di questo Abramo (su di lui la pace) si reco’ sul monte. Ma mentre era in procinto di sacrificare il suo stesso figlio, Allah gli mando’ un agnello da sacrificare.Nella sua immensa saggezza Allah aveva pianificato tutto cio’. Il sacrificio che viene fatto, si ripete in memoria di quello fatto dal profeta Abramo (su di lui la pace). La carne va poi distribuita , va data ai propri parenti ed amici, anche se non musulmani, ed un terzo va offerto alle persone bisognose e povere .
Sebbene l’ ’Eid si festeggi il decimo giorno del mese di Dhul Hijjah, in verita’ tutti i primi dieci giorni di questo mese sono speciali. Essi, infatti, rappresentano i giorni migliori per adorare Allah, per dimostrare la nostra sottomissione ad Allah, per migliorarsi, per vincere il nostro egoismo e l’avidita’, e compiere opere caritatevoli. Il Profeta (pace e benedizioni su di lui) ci ha ordinato di recitare spesso dei Tasbih (cioe’ dire SubbhaAllah), Tahmid (Alhamdulillah), e Takbir (Allahu Akbar) durante questi giorni.
Abdullah ibn ‘Umar ha raccontato che il Profeta (pace su di lui) disse: “Non ci sono giorni piu’ graditi ad Allah, per compiere opera buone opere, che questo tempo, percio’ recitate molti tahlil (la ilaaha ill-Allah), takbir e tahmid.”
Questi dieci giorni includono Yawm Arafah, che quest’anno cadra’ domain, lunedi 15 inshallah: digiunare quel giorno espiera’ i peccati di due anni inshaAllah.
Ecco come noi festeggiamo l’Eid in famiglia in un paese non musulmano.
La moschea locale organizza le preghiere dell’Eid all’aperto seguendo la Sunnah (cioe’ i modi di fare) del Profeta (pace su di lui) in un parco bellissimo non molto lontano da casa. E’ raccomandato alzarsi presto, adoperare il siwak per pulire i denti e profumanre l’alito, fare un bagno, abbigliarsi con abiti puliti, o meglio nuovi, e profumarsi. In Islam l’igiene e’ altamente enfatizzata, soprattutto se si ci accinge a partecipare alle preghiere congregazionali. Dopo aver eseguito con cura tutti i preparativi, la famiglia, armata di bambini, passeggini e tutto il resto, e vestiti in pompa magna con tanto di abiti orientaleggianti, e di tessuti leggeri e variopinti, si appresta a raggiungere il parco in macchina anche se a piedi e’raccomandato. Pronunciamo il takbir ad alta voce mentre ci rechiamo al luogo della preghiera, i bambini ne sono entusiasti:
Allah-u Akbar, Allah-u Akbar (Allah e’ il piu’ potente), La-ilaha ill-Allah (non c’e’ altro dio all’infuori di Allah), Wa Allah-u Akbar, Allah-u Akbar (e Allah e’ il piu’ potente), Wa lillah-il-hamd (e tutta la lode e’ per Allah)
I fratelli e le sorelle che aiutano nella gestione della moschea locale (che Allah li ricompensi) si prodigano con enormi sforzi per rendere la giornata piacevole e la preghiera comoda per tutti in questo modo: le aree degli uomini e quella della donna sono separate, gli uomini occupano lo spazio antecedente quello destinato alle donne. Immaginate pregare in un prato col profumo dell’erba umida...cercare col capo inchinato in basso una medizione con Dio. Mi vengono i brividi...Siccome siamo in autunno, ed il prato e’ piuttosto umido, gli organizzatori distendono enormi tovaglie di plastica spessa a terra sulle quali stendono colorati tappeti. Se si vuole stare ancora piu’ al calduccio ci si puo’ portare anche il proprio tappeto della preghiera da casa e poi finalmente si e’ pronti per eseguire la preghiera dell’Eid. Finita la preghiera, c’e’ il sermone, finite il quale ci si appresta a ritornare a casa. Ci sono sempre ragazzi giovani che raccolgono soldi e mamme che distribuiscono dolci, caramelli, persino regali. C’e’ una belllissima area gioco per i bambini in questo parco, per cui spesso dopo la preghiera ci tratteniamo la’ per far giocare i bambini. E’ bellissimo vedere questo gruppo numeroso e compatto...mi verrebbe voglia di dire: ma dove eravate nascosti? Quanti siamo subbhanallah! Ed e’ bellissimo vedere i nostri figli giocare insieme, rincorrersi tutti abbigliati con abiti orientali colorati: da lontano sembrano delle farfalline variopinte Mashallah! Davvero uno spettacolo!
Che Allah ci benedica tutti amin.
E se non ci sentiamo: EID MUBAREK!!

