20 Oct 2013

L’avvincente storia del Profeta Musa (Mosè su di lui la pace)


Bismillah Ar-Rahman Ar-Rahim

“Allah, non c'è dio all'infuori di Lui! A Lui appartengono i nomi più belli.  Ti è giunta la storia di Mosè?  Quando vide un fuoco, disse alla sua famiglia: “Aspettate! Ho avvistato un fuoco, forse [potrò] portarvene un tizzone o trovare nei suoi pressi una guida”.  Quando vi giunse, sentì chiamare: “O Mosè,  in verità sono il tuo Signore. Levati i sandali, ché sei nella valle santa di Tuwâ.  Io ti ho scelto. Ascolta ciò che sta per esserti rivelato.  In verità, Io sono Allah: non c'è dio all'infuori di Me. AdoraMi ed esegui l'orazione per ricordarti di Me.  In verità, l'Ora è imminente anche se la tengo celata, affinché ogni anima sia compensata delle opere sue.  Non lasciare che ti ostacoli colui che non crede in essa ed è incline alle sue passioni, ché altrimenti periresti.   O Mosè, cosa tieni nella tua mano destra?”.  Disse: “È il mio bastone, mi ci appoggio, e faccio cadere foglie [degli alberi] per i miei montoni e mi serve anche per altre cose”.  Disse [Allah]: “Gettalo, Mosè”.  Lo gettò ed ecco che divenne un serpente che strisciava veloce.  Disse [Allah]: “Afferralo e non temere: gli daremo la sua forma originaria.  Stringi la mano sotto l'ascella: ne uscirà bianca, senza alcun male. Ecco un altro segno,  per mostrarti altri Nostri segni ben più grandi.  Vai da Faraone. In verità si è ribellato”.  Disse: “Aprimi il petto, Signore,  facilita il mio compito,  e sciogli il nodo della mia lingua,  sì che possano capire il mio dire;  concedimi in aiuto uno della mia famiglia,  Aronne, mio fratello.  Accresci con lui la mia forza, e associalo alla mia missione,  perché possiamo renderTi gloria molto,  e perché possiamo ricordarTi molto;  e in verità, Tu sempre ci osserverai”. (Sura Ta-Ha, 20:8-35)

I tiranni che governarono l’Egitto venivano definiti Faraoni. Ma chi era il Faraone? Era considerato una suprema autorità. La sua figura era centrale nella vita dell'Egitto: le epoche si misuravano in base alla successione delle dinastie, gli artisti lavoravano per soddisfare le richieste dei sovrani, i contadini destinavano loro gran parte del raccolto, il popolo guardava ai Faraoni come ai garanti principali della propria fede. Al sovrano ci si avvicinava solo con la proskynesis, cioè nell'atto del suddito che si prostra sino a baciare la terra. Il Faraone della nostra storia soleva essere malvagio con i Figli di Israele, facendoli vivere in schiavitù e forzandoli ai lavori più faticosi senza alcun salario oppure per uno bassissimo. La gente era obbligata a venerare Faraone come fosse un dio, alcuni lo facevano per ignoranza, altri per paura.

Gli anni passavano, e i Figli di Israele crescevano in numero tanto da apparire come una minaccia.

Una delle storie della tradizione afferma che girava voce di una visione secondo la quale uno dei Figli di Israele lo avvrebbe un giorno detronizzato. In un altro racconto si afferma che Faraone stesso ebbe la tale visione. Ibn ‘Abbas narrò: “Faraone ebbe una visione, vide un fuoco che proveniva da Gerusalemme e bruciava le case degli Egiziani e tutti i copti, ma che non arrecava alcun danno ai Figli di Israele. Quando si svegliò, era tramortito. Radunò i suoi preti e i suoi maghi e li interrogò a riguardo della visione. Essi risposero: “Un ragazzo nascerà da loro e ucciderà tutto il popolo egizio” Questo il motivo per il quale Faraone ordinò che tutti i maschi dei Figli di Israele venissero uccisi.” (Da Ibn Kathir, Storie dei Profeti)

Forse la sua visione era soltanto una delle sue maggiori paure.

“Davvero Faraone era altero sulla terra; divise in fazioni i suoi abitanti, per approfittare della debolezza di una parte: sgozzava i loro figli maschi e lasciava vivere le femmine. In verità era uno dei corruttori.” (Corano, 28:4)

Esperti di economia e statistica dell’epoca si affrettarono a calcolare il tasso demografico ed esposero le loro teorie a Faraone: uccidendo i giovani, i restanti sarebbero morti di anzianietà e il popolo di Israele si sarebbe estinto. Estinguendosi in massa, Faraone avrebbe perso tutti i suoi schiavi, tutta la manodopera, e le donne che egli sfruttava. Dunque sarebbe stato meglio regolare questa procedura con un nuovo regolamento: sarebbero sterminati i maschi in un anno, ma risparmiati l’anno successivo!

Nell’anno in cui i neonati maschi furono risparmiati, nacque Aronne (aleyhy salem), nell’anno in cui essi furono uccisi, nacque Mosè (alehyh salem). Allah ispirò sua madre a deporlo in una cesta e a porlo nel fiume. Si parla del fiume Nilo in Egitto. Il piccolo Mosè fu seguito dalla sua sorellina che lo vide poi arrivare nel luogo in cui Assiya, la moglie di Faraone, soleva andare per bagnarsi. Ella lo raccolse e volle adottarlo. Il bambino rifiutò ogni nutrice. Finché la sua stessa sorellina suggerì una casa e quando il piccolo Mosè fu allattato dalla vera madre, accettò il latte.

“Rivelammo alla madre di Mosè: “Allattalo e, quando temerai per lui, gettalo nel fiume e non temere e non essere afflitta: Noi te lo restituiremo e faremo di lui uno degli Inviati”. (28:7)

Lo raccolse la gente di Faraone, sì che potesse diventare loro nemico e causa di tristezza. Davvero Faraone e Hâmân e le loro armate erano colpevoli.  Disse la moglie di Faraone: “[Questo bambino sarà] la gioia dei miei occhi e dei tuoi! Non lo uccidete! Forse ci sarà utile, o lo adotteremo come un figlio”. Non avevano alcun sospetto.  Il cuore della madre di Mosè fu come fosse vuoto. Poco mancò che non svelasse ogni cosa, se non avessimo rafforzato il suo cuore, sì che rimanesse credente. Disse alla di lui sorella: “Seguilo”, e quella lo osservò di nascosto. Non avevano alcun sospetto. E Noi gli interdicemmo ogni nutrice. Allora [la sorella] disse: “Posso indicarvi la gente di una casa, che potrà occuparsene per conto vostro e che gli sarà benevola?”. Lo restituimmo a sua madre affinché si consolassero i suoi occhi, non fosse più afflitta e si convincesse che la promessa di Allah è verità. Ma la maggior parte di loro non sanno nulla. Quando raggiunse l'età adulta e il pieno del suo sviluppo, gli demmo discernimento e scienza. Così ricompensiamo coloro che operano il bene. (Corano, 28:8-14)

Mosè crebbe a corte e fu allevato come un Egiziano, indossando abiti di un certo livello e conducendo un certo tipo di vita. Ma ad un certo punto le cose cambiarono.

 

Mosè (aleyy salem) uccide un uomo.

Allah aveva garantito a Mosè (aleyhy salem) buona salute, forza, sapienza e saggezza. I poveri e gli oppressi gli chiedevano protezione e giustizia. Un giorno vide due uomini combattere. Uno era un appartenente al popolo dei Figli di Israele, e veniva percosso da un Egiziano. Nello scorgere Mosè (aleyhy salem) arrivare l’Israeliano gli implorò aiuto. Mosè (aleyhy salem) venne coinvolto in una disputa e in preda alla rabbia, infierì un duro colpo all’Egiziano, che morì sul colpo. Nel realizzare che aveva ucciso un essere umano, il cuore di Mosè (aleyhy salem) si riempì di paura e sgomento e immediatamente implorò la misericordia di Allah ta’ala.

Non aveva avuto l’intenzione di uccidere quell’uomo. Implorò Allah ta’ala di perdonarlo e un senso di serenità, pace e armonia lo pervase. Da quel momento in poi Mosè (aleyy salem) iniziò a mostrare maggiore tolleranza e comprensione per la gente.

Il giorno dopo trovò lo stesso individuo israeliano coinvolto in un altro litigio. Mosè (aleyhy salem) si recò da lui dicendogli che era un uomo troppo litigioso in quanto proprio il giorno prima si era azzuffato con un altro individuo. L’uomo gli chiese urlando se voleva allora ucciderlo come aveva fatto il giorno prima con l’Egiziano. Le autorità udirono quest’affermazione, Mosè (aleyhy salem) sarebbe stato catturato e poi ucciso a sua volta, gli fu consigliato di fuggire, cosa che fece.  (Corano 28: 15-21)

 

Mosè abbandona l’Egitto

Mosè (aleyhy salem) abbandonò l’Egitto in fretta e furia senza neanche andare a Palazzo per cambiarsi d’abito. Non aveva una bestia da cavalcare, neppure era con una caravana. Viaggiò in direzione di Mydian, il posto abitato più vicino tra la Siria e l’Egitto. Il suo unico compagno nel torrido deserto fu Allah, e la sua unica provvista fu la pietà. Non trovò neanche una radice per placare la fame. La sabbia estremamente calda, bruciò le suole dei sandali.

 

Mosè (aleyhy salem) aiuta le donne pastori

Mosè (aleyy salem) viaggiò per 8 notti, nascondendosi durante il giorno per timore che le guardie di Faraone lo stessero cercando. Dopo aver attraversato il deserto principale, raggiunse una fonte d’acqua fuori Mydian dove i pastori erano soliti abbeverare le proprie bestie.

