Dio Onnipotente dice:
Il tuo Signore ha decretato di non adorare altri che Lui e di trattare bene i vostri genitori. Se
uno di loro, o entrambi, dovessero invecchiare presso di te non dir loro "uff!" e non li
rimproverare ma parla loro con rispetto, e inclina con bontà, verso di loro, l'ala della tenerezza
e di': «O Signore, sii misericordioso nei loro confronti, come essi lo sono stati nei miei,
allevandomi quand'ero piccolo». Corano
XVII: al-Isrà, 23-24.
Queste ayat significano che non bisogna essere infastiditi dalla presenza dei genitori, quando sono ormai
molto anziani. Di contro, bisogna servirli come fecero loro quando eri ancora piccolo, sebbene il merito
ritorni a chi prese l'iniziativa. Allora, com'è possibile uguagliarli? Sapendo che essi sopportarono tutto per
assicurarti la vita, e tu [chiediti] se avessi da sopportare il loro decadimento senile, spereresti la loro morte?
Allàh -l'Altissimo- dice anche:
… «Sii riconoscente a Me e ai tuoi genitori. Il destino ultimo è verso di Me».
Corano XXXI. Luqmân, 14.
Ti rendi conto di come Allàh -gloria a Lui l'Altissimo- ha legato strettamente i due doveri di riconoscenza: il
primo verso di Lui ed il secondo verso i genitori.
Ibn Abbas disse, a questo proposito: «Ci sono [nel Sublime Corano] tre versetti che sono stati rivelati e legati
l'uno all'altro: il primo: Obbedite ad Allàh e al Messaggero … Corano V. al-Mà-ida, 92; l'opera di colui che
obbedisce ad Allàh, ma disobbedisce al Profeta, non sarà accettata.
Il secondo: … eseguite la salàt, versate la zakàt … Corano LVIII al-Mujâdala, 13; l'azione di quello che
assolve la salàt, ma non fa la zakàt, non sarà più accettata.
Il terzo: … Sii riconoscente a Me e ai tuoi genitori... Corano XXXI. Luqmân, 14; l'azione di chi è
riconoscente verso Allàh, ma non verso i genitori, non sarà più accettata. Per questo il Profeta -pace e
benedizioni su di lui- disse: "Il compiacimento di Allàh non sarà certo, se non in seguito alla soddisfazione
dei genitori e la collera di Allàh si manifesta quando non si sono soddisfatti i genitori"».
Ibn 'Umar riferì: «Un uomo andò a trovare il Profeta -che Allàh lo benedica e l'abbia in gloria- affinché gli
permettesse di partecipare al jihad. "Tuo padre e tua madre – gli disse (saas) – sono ancora vivi?", "Sì",
rispose l'uomo. Il Profeta riprese: "Sii buono con loro, ecco il tuo jihad!"». Pensa allora a come il Profeta
(saas) preferì il buon comportamento verso padre e madre al combattimento sulla Via di Allàh.
Da al-Bukhari e Muslim, l'Inviato di Allàh -pace e benedizioni su di lui- disse: «Volete che vi dica quali
sono i peccati capitali? Sono lo shirk e la disobbedienza ai genitori». Ecco come (saas) legò il cattivo
comportamento verso i genitori ed il disobbedire loro con lo shirk. Disse anche: «Non entrerà mai in
Paradiso: quello che disobbedisce ai genitori, quello che rinfaccia un suo dono ed il bevitore di vino
perseverante».
Il Profeta -che Allàh lo benedica e l'abbia in gloria- disse: «Se Allàh avesse conosciuto un termine più
malvagio di "uff", l'avrebbe proibito. Colui che disobbedisce ai genitori, faccia pure ciò che vuole, perché
non entrerà più in Paradiso. Quanto a chi è buono con il padre e la madre, faccia ciò che vuole, perché
non entrerà nell'Inferno», riportato da ad-Dailami.
[...]
Al-Bukhari e Muslim riportarono che un uomo andò a trovare l'Inviato di Allàh -pace e benedizioni su di luie
gli disse: «O Messaggero di Allàh, qual è la persona che ha più diritto alla mia amorevole compagnia?», gli
rispose: «Tua madre», «E poi?» chiese l'uomo, «Tua madre», gli rispose di nuovo. »E dopo?», «Tua madre».
»E dopo?», «Tuo padre ed, infine il più vicino». Si nota che il Profeta -che Allàh lo benedica e l'abbia in
gloria- accordò questo merito per tre volte alla madre, ed una sola volta al padre, perché la fatica che la
madre ha sopportato è più grande, portando [in grembo] il suo bambino, mettendolo al mondo, allattandolo
e vegliandolo la notte.
Ibn 'Umar (r) vide, durante il pellegrinaggio, un uomo portare sua madre sulle spalle mentre girava attorno
alla Ka'ba. Quello gli chiese: «Ibn 'Umar, ho ben ricompensato mia madre?», rispose: «Nemmeno per quella
sola volta quando stava per partorirti! Ma hai fatto bene lo stesso, e Allàh ti ricompenserà assai per il minimo
[di questi obblighi]».
[...]
Un avvertimento
Tu che hai trascurato il più certo dei diritti, preferito disobbedire piuttosto che obbedire ai genitori, e
mostrarti incurante verso i doveri, sappi che la bontà nei confronti dei genitori è un debito e tu ti occupi di
esso seguendo la via del disonore.
Presumi di entrare in Paradiso, dato che esso è ai piedi di tua madre che ti portò nel suo ventre per nove
mesi che sembrarono essere nove anni. Ella soffrì tanto da deperire quando ti partorì. Ti nutrì dal suo seno,
si privò del sonno per vegliarti, e con la sua mano destra ti sbarazzò da ogni tua sporcizia. Ti preferì a se
stessa nutrendoti, ti offrì tutta la sua bontà ed i suoi doni. Quando eri colpito da un qualsiasi male ella si
disperava, piangeva angosciata, spendeva tutto il suo avere per ogni sorta di medicina e, se gliene avessero
dato la possibilità, avrebbe sacrificato la sua persona per te e reclamato la tua vita a gran voce.
Quante volte l'hai trattata male ed ella, al contrario, ti ha augurato la riuscita in privato ed in pubblico.
Quando ha raggiunto una certa età ed ha avuto bisogno di te, l'hai abbandonata come una cosa senza
importanza. Tu eri sazio quando era affamata, ti eri dissetato e lei si mostrava soddisfatta.
Nella tua generosità hai preferito tua moglie ed i tuoi figli a lei, hai manifestato la tua ingratitudine in
cambio delle sofferenze che ella sopportò per allevarti. Hai trovato penoso prenderti cura della sua
vecchiaia, sebbene si tratti di una cosa molto naturale, e hai constatato che la sua longevità ti è sembrata
durare a lungo, quando non è che assai breve.
L'hai evitata, malgrado non avesse che te come protettore, ed ecco che il tuo Signore ti vieta di lamentarti
della sua presenza e con calma ti ammonisce che sarai castigato nella vita terrena con l'ingratitudine della
tua discendenza e nella vita futura con la separazione dal Signore dei mondi: Allàh (SWT) ti avverte e ti
minaccia con queste parole:
[Questo castigo] in compenso di quello che le vostre mani hanno commesso!». In verità Allàh
non è ingiusto con i Suoi schiavi. Corano VIII. al-Anfàl, 51.
[...]
da KITÀB AL KABAÌR
di Mohammad Ibn Ahmed Ibn Osman Az-Zahabi
traduzione e adattamento a cura di
Abu & 'Umm ad-Dahdàh
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