10 Nov 2010

Cause di apatia nella venerazione di Dio e suoi rimedi

L’Islam e’ una religione “attiva”, i musulmani dovrebbe essere sempre “attivi”. Questa vita e’ soltanto passeggera e bisogna lavorare sodo affinche’ ci sia un buon lascito dietro di noi se si vogliono le porte del Paradiso aperte. Quando arrivera’ la fine, ci si guardera’ indietro per rendersi all’improvviso conto di come tutti i nostri giorni siano stati spesi...ci pentiremo dell’ importanza data a cose futili, oppure di quanti giorni in astio abbiamo speso per una mera questione di orgoglio ma purtroppo allora sara’ troppo tardi in quanto non si potra’ piu’ tornare indietro.
Il Musulmano ideale e’ attivo 24/24. Il Musulmano ideale non e’ apatico. Il Musulmano ideale e’ tenuto a conoscere, studiare. Ogni giorno e’ un nuovo giorno, e ci dona l’opportunita’ di crescere, di ampliare la nostra mente. Il tempo non va sprecato con cose inutili, il tempo e’ prezioso e va positivamente e attivamente sfruttato aiutando coloro che hanno bisogno, diffondendo la verita’ sull’Islam e trovando la nostra spiritualita’. L’apatia piu’ distruttiva e’ quella verso l’adorazione di Dio.
Ecco alcuni rimedi. Liberamente tradotto da Islam q&a:
[...]Ci sono molte cause di apatia nella fede: relazione debole con Dio, pigrizia nell’adorazione, accompagnarsi a persone che non se ne preoccupano affatto, essere distratti da faccende mondane e i suoi piaceri, non soffermarsi a pensare alla fugacita’di questo mondo e all’essere impreparati ad incontrare Dio.
Per vincere l’apatia nella venerazione di Dio si puo’:
Rafforzare il proprio rapporto col Signore, leggendo il Corano e soffermandosi a riflettere sul suo significato, realizzando la magnificenza di Dio attraverso la grandezza del Suo Libro, pensando alla magnificenza dei Suoi nomi , attributi e azioni.
Offrire regolarmente delle preghiere nafil e persistere nel farlo, anche se sono poche, perche’ una delle cause dell’apatia nella venerazione e’ data dal fare troppo, tutto in un colpo all’inizio. Questo non era il modo del Profeta (pace e benedizioni su di lui) e non e’ quello che egli ha consigliato alla sua ummah di fare. ‘Aishah (che Allah ne sia compiaciuto) ha descritto le sue azioni come continue, costanti, non interrotte ne’ poco frequenti. E il Profeta (pace su di lui) ci ha detto che “Le azioni piu’ amate da Allah sono quelle che vengono eseguite costantemente, anche se sono poche”.[...]
Intrattenersi in compagnia di persone valide e attive.[...] Cercate di accompagnarvi a persone che si sforzano di memorizzare il Corano , cercano conoscenza, e chiamano le persone alla strada giusta. Amici del genere incoraggeranno la vostra adorazione e vi mostreranno buone cose.
Leggere libri di storie di persone attive cosi’ da avere un buon esempio nel vostro cammino verso Dio. [...]
Offrire tante suppliche, soprattutto nell’ultima parte della notte. Colui che si rivolge a Dio e cerca il Suo aiuto affinche’ sia saldo nella fede e venerai bene Dio, non sara’ mai deluso.

