20 May 2010

Lettera di Kathleen sull' astenersi dal consumo di bevande alcoliche

Ecco una lettera a cuore aperto scritta da Kathleen, una donna canadese che ha abbracciato l’Islam.

“Come tutti i ritornati all’Islam, il passato spesso ritorna a galla, e chiedo sempre il perdono di Dio. Per grazia di Dio, molte persone che leggeranno quest’articolo non avranno mai fatto uso di bevande alcoliche. In verita’ non ho mai bevuto in maniera esagerata tanto da arrivare a comportamenti degenerati. Ero quello che si definisce “una buona bevitrice” e cio’ lo rende ancora piu’ inquietante…
Ho iniziato presto, in quanto durante i pasti, la mia famiglia soleva offrirmi vino da tavola, e ho sempre osservato i miei genitori consumare dai 3 ai 5 bicchieri di una qualsiasi bevanda alcolica ogni giorno della settimana, di piu’ nei weekend. Una grossa bottiglia di bevanda alcolica durava in media 2 o 3 giorni a casa nostra, ancora di meno se qualche amico veniva a farci visita. Infatti stando alla media nazionale in Canada e’ gia’ dai 12 anni d’eta’ che si inizia a bere, e circa il 73% dei canadesi al di sopra dei 12 anni fa uso abituale di alcol. Soltanto il 3-4 % mostra segni evidenti di dipendenza, la restante parte e’ gente normale che va a lavoro e ritorna a casa dalla famiglia. Comunque essendo bevitori non riescono a gestire la situazione a lungo senza un bicchierino. “Saltano” un bicchierino se non c’e’ proprio, ma si sforzeranno di pianificare bene la settimana girandoci attorno. Parlano di marche, pianificano visite a bar, club, e feste oppure lo buttano giu’ da soli. Non si sentono “giusti” finche’ non hanno avuto un drink, e se non possono averlo diventano depressi o aggressivi. Nel giro di mesi e anni, tendono ad usarlo a mo’ di preghiera per celebrare i momenti migliori o peggiori della propria esistenza.

La mia famiglia era una delle famiglie nella media. In media i canadesi consumano 7.6 litri di alcol a testa ogni anno. L’industria dei beveraggi alcolici stessa rapporta vendite nel 2001 di piu’ di 14.5 miliardi di confezioni (12 bottiglie da 750 ml ciascuna). Ognuno dei miei familiari beve bevande alcoliche, in famiglia molti parenti stretti hanno fatto incidenti d’auto, perso lavoro e famiglia, o si sono resi ridicoli in pubblico, tutti sotto l’effetto dell’alcol. Sapevate che in un anno tipico in Canada, piu’ di 6500 persone muoiono in incidenti relazionati all’alcol? E piu’ di 81000 persone vengono ospitalizzate? Fra tutti i conducenti in Canada, piu’ del 77% ha alcol nel sangue.

Qual e’ la grande attrazione? L’alcol non ha un buon gusto. E’ spesso troppo speziato, dolce, asciutto o amaro, a seconda di cosa si sceglie di bere, puo’ bruciarvi la gola quando lo mandate giu’. La maggior parte delle persone lo “mischia” con bevande gassate o succhi per nasconderne il gusto. Vi fa mettere su peso ingerendo calorie vuote e mandandovi in catalessi. Bevete molto e vomiterete, qualche volta anche per 2 o 3 giorni di seguito. Bevete anche di piu’ e potreste diventare ciechi oppure morirne. E una volta iniziato, e’ davvero difficile smettere. La gente che beve sa tutte queste cose eppure continua a bere.
Molti amici musulmani mi hanno chiesto: ”Perche’ la gente beve pur sapendo tutti i pericoli e i problemi relazionati a cio’?” questa domanda mi ha dato talmente fastidio da farmi smettere di bere per anni ad un certo tempo. La reazione della mia famiglia non mi sorprese molto, mi accusarano allora, come fanno tuttora , di “non essere divertente”. Questo concetto del “divertimento” e’ il nocciolo della questione.

Prima di tutto per ”divertimento” si indica quell’atteggiamento secondo il quale “lasci andare le preoccupazioni della settimana”. Per bevitori di ogni calibro, la vita si divide in giorni feriali e giorni festivi. Nei giorni feriali il bere deve essere limitato, bere troppo lascia l’alito che odora di acido ed anche la pelle sa di rancido, facilmente percepibile da ogni altro bevitore anche dal capo. Ma il fine settimana il bere non ha limiti. Questo ha condotto alla nascita del fenomeno nazionale : “la corsa al weekend!”. La gente iniziera’ a parlare del prossimo fine settimana gia’ a partire dal Mercoledi. Poi, il Lunedi e Martedi successivo, parleranno del precedente fine settimana. E cosi la vita del canadese medio diventa una monotonia di giorni alternanti, 5 + 2, 5 + 2…che si ripete all’infinito…L’unico concetto di “futuro” e “speranza” e’ la speranza di cio’ che accadra’ nei prossimi fine settimana.
Il legame principale tra i membri (della societa’, o della famiglia) diventa lo stesso alcol, con discussioni su che tipo di birra e’ la migliore, che bar e’ il migliore, e che festa e’ stata la migliore, le loro vite ricolme di tali argomentazioni. E le settimane passano velocemente. Persino dei lavori orribili, senza significato, sono tollerati perche’ “e’ quasi venerdi ”, e non e’ piu’ importante pensare a come veramente occupare il tempo in questa vita. Ogni occasione e’ buona scusa per festeggiare, ed ogni festeggiamento porta sempre al bere, e molte persone capaci, persone che hanno veramente un certo potenziale, diventano apatiche, indolenti nella loro sottomissione alla monotonia di questo ciclo sociale ed economico senza significato.


