1 Nov 2010

Le donne e i precetti coranici

di Fulya CELIK

La posizione delle donne nella societa’ islamica: ecco una delle teorie che maggiormente scuote la sensibilita’ dell’opinione pubblica e su cui spesso si dibatte.
Senza dubbio alcuno, uno degli aspetti della vita sociale che l’Islam influenzo’ maggiormente fu proprio lo status delle donne, con “il Corano che tratta la posizione delle donne piu’ di ogni altro problema sociale” (nota 1). Al tempo della sua rivelazione nel settimo secolo, il Corano promosse svolte considerevoli nella societa’ araba: cambiamenti che hanno riguardato la questione delle donne e che si perpuetarono nei secoli successivi. I principi illustrati dal Corano, hanno determinato le vite delle donne musulmane, essi si possono sommare in diversi punti, includendo lo status sociale, spirituale ed economico delle stesse. Per poter discutere la natura multipla delle riforme alla posizione delle donne apportate dall’Islam, sarebbe utile una panoramica della societa’ pre-Islamica araba, in modo particolare lo scenario economico e religioso, ed effettuarne una comparazione con i principi coranici.

L’ambiente sociale che fornisce da contesto all’emergere dell’Islam in Arabia e’ descritto dai Musulmani in una parola: Jahiliyya, oppure l’Eta’ dell’Ignoranza (nota 2). Armstrong sostiene che questo termine non fu adoperato per definire un’era storica, ma per illustrare lo spirito che pervase questo tempo di “crisi morale e spirituale”(nota 3) riferendosi “ad uno stato mentale causato dalla violenza e dal terrore nel settimo secolo in Arabia” (nota 4). Le donne non erano esenti da questa violenza e da questa crisi sociale: dilagavano, infatti, casi di infanticidio e casi di neonate seppellite vive; il matrimonio non era sancito istituzionalmente (nota 5); le donne non avevano alcun diritto ad eredita’ o lasciti; esse non erano trattate giustamente durante il divorzio; e le donne non godevano di completo controllo sulle proprie ricchezze (nota 6). Contrapponendo il Corano ed i suoi primcipi a tale scenario si mostra lo spirito riformista dell’Islam.
Uno dei principi piu’ importanti che regola le vite delle donne musulmane, ed e’ dettagliato nel Corano, e’ lo status spirituale assegnato alle donne. Considerato dai musulmani come la parola di Dio presa alla lettera, il Corano e’ visto come il mezzo attraverso il quale Dio si fa conoscere e descrive le Sue leggi (nota7).
Quando l’Islam emerse tra le tribu’ dell’Arabia, la religione rifletteva la natura tribale della societa’ e la sua struttura sociale (nota 8). Il politeismo e l’idolatria erano dominanti, con la Ka’ba, il santuario riverito sin dai tempi di Abramo, ospitante 360 idoli. Famiglie si riunivano per formare clan, e clan si riunivano per formare tribu’; l’alleanza tribale era il fattore in grado di determinare la posizione dell’individuo nella societa’. Uno dei punti discussi con riferimento alle donne nella societa’ pre-islamica e’ la loro partecipazione a riti religiosi e tradizioni. Alcuni hanno affermato che, per notanto un aumento dei diritti delle donne, l’avvento dell’Islam aveva di fatto limitato degli aspetti. Leila Ahmed include tra il ruoli delle donne della Jahiliyya, principalmente quelli di “ preti femmina, indovine, profetesse” e “ capo-guerrieri” (nota 9). Comunque , nella sua discussione sul misticismo islamico riguardante le donne, Elias individua la ragione principale del coinvolgimento delle donne nelle arti divinatorie, magia nera e simili, nel fatto che le donne erano escluse dai riti religiosi (nota 10). L’emergere dell’Islam altero’ drasticamente lo scenario spirituale delle donne dell’Arabia.
Uno dei principi piu’ importanti delineato nel Corano e’ la nozione degli obblighi religiosi, morali e spirituali che sono incombenti sugli individui , senza badare al sesso di appartenenza.
Il Corano afferma, ad esempio:
“In verita’ i musulmani e le musulmane, i credenti e le credenti, i devoti e le devote, i leali e le leali, i perseveranti e le perseveranti, i timorati e le timorate, quelli che fanno l’elemosina e quelle che fanno l’elemosina, i digiunatori e le digiunatrici, i casti e le caste, quelli che spesso ricordano Allah e quelle che spesso ricordano Allah, sono coloro per i quali Allah ha disposto perdono ed enorme ricompensa. “ (Sura Al-Ahzab 33:35, nota 11).
Elencando questo verso ed almeno altre 10 parti del Corano, Stowasser afferma che questi riferimenti coranici “convergono per stabilire l’assenza della dottrina della inferiorita’ femminile negli insegnamenti del Corano “ (nota 12). Inoltre, in contrasto col concetto centrale del peccato originale nel Cristianesimo e nel Giudaismo, il Corano non insinua mai che la donna rappresenti la porta d’ingresso del demonio oppure un’ingannatrice per natura.
Il Corano rifiuta chiaramente ogni nozione dell’ “insito” male della donna. Se esplicitamente domanda rispetto per il suo “innato” bene come potenziale mamma (e prima a prendersi cura di un neonato), e’ posta assolutamente sullo stesso piano dell’uomo in termini di potenziale spirituale (per conoscere e servire Allah) e il potenziale per ottenere il Paradiso, a patto che ella e egli lottino per far fruttare questo potenziale (nota 13).
Il prinicipio coranico dell’obbligo spirituale e morale ha reso possibile che le donne, sin dalla nascita dell’Islam, rivestissero un ruolo essenziale, non soltanto nel praticare la fede e nel partecipare al misticismo islamico (nota 14), ma anche nello scrivere la storia ufficiale dell’Islam e nel compilare lavori fondamentali stabilendo gli standard della pratica religiosa e sociale per la societa’ islamica (nota 15).
Un altro principio essenziale che concerne le donne, tessuto nella trama del Corano e’ quello del matrimonio. Ahmed identifica nel matrimonio, l’area in cui l’Islam ha introdotto le piu’ grandi riforme, con nessuna istituzione matrimoniale presente all’avvento dell’Islam (nota 16). La natura riformista dell’Islam, comunque, non giace soltanto nell’aver introdotto nuovi regolamenti, ma anche nell’aver riadattato con nuove idée le pratiche esistenti (nota 17). Mentre l’istituzione del matrimonio, per esempio, non esisteva nella forma tradizionale nell’Arabia pre-islamica, ve ne erano altre forme (nota 18). Il Corano definisce il matrimonio come un contratto tra l’uomo e la donna, in cui entrambi assumono un ruolo sebbene non identico. Esso vede l’stituzione stessa e la relazione sessuale tra marito e moglie come non vergognosa, ma come raccomandabile.
“Fa parte dei Suoi segni l’aver creato da voi, per voi, delle spose, affinche’ riposiate presso di loro, e ha stabilito tra voi amore e tenerezza.” (sura Ar-Rum 30:21, nota 19)
Lo status delle donne e della famiglia nella societa’ islamica era principalmete il frutto delle prescrizioni Coraniche, che resiste nell’influenzare la vita delle donne musulmane.
Come punto finale, i principi economici dettagliati nel Corano fornirono dei diritti alle donne, diritti che le donne nel resto del mondo “civilizzato” dovettero aspettare fino al diciannovesimo secolo affinche’ gli venissero riconsciuti e garantiti. (nota 20). Con l’avvento dell’Islam, le donne ebbero garantito il diritto all’eredita’ e alla proprieta’, ad avere possedimenti e controllo completo delle propria ricchezza e di ricevere una dote, durantre il matrimonio ed anche dopo il divorzio. (nota 21) L’autonomia economica dettagliata nel Corano fu forse una delle riforme piu ‘ impressionanti a quel tempo, ed ancora si continua a discuterci sopra oggi.

I principi sottolineati nel Corano, regolando la vita della donna musulmana, trasformarono la societa’ tribale in cui l’Islam emerse. Mentre una valutazione soddisfacente di ciascuno di questi principi va oltre il fine di questo articolo, e’ evidente che le trasformazioni che l’Islam indusse hanno avuto dei risvolti radicali per le vite delle donne musulmane e hanno direttamente avuto un impatto sul come queste vite vengano condotte in questa societa’ che cambia costantemente.

Fulya Celik e’ coordinatrice di Studi Religiosi in un college privato.

Note:
1. A. Guillaume, Islam, 2nd edn, Harmondsworth, 1956, p.71.
2. H. Smith, ‘Islam’, The World’s Religions, San Francisco, 1991, p.223.
3. Karen Armstrong, Muhammad:Prophet for Our Time, London, 2006, p.34.
4. Ibid., p.19-20.
5. L. Ahmed, ‘Women and the Advent of Islam’, Signs, Summer 1986, p.668.
6. B.F. Stowasser, ‘The Status of Women in Early Islam’, in Hussein, F (ed), Muslim Women, New York, 1984, pp.15-17.
7. Smith, ‘Islam’, p.235.
8. J.L Esposito, Islam: The Straight Path, New York, 2005, p.3.
9. Ahmed, ‘Women and the Advent of Islam’, p.691.
10. J.J. Elias, ‘Female and Feminine in Islamic Mysticism’, Muslim World, July/Oct 1988, p.214.
11. N.J Dawood, The Koran, London, 2003, p.296. (Ahzab 33:35).
12. Stowasser, ‘The Status of Women in Early Islam’, pp.20–23.
13. A. Wadud, Qur’an and Woman: Rereading the Sacred Text from a Woman’s Perspective, New York, 1999, p.99.
14. See Elias, “Female and Feminine in Islamic Mysticism.”
15. Ahmed, “Women and the Advent of Islam,” p.671.
16. Ibid., p.667.
17. Esposito, Islam: The Straight Path, p.94.
18. Ahmed, “Women and the Advent of Islam,” p.670.
19. Dawood, The Koran, p.285. (Rum 30:21).
20. Esposito, 2005.
21. Stowasser, ‘The Status of Women in Early Islam’, p.15-18.

Tradotto da Cinzia Amatullah,
fonte: http://www.fountainmagazine.com/article.php?ARTICLEID=961

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