I non musulmani residenti in una nazione
islamica sono tenuti a pagare una tassa minima chiamata “Jizyah”ovvero una
specifica tipologia d’imposta procapite versata da coloro che non accettano
l’Islam come fede e desiderano mantenere la propria religione pur vivendo in
uno stato avente una giurisdizione islamica. Per esempio, nei primi paesi
islamici, mentre i musulmani benestanti pagavano il 40% sul patrimonio
accumulato, i residenti non musulmani pagavno la Jizyah, che era suddivisa in
tre categorie: la classe abbiente versava l’equivalente della somma di
quarantotto dirhams l’anno (un dirham e’ la moneta islamica il cui valore e’
equivalente a 2,28 grammi di argento. Oggi, nonostante il nome dirham sia
ancora in uso presso alcuni paesi arabo musulmani, la valuta moderna non
corrisponde piu’ allo stesso valore); la classe media, quali i mercanti, i
commercianti e i coltivatori, l’equivalente della somma di ventiquattro dirhams
l’anno e la classe operaia, ovvero panettieri, carpentieri, idraulici e simili,
l’equivalente della soma di dodici dirhams l’anno. Tale imposta viene versata
in cambio della protezione personale e patrimoniale dei residenti non musulmani.
Il generale Khalid bin al-Walid , capo e comandante dell’esercito islamico,
fece un voto di lealta’ con i residenti non musulmani dell’epoca e disse: “Vi
offro il mio voto di lealta’ e mi impegno a proteggervi totalmente in cambio
dell’imposta procapite che verserete: se vi forniamo la protezione necessaria,
siamo autorizzati a richiedere tale imposta; altrimenti, non siete tenuti a
pagarla.”
In seguito quando l’esercito musulmano
dovette abbandonare la zona per andare a combattere altrove, il governo restitui’
la Jizyah che era stata raccolta, giacché non era stato in grado di fornire il
livello di sicurezza stipulato.
Inoltre, non tutti i residenti non
musulmani sono tenuti a pagare la Jizyah, ma solo chi ha una fonte di guadagno.
Sono numerose le categorie di coloro che
sono esenti dal pagamento, tra cui i poveri, i minorenni, le donne, i monaci, i
non vedenti ed i disabili. Stando alle leggi islamiche, il governo ha l’obbligo
di garantire la completa protezione a queste categorie di persone e di offrire
loro un’indennità finanziaria sufficiente per vivere. Infatti, l’impegno di
lealta’ fatto dal generale Khalid bin al-Walid con i residenti non musulmani
della citta’ di “Hiirah” in Iraq, che era sotto il governo islamico, dichiarava
quanto segue:
“Ogni persona anziana, lavoratore disabile,
malato terminale, e ogni benestante che è andato in fallimento e, per questo
motivo merita l’elemosina da parte della sua gente avente la stessa fede
religiosa…tutte queste categorie di persone non sono tenute a pagare l’imposta
procapite. Avranno, inoltre, diritto ad un’indennità sufficiente per vivere
elargita dal Ministero del Tesoro Islamico per sé e per i membri delle loro famiglie
di cui sono responsabili”(Abu Yusuf, al-Kharaj, p.144)
Un altro esempio è quello di Omar bin
Al-Khattab, il secondo Califfo, che una volta passò di fianco ad un uomo ebreo
anziano che stava chiedendo l’elemosina. Omar domandò in giro di chi si
trattasse e venne a sapere che era un non musulmano residente dello stato
islamico. Immediamtamente disse: “Noi siamo stati ingiusti con te! Abbiamo
riscosso la Jizyah da te, quando eri giovane e capace, ma ti abbiamo trascurato
nella tua vecchiaia!” Omar portò l’anziano ebreo a casa sua e gli offrì tutto
il cibo e gli indumenti che trovò. In seguito, diede istruzione agli incaricati
del Ministero del Tesoro, dicendo: “Controllate, sorvegliate ed osservate la
situazione di gente simile. Offrite sufficiente assistenza da parte del
Ministero del Tesoro Islamico a loro e ai menbri delle loro famiglie”.
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