8 Nov 2010

Le Tre Dimensioni dell'Islam

Le Tre Dimensioni dell’Islam

È riportato da 'Umar ibn al-Khattab:

"Un giorno mentre sedevamo con il Messaggero di Allah (sallahu alayhe wa sallam), che Allah lo benedica e gli conceda la pace, apparve davanti a noi un uomo i cui abiti erano straordinariamente bianchi e i cui capelli erano straordinariamente neri; non si vedevano su di lui i segni del viaggio e nessuno di noi lo conosceva. Egli si avvicinò e si sedette accanto al Profeta. Appoggiando le sue ginocchia contro di lui e i palmi delle sue mani sulle sue cosce, egli disse, 'O Muhammad, parlami dell’Islam.' Il Messaggero di Allah (sallahu alayhe wa sallam)disse, "Islam è testimoniare che non c’è dio se non Allah e Muhammad è il Messaggero di Allah, recitare le preghiere, pagare il zakat, digiunare nel Ramadan, e fare il pellegrinaggio alla Casa se si è in grado di farlo." Egli disse, 'Hai detto la verità,' e noi eravamo stupiti per i fatto che gli avesse fatto la domanda e avesse affermato che lui aveva detto la verità. Egli disse, 'Ora parlami dell’Iman (fede).' Egli disse, 'È credere in Allah, nei Suoi angeli, nei Suoi libri, nei Suoi messaggeri, e nell’Ultimo Giorno, e credere nel decreto del bene e del male.' Egli disse, 'Hai detto la verità.' Egli disse, 'Ora parlami di Ihsan.' Egli disse, 'È adorare Allah come se Lo stessi vedendo. Anche se tu no Lo vedi, Egli vede te.'"

Alla fine il Profeta (sallahu alayhe wa sallam) li informò che era Jibril (Gabriele) che era venuto a insegnare loro la loro religione (deen).

I Cinque Pilastri dell’Islam:

La forma esteriore

Shahada: Affermazione dell’unità di Allah e della profeticità di Muhammad

Salat: Cinque Preghiere al giorno

Zakat: 2 1/2% di imposta sul patrimonio

Digiuno: Il mese del Ramadan dall’alba al tramonto

Il Hajj: Pellegrinaggio alla Mecca. Una volta nella vita se si è in grado fisicamente e finanziariamente di farlo.

I Sei Fondamenti di Iman (Fede):

In aggiunta alla fede in Allah, esso fornisce al musulmano un programma per una visione di un universo pluridimensionale che include sia il mondo spirituale che fisico. Esso è più che accettazione passiva, è affermazione attiva. La radice araba di base di iman significa riposo della mente e sicurezza dalla paura. I sei fondamenti di Iman sono la fede in:

Allah: Colui che non è Collegato agli Eventi; che Esiste Prima e Dopo il Tempo, è Auto-Sussistente, è Uno.

Gli Angeli: Fatti di luce, Né maschi né femmine. Essi non disobbediscono a Dio e non richiedono nutrimento.

I Libri Divini: Torah, Vangelo, Salmi, Rotoli di Abramo, Corano, ecc.

I Messaggeri di Allah: Adamo, Noah, Abramo, Isacco, Ismaele, Davide, Mosè, Gesù, Maometto, ecc.

L’Ultimo Giorno: Quando tutti i morti saranno suscitati dalle loro tombe. È il Giorno del Giudizio quando le persone saranno inviate o al Giardino o al Fuoco per tutta l’eternità.

Il Decreto del bene e del male: I destini di tutte le cose sono nelle mani di Dio e avvengono secondo la Sua decisione. Nulla accade che Egli non ha decretato.