Non appena raggiunse questa sorta di oasi, Mosè (aleyhy salem) si riparò sotto un albero per riposare. Pativa la fame e la stanchezza. I suoi sandali erano completamente rovinati e strappati per il troppo camminare sulla sabbia bollente e sulle rocce. Alla fonte scorse due donne pastori che sembravano in bisogno di aiuto per abbeverare le proprie bestie. Vi erano altri pastori presso la fonte e le donne non volevano avvicinarsi, avrebbero infatti aspettato che tutti i pastori terminavano di abbeverare le bestie per non spingere degli uomini. Elle erano obbligate a questo duro lavoro in quanto il proprio padre era troppo vecchio. Mosè (aleyhy salem) le aiutò senza alcun fine recondito. (Corano 28:22-24)

 

Mosè (aleyhy salem) trova casa tra i pastori

Le giovani donne ritornarono a casa prima del solito, raccontarono tutto al proprio padre e questi volle ringraziare personalmente Mosè (aleyhy salem) il quale fu anche invitato a restare.

 

Mosè (aleyhy salem) diventa pastore

Le giovani donne suggerirono al padre che Mosè (aleyhy salem) poteva essere assunto come pastore. Il vecchio era pronto a dargli una delle figlie in sposa se avesse lavorato per lui per 8 anni. Mosè (aleyhy salem) accettò di buon grado la proposta e lavorò come pastore per una decina d’anni circa.  (Corano, 28:25-28)

 

I dieci anni di preparazione

Il tempo passava ma questi 10 anni della sua vita non furono spesi invano. Essi furono anni di meditazione e preparazione e furono per questo molto importanti. Mosè (aleyhy salem) era molto attratto dalle stelle, dalla notte, seguiva il sorgere e il tramontare del sole ogni giorno. Rifletteva sulle piante, del modo in cui germogliano, del come l’acqua ravviva la terra. La religione di Mosè (aleyy salem) era la stessa di Giacobbe, il nipote di Abramo (su di loro la pace), cioè il monoteismo islamico. Viveva spesso in reclusione, lontano dalla gente, nel mezzo del deserto, in posti in cui si pascola il gregge, meditando. Il silenzio caratterizzò la propria reclusione.

 

Mosè (aleyy salem) decide di ritornare in Egitto

Un giorno Mosè (aleyy salem) prese la decisione di ritornare in Egitto. Ne informò la moglie e partirono insieme. Ovviamente era una scelta pericolosa ma Allah ispirò questa decisione.

 

Mosè (aleyy salem) inizia la propria Profezia

Mosè (aleyy salem) lasciò Mydian con la propria famiglia e viaggiò attraverso il deserto fino a raggiungere il Monte Sinai. Lì realizzò di essersi perso. Cercò aiuto in Allah e ritrovò la strada. Al cadere della notte raggiunsero Monte Tur. Vide da lontano un falò, pensò vi fossero dei pellegrini e si accinse ad andargli incontro per chiedergli un tizzone ardente per poter iniziare un falò. Ma quando si avvicinò, notò che vi era un alberello che non bruciava nonostante il fuoco, e Allah ta’ala gli parlò rivelandogli Chi fosse. Gli chiese di togliere i sandali perché era nella terra sacra di Tuwa e che lo aveva scelto. Gli chiese poi di lanciare a terra il bastone, ed esso si trasformò immediatamente in un serpente. Mosè (aleyhy salem) si voltò per fuggire via, ma Allah gli disse di non temere, di prenderlo in quanto sarebbe ritornato alla forma precedente e così fu. Inoltre gli ordinò di infilare la mano nell’abito all’altezza dell’ascella. Quando la ritirò essa era diventata brillante. Allah gli ordinò di andare da Faraone e di mostrargli questi due Segni della Potenza di Allah.

 

Mosè (aleyy salem) aveva paura di ritornare ma Allah pose pace nel suo cuore e lo rassicurò. 

“Allah, non c’è dio all’infuori di Lui! A Lui appartengono i nomi più belli.  Ti è giunta la storia di Mosè?  Quando vide un fuoco, disse alla sua famiglia: “Aspettate! Ho avvistato un fuoco, forse [potrò] portarvene un tizzone o trovare nei suoi pressi una guida”.  Quando vi giunse, sentì chiamare: “O Mosè,  in verità sono il tuo Signore. Levati i sandali, ché sei nella valle santa di Tuwâ.  Io ti ho scelto. Ascolta ciò che sta per esserti rivelato.  In verità, Io sono Allah: non c’è dio all’infuori di Me. AdoraMi ed esegui l’orazione per ricordarti di Me.  In verità, l’Ora è imminente anche se la tengo celata, affinché ogni anima sia compensata delle opere sue.  Non lasciare che ti ostacoli colui che non crede in essa ed è incline alle sue passioni, ché altrimenti periresti.   O Mosè, cosa tieni nella tua mano destra?”.  Disse: “È il mio bastone, mi ci appoggio, e faccio cadere foglie [degli alberi] per i miei montoni le mie pecore e mi serve anche per altre cose”.  Disse [Allah]: “Gettalo, Mosè”.  Lo gettò ed ecco che divenne un serpente che strisciava veloce.  Disse [Allah]: “Afferralo e non temere: gli daremo la sua forma originaria.  Stringi la mano sotto l’ascella: ne uscirà bianca, senza alcun male. Ecco un altro segno,  per mostrarti altri Nostri segni ben più grandi.  Vai da Faraone. In verità si è ribellato”.  (Corano 20:9-24).

Mosè (aleyy salem) e Aronne (aleyy salem) hanno dei rispettivi compiti

Mosè (aleyy salem) aveva davvero terrore di ritornare in Egitto, dunque chiese ad Allah se suo fratello Aronne poteva affiancarlo nell’impresa. Fatto che piacque ad Allah Il Quale acconsentì. Inoltre Mosè (aleyhy salem) aveva un problema linguistico-espressivo che Allah guarì dietro suo richiesta. Il compito di Mosè (aleyy salem) era quello di persuadere Faraone dell’esistenza di un Unico Dio e di convincerlo a rilasciare il popolo di Israele. Il compito di Aronne (aleyhy salem) era di sostenere suo fratello, assisterlo e rendere gloria ad Allah di più.

Disse: “Aprimi il petto, Signore,  facilita il mio compito,  e sciogli il nodo della mia lingua,  sì che possano capire il mio dire;  concedimi in aiuto uno della mia famiglia,  Aronne, mio fratello.  Accresci con lui la mia forza,  e associalo alla mia missione,  perché possiamo renderTi gloria molto,  e perché possiamo ricordarTi molto;  e in verità, Tu sempre ci osserverai”. (Corano, Sura Ta-Ha, 20:25-34)

“Va' con tuo fratello con i segni Miei e non trascurate di ricordarMi.  Andate da Faraone: in verità si è ribellato!  Parlategli con dolcezza. Forse ricorderà o temerà [Allah]”.  Dissero: “O Signor nostro, temiamo che si scagli contro di noi o che accresca la ribellione”.  Rispose: “Non temete. Io sono con voi: [tutto] odo e vedo. Andate pure da lui e ditegli: In verità, siamo due messaggeri del tuo Signore. Lascia partire con noi i Figli di Israele e non tormentarli più. Siamo venuti da te con un segno da parte del tuo Signore. Pace, su chi segue la retta via.  In verità ci è stato rivelato, che il castigo sarà per chi nega e volge le spalle!"”. (Corano, Sura Ta-Ha, 20: 42-48)

Mosè (aleyy salem) e Aronne (aleyy salem) parlano a Faraone

Andarono insieme da Faraone e gli trasmisero il messaggio. Mosè (aleyy salem) gli parlò di Allah, della Sua Misericordia e del Suo Paradiso, degli obblighi di un fedele e dell’Adorazione che deve essere rivolta solo a Lui.

Faraone ascoltò con disdegno; pensò che Mosè (aleyy salem) fosse sicuramente folle per permettersi di parlargli in quel modo e soprattutto mettendo in dubbio la sua autorità. Mosè (aleyy salem) gli chiese poi di donare la libertà ai Bani Israil. Faraone rispose che non erano altro che schiavi: i suoi schiavi. Mosè (aleyy salem)  gli ricordò che erano servi di Allah.

Faraone gli chiese sarcasticamente se egli fosse Mosè. E gli ricordò del passato, di come era stato soccorso e allevato a corte, di quando egli aveva ucciso un uomo...la sua intenzione era di intimorirlo. Faraone lo accusò persino di miscredenza per avere assassinato un uomo, volvea sgomentarlo e sminuirlo. Ma Mosè ignorò le sue provocazioni e il suo sarcasmo, gli spiegò che non era affatto un miscredente quando aveva ucciso quell’uomo nel passato, ma certamente non era sulla strada giusta, che era fuggito dall’Egitto per paura di essere punito con la pena di morte anche se l’omocidio era avvenuto per incidente e che poi Allah lo aveva guidato.

Faraone minacciò di sbatterlo in prigione qualora avesse venerato altri oltre lui. Mosè (aleyy salem) gli chiese se una prova  poteva convincerlo e Faraone rispose di voler constatare di cosa parlava.

“Andate da Faraone e ditegli: " Noi siamo gli inviati del Signore dei mondi,  affinché tu lasci partire con noi i Figli di Israele ".  Rispose: “Non ti abbiamo forse allevato presso di noi quando eri bambino, non sei forse rimasto con noi molti anni della tua vita?  Poi hai commesso l'atto di cui ti macchiasti e fosti un ingrato”.  Disse: “Ho fatto ciò quando ancora ero uno degli smarriti.  Sono fuggito da voi perché ho avuto paura di voi. [Ora] il mio Signore mi ha dato il discernimento e ha fatto di me uno dei [Suoi] Messaggeri.  Mi vuoi forse rinfacciare questo favore, mentre schiavizzi i Figli di Israele?”.  Disse Faraone: “E chi è questo Signore dei mondi?”.  Rispose: “Il Signore dei cieli e della terra e di ciò che vi è tra essi. Se solo poteste esserne convinti!”.  Disse [Faraone] a quelli che lo attorniavano: “Non avete sentito?”.  Disse [Mosè]: “È il vostro Signore, il Signore dei vostri antenati più lontani!”.  Disse [Faraone]: “Davvero il messaggero che vi è stato inviato è un folle”.  Disse [Mosè]: “[È] il Signore dell'Oriente e dell'Occidente, e di ciò che vi è frammezzo, se solo lo capiste”.  Disse: “Se prenderai un dio dall'infuori di me, certamente farò di te un prigioniero”.  Rispose [Mosè]: “Anche se ti portassi una prova evidente?”.  Disse: “Portala dunque, se sei fra i veritieri”. (Corano, Sura Ash-Shu’ara, I Poeti, 26:16-31)

Si osservi il tipo di dialogo che intercorre tra Faraone e Mosè (aleyhy salem). Quest’ultimo è sempre molto educato, pacato, gli si rivolge nel migliore dei modi senza però abbassarsi, senza cedere a compromessi, l’altro assume un tono di minaccia e di sarcasmo.

Allah stesso aveva detto: “Parlategli con dolcezza” (sura 20 in una delle ayah tra 42esima e la 48esima)

“Gettò il suo bastone, ed ecco che [divenne] palesemente un serpente.  Trasse la sua mano, ed essa [apparve] bianca a coloro che guardavano.” (Corano, Sura Ash-Shu’ara, I Poeti, 26:32-33)

Lo stupore di Faraone al vedere il bastone trasformarsi in serpente e la mano bianca e brillante si tramutò in terrore e paura!

 

 

Mosè (aleyhy salem) sconfigge i maghi di corte

Temendo che il suo potere fosse in pericolo, si rivolse ai suoi consiglieri, i quali gli dissero di trattenere Mosè e Aronne (su di loro la pace) così i maghi si sarebbero potuti preparare con qualche trucco di illusionismo. Faraone incaricò la sua gente di cercare i maghi e gli illusionisti più esperti in tutto l’impero, offrendo loro un’enorme ricompensa inclusa una carica come cortigiano di corte, per coloro che avessero sconfitto Mosè. Nel giorno prestabilito per la competizione, arrivarono gente da varie parti dell’Impero egizio. Mosè (aleyhy salem) parlò ai maghi prima dell’inizio della competizione spingendoli a non tradire Allah con i loro trucchi e ammonendoli, ma essi erano troppo avidi e presi dalle promesse di ricompense e di fama che avrebbero ricevuto. I maghi operarono per primi. Essi gettarono oggetti per terra dando vita a serpenti che si contorcevano. La gente guardava con stupore e Faraone era fiero. Poi fu il turno di Mosè (aleyhy salem), egli gettò il bastone ed esso si trasformò in un enorme serpente che ad uno ad uno ingoiò tutti gli altri serpenti. I maghi dissero: “Crediamo nel Dio di Mosè  ed i Aronne (alehyum salem).”

Faraone li accusò di essersi accordati con Mosè (aleyy salem) e li minacciò di tagliargli mani e piedi e di cruciffigerli su alberi di palma se non avessero confessato l’ordito complotto. Ma essi rifiutarono di tradire Mosè (aleyy salem) e proclamorono di credere in un Unico Dio: Allah, Il Dio.

“Si riunirono i maghi per l'incontro, nel giorno stabilito.  E si disse al popolo: “Vi riunirete in massa,  così da poter seguire i maghi, se saranno vincitori!”.  Poi, quando i maghi furono convenuti dissero a Faraone: “Davvero avremo una ricompensa se saremo vincitori?”.  Rispose: “Sì, e in tal caso sarete tra i favoriti”.  Mosè disse loro: “Gettate quello che avete da gettare”.  Gettarono le loro corde e i loro bastoni e dissero: “Per la maestà di Faraone, saremo noi i vincitori!”.  Gettò Mosè il suo bastone ed esso inghiottì i loro artifici.  Allora i maghi si gettarono in prosternazione,  dicendo: “Crediamo nel Signore dei mondi,  il Signore di Mosè e di Aronne”.  (Corano, Sura Ash-Shu’ara, I Poeti, 26:38-48)

 

Descrizione di Allah dei credenti e i non credenti

Allora ti opporremo una magia simile. Fissa per te e per noi un incontro in un luogo appropriato, noi non mancheremo e tu neppure”.  Rispose: “L'incontro sarà nel giorno della festa. Che la gente sia riunita al mattino”.  Si ritirò Faraone, preparò i suoi artifici e poi si presentò.  Disse Mosè: “Guai a voi, non inventate menzogne contro Allah: vi annienterebbe per punizione. Chi inventa menzogne è certamente perduto”.  Discussero in proposito [i maghi], in segreti conciliaboli.  Dissero: “Quei due sono sicuramente due maghi che vogliono cacciarvi dalla vostra terra con la magia e cancellare la vostra esemplare dottrina”.  “Riunite i vostri incantesimi e venite in fila. Chi avrà oggi il sopravvento sarà il vincitore.”  Dissero: “Getti tu, Mosè, o gettiamo noi per primi?”.  Disse: “Gettate pure!”. Ed ecco che gli parve che le loro corde e i loro bastoni si mettessero a correre, per effetto di magia.  Mosè ne fu intimorito nell'intimo.  Gli dicemmo: “Non aver paura. Avrai il sopravvento.  Getta quello che c'è nella tua mano destra: divorerà quello che han fatto, perché quello che han fatto è artificio di mago; e il mago, ovunque vada, non avrà riuscita”.  I maghi caddero in prosternazione e dissero: “Crediamo nel Signore di Aronne e di Mosè”.  Disse [Faraone]: “Crederete in lui, prima che io ve lo permetta? È certo lui il vostro maestro che vi ha insegnato la magia. Vi farò tagliare mani e piedi alternati e vi farò crocifiggere a tronchi di palma e capirete chi di noi è più duro e pertinace nel castigo”.  Dissero: “Non ti potremmo mai preferire a quello che ci è stato provato e a Colui Che ci ha creati. Attua pure quello che hai deciso. Le tue decisioni non riguardano che questa vita! 

In verità noi crediamo nel nostro Signore, ché ci perdoni i nostri peccati e la magia che ci hai imposto. Allah è migliore e duraturo”.  Chi si presenterà empio al suo Signore, certamente avrà l'Inferno dove non morirà, né vivrà.  Chi [invece] si presenterà a Lui credente, e avrà compiuto opere buone... ecco coloro che avranno l'onore più grande,  i Giardini di Eden dove scorrono i ruscelli e in cui rimarranno in perpetuo. Questo è il compenso per chi si purifica.

(Corano, Sura Ta-Ha, 20:58-76)

I maghi diedero una bella lezione di onestà a Faraone. Essi rappresentavano l’elite nella società, erano cioè coloro nelle cui mani vi era il sapere, la cultura, la saggezza e si prosternarono di fronte alla giustizia e alla verità. Essi non ebbero alcuna remora nel dire a Faraone di infliggergli quello che aveva già deciso.

 

La reazione di Faraone

All’inizio era stupefatto, poi sconvolto e inorridito (aveva paura di perdere il proprio potere). Quando ritorna a palazzo e Mosè e Aronne (alehyum salem) non sono più in sua presenza, diventa violentemente furioso. Mosè aveva dichiarato apertamente che non c’era altro Dio all’infuori di Allah, invece Faraone aveva sempre affermato di essere un dio, ed aveva basato il suo Impero e il suo potere su quest’affermazione. Era allora egli un bugiardo? Cosa ne pensava la gente? Mandò quelli che noi oggi chiamaremmo i servizi segreti  a verificare quale fosse l’opinione pubblica. I suoi ‘poliziotti’ gli riferirono che svariati uomini erano stati addestrati per diffondere la falsa notizia che Mosè aveva vinto la competizione soltanto perché aveva ordito un complotto contro Faraone insieme ai maghi. Questi ultimi erano stati assassinati in modo orrendo ed i loro corpi erano pubblicamente esposti come monito per la gente.

Gli uomini di Faraone compirono atti orribili contro i Figli di Israele così quest’ultimi implorarono Mosè (alehyh salem) di invocare una punizione di Dio su di lui. La sola cosa che egli potette fare fu di incitarli ad essere pazienti. Gli parlò dell’esempio dei maghi e della loro fede che aveva tollerato tutte quelle torture senza lamentarsi solo per amore di Allah. Cercò di spiegare loro che i soldati di Faraone si comportavano sulla terra come se ne fossero i proprietari. Ma il terrorismo attuato da Faraone contribuì a creare un senso di impotenza, di paura e di sconfitta nei cuori dei Figli di Israele, i quali non facevano altro che lamentarsi presso Mosè (alehyh salem)

Dissero: “Siamo stati perseguitati prima che tu venissi e dopo che venisti a noi”. Rispose: “Può darsi che presto il vostro Signore distrugga il nemico e vi costituisca vicari sul paese, per poi guardare quello che farete”. (Corano, Sura Al-A’raf 7:129)

 

Qarun, le sue azioni e la sua distruzione

Mosè (alehyh salem) dovette affrontare una situazione molto difficile. Da un lato la rabbia e i complotti di Faraone, dall’altro l’ammutinamento della sua gente e in più la malvagità di Qarun.

Qarûn faceva parte della famiglia di Mosè (come lui era levita). Era uomo di grande avvenenza e forza, conosceva la Torâh, ed era molto ricco. Tutte queste caratteristiche lo avevano reso orgoglioso. Indossava soltanto gli abiti più costosi. Aveva molti schiavi. L’enorme ricchezza lo aveva reso arrogante. Qarun trattava la gente con disdegno e disistima, convinto che la loro povertà fosse dipesa solo dalla loro mancanza di intelligenza. Credeva di possedere tali enormi ricchezze come frutto della propria intelligenza e dalla propria abilità negli affari. Mosè (alehyh salem) gli ricordò di pagare l’elemosina dalla propria ricchezza (zakat) una parte della quale era dovuta ai poveri. Qarun fu davvero infastidito da questo consiglio e gli rispose che la ricchezza che possedeva era un segno della benevolenza di Allah Che approvava il suo stile di vita e accresceva la sua ricchezza giorno dopo giorno. Mosè (alehyh salem) lo ammonì sui risvolti della faccenda e sulle eventuali consequenze. Quando Qarun calcolò l’ammontare dell’elemosima, fu scioccato dalla somma che avrebbe dovuto devolvere in beneficenza. Non solo non la pagò, ma diffuse in giro la voce che Mosè (alehyh salem) si fosse inventato la storia della zakat. Allah ammonì Mosè (alehyh salem) del complotto ordito da Qarun, Mosè (alehyh salem),  a sua volta pregò Allah di punirlo. La terra si aprì e lo inghiottì insieme alla sua casa, alle sue proprietà e alle sue ricchezze, come se non fosse mai esistito.

“Invero Qarûn faceva parte del popolo di Mosè, ma poi si rivoltò contro di loro. Gli avevamo concesso tesori le cui sole chiavi sarebbero state pesanti per un manipolo di uomini robusti. Gli disse la sua gente: “Non essere tronfio! In verità Allah non ama i superbi.  Cerca, con i beni che Allah ti ha concesso, la Dimora Ultima. Non trascurare i tuoi doveri in questo mondo, sii benefico come Allah lo è stato con te e non corrompere la terra. Allah non ama i corruttori”.  Rispose: “Ho ottenuto tutto ciò grazie alla scienza che possiedo”. Ignorava, forse, che già in precedenza Allah aveva fatto perire generazioni ben più solide di lui e ben più numerose? I malfattori non saranno interrogati a proposito delle loro colpe.  Poi uscì, [mostrandosi] al suo popolo in tutta la sua pompa. Coloro che bramavano questa vita, dissero: “Disgraziati noi, se avessimo quello che è stato dato a Qarûn! Gli è stata certo data immensa fortuna!”.  Coloro che invece avevano avuto la scienza dissero: “Guai a voi! La ricompensa di Allah è la migliore, per chi crede e compie il bene”. Ma essa viene data solo a quelli che perseverano.  Facemmo sì che la terra lo inghiottisse, lui e la sua casa. E non vi fu schiera che lo aiutasse contro Allah, non poté soccorrere se stesso.  E coloro che la vigilia si auguravano di essere al posto suo, dissero: “Ah! È ben evidente che Allah concede con larghezza o lesina a chi vuole tra i Suoi servi. Se Allah non ci avesse favorito, certamente ci avrebbe fatto sprofondare. Ah! È ben evidente che i miscredenti non prospereranno”. (Corano, Sura Al-Qasas, 28:76-82)

 

Le Piaghe d’Egitto

Mosè (alehyh salem) richiese a Faraone di lasciare libero il Popolo di Israele. In tutta risposta Faraone diede ordine di organizzare un convegno radunando gente tra i suoi sudditi e dal Popolo di Mosè (alehyh salem) soltanto per ribadire loro chi fosse il loro signore e chi provvedeva ai loro bisogni. Egli mise in risalto che Mosè (alehyh salem) era soltanto un uomo povero che non avrebbe potuto garantire loro alcuna ricchezza. Questo popolo mancava di saggezza, il loro giudizio era limitato al mondo materiale. Nella loro ignoranza credettero che Faraone fosse l’unico a poter provvedere ai propri bisogni.

 

Egitto: siccità e inondazione

L’Egitto soffrì una profonda siccità. Il Nilo non straripò, irrorando i campi come era solito fare, e rilasciando l’humus che rende la terra fertile. Di conseguenza la terra divenne troppo arida e non si produssero raccolti.  Sopraggiunse una carestia. Siccome Faraone continuò a mostrarsi arrogante, Allah inviò un’inondazione che devastò la terra.

 

I raccolti devastati dalle locuste

Come sempre, ogni volta che si sentivano gravati dalle difficoltà, gli egiziani si rivolgevano a Mosè (alehyh salem) promettendogli di credergli e di seguirlo.

Quando il castigo li toccava, dicevano: “O Mosè, invoca per noi il tuo Signore, in forza del patto che ha fatto con te. Se allontanerai il castigo da noi, crederemo certamente in te e lasceremo partire con te i Figli di Israele”. (Corano, Sura Al-A’raf, 7:134)

Allah revocò la punizione dell’inondazione e la terra diventò nuovamente coltivabile. Ma quando Mosè (alehyh salem) gli ricordò la loro promessa, essi non risposero.

Allah inviò sciami di locuste che divoravano tutti i raccolti. La gente di nuovo si recò da Mosè (alehyh salem) chiedendogli di invocare Allah affinché rimuovesse quest’afflizione. Ma di nuovo vennero meno alla promessa.

 

L’Egitto viene infestato da parassiti

Allah inviò un’altra punizione: parassiti che portarono con sé malattie. Come al solito promisero, Allah ta’ala rimosse la punizione, ma poi tornarono sui propri passi.

 

L’Egitto infestato da rane

La terra si riempì di rane. Esse saltavano dovunque, persino sul cibo, inondavano le case e infastidivano molto. Gli Egiziani andarono di nuovo da Mosè (alehyh salem) promettendogli di rilasciare il popolo di Israele. Egli pregò il suo Signore, Allah allontanò la punizione, ma nuovamente ruppero la promessa.

 

Le acque del Nilo si tramutarono in sangue

Poi Allah inviò l’ultimo dei segni. Le acque del Nilo si tramutarono in sangue. Quando Mosè (alehyh salem) e il suo popolo bevevano l’acqua, essa era acqua pura. Ma se ne bevevano gli Egiziani, essa si tramutava in sangue. Si affrettarono a Mosè (alehyh salem) come al solito, ma poi rinnegavano quello detto.

 

Colpimmo la gente di Faraone con anni di miseria e scarsità di frutti, affinché riflettessero.  Quando veniva loro un bene dicevano: “Questo ci spetta”; mentre se li colpiva un male, vedevano in Mosè e in quelli che erano con lui, uccelli di malaugurio. Non dipendeva da Allah la loro sorte? Ma la maggior parte di loro non sapeva.  Dissero: “Qualunque segno addurrai per stregarci, noi non crederemo in te”.  Mandammo contro di loro l'inondazione e le cavallette, le pulci, le rane e il sangue, segni ben chiari. Ma furono orgogliosi e rimasero un popolo di perversi.  Quando il castigo li toccava, dicevano: “O Mosè, invoca per noi il tuo Signore, in forza del patto che ha fatto con te. Se allontanerai il castigo da noi, crederemo certamente in te e lasceremo partire con te i Figli di Israele”.  Allontanammo da loro il tormento, ma quando giunse il termine che dovevano rispettare, ecco che mancarono al loro impegno. (Corano, Sura Al-A’raf, 7:130-135 )

 

Faraone e il suo esercito periscono

Sembrava davvero che Faraone non avesse mai creduto al messaggio di Mosè (alehyh salem), né lasciato il popolo libero, dunque Mosè (alehyh salem) pregò:

“O Signor nostro, invero hai dato a Faraone e ai suoi notabili onori e beni della vita terrena, affinché o Signor nostro, si distolgano dal Tuo sentiero. O Signor nostro, cancella i loro beni e indurisci i loro cuori, ché non credano, fino a che non avranno visto il castigo doloroso”.  Allah disse: “La vostra richiesta è esaudita. State saldi entrambi e non seguite il sentiero di coloro che non sanno nulla”. (Corano, Sura Yunus, 10:88-89)

Allah inspirò Mosè (alehyh salem) a condurre via dall’Egitto il popolo ma solo pochi credettero nel suo messaggio, altri eravano devastati dalla paura della vendetta di Faraone per cui non lo seguirono. Faraone fu un uomo molto arrogante, un tiranno malefico e uno dei Musrifin (politeisti, peccatori, trasgressori, uno di coloro che rigetta la verità, decide di seguire il male e commette ogni forma di peccato maggiore).

Quando Faraone si rese conto che erano scappati li inseguì con il proprio esercito.

Intanto il popolo era arrivato al Mar Rosso che sembrava davvero una barriera insormontabile. Alla disperazione del popolo, Mosè (alehyh salem) rispose che aspettava l’ispirazione da Allah. Mosè (alehyh salem) gettò il bastone e il mare di scisse in due, le creste delle onde stavano come montagne ai due lati. Mosè (alehyh salem) condussse il suo popolo attraverso il mare scisso/spaccato. Videro l’esercito di Faraone avvicinarsi, in procinto di intraprenderela strada nel mare scisso come loro avevano fatto. Comunque Allah aveva già preordinato tutto.

Faraone e il suo esercito avevano visto il miracolo, ma il suo orgogolio lo spinse  ancora a rifiutare la verità. L’esercito si inoltrò nelle onde aperte e poi Allah richiuse il mare su di essi facendoli annegare.

E rivelammo a Mosè: “Fa' partire i Miei servi nottetempo. Certamente sarete inseguiti”.  Faraone mandò messi in tutte le città: [perché dicessero:] “Invero, sono un gruppo esiguo, e ci hanno irritato, mentre noi siamo ben vigili”. Facemmo sì che abbandonassero giardini e fonti, tesori e graziose dimore. Così fu, e [tutto] demmo in eredità ai Figli di Israele. Al levarsi del sole li inseguirono. Quando le due schiere si avvistarono, i compagni di Mosè dissero: “Saremo raggiunti!”.  Disse [Mosè]: “Giammai, il mio Signore è con me e mi guiderà”.  Rivelammo a Mosè: “Colpisci il mare con il tuo bastone”. Subito si aprì e ogni parte [dell'acqua] fu come una montagna enorme. Facemmo avvicinare gli altri, e salvammo Mosè e tutti coloro che erano con lui,  mentre annegammo gli altri.  In verità, in ciò vi è un segno! Ma la maggior parte di loro non crede.  In verità, il tuo Signore è l'Eccelso, il Misericordioso. (Corano, Sura Ash-Shu’ara, I Poeti, 20:52-68)

In preda la terrore e al panico, capendo che la fine era ormai giunta, Faraone fece la sua dichiarazione di fede:”Credo che non esiste altro Dio meritevole di essere venerato se non Allah in Cui il popolo di Israele crede, e mi sottometto a Lui.” Ma Allah non accettò la sua confessione, perché queste erano le parole di un tiranno, che fece la sua dichiarazione di fede quando l’anima si era già staccata dal corpo e le acque si chiusero su di lui, annegandolo.

La storia di Faraone ebbe fine in modo tragico, le onde spazzarono via il suo corpo. Gli Egiziani lo videro e realizzarono che il loro dio, che avevano sempre venerato e a cui si rivolgevano per aiuto, non era affatto immortale..era null’altro che un corpo senza vita e inutile.

E facemmo attraversare il mare ai Figli di Israele. Faraone e le sue armate li inseguirono per accanimento e ostilità. Poi, quando fu sul punto di annegare, [Faraone] disse: “Credo che non c'è altro dio, all'infuori di Colui in cui credono i Figli di Israele e sono tra coloro che si sottomettono”.  [Disse Allah]: “Ora ti penti, quando prima hai disobbedito ed eri uno dei corruttori?  Oggi salveremo il tuo corpo, affinché tu sia un segno per quelli che verranno dopo di te. Ma in verità, la maggioranza degli uomini sono incuranti dei segni Nostri. (Corano, Sura Yunus, 10:90-92)

 

A riguardo di Faraone:

Allah ta’ala non accettò l’orgoglio ostinato di Faraone, egli infatti credeva di essere un dio e voleva essere odorato come tale.

Ma Faraone pronunciò la shahadah, perché Allah ta’ala non la accettò? Perché Allah ta’ala ci dona tutta una vita per riflettere e ripensare ai nostri peccati, quando Faraone pronunciò quelle parole la sua anima si stava già staccando dal corpo, era cioè troppo tardi.

Il corpo di Faraone è conservato, perché? Esso rappresenta un ammonimento, un avvertimento per tutte le generazioni future.

 

Il popolo di Mosè (alehyh salem) desidera un idolo

Nonostante la sua morte, Faraone lasciò un’influenza negativa nel popolo di Israele...tanti anni di oppressione, umiltà e annichilimento erano duri da dimenticare. Il popolo era insicuro e debole nella propria fede. Questi anni lo avevano marchiato e lo avevano reso assuefatto all’umiliazione e al soggiogamento, era ormai avvezzo a sottomettersi ad altri oltre Allah. Faraone aveva represso gli animi dei Figli di Israele e rovinato la loro natura tanto che iniziarono a torturare Mosè (alehyh salem) con la loro ignoranza e la loro ostinazione. Passarono accanto ad un popolo che adorava idoli, ed invece di mostrare la propria indignazione lodando Allah per la Sua guida, chiesero a Mosè (alehyh salem) un idolo da venerare proprio come quelle persone facevano. Erano gelosi che altri avessero idoli e loro no perché desideravano lo stesso.

Facemmo traversare il mare ai Figli di Israele.  Incontrarono un popolo che cercava rifugio presso i propri idoli. Dissero: “O Mosè, dacci un dio simile ai loro dèi”. Disse: “In verità siete un popolo di ignoranti”. Sì, il culto a cui si dedicano sarà distrutto e sarà reso vano il loro operare. Disse: “Dovrei cercare per voi un altro dio, all'infuori di Allah, Colui Che vi ha preferito alle altre creature?”.  E quando vi salvammo dalla famiglia di Faraone che vi infliggeva il peggiore dei tormenti: uccideva i vostri figli e risparmiava le vostre femmine; era questa una dura prova, da parte del vostro Signore!  (Corano, Sura Al-A’raf, 7:138-141)

Il popolo di Israele fu favorito da Allah in ogni modo con la Sua grazia e la Sua generosità. Fu salvato dall’oppressione e testimoniò l’annegamento di Faraone. Quando necessitarono acqua nella terra arida, Allah ordinò Mosè (alehyh salem) di battere una roccia dalla quale sgorgarono 12 diverse fonti per le 12 diversi tribù in modo tale da non dover neppure razionare l’acqua. Allah mantenne il cielo nuvoloso affinché non fossero oppressi dal caldo eccessivo. Per alleviare la loro fame, la manna venne dal cielo e quaglie. Invece di apprezzare i doni di Allah, essi dissero che ne erano disgustati, desiderano cipolle, aglio, fagioli e lenticchie che erano cibi tradizionali egizi. Chiesero a Mosè (alehyh salem) di pregare Allah che la terra gli donasse di questi frutti. Mosè (alehyh salem) li ammonì a riguardo della loro disubbidienza e ingratitudine.

E quando Mosè chiese acqua per il suo popolo, dicemmo: “Colpisci la roccia con il tuo bastone”. E, improvvisamente, sgorgarono dodici fonti, e ogni tribù seppe dove doveva bere! “Mangiate e bevete il sostentamento di Allah e non spargete la corruzione sulla terra.” 

E quando diceste: “O Mosè, non possiamo più tollerare un unico alimento. Prega per noi il tuo Signore che, dalla terra, faccia crescere per noi legumi, cetrioli, aglio, lenticchie e cipolle!”. Egli disse: “Volete scambiare il meglio con il peggio? Tornate in Egitto, colà troverete certamente quello che chiedete!”. E furono colpiti dall'abiezione e dalla miseria e subirono la collera di Allah, perché dissimulavano i segni di Allah e uccidevano i profeti ingiustamente. Questo perché disobbedivano e trasgredivano. (Coran, Sura Al-Baqarah, La Giovenca, 2:60-61)

 

La codardia e la viltà del popolo di Mosè

Allah aveva dato ordine a Mosè (alehyh salem) di condurre il popolo alla terra promessa (Palestina) terra promessa ad Abramo (alehyh salem) in cui i pii e coloro che temono Allah avrebbero prosperato. Ma il popolo di Israele era un popolo ingrato. Nonostante tutti i favori di Allah, non erano mai riconoscenti e non riuscivano a stare lontani dal male. Quando Mosè (alehyh salem) gli ordinò di conquistare la città dei cananiti dove risiedevano gli Ittiti (loro nemici che li avevano perseguitati), essi furono codardi e crearono mille scuse temendo di combattere. Piuttosto chiesero a Mosè (alehyh salem) di sfidare i nemici insieme al suo Signore.

E quando Mosè disse al suo popolo: “O popol mio! Ricordate la grazia di Allah su di voi, quando ha scelto tra voi i Profeti! E fece di voi dei re e vi diede quello che non aveva mai dato a nessun popolo al mondo. 

O popol mio, entrate nella terra santa che Allah vi ha destinata e non volgete le spalle: vi ritrovereste perdenti”.  Dissero: “O Mosè, essa è abitata da un popolo di tiranni. Noi non vi entreremo finché essi non siano usciti. Se escono, allora entreremo”.  Due dei loro, timorati e colmati da Allah di grazia, dissero: “Entrate dalla porta; quando sarete dentro, trionferete. 

Confidate in Allah se siete credenti”.  Dissero: “O Mosè, noi non entreremo finché saranno colà. Va' tu con il Signore tuo e combattete insieme. Noi resteremo qui in attesa”. (Corano, Sura Al-Ma’ida, La tavola imbandita, 5:20-24)

Allah li punì condannandoli a vagare nel deserto senza dimora per 40 anni.

Disse [Allah]: “Ebbene, questo paese sarà loro vietato per quarant'anni ed essi erreranno sulla terra. Non ti affliggere per un popolo di iniqui”. (Corano, Sura Al-Ma’ida, La tavola imbandita, 5:26)

 

Mosè digiuna per 40 giorni

Il popolo non aveva destinazione alcuna, iniziarono a vagare... vagare... vagare senza meta. Ogni giorno iniziava e terminava nello stesso modo. Entrarono nel Sinai. Mosè ritornò nello stesso posto in cui aveva parlato ad Allah la prima volta. Chiese ad Allah guida nel giudicare il proprio popolo. Allah gli ordinò di purificarsi digiunando per 30 giorni dopo i quali si sarebbe dovuto recare sul Monte Sinai dove gli sarebbe stata consegnata una Legge con cui governare il suo popolo.

E fissammo per Mosè un termine di trenta notti, che completammo con altre dieci, affinché fosse raggiunto il termine di quaranta notti stabilito dal suo Signore. E Mosè disse a suo fratello Aronne: “Sostituiscimi alla guida del mio popolo, agisci bene e non seguire il sentiero dei corruttori”. (7:142)

 

Mosè  chiese ad Allah di mostrarsi:

E quando Mosè venne al Nostro luogo di convegno, e il suo Signore gli ebbe parlato, disse: “O Signor mio, mostraTi a me, affinché io Ti guardi”. Rispose: “No, tu non Mi vedrai, ma guarda il Monte; se rimane al suo posto, tu Mi vedrai”. Non appena il suo Signore si manifestò sul Monte esso divenne polvere e Mosè cadde folgorato. Quando ritornò in sé, disse: “Gloria a Te! Io mi pento e sono il primo dei credenti”.(7:143)

Allah gli dona le Tavole con dei comandamenti da consegnare al suo popolo e con i quali governare.

Scrivemmo per lui, sulle Tavole, un'esortazione su tutte le cose e la spiegazione precisa di ogni cosa. “Prendile con fermezza e comanda al tuo popolo di adeguarvisi al meglio. Presto vi mostrerò la dimora degli empi. (7:145)

I primissimi studiosi affermarono che i comandamenti che Allah diede a Mosè sono nel Corano:

Di': “Venite, vi reciterò quello che il vostro Signore vi ha proibito e cioè: non associateGli alcunché, siate buoni con i genitori, non uccidete i vostri bambini in caso di carestia: il cibo lo provvederemo a voi e a loro.  Non avvicinatevi alle cose turpi, siano esse palesi o nascoste. E, a parte il buon diritto, non uccidete nessuno di coloro che Allah ha reso sacri. Ecco quello che vi comanda, affinché comprendiate.  Non avvicinatevi, se non per il meglio, ai beni dell'orfano, finché non abbia raggiunto la maggior età, e riempite la misura e date il peso con giustizia. Non imponiamo a nessuno oltre le sue possibilità. Quando parlate siate giusti, anche se è coinvolto un parente. Obbedite al patto con Allah. Ecco cosa vi ordina. Forse ve ne ricorderete.  In verità, questa è la Mia retta via: seguitela e non seguite i sentieri che vi allontanerebbero dalla Sua Via . Ecco cosa vi comanda, affinché siate timorati”. (Corano 6:151-153)

Allah dona la Torah a Mosè (aleyhy salem), una delle Sacre Scritture

E poi demmo la Scrittura a Mosè, corollario [della Nostra Grazia], spiegazione chiara di tutte le cose, guida e misericordia, affinché credessero nell'incontro con il loro Signore.  Questo è un Libro Benedetto che Noi abbiamo fatto scendere, seguitelo allora e siate timorati [di Allah], sicché possiate essere oggetto di misericordia,  affinché non diciate: “È stata fatta scendere la Scrittura solo su due popoli nostri predecessori e noi ne ignoravamo gli insegnamenti”.  O diciate: “Se la Scrittura fosse stata fatta scendere su di noi, saremmo stati meglio guidati di loro”. Ecco che dal vostro Signore vi sono giunte prove, guida e misericordia. Dopo di ciò, chi sarà peggior ingiusto di quello che smentisce i segni di Allah e se ne allontana? Presto compenseremo quelli che si allontanano dai Nostri segni con un duro castigo per essersi allontanati. (Corano 6:154-157)

 

 

La storia del vitello d’oro

Mosè (aleyhy salem) si era allontanato per 40 giorni dal suo popolo per ordine di Allah. Ma quando fu via, essi decisero di plasmarsi un idolo. Per idea di As-Samiri fu raccolto tutto l’oro che possedevano, fu sciolto e ne fu plasmato un vitello d’oro. As-Samiri disse che questo rappresentava il loro dio a cui rivolgere la propria venerazione, che questo era lo stesso dio di Mosè (aleyhy salem) anche se egli l’aveva dimenticato. Aronne, il fratello di Mosè (aleyhum salem), cercò di farli ragionare parlandogli di Allah, di quanto Egli fosse Misericordioso, ma essi vollero nuovamente rivolgersi al paganesimo. Quando Mosè (aleyhy salem) ritornò, li trovò danzando e ballando attorno al loro idolo, e si infuriò.

Allah gli aveva comunque già rivelato sul Monte Sinai che, grazie all’influenza negativa di As-Samiri, il popolo si era sviato.

“Cos'è che ti ha spinto a sopravanzare il tuo popolo, o Mosè?”  Rispose: “Essi sono sui miei passi. Mi sono affrettato verso di Te, o Signore, per compiacerTi”. Disse: “In tua assenza abbiamo tentato la tua gente e il Sâmirî li ha traviati”.  Ritornò Mosè al suo popolo pieno di collera e dispiacere, disse: “O popol mio, non vi ha fatto il vostro Signore una bella promessa? [L'attesa] del patto era troppo lunga per voi? Avete voluto che fosse su di voi la collera del vostro Signore e così avete mancato alla promessa che mi avevate fatto?”. (20:83-86)

Mosè (aleyhy salem) si infuriò anche con Aronne (alehyh salem) ma si rese poi conto che questi aveva fatto tutto il possibile e cacciò via. As-Samiri ordinandogli di bruciare il loro idolo e di spargerne i resti nel mare. (per riferimenti coranici si veda 20: 83-98)

 

La punizione degli idolatri

A differenza di tutte le altre volte, questo peccato non passò impunito. La punizione fu severa: la morte. I colpevoli avrebbero dovuto pentirsi per le atrocità che avevano operato e poi dovevano essere uccisi dal gruppo di innocenti. A proposito di quest'ordine riferiamo l'esegesi di Ibn Abbas che disse: “In seguito ad un ordine ricevuto dal suo Signore, Mosè ordinò al suo popolo: Uccidetevi!". Allora quelli che si erano abbandonati all'adorazione del Vitello si misero da parte, si sedettero e gli altri brandirono i coltelli. Scese su di loro una notte profondissima e cominciarono ad uccidersi l'un l'altro finché l'oscurità non si dissipò. Ci furono settantamila vittime. Tutti quelli che furono uccisi e tutti quelli che sopravvissero furono perdonati”

E quando Mosè disse al suo popolo: “O popol mio, invero vi siete fatti un grande torto prendendovi il Vitello. Pentitevi al vostro Creatore e datevi la morte: questa è la cosa migliore, di fronte al vostro Creatore”. Poi Allah accolse il vostro [pentimento]. In verità Egli accoglie sempre [il pentimento], è il Misericordioso (2:54)

 

 

Il popolo chiede di vedere Allah

Mosè (aleyhy salem) ritornò sul Monte Sinai con 70 degli anziani, egli parlò con Allah e Allah parlò direttamente a Mosè (aleyhy salem). Questo fu l’ultimo miracolo al quale assistettero ma non fu sufficiente. Essi chiesero di vedere Allah. Questa fu una grande delusione. Era un popolo troppo legato alla materialità e al mondo dei sensi. Essi furono puniti istantaneamente con un sisma che stupefece i loro corpi lasciandoli morti. Mosè (aleyhy salem) pregò per essi, prego Allah ta’ala di perdonarli e Allah li risuscitò.

Mosè scelse settanta uomini del suo popolo, per il Nostro luogo di convegno. Dopo che li colse il cataclisma, disse: “O Signore, se Tu avessi voluto, già li avresti distrutti in precedenza e me con loro. Ci distruggerai per ciò che hanno commesso gli stolti della nostra gente? Questa non è se non una prova da parte Tua, con la quale svii chi vuoi e guidi chi vuoi. Tu sei il nostro Patrono, perdonaci e usaci misericordia. Tu sei il migliore dei perdonatori.  Annoveraci un bene in questa vita terrena e un bene nell'Altra vita. Ecco che, pentiti, ritorniamo a Te”. E [Allah] disse: “Farò sì che il Mio castigo colpisca chi voglio, ma la Mia misericordia abbraccia ogni cosa: la riserverò a coloro che [Mi] temono e pagano la decima, a coloro che credono nei Nostri segni, a coloro che seguono il Messaggero, il Profeta illetterato che trovano chiaramente menzionato nella Torâh e nell'Ingil, colui che ordina le buone consuetudini e proibisce ciò che è riprovevole, che dichiara lecite le cose buone e vieta quelle cattive, che li libera del loro fardello e dei legami che li opprimono. Coloro che crederanno in lui, lo onoreranno, lo assisteranno e seguiranno la luce che è scesa con lui, invero prospereranno”. (7:155-157)

 

ALCUNE STORIE RELATIVE ALLA STORIA DI MOSÈ (SU DI LUI LA PACE)

La storia dell’uomo pio e di suo figlio

Si racconta che nel popolo di Israele vi era un uomo particolarmente pio, povero ma molto onesto. Egli non era affatto egoista e compiva tutto per amore di Allah. Sul letto di morte si rivolse ad Allah lasciando nella Sua cura sua moglie, suo figlio e l’unica cosa che possedeva, cioè una giovenca. Questi chiese alla moglie di portare la giovenca nella foresta perché non si fidava degli ingordi del popolo. Successivamente morì. Quando il figlio fu grande abbastanza, la madre gli raccontò che suo padre gli aveva lasciato in eredità una giovenca e che adesso era sicuramente cresciuta. Il ragazzo fece come suo padre soleva fare, chiese l’aiuto di Allah, si prostrò e Gli chiese che gliela facesse ritrovare. Non appena alzò il capo vide una mucca che andava verso di lui, gli mise una corda al collo e la portò a casa. La mucca non lasciava avvicinare nessuno se non il giovane. Questi era pio e devoto come suo padre. Faceva il taglialegna e divideva il proprio guadagno sempre in tre, una parte per se stesso, una parte per la madre e un’altra per il povero.

Nello stesso tempo morì un uomo molto ricco lasciando un grande eredità al suo unico figlio. Quest’ultimo venne assassinato e i parenti volevano sapere da chi e andarono da Mosè (aleyhy salem) per chiedergli consiglio su come potessero fare a scovare gli omicidi. Questi gli disse di sgozzare una vacca, rimuoverne la lingua e posizionarla sul cadevere, così avrebbero saputo chi erano gli assassini. Invece di affreattarsi a eseguire le istruzioni di Mosè (aleyhy salem), tali persone ponevamo mille quesiti su che tipo di mucca dovesse essere, che colore e altro. L’unica che rispondeva a tale descrizione fu la mucca del giovane pio. Essi la acquistarono al prezzo della sua pelle riempita d’oro!

E quando Mosè disse al suo popolo: “Allah vi ordina di sacrificare una giovenca!”. Risposero: “Ti prendi gioco di noi?”. “Mi rifugio in Allah dall'essere tra gli ignoranti.”  Dissero: “Chiedi per noi al tuo Signore che ci indichi come deve essere”. Rispose: “Allah dice che deve essere una giovenca né vecchia, né vergine, ma di età media. Fate quello che vi si comanda!”.  Dissero: “Chiedi per noi al tuo Signore che ci indichi di che colore deve essere”. Rispose: “Allah dice che dev'essere una giovenca gialla, di un colore vivo che rallegri la vista”. Dissero: “Chiedi al tuo Signore che dia maggiori particolari, perché veramente per noi le giovenche si assomigliano tutte. Così, se Allah vuole, saremo ben guidati”.  Rispose: “Egli dice che deve essere una giovenca che non sia stata soggiogata al lavoro dei campi o all'irrigazione, sana e senza difetti”. Dissero: “Ecco, ora ce l'hai descritta esattamente”. La sacrificarono, ma mancò poco che non lo facessero! Avevate ucciso un uomo e vi accusavate a vicenda... Ma Allah palesa quello che celate.  Allora dicemmo: “Colpite il cadavere con una parte della giovenca”. Così Allah resuscita i morti e vi mostra i Suoi segni affinché possiate comprendere. Dopo di ciò i vostri cuori si sono induriti ancora una volta, ed essi sono come pietre o ancora più duri. Vi sono, infatti, pietre da cui scaturiscono i ruscelli, che si spaccano perché l'acqua fuoriesca, e altre che franano per il timore di Allah. E Allah non è incurante di quello che fate. (Corano, 2:67-74)

 

La storia di Mosè (aleyhy salem) e Al-Khidr (tradotto dalle storie per fanciulli de Il Corano per i piccolo cuori)

Un giorno Mosè (aleyhy salem) fece un eloquente sermone, chiunque l’ascoltò ne fu commosso. Qualcuno allora gli chiese se esistesse un altro uomo tanto saggio e colto. A questo quesito Mosè (aleyhy salem) rispose di no e che Allah aveva dato lui il potere dei miracoli e lo aveva onorato con la Torah. Ad ogni modo Allah rivelò a Mosè (aleyhy salem) che nessun uomo poteva mai sapere tutto quello che c’è da sapere, e che nessun messaggero sarebbe stato custode di tutta la conoscenza. E che ci sarebbe sempre stato uno che sa più dell’altro. Mosè (aleyhy salem) chiese ad Allah chi fosse quest’uomo e che desiderava incontrarlo. Allah allora gli ordinò di portare del pesce vivo in un recipiente con dell’acqua e che quando il pesce sarebbe scomparso egli avrebbe incontrato quell’uomo. Mosè (aleyhy salem) intraprese il suo viaggio accompagnato da un giovane ragazzo che portava il recipiente col pesce. Raggiunsero un luogo in cui due fiumi si incontrano e decisero di riposare. Mentre Mosè (aleyhy salem) dormiva, il ragazzo vide il pesce saltar fuori dal recipiente e saltare nel fiume e nuotar via. Dimenticò di raccontare l’accaduto al profeta che quando fu sveglio , volle ripartire e continuare il proprio viaggio. Qunado il ragazzo ricordò di menzionare la fuga del pesce. Mosè (aleyhy salem) ritornò al luogo in cui il pesce era scomparso e lì incontrò Al-Khidr, la guida. Mosè (aleyhy salem) gli chiese se poteva seguirlo in quanto voleva apprendere la sua saggezza.

Durante il suo lungo viaggio verso la terra promessa, il profeta Mosè (pace su di lui) apprese molte lezioni. Una di queste gli venne da Al-Khidr. Al-Khidr fu un personaggio a cui Allah (Subbhanhu wa ta’ala) offerse in dono una sapienza particolare ed il potere di cambiare alcune cose nel mondo.

Il profeta Mosè (pace su di lui) intraprese un viaggio lungo e stancante per mare, facendo un giuramento e cioè che non si sarebbe fermato finché non trovava il punto dove i due mari si incontrano.

Mosè (pace su di lui) intraprese il viaggio con il suo giovane discepolo Yusha bin Nun. Ad un certo punto i pesci che avevano portato con sé per sfamarsi, si rianimarono, sgusciarono fuori dal cesto e nuotarono verso il mare. Questo fu il punto in cui incontrarono Al-Khidr, Mosè (pace su di lui) gli chiese: “Posso seguirti per apprendere la tua sapienza?”. Al-Khidr gli rispose: “Impossibile! Non saresti in grado di tollerare tutto ciò che c’è dietro la mia sapienza”.

Mosè (pace su di lui) rispose: “Mi troverai paziente in sha’Allah: non ti arrecherò alcun fastidio”. Al-Khidr fu allora d’accordo ma avvertì Mosè (pace su di lui) di non domandargli nulla finché non fosse stato lui stesso a spiergargli.

I due uomini si imbarcono, Al-Khidr fece deliberatamente un foro alla piccola imbarcazione sulla quale si trovavano. Mosè (pace su di lui) esclamò: “Ehi! Vuoi far annegare i passeggeri?”. Al-Khidr gli rispose: “Te lo avevo detto che non ti saresti potuto trattenere dal porre domande”.

Mosè (pace su di lui) gli disse: “Perdonami, per favore non ti arrabbiare.”

Viaggiarono a lungo finché incontrarono un giovane ragazzo che Al-Khidr non esitò ad uccidere. Mosè (pace su di lui) esclamò: “Che malvagità uccidere un animo innocente!”

Al-Khidr gli disse di nuovo: “Ti avevo avvertito che non avresti avuto pazienza.” Mosè (pace su di lui) rispose: “Se ti domando di nuovo, abbandonami perché allora vuol dire che lo merito”.

Giunsero in una città e chiesero del cibo, ma glielo rifiutarono. Vedendo un muro che stava per cadere, Al-Khidr lo riparò, ma Mosè (pace su di lui) obiettò dicendo che quelle persone non avevano voluto neppure ospitarli ed egli invece gli rendeva servigi senza neppure essere pagato.

Al-Khidr allora gli disse: “È giunto il momento della nostra separazione. Ma prima voglio spiegarti il perché delle mie azioni che a te sono sembrate così orribili. Ho danneggiato quella barca perché apparteneva a dei pescatori molto poveri, e lí vicino abita un re che saccheggia ogni imbarcazione [la barca dei poveri pescatori fu l’unica che non fu confiscata dal re tiranno proprio perché danneggiata, e così di lí a poco essi diventarono ricchi perché i loro affari migliorarono molto]. Per quanto riguarda il giovane che ho ucciso, avrebbe arrecato dolore e soffereza ai propri genitori a causa della sua malavagità e miscredenza. Prego che il mio Signore gli doni un figlio dolce e buono. Il muro, invece, apparteneva a due orfani, figli di un uomo onesto di quella città. Nascosto sotto il muro c’è un tesoro sepolto. Allah (Subbhanahu wa ta’ala) ha decretato che essi stessi lo scoprano quando saranno più maturi. Quello che ho fatto non è stato per mia volontà. Ciò ha reso evidente che non potrai sopportare quello che vedi.”

Tutto questo dimostra l’Altissima Saggezza Divina. Le cose possono essere molto diverse da quello che ci appaiono, dati i limiti della conoscenza umana. La conoscenza limitata dell’uomo e la sua sfiducia gli causa dolore, ma il vero credente non si dispera mai, neanche dinanzi alle calamità perché sa bene che la giusta mano di Allah (Subbhanahu wa ta’ala) dirige l’umanità verso il bene. Questa è la morale della storia di Al-Khidr.

 

La morte di Mosè (aleyhy salem)

Mosè (aleyhy salem) aveva sofferto molto a causa del popolo. Abdullah Ibn Umar ha raccontato: “Una volta il Profeta Muhammah (pace e benedizioni di Allah su di lui) distribuì qualcosa (tra i compagni). Un uomo disse:” Questa distribuzione non è stata fatta con giustizia cercando il consenso di Allah.” Andai dal Profeta (pace e benedizioni di Allah su di lui) e glielo raccontai. Divvenne furioso tanto da scorgere i segni della rabbia nel suo volto. Poi disse: ”Possa Allah donare la Sua Misericordia su Mosè perché fu ferito molto più di questo; eppure egli lo tollerò con pazienza.” (Sahih Al-Bukhari)

Il popolo di Israele trattò in malo modo il profeta Mosè (aleyhy salem). La sua sofferenza non si limitò alla ribellione, alla stupidità, pettegolezzi, ignoranza e idolatria; andò oltre questo fino all’inflissione di danno fisico.

Abu Hureirah ha narrato che il Messaggero di Allah (pace e benedizioni di Allah su di lui) disse:”Il profeta Mosè (aleyhy salem) era una persona molto timida e soleva coprire il suo intero corpo per la sua eccessiva timidezza. Uno del popolo di Israele lo ferì dicendo: “Si copre in quel modo soltanto per coprire qualhce difetto della pelle, la lebbra o l’ernia scrotale, oppure altro tipo di difetto.” Allah voleva che questi pettegolezzi fossero smontati dunque un giorno, mentre Mosè (aleyhy salem) era in intimità, prese i suoi abiti e li adagiò su una pietra e iniziò a prendere un bagno. Quando ebbe finito, si mosse verso i propri abiti in modo da afferrarli, ma la pietra prese i suoi abiti e scappò. Mosè (aleyhy salem) prese il bastone e rincorse la pietra dicendo: “OPietra!Dammi i miei abiti!” finché raggiunse un gruppo dei Figli di Israele che lo videro nudo e lo trovarono nella migliore delle forme di cosa Allah aveva creato, e Allah lo liberò dalle false accuse. La pietra si fermò, Mosè (aleyhy salem) si abbigliò e iniziò a colpire la pietra con il proprio bastone. Su Allah la pietra ha ancora tracce dei colpi, tre, quattro o cinque segno. Questo è quello a cui Allah l’Onnipotente si riferisce quando afferma (interpretazione del significato):

O credenti! Non siate come coloro che molestarono Mosè: già Allah lo scagionò da quello che avevano detto. Egli è in grande onore presso Allah. (Corano, Sura Al-Ahzab, I coalizzati, 33:69) (Sahih Al-Bukhari)

 

La morte di Mosè (aleyhy salem)

Aronne (aleyhy salem) morì poco prima di suo fratello.

Abu Hureirah ha narrato: “L’angelo della morte fu inviato a  Mosè (aleyhy salem). Quando venne da Mosè (aleyhy salem), egli lo schiaffeggiò su un occhio. L’angelo ritornò dal suo Signore e disse:” Mi hai mandato a uno schiavo che non vuole morire.” Allah rispose:”Ritorna da lui e digli di deporre la propria mano sul dorso di un toro e per ogni pelo che ve ne sarà al di sotto, gli sarà garantito un anno di vita.” Mosè (aleyhy salem) chiese: “O Signore! Cosa accadrà dopo di ciò?” Allah ripose:”La morte!” Mosè rispose: “Facciamola venire adesso!” Mosè chiese ad Allah di farlo morire accanto alla Terra Santa in modo tale da essere alla distanza di una pietra da esso.” Abu Hureirah aggiunse “Il Messaggero di Allah (pace e benedizioni su di lui) disse: “Se fossi là, vi mostrerei la sua tomba sotto la duna di sabbia rossa al lato della strada.” (Sahih Al-Bukhari). Mosè (aleyhy salem), un Profeta di Allah al quale Allah parlò direttamente, incontrò la morte con animo soddisfatto e cui pieno di fede che anelava alla rettitudine e si affrettò ad incontrare Colui Che è portatore di notizie di pace.

 

ALCUNE LEZIONI DA TRARRE DALLA STORIA DI MOSÈ (ALEYHY SALEM)

1.    QADR dalla storia di Mosè (aleyhy salem) si evince il concetto della predistinazione.  Mosè  (aleyhy salem) fu predestinato a quella vita, nonostante infatti visse alla corte di Faraone, non fu come lui. Dal Corano: (Corano, 20:38-39) Apprendiamo che fu destinato ad essere deprivato della mamma e che sua madre fu destinata al dolore della perdita di un figlio. Ma poi fu destinato alla ricongiunzione con la mamma in quanto rifiutò tutte le nutrici finché la sua sorellina suggerì una casa in cui si sarebbe trovato bene. Dunque Allah ta’ala lo rimandò da sua madre così che ella potesse tenerlo tra le sue braccia ed allattarlo. (Corano, 28:10-13)

 

 

Era destinato ad essere salvato e condotto a vivere una nuova vita quando trovò le donne che tentavano di abbeverare le loro bestie. L’aiuto offerto alle donne senza chiedere una ricompensa, la sua onestà e i suoi du’aa ad Allah, fecero sì che fosse ricompensato con la nascita di una nuova famiglia.

 

LA GIUSTIZIA

Mosè (aleyy salem), fuggì via dall’Egitto dopo aver incidentalmente ucciso un uomo.  Mosè (aleyy salem) non si schierò a favore dell’egiziano, soltanto perché appartenevano allo stesso gruppo, poiché questi era nell’errore. Una lezione che la gente ancora oggi deve imparare. Non puoi prendere le parti di coloro che sono nell’errore soltanto perché appartenete allo stesso gruppo, alla stessa classe sociale oppure alla stessa razza! Bisogna stare dalla parte del giusto e della verità.

“Avvenne che, entrando in città in un momento di disattenzione dei suoi abitanti, trovò due uomini che si battevano, uno era dei suoi e l'altro uno degli avversari. Quello che era dei suoi gli chiese aiuto contro l'altro dell'avversa fazione: Mosè lo colpì con un pugno e lo uccise. Disse [Mosè]: “Questa è certamente opera di Satana! È davvero un nemico, uno che svia gli uomini”. (Corano 28:15)

Mosè (aleyy salem) uccise un uomo ma se ne pentì e chiese perdono ad Allah L’Altissimo:

“Disse: “Signore, ho fatto torto a me stesso, perdonami!”. Gli perdonò, Egli è il Perdonatore, il Misericordioso. 

“Disse: “Mio Signore, grazie ai favori che mi hai elargito, non sarò mai un alleato degli iniqui”. (Corano 28:16-17)

 

2.   CHIAMARE ALLA SENTIERO DI ALLAH

Faraone non era certamente un uomo facile, al contrario era crudele e malvagio e trattava la gente in pessimo modo, inoltre era molto pieno di sé, arrogante e possedeva molto potere. Eppure come fu chiamato ad Allah? Gli fu fatta guerra? Gli fu parlato in modo arrogante?

Allah ta’ala ordinò:

“Andate da Faraone: in verità si è ribellato!  Parlategli con dolcezza. Forse ricorderà o temerà [Allah]”. (Corano 20:43-44)

 

3.   GRATITUDINE

Bisogna ricordare che tutto quello che abbiamo è da Allah ta’ala e bisogna ricordare che saremo sottoposti a prove un giorno in sha Allah. I figli di Israele furono davvero ingrati. Nonostante tutti i miracoli e nonostante la libertà finalmente ottenuta, avevano una fede molto debole. Quando Mosè  (aleyhy salem) stava ritornando alla montagna, egli (aleyhy salem) gli disse di ricordare Allah e di cercare aiuto solo a Lui. Essi dissero:

“Disse Mosè al suo popolo: “Chiedete aiuto ad Allah e sopportate con pazienza: la terra è di Allah, ed Egli ne fa erede colui che sceglie tra i Suoi servi. L'esito felice sarà per coloro che [Lo] temono”. 

Dissero: “Siamo stati perseguitati prima che tu venissi e dopo che venisti a noi”. Rispose: “Può darsi che presto il vostro Signore distrugga il nemico e vi costituisca vicari sul paese, per poi guardare quello che farete”. (Corano 7:128-129)

La mancanza di rispetto dei figli di Israele verso Mosè  (aleyhy salem) indica la loro debolezza spirituale. Dio gli aveva inviato un profeta per salvarli dalla crudeltà di Faraone, e questi gli chiedeva soltanto di essere fermi nella fede. Ma a causa della debolezza della propria fede e la profonda mancanza di saggezza, non furono capaci di sopportare. Al contrario, con molta ingratitudine, iniziarono a lamentarsi e brontolare. Non importa, invece, quale calamità possa cadere su un credente, egli non deve perdere la propria fede in Allah ta’ala, e deve ancora persistentemente mostrare gratitudine profonda verso il proprio Creatore.

 

Hadith Qudsi, numero 36. Eccolo di seguito:

Hadith 36

Da Anas, Allâh sia soddisfatto di lui, dal Profeta, la Grazia e la Pace divine siano su di lui, che disse:

«I credenti si riuniranno il Giorno della Resurrezione e diranno: “Se chiedessimo di intercedere presso il nostro Signore?” Così si recheranno da Adamo, e diranno: “Tu sei il padre degli uomini, Allâh ti ha creato con la Sua mano ed ha fatto prosternare a te i Suoi angeli, e ti ha insegnato i nomi di ogni cosa, quindi intercedi per noi presso il tuo Signore affinché ci liberi da questa nostra situazione”; ed (egli) dirà: “Non sono adatto a voi”, e menzionerà il suo peccato, e si vergognerà - “Recatevi da Noè; infatti è il primo in-viato che Allâh ha mandato agli abitanti della Terra”; e si recheranno da lui, ed (egli) dirà: “Non sono adatto a voi”- e menzionerà di aver chiesto al suo Signore qualcosa di cui non aveva discernimento[1], e si vergognerà e dirà: “Recatevi dall’Amico del Misericordioso”[2]. E si recheranno da lui, ed (egli) dirà: “Non sono adatto a voi”, recatevi da Mosè, un servo a cui Allâh ha parlato ed a cui ha dato la Torah”. E si recheranno da lui, ed (egli) dirà: “Non sono adatto a voi”, e menzionerà di aver ucciso una persona[3] non in cambio di una (altra) persona e si vergognerà con il proprio Signore, e dirà: “Recatevi da Gesù, servo di Allâh e Suo inviato, e Verbo di Allâh e Suo Spirito”. E si recheranno da lui, ed (egli) dirà: “Non sono adatto a voi, recatevi da Muhammad, la Grazia e la Pace divine siano su di lui, un servo a cui Allâh ha perdonato i suoi peccati passati e futuri”; e arriveranno da me ed io andrò a chiedere il permesso al mio Signore, e mi sarà concesso. E quando vedrò il mio Signore, cadrò prosternato, ed Allâh mi lascerà così finché vorrà, poi sarà detto: “Alza la tua testa e domanda, ti sarà dato, e dì, sarà(i) udito, ed intercedi, sarà intercesso”. Ed alzerò la mia testa, e Gli renderò grazie con una lode che Egli mi insegnerà, poi intercederò ed Egli mi fisserà un limite (di uomini), e li farò entrare nel Paradiso. Poi ritornerò da Lui, e quando vedrò il mio Signore cadrò prosternato allo stesso modo, poi intercederò ed Egli mi fisserà un limite, e li farò entrare nel Paradiso. Poi tornerò la terza volta, poi tornerò la quarta volta, e dirò: “Non è rimasto nell’Inferno se non chi il Corano vi ha confinato, ed a cui toccherà rimanervi per l’eternità”».

Lo ha trasmesso Bukhârî (e così Muslim, Tirmidhî e Ibn Mâjah). In un’altra versione del Bukhârî compare questa aggiunta:

«Il Profeta, la Grazia e la Pace divine siano su di lui, ha detto: “Uscirà dall’Inferno chi ha detto: “Lâ ilâha illâ ‘Llâh”[4], e nel cui cuore vi era del bene del peso di un chicco d’orzo; poi uscirà dall’Inferno chi ha detto: “Lâ ilâha illâ ‘Llâh”, e nel cui cuore vi era del bene del peso di un chicco di frumento; poi uscirà dall’Inferno chi ha detto: “Lâ ilâha illâ ‘Llâh”, e nel cui cuore vi era del bene del peso di una pagliuzza”».

 

[1] E’ un riferimento a Cor., XI:45-6, dove Noè chiede all’Altissimo di salvare suo figlio dal Diluvio; gli viene detto che quegli non è persona retta e che Noè non dovrebbe aspettarsi che venga salvato solo perché è suo figlio.

[2] Ovvero Abramo (Ibrâhîm).

[3] Cor., XXVIII:15-16.

[4] “Non vi è divinità se non Allâh”.

Nota: La fonte della storia è il Corano e Ibn Kathir, Stories of the Prophets. Ogni errore è solo dalla mia ignoranza.

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