La lode appartiene ad Allah
In Islam allorquando ci si senta pronti per il matrimonio, l’uomo dovrebbe
cercare una donna praticante e devota, come il Profeta, su di lui le
benedizioni e la pace, ha consigliato quando ha affermato: “Scegliete colei che
sia religiosa, possiate voi prosperare.” Ma non c’è
ragione per cui l’uomo non debba cercare anche altro nella sua futura sposa,
come la bellezza, la ricchezza, il lignaggio; la bellezza ad esempio, lo aiuterà a
mantenere lo sguardo basso. Dunque tutto ciò deve essere tenuto in considerazione
durante la scelta. È stato narrato da Abu Hureira (che Allah
ne sia compiaciuto) che il Profeta (pace e benedizioni su di lui) ha detto: “Le
donne vanno sposate per quattro ragioni: la loro ricchezza, il loro lignaggio,
la loro bellezza e la devozione religiosa. Scegliete colei che sia devota
religiosamente, possiate voi prosperare.” Narrato da al-Bukhari, 4802; Muslim,
1466
Affinché un matrimonio islamico sia valido è
necessaria la presenza del wali o custode/tutore della donna. Se non esiste il
tutore allora il contratto matrimoniale sarà stipulato con un giudice musulmano se possibile,
altrimenti con un sostituto di fiducia.
“Il wali è il padre, se questi non è
musulmano oppure non disponibile, si prenderà come wali uno dei parenti maschi, dal
parente più stretto. Se non vi sono parenti maschi in famiglia o se per una qualche
ragione valida, essi non siano qualificati come tutori, o se essi rifiutano per una buona
ragione, allora si cerca un individuo esterno alla famiglia.” Tradotto da Fatawa
al-Lainah ad-Daa’imah, 18/162
Il wali difende e protegge la donna, verifica che la persona che si
presenta a chiedere la mano di quest’ultima, possegga i requisiti che ella
chiede, che sia di fiducia, affidabile. Inoltre il wali comunica al futuro sposo
quale sia il mahr, cioè il dono nuziale o dote, che la donna
richiede.
Il mahr è scelto dalla donna. È un
suo diritto intangibile che rimarrà suo anche se il marito decidesse di divorziare da lei in futuro. È
pratica diffusa presso alcune popolazioni ignoranti in materia religiosa, di
tenere per sé il dono nuziale, questo è assolutamente proibito in Islam. Il mahr
è della
sposa e di nessun altro. Ella può scegliere quello che vuole, a patto che
si tratti di un dono ragionevole. Potrebbe trattarsi di un dono simbolico, un
libro, il Corano, un piccolo oggetto, oppure di un dono di un certo valore come
una somma di denaro, della quale ella soltanto disporrà
stando alla Sharia, cioè alla Legge Islamica.
L’Imam della moschea locale, può fare da wali se non esiste parente maschio
valido. L’Imam si occuperà in tal caso di verificare le buone
intenzioni dello sposo. Dovrà fare da tramite tra i due promessi, che
potranno parlare ed incontrarsi soltanto in sua presenza. Ognuno di essi potrà
rivolgere domande all’altro. In modo particolare se la sposa richiede l’imam
potrà
condurre una sorta di discreta investigazione sulla vita del futuro sposo per
sapere se è praticante.
Non vi è alcun dubbio che l’Islam inciti ad un
trattamento molto gentile della moglie. Ciò è
continuamente confermato con prove dal Qur’an e dalla Sunnah (detti e modi del
Profeta Muhammad, su di lui la pace). Ad esempio Allah, Che sia Glorificato,
dice (interpretazione del significato):
“O voi che credete, non vi è
lecito ereditare delle mogli contro la loro volontà. Non trattatele con durezza
nell'intento di riprendervi parte di quello che avevate donato, a meno che
abbiano commesso una palese infamità. Comportatevi verso di loro
convenientemente. Se provate avversione nei loro confronti, può darsi che abbiate
avversione per qualcosa in cui Allah ha riposto un grande bene.” (interpretazione del significato del Sublime Corano, Sura IV, Sura An-Nisa, Le donne, v. 19)
[ Nel costume arabo preislamico la vedova faceva parte
dell'eredità del defunto. L'erede ne disponeva a suo piacimento, sposandola se
la voleva, maritandola ad un terzo lucrando la dote, o tenendola presso di sé
in condizione di semischiavitù. Il
Corano ristabilisce la piena dignità della donna e proibisce questa pratica]
E il Profeta (pace e benedizioni
su di lui) ha detto: “Il migliore tra di
voi è
il migliore con la propria famiglia e io sono il migliore con la mia famiglia.” Narrato da At-Tirmidhi, 3895; Ibn
Majah, 1977. Classificato come sahih (veritiero) da al-Albani in Sahih
ai-Tirmidhi.
Il trattamento cortese include svariati punti tra cui i seguenti:
1.
Comunicare
con la propria moglie, consultarla, discutere con ella e ascoltare la sua
opinione e/o consigli, anche se non è Musulmana.
2.
Darle i
suoi diritti nella sfera intima, non abbandonarla finché ella
non abbia il proprio desiderio appagato.
L’Imam Ibn Qadamah (che Allah en abbia
misericordia) ha affermato: “È mustahab (altamente consigliato) vivere
dei preliminari con la propria moglie prima del rapporto intimo e accrescere in
lei il desiderio, in modo tale che gli sposi provino lo stesso piacere nel
rapporto sessuale.”
3.
Un altro
aspetto da considerare è che l’uomo non può
sminuire sua moglie, anche se non musulmana, e definirla kafir (miscredente)
perché
contrario all’ordine di Allah, l’Eccelso, che dice (interpretazione del
significato): “Chiama al sentiero del
tuo Signore con la saggezza e la buona parola e discuti con loro nella maniera
migliore. In verità il tuo Signore conosce meglio [di ogni altro] chi si
allontana dal Suo sentiero e conosce meglio [di ogni altro] coloro che sono ben
guidati.” (Corano, Sura an-Nahl 16:125)
“Non
c'è costrizione nella religione*. La retta via ben si distingue dall'errore.
Chi dunque rifiuta l'idolo e crede in Allah, si aggrappa all'impugnatura più
salda senza rischio di cedimenti. Allah è audiente, sapiente.” (Corano, Sura al-Baqara, 2:256)
*[“Non c'è costrizione nella religione”:
nessuno può essere costretto a seguire una religione e d'altra parte nessuno
può essere impedito dal praticarla. Questo il significato generale del
versetto. Secondo alcuni esegeti il versetto scese per tutelare la libertà
religiosa della gente della Scrittura (nazareni ed israeliti). Vedi in
proposito anche la sura CIX]
Inoltre è possibile che intercorrano problemi
matrimoniali. Qualunque disputa insorga tra i coniugi e gli stessi non siano
capaci di risolverla, si dovrà chiedere l’intervento di persone di fiducia
che possano aiutare e condurre ad una riconciliazione fra gli stessi, esaminare
le cause del problema e cercare di risolverlo.
Fonte islamq&a, con inserzioni coraniche da
www.corano.it
Sono parole bellissime, grazie sorelle.
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