Ihsan:

Il sentiero interiore che corrisponde al riconoscimento di ciò che è il sé, la sua posizione nel cosmo e come può essere purificato.

Gli Stadi del Sé:

An-Nafs al-'Amara: il sé insinuante

Il sé insinuante che è totalmente male e totalmente sotto il controllo delle passioni e sottomesso solo all’autogratificazione. Esso è totalmente cieco a qualsiasi realtà superiore. "Il sé inferiore dell’uomo ispira atti cattivi." ( 12:53)

An-Nafs al-Lawwama: il sé che si rimprovera

Il sé che si rimprovera che è indeciso a scegliere tra bene e male ed è costantemente coinvolto in una battaglia interna. Esso non è in grado di superare gli impulsi del sé inferiore ma ciononostante riconosce quello superiore. "No, io giuro sul sé che si rimprovera." (75:2)

An-Nafs al-Mulhama: il sé ispirato

Il sé che riconosce i suoi difetti e si sforza di correggerli. "Per il sé e ciò che lo ha commisurato e ispirato con depravazione o devozione!"(91:7-8)

An-Nafs al-Mutma'inna: il sé in pace

Finalmente c’è il sé in pace che è illuminato e agisce secondo il bene ed è pertanto liberato "O sé in pace, ritorna al tuo Signore, molto gratificato, gratificante. Entra tra i Miei servitori. Entra nel Mio Giardino." (89:27)


1 Nov 2010

Le donne e i precetti coranici

di Fulya CELIK

La posizione delle donne nella societa’ islamica: ecco una delle teorie che maggiormente scuote la sensibilita’ dell’opinione pubblica e su cui spesso si dibatte.
Senza dubbio alcuno, uno degli aspetti della vita sociale che l’Islam influenzo’ maggiormente fu proprio lo status delle donne, con “il Corano che tratta la posizione delle donne piu’ di ogni altro problema sociale” (nota 1). Al tempo della sua rivelazione nel settimo secolo, il Corano promosse svolte considerevoli nella societa’ araba: cambiamenti che hanno riguardato la questione delle donne e che si perpuetarono nei secoli successivi. I principi illustrati dal Corano, hanno determinato le vite delle donne musulmane, essi si possono sommare in diversi punti, includendo lo status sociale, spirituale ed economico delle stesse. Per poter discutere la natura multipla delle riforme alla posizione delle donne apportate dall’Islam, sarebbe utile una panoramica della societa’ pre-Islamica araba, in modo particolare lo scenario economico e religioso, ed effettuarne una comparazione con i principi coranici.

L’ambiente sociale che fornisce da contesto all’emergere dell’Islam in Arabia e’ descritto dai Musulmani in una parola: Jahiliyya, oppure l’Eta’ dell’Ignoranza (nota 2). Armstrong sostiene che questo termine non fu adoperato per definire un’era storica, ma per illustrare lo spirito che pervase questo tempo di “crisi morale e spirituale”(nota 3) riferendosi “ad uno stato mentale causato dalla violenza e dal terrore nel settimo secolo in Arabia” (nota 4). Le donne non erano esenti da questa violenza e da questa crisi sociale: dilagavano, infatti, casi di infanticidio e casi di neonate seppellite vive; il matrimonio non era sancito istituzionalmente (nota 5); le donne non avevano alcun diritto ad eredita’ o lasciti; esse non erano trattate giustamente durante il divorzio; e le donne non godevano di completo controllo sulle proprie ricchezze (nota 6). Contrapponendo il Corano ed i suoi primcipi a tale scenario si mostra lo spirito riformista dell’Islam.
Uno dei principi piu’ importanti che regola le vite delle donne musulmane, ed e’ dettagliato nel Corano, e’ lo status spirituale assegnato alle donne. Considerato dai musulmani come la parola di Dio presa alla lettera, il Corano e’ visto come il mezzo attraverso il quale Dio si fa conoscere e descrive le Sue leggi (nota7).
Quando l’Islam emerse tra le tribu’ dell’Arabia, la religione rifletteva la natura tribale della societa’ e la sua struttura sociale (nota 8). Il politeismo e l’idolatria erano dominanti, con la Ka’ba, il santuario riverito sin dai tempi di Abramo, ospitante 360 idoli. Famiglie si riunivano per formare clan, e clan si riunivano per formare tribu’; l’alleanza tribale era il fattore in grado di determinare la posizione dell’individuo nella societa’. Uno dei punti discussi con riferimento alle donne nella societa’ pre-islamica e’ la loro partecipazione a riti religiosi e tradizioni. Alcuni hanno affermato che, per notanto un aumento dei diritti delle donne, l’avvento dell’Islam aveva di fatto limitato degli aspetti. Leila Ahmed include tra il ruoli delle donne della Jahiliyya, principalmente quelli di “ preti femmina, indovine, profetesse” e “ capo-guerrieri” (nota 9). Comunque , nella sua discussione sul misticismo islamico riguardante le donne, Elias individua la ragione principale del coinvolgimento delle donne nelle arti divinatorie, magia nera e simili, nel fatto che le donne erano escluse dai riti religiosi (nota 10). L’emergere dell’Islam altero’ drasticamente lo scenario spirituale delle donne dell’Arabia.
Uno dei principi piu’ importanti delineato nel Corano e’ la nozione degli obblighi religiosi, morali e spirituali che sono incombenti sugli individui , senza badare al sesso di appartenenza.
Il Corano afferma, ad esempio:
“In verita’ i musulmani e le musulmane, i credenti e le credenti, i devoti e le devote, i leali e le leali, i perseveranti e le perseveranti, i timorati e le timorate, quelli che fanno l’elemosina e quelle che fanno l’elemosina, i digiunatori e le digiunatrici, i casti e le caste, quelli che spesso ricordano Allah e quelle che spesso ricordano Allah, sono coloro per i quali Allah ha disposto perdono ed enorme ricompensa. “ (Sura Al-Ahzab 33:35, nota 11).
Elencando questo verso ed almeno altre 10 parti del Corano, Stowasser afferma che questi riferimenti coranici “convergono per stabilire l’assenza della dottrina della inferiorita’ femminile negli insegnamenti del Corano “ (nota 12). Inoltre, in contrasto col concetto centrale del peccato originale nel Cristianesimo e nel Giudaismo, il Corano non insinua mai che la donna rappresenti la porta d’ingresso del demonio oppure un’ingannatrice per natura.
Il Corano rifiuta chiaramente ogni nozione dell’ “insito” male della donna. Se esplicitamente domanda rispetto per il suo “innato” bene come potenziale mamma (e prima a prendersi cura di un neonato), e’ posta assolutamente sullo stesso piano dell’uomo in termini di potenziale spirituale (per conoscere e servire Allah) e il potenziale per ottenere il Paradiso, a patto che ella e egli lottino per far fruttare questo potenziale (nota 13).
Il prinicipio coranico dell’obbligo spirituale e morale ha reso possibile che le donne, sin dalla nascita dell’Islam, rivestissero un ruolo essenziale, non soltanto nel praticare la fede e nel partecipare al misticismo islamico (nota 14), ma anche nello scrivere la storia ufficiale dell’Islam e nel compilare lavori fondamentali stabilendo gli standard della pratica religiosa e sociale per la societa’ islamica (nota 15).
Un altro principio essenziale che concerne le donne, tessuto nella trama del Corano e’ quello del matrimonio. Ahmed identifica nel matrimonio, l’area in cui l’Islam ha introdotto le piu’ grandi riforme, con nessuna istituzione matrimoniale presente all’avvento dell’Islam (nota 16). La natura riformista dell’Islam, comunque, non giace soltanto nell’aver introdotto nuovi regolamenti, ma anche nell’aver riadattato con nuove idée le pratiche esistenti (nota 17). Mentre l’istituzione del matrimonio, per esempio, non esisteva nella forma tradizionale nell’Arabia pre-islamica, ve ne erano altre forme (nota 18). Il Corano definisce il matrimonio come un contratto tra l’uomo e la donna, in cui entrambi assumono un ruolo sebbene non identico. Esso vede l’stituzione stessa e la relazione sessuale tra marito e moglie come non vergognosa, ma come raccomandabile.
“Fa parte dei Suoi segni l’aver creato da voi, per voi, delle spose, affinche’ riposiate presso di loro, e ha stabilito tra voi amore e tenerezza.” (sura Ar-Rum 30:21, nota 19)
Lo status delle donne e della famiglia nella societa’ islamica era principalmete il frutto delle prescrizioni Coraniche, che resiste nell’influenzare la vita delle donne musulmane.
Come punto finale, i principi economici dettagliati nel Corano fornirono dei diritti alle donne, diritti che le donne nel resto del mondo “civilizzato” dovettero aspettare fino al diciannovesimo secolo affinche’ gli venissero riconsciuti e garantiti. (nota 20). Con l’avvento dell’Islam, le donne ebbero garantito il diritto all’eredita’ e alla proprieta’, ad avere possedimenti e controllo completo delle propria ricchezza e di ricevere una dote, durantre il matrimonio ed anche dopo il divorzio. (nota 21) L’autonomia economica dettagliata nel Corano fu forse una delle riforme piu ‘ impressionanti a quel tempo, ed ancora si continua a discuterci sopra oggi.