In secondo luogo , divertimento e’ cio’ che si verifica quando “non prendi la vita troppo seriamente”. Personalmente non potrei enumerare il numero di volte in cui mi e’ stato detto: ”rilassati un po’!”. Sembra quasi che non prendere la vita seriamente sia un fine, uno scopo, per la maggior parte delle persone. Credono che si viva per godersela; alcuni dicono: “Dio ci ha dato il dono della vita per godercela”, lo dicono sul serio! Infatti se inizi a ponderare intensamente sul significato della vita, vieni subito buttato fuori in questa cultura. Osa suggerire a qualcuno che dovrebbe andarci piano col bere, e ti troverai isolato socialmente. Potresti dire che va bene cosi’, che non hai bisogno di gente come loro. Ma la realta’ e’ che sara’ molto difficile trovare amici che non bevono affatto. Soltanto il 12 % dei Canadesi dai 12 anni in su si astiene dal bere bevande alcoliche, e la maggior parte di essi sono molto giovani oppure appartengono a vecchie generazioni. Come adulto, vi dovreste accontentare di rimanere da solo, e senza una fede forte e’ quasi impossibile sopportare la solitudine. E’ triste ammetterlo ma ci si sottomette alla cultura invece che a Dio.

Terzo, divertimento significa agire senza badare alle consequenze. Ogni settimana, in tutto il paese, la gente si scusa con i propri cari per il comportamento inaccettabile che ha avuto dopo aver alzato il gomito: tradimenti, violenza domestica, gioco d’azzardo, avventatezze finanziarie, guida pericolosa, affari immorali, e cosi’ via. E’ una ”scusa perfetta” perche’ altri bevitori capiscono, dunque si verra’ perdonati. Sostanzialmente agire per bene e con cautela non sembra importante davvero.


Piu’ del 60% dei Canadesi rapporta problemi scaturiti dal bere in prima persona e dal bere di qualchedun altro, e l’abuso di alcol costa al Canada piu’ di 2.7% del prodotto interno lordo all’anno.
Piu’ di 18.5 miliardi di dollari all’anno, denaro che potrebbe essere speso meglio. Oltre gli atti inscusabili commessi sotto l’influenza dell’alcol, ce ne sono di imperdonabili: dire a persone care cose che feriscono, divulgare antichi segreti di famiglia, diventare sessualmente troppo espliciti, agire in modo imbarazzante con i datori di lavoro, e cosi via. La ragione e’ che l’alcol arreca un senso di lentezza e confusione, un po’ come ci si sente la mattina al risveglio quando si e’ ancora mezzi addormentati. Tipicamente i problemi comportamentali capitano spesso nel corso della vita di un individuo finche’ la sua stessa vita gli appare”fuori controllo’ , cosi’ e’ ancora piu’ facile continuare a bere in modo da “intorpidire” il dolore spirituale. E cosi’, molti abbandonano la forza di volonta’, donatagli da Dio, e iniziano a credere che c’e’ qualcosa definito: “Il Vangelo dell’adesso”, pur non avendo fede nella vita dopo la morte e soltanto un pochino di fede nella propria capacita’ di controllo e di cambiamento della propria vita in qualcosa di migliore, decidono di vivere soltanto l’oggi.
Come credenti, possediamo la piu’ grande delle verita’: la fede nella vita dopo la morte. Senza di essa, il tempo, il piacere, e la ricompensa sono misurate in modo completamete diverso. Se il tempo e’ delimitato soltanto da cio’ che dice il calendario, perche’ dovremmo badare alla condizione spirituale che si avra’ al momento della morte? Se la comunita’ e’ rappresentata soltanto dal chi mi accettera’ in questa vita, perche’ interessarsi se il mio Creatore mi accettera’? Se l’oggi rappresenta tutto quel che importa, a che scopo dovrei migliorarmi? Chiaramente, l’uso di alcol crea una distorsione mentale potente, sottile ma tenace nel corso dell’intera vita del bevitore. Il significato di questa vita e’ negoziato qui , su questa terra ed adesso soltanto. I consumatori di alcol soffrono di cio’ che i ricercatori definiscono “la sindrome da deficienza di ricompensa”, ambiscono ad una gratificazione istantanea in ogni momento. Dunque come ci si potrebbe aspettare che credano, o che capiscano, la vita ultraterrena? Dunque l’alcol letteralmente ruba ai suoi consumatori la credenza che e’ la chiave alla comprensione del fine delle nostre vite. E nel proteggere i credenti dall’alcol, Dio protegge la nostra fede.

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Molte volte mi sono allontanata da un festa in una notte fredda da sola, disgustata dal comportamento della gente li, provando pena per essi, fissando il cielo , sentendomi conpletamente sola. Grazie a Dio gli angeli mi hanno protetta e mi hanno tenuta al salvo nonostante avessi condotto una vita difficile e pericolsa.
Sinceramente avrei voluto sapere che in qualche posto nel mondo, in centinaia di comunita’ vitali, piu’ di un miliardo di persone si astengono dall’alcol deliberatamente.
I musulmani hanno il dovere di raccontare agli altri che non bevono per la propria fede.
Qualcuno, in qualche luogo, qualche giorno udira’ il messaggio come la voce della sua anima, e forse cambiera’ per il meglio. Tutti veniamo da Dio al principio. E se Dio vuole, a Lui ritorneremo".


Tradotto da cinzia amatullah da
Fonte: www.fountaimagazine.com

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