14 Jan 2013

Il wali e i criteri per la scelta di una sposa


La lode appartiene ad Allah

In Islam allorquando ci si senta pronti per il matrimonio, l’uomo dovrebbe cercare una donna praticante e devota, come il Profeta, su di lui le benedizioni e la pace, ha consigliato quando ha affermato: “Scegliete colei che sia religiosa, possiate voi prosperare.” Ma non c’è ragione per cui l’uomo non debba cercare anche altro nella sua futura sposa, come la bellezza, la ricchezza, il lignaggio; la bellezza ad esempio, lo aiuterà a mantenere lo sguardo basso. Dunque tutto ciò deve essere tenuto in considerazione durante la scelta. È stato narrato da Abu Hureira (che Allah ne sia compiaciuto) che il Profeta (pace e benedizioni su di lui) ha detto: “Le donne vanno sposate per quattro ragioni: la loro ricchezza, il loro lignaggio, la loro bellezza e la devozione religiosa. Scegliete colei che sia devota religiosamente, possiate voi prosperare.” Narrato da al-Bukhari, 4802; Muslim, 1466

Affinché un matrimonio islamico sia valido è necessaria la presenza del wali o custode/tutore della donna. Se non esiste il tutore allora il contratto matrimoniale sarà stipulato con un giudice musulmano se possibile, altrimenti con un sostituto di fiducia.

“Il wali è il padre, se questi non è musulmano oppure non disponibile, si prenderà come wali uno dei parenti maschi, dal parente più stretto. Se non vi sono parenti maschi in famiglia o se per una qualche ragione valida, essi non siano qualificati come  tutori, o se essi rifiutano per una buona ragione, allora si cerca un individuo esterno alla famiglia.” Tradotto da Fatawa al-Lainah ad-Daa’imah, 18/162

Il wali difende e protegge la donna, verifica che la persona che si presenta a chiedere la mano di quest’ultima, possegga i requisiti che ella chiede, che sia di fiducia, affidabile. Inoltre il wali comunica al futuro sposo quale sia il mahr, cioè il dono nuziale o dote, che la donna richiede.

Il mahr è scelto dalla donna. È un suo diritto intangibile che rimarrà suo anche se il marito decidesse di divorziare da lei in futuro. È pratica diffusa presso alcune popolazioni ignoranti in materia religiosa, di tenere per sé il dono nuziale, questo è assolutamente proibito in Islam. Il mahr è della sposa e di nessun altro. Ella può scegliere quello che vuole, a patto che si tratti di un dono ragionevole. Potrebbe trattarsi di un dono simbolico, un libro, il Corano, un piccolo oggetto, oppure di un dono di un certo valore come una somma di denaro, della quale ella soltanto disporrà stando alla Sharia, cioè alla Legge Islamica.

L’Imam della moschea locale, può fare da wali se non esiste parente maschio valido. L’Imam si occuperà in tal caso di verificare le buone intenzioni dello sposo. Dovrà fare da tramite tra i due promessi, che potranno parlare ed incontrarsi soltanto in sua presenza. Ognuno di essi potrà rivolgere domande all’altro. In modo particolare se la sposa richiede l’imam potrà condurre una sorta di discreta investigazione sulla vita del futuro sposo per sapere se è praticante.

Non vi è alcun dubbio che l’Islam inciti ad un trattamento molto gentile della moglie. Ciò è continuamente confermato con prove dal Qur’an e dalla Sunnah (detti e modi del Profeta Muhammad, su di lui la pace). Ad esempio Allah, Che sia Glorificato, dice (interpretazione del significato):

O voi che credete, non vi è lecito ereditare delle mogli contro la loro volontà. Non trattatele con durezza nell'intento di riprendervi parte di quello che avevate donato, a meno che abbiano commesso una palese infamità. Comportatevi verso di loro convenientemente. Se provate avversione nei loro confronti, può darsi che abbiate avversione per qualcosa in cui Allah ha riposto un grande bene.”  (interpretazione del significato del Sublime Corano, Sura IV, Sura An-Nisa, Le donne, v. 19)

[ Nel costume arabo preislamico la vedova faceva parte dell'eredità del defunto. L'erede ne disponeva a suo piacimento, sposandola se la voleva, maritandola ad un terzo lucrando la dote, o tenendola presso di sé in condizione di semischiavitù. Il Corano ristabilisce la piena dignità della donna e proibisce questa pratica]   

E il Profeta (pace  e benedizioni su di lui) ha detto: “Il migliore tra di voi è il migliore con la propria famiglia e io sono il migliore con la mia famiglia.” Narrato da At-Tirmidhi, 3895; Ibn Majah, 1977. Classificato come sahih (veritiero) da al-Albani in Sahih ai-Tirmidhi.

Il trattamento cortese include svariati punti tra cui i seguenti:

1.   Comunicare con la propria moglie, consultarla, discutere con ella e ascoltare la sua opinione e/o consigli, anche se non è Musulmana.

2.   Darle i suoi diritti nella sfera intima, non abbandonarla finché ella non abbia il proprio desiderio appagato.

L’Imam Ibn Qadamah (che Allah en abbia misericordia) ha affermato: “È mustahab (altamente consigliato) vivere dei preliminari con la propria moglie prima del rapporto intimo e accrescere in lei il desiderio, in modo tale che gli sposi provino lo stesso piacere nel rapporto sessuale.”

3.   Un altro aspetto da considerare è che l’uomo non può sminuire sua moglie, anche se non musulmana, e definirla kafir (miscredente) perché contrario all’ordine di Allah, l’Eccelso, che dice (interpretazione del significato): “Chiama al sentiero del tuo Signore con la saggezza e la buona parola e discuti con loro nella maniera migliore. In verità il tuo Signore conosce meglio [di ogni altro] chi si allontana dal Suo sentiero e conosce meglio [di ogni altro] coloro che sono ben guidati.” (Corano, Sura an-Nahl 16:125)

“Non c'è costrizione nella religione*. La retta via ben si distingue dall'errore. Chi dunque rifiuta l'idolo e crede in Allah, si aggrappa all'impugnatura più salda senza rischio di cedimenti. Allah è audiente, sapiente.” (Corano, Sura al-Baqara, 2:256)


*[“Non c'è costrizione nella religione”: nessuno può essere costretto a seguire una religione e d'altra parte nessuno può essere impedito dal praticarla. Questo il significato generale del versetto. Secondo alcuni esegeti il versetto scese per tutelare la libertà religiosa della gente della Scrittura (nazareni ed israeliti). Vedi in proposito anche la sura CIX]


Inoltre è possibile che intercorrano problemi matrimoniali. Qualunque disputa insorga tra i coniugi e gli stessi non siano capaci di risolverla, si dovrà  chiedere l’intervento di persone di fiducia che possano aiutare e condurre ad una riconciliazione fra gli stessi, esaminare le cause del problema e cercare di risolverlo.


Fonte islamq&a, con inserzioni coraniche da www.corano.it

1 comment:

  1. Sono parole bellissime, grazie sorelle.

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