I principi sottolineati nel Corano, regolando la vita della donna musulmana, trasformarono la societa’ tribale in cui l’Islam emerse. Mentre una valutazione soddisfacente di ciascuno di questi principi va oltre il fine di questo articolo, e’ evidente che le trasformazioni che l’Islam indusse hanno avuto dei risvolti radicali per le vite delle donne musulmane e hanno direttamente avuto un impatto sul come queste vite vengano condotte in questa societa’ che cambia costantemente.

Fulya Celik e’ coordinatrice di Studi Religiosi in un college privato.

Note:
1. A. Guillaume, Islam, 2nd edn, Harmondsworth, 1956, p.71.
2. H. Smith, ‘Islam’, The World’s Religions, San Francisco, 1991, p.223.
3. Karen Armstrong, Muhammad:Prophet for Our Time, London, 2006, p.34.
4. Ibid., p.19-20.
5. L. Ahmed, ‘Women and the Advent of Islam’, Signs, Summer 1986, p.668.
6. B.F. Stowasser, ‘The Status of Women in Early Islam’, in Hussein, F (ed), Muslim Women, New York, 1984, pp.15-17.
7. Smith, ‘Islam’, p.235.
8. J.L Esposito, Islam: The Straight Path, New York, 2005, p.3.
9. Ahmed, ‘Women and the Advent of Islam’, p.691.
10. J.J. Elias, ‘Female and Feminine in Islamic Mysticism’, Muslim World, July/Oct 1988, p.214.
11. N.J Dawood, The Koran, London, 2003, p.296. (Ahzab 33:35).
12. Stowasser, ‘The Status of Women in Early Islam’, pp.20–23.
13. A. Wadud, Qur’an and Woman: Rereading the Sacred Text from a Woman’s Perspective, New York, 1999, p.99.
14. See Elias, “Female and Feminine in Islamic Mysticism.”
15. Ahmed, “Women and the Advent of Islam,” p.671.
16. Ibid., p.667.
17. Esposito, Islam: The Straight Path, p.94.
18. Ahmed, “Women and the Advent of Islam,” p.670.
19. Dawood, The Koran, p.285. (Rum 30:21).
20. Esposito, 2005.
21. Stowasser, ‘The Status of Women in Early Islam’, p.15-18.

Tradotto da Cinzia Amatullah,
fonte: http://www.fountainmagazine.com/article.php?ARTICLEID=961