14 May 2010

I Diritti dei residenti non musulmani in paesi musulmani

I non musulmani residenti in una nazione islamica sono tenuti a pagare una tassa minima chiamata “Jizyah”ovvero una specifica tipologia d’imposta procapite versata da coloro che non accettano l’Islam come fede e desiderano mantenere la propria religione pur vivendo in uno stato avente una giurisdizione islamica. Per esempio, nei primi paesi islamici, mentre i musulmani benestanti pagavano il 40% sul patrimonio accumulato, i residenti non musulmani pagavno la Jizyah, che era suddivisa in tre categorie: la classe abbiente versava l’equivalente della somma di quarantotto dirhams l’anno (un dirham e’ la moneta islamica il cui valore e’ equivalente a 2,28 grammi di argento. Oggi, nonostante il nome dirham sia ancora in uso presso alcuni paesi arabo musulmani, la valuta moderna non corrisponde piu’ allo stesso valore); la classe media, quali i mercanti, i commercianti e i coltivatori, l’equivalente della somma di ventiquattro dirhams l’anno e la classe operaia, ovvero panettieri, carpentieri, idraulici e simili, l’equivalente della soma di dodici dirhams l’anno. Tale imposta viene versata in cambio della protezione personale e patrimoniale dei residenti non musulmani. Il generale Khalid bin al-Walid , capo e comandante dell’esercito islamico, fece un voto di lealta’ con i residenti non musulmani dell’epoca e disse: “Vi offro il mio voto di lealta’ e mi impegno a proteggervi totalmente in cambio dell’imposta procapite che verserete: se vi forniamo la protezione necessaria, siamo autorizzati a richiedere tale imposta; altrimenti, non siete tenuti a pagarla.”
In seguito quando l’esercito musulmano dovette abbandonare la zona per andare a combattere altrove, il governo restitui’ la Jizyah che era stata raccolta, giacché non era stato in grado di fornire il livello di sicurezza stipulato.
Inoltre, non tutti i residenti non musulmani sono tenuti a pagare la Jizyah, ma solo chi ha una fonte di guadagno.
Sono numerose le categorie di coloro che sono esenti dal pagamento, tra cui i poveri, i minorenni, le donne, i monaci, i non vedenti ed i disabili. Stando alle leggi islamiche, il governo ha l’obbligo di garantire la completa protezione a queste categorie di persone e di offrire loro un’indennità finanziaria sufficiente per vivere. Infatti, l’impegno di lealta’ fatto dal generale Khalid bin al-Walid con i residenti non musulmani della citta’ di “Hiirah” in Iraq, che era sotto il governo islamico, dichiarava quanto segue:
“Ogni persona anziana, lavoratore disabile, malato terminale, e ogni benestante che è andato in fallimento e, per questo motivo merita l’elemosina da parte della sua gente avente la stessa fede religiosa…tutte queste categorie di persone non sono tenute a pagare l’imposta procapite. Avranno, inoltre, diritto ad un’indennità sufficiente per vivere elargita dal Ministero del Tesoro Islamico per sé e per i membri delle loro famiglie di cui sono responsabili”(Abu Yusuf, al-Kharaj, p.144)

Un altro esempio è quello di Omar bin Al-Khattab, il secondo Califfo, che una volta passò di fianco ad un uomo ebreo anziano che stava chiedendo l’elemosina. Omar domandò in giro di chi si trattasse e venne a sapere che era un non musulmano residente dello stato islamico. Immediamtamente disse: “Noi siamo stati ingiusti con te! Abbiamo riscosso la Jizyah da te, quando eri giovane e capace, ma ti abbiamo trascurato nella tua vecchiaia!” Omar portò l’anziano ebreo a casa sua e gli offrì tutto il cibo e gli indumenti che trovò. In seguito, diede istruzione agli incaricati del Ministero del Tesoro, dicendo: “Controllate, sorvegliate ed osservate la situazione di gente simile. Offrite sufficiente assistenza da parte del Ministero del Tesoro Islamico a loro e ai menbri delle loro famiglie”.



No comments:

Post